“We’re in the endgame now”: Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) in Avengers: Infinity War preannuncia il titolo del film che costituisce la fine dei giochi per i Vendicatori originali, il culmine di un viaggio narrativo durato 11 anni attraverso 22 film. Il termine era stato pronunciato anche da Tony Stark (Robert Downey Jr.) in Avengers: Age of Ultron. La pellicola, che sta riscuotendo un enorme successo al cinema, è curata nei minimi dettagli, con riferimenti all’intero universo cinematografico e vari parallelismi con il suo prequel, ma anche alle fonti cartacee. Cercheremo di illustrarteli nel modo più completo possibile, ovviamente rilevando spoiler.
Endgame si apre con Clint Barton (Jeremy Renner) e sua figlia Lila (Ava Russo, figlia del regista Joe Russo) che tirano con l’arco; la chiama Occhio di Falco, il suo nome in codice, pronunciato solo due volte nel corso di questi 11 anni, da Erik Selvig in The Avengers e da sua moglie (Linda Cardellini) in Age of Ultron. Clint ha un braccialetto elettronico (poichè agli arresti domiciliari per gli eventi di Civil War) come Scott Lang (Paul Rudd) in Ant-Man and The Wasp. Quando la sua famiglia scompare in seguito alla Decimazione, udiamo in sottofondo lo stesso tuono che si sente nel Wakanda in Infinity War.
Dopo l’uscita del logo Marvel Studios, ascoltiamo la canzone Dear Mr. Fantasy dei Traffic che risuona nello spazio tramite Zune di Peter Quill (Chris Pratt); sulla Milano sono rimasti Nebula (Karen Gillan) e Tony da 22 giorni, lo stesso numero dei film del Marvel Cinematic Universe: l’Avenger le insegna a giocare a football con le mani e non è un momento da trascurare per un personaggio cinico come Nebula, cresciuta da Thanos (Josh Brolin) per diventare una macchina da guerra. Assistiamo a 3 riferimenti ad Iron Man: quando Tony registra il suo ultimo messaggio a Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), pronuncia le parole “Don’t post it on social media”, per lavorare ai guasti sulla nave indossa una canottiera nera come quando creò la sua prima armatura e, dopo il salvataggio ad opera di Captain Marvel (Brie Larson), è accolto da Pepper. La registrazione stessa attraverso l’elmetto, invece, ci riporta ad Iron Man 3, mentre “Sempre tu” ci ricorda il momento in cui Tony nomina l’amata CEO delle Stark Industries in Iron Man 2.
Quando Tony incontra Cap (Chris Evans) è ancora più irritato rispetto alla fine di Captain America: Civil War: ironizza sul ruolo dei Vendicatori, di agire in ritardo, ricorda che voleva costruire “un’armatura intorno al mondo” (Avengers: Age of Ultron) e rimprovera Steve in modo particolare per non esserci stato nel momento della sconfitta; più tardi ribadirà a Natasha (Scarlett Johansson) che l’avevano presa una posizione (Captain America: Civil War).
Nel viaggio verso il Giardino di Thanos (Josh Brolin) Cap indossa la stessa uniforme vista in Captain America: The Winter Soldier e guarda la foto di Peggy Carter (Hayley Atwell) come in Captain America: The first Avenger. Lo spaventapasseri vestito con l’armatura del Folle Titano e il nuovo costume di Rocket sono ripresi fedelmente dai fumetti. Quando Nebula afferma che Thanos non mente mai, troviamo un riferimento alla scena in cui Thanos stesso dice a Gamora (Zoe Saldana) di non averle mai insegnato a mentire (Infinity War). “Io sono ineluttabile”: l’aggettivo con cui Thanos si definsce diventa il più cercato dagli italiani, è davvero “inevitabile”. Puoi trovare un’altra curiosità dal web riguardante l’antagonista degli Avengers se digiti il suo nome su Google. “Ho mirato alla testa”: Thor (Chris Hemsworth) agisce nei confronti del suo nemico come gli aveva esortato in Infinity War, ma le cupe tonalità della colonna sonora, le stesse del finale del prequel, ci attestano che la strada verso la vittoria è ancora molto lunga.
Passano 5 anni e Steve Rogers cerca di dare speranza ai sopravvissuti in un meeting, pensando anche al suo passato: seduti intorno a lui notiamo uno dei due registi, Joe Russo, il primo personaggio apertamente gay del MCU e Jim Starlin, il fumettista che ha creato Thanos. Non è un caso che il personaggio più rappresentativo della Disney, ovvero un topolino, permetti il ritorno di Scott e dia nuova speranza agli Avengers in Endgame. La guardia, intenta a leggere un libro di JG Ballard (famoso per aver scritto romanzi postapocalittici), che libera Ant-Man dal magazzino è interpretata da Ken Jeong, security guard anche per la sitcom Community, da cui sono stati prelevati altri attori per i precedenti film dei fratelli Russo.
In Endgame la Vedova Nera assume quasi il ruolo di Nick Fury, presiedendo le riunioni in videochiamata condivisa: Okoye (Danai Gurira) riferisce a Nat la presenza di un terremoto sottomarino e ci viene in mente Namor, ancora inedito in questo universo; nello stesso frangente notiamo la nuova acconciatura di Carol Danvers, più simile alla controparte fumettistica. Quando Cap e Natasha parlano, intravediamo su una delle sedie delle scarpette da danza classica, un riferimento al suo passato di ballerina/assassina (come visto in Age of Ultron); inoltre, lei sta tagliando un toast in diagonale e sappiamo bene che Nick Fury (Samuel L.Jackson) non l’avrebbe mangiato (la prova anti skrull che il direttore diede a Carol in Captain Marvel).
Scott spiega ai Vendicatori che il tempo nel Regno Quantico funziona diversamente e si inizia a parlare di viaggi nel tempo che diventerà il tema principale di Avengers: Endgame. Si recano a casa di Tony che ora ha una figlia, Morgan, come nel sogno che aveva avuto all’inizio di Infinity War; Morgan Stark è, invece, un cugino geloso di Tony nei fumetti. In un primo momento l’ex playboy è contrario alla proposta dei suoi compagni: “La proporzione quantistica incasina la scala di Planck che poi innesca la proposizione di Deutch, su questo concordiamo? In parole povere vuol dire non si torna a casa”. Non serve a nulla che vengano citati Ritorno al futuro, Terminator, Star Trek o altre pellicole a tema, nel MCU non si seguono le stesse regole: Bruce Banner (Mark Ruffalo) spiega che non si può tornare indietro nel tempo per cambiare il futuro, quando si torna indietro è come se si andasse in un’altra dimensione. A proposito, il Professor Hulk costituisce il compromesso tra muscoli e cervelli che lo scienziato cercava sin da The Incredible Hulk; è apparso per la prima volta in La psicanalisi di Hulk di Peter David e Dale Keown nel 1991.
In Avengers: Endgame Tony decide di aiutare la squadra quando vede la sua foto con Peter Parker (Tom Holland): utilizza il nastro di Möbius come soluzione per compiere i viaggi nel temp; si tratta di una superficie circolare a due facce, orientata in modo tale da permettere un doppio giro che, passando su entrambe le facce in modo continuato, torna al punto di partenza. A bordo della sua immancabile Audi arriva alla base degli Avengers e riporta lo scudo a Cap, affermando che Howard l’aveva creato per lui e che voleva solo la pace, indicandola con le due dita (Iron Man).
Le note di Supersonic Rocket Ship dei The Kinks ci accompagnano a New Asgard, corposo Easter Egg di Endgame. Gli Asgardiani superstiti si trovano a Tonsberg, sotto suggerimento di Odino stesso in Thor: Ragnarok; questa località era già apparsa in Thor, luogo dello scontro tra Odino e i giganti di ghiaccio e in Captain America: Il Primo Vendicatore, quando il Teschio Rosso recupera il Tesseract. Nella versione cartacea New Asgard è ideata come una città volante posta in Oklahoma.
La depressione per il fallimento rende Thor simile al grande Lebowski, chiuso in casa a bere birra e a giocare a Fortnite (che ha creato il crossover con Endgame) con i suoi amici Miek e Korg; quest’ultimo, interpretato da Taika Waititi, indossa una camicia con le ananas come lo stesso regista. Nel viaggio nel tempo del dio del tuono con Rocket per recuperare la gemma della realtà rivediamo Frigga (Renè Russo) e Jane Foster (Natalie Portman). Alla fine il Mjolnir attesta che Thor è ancora “meritevole”.
Natasha recupera Clint che, vestendo i panni di Ronin, stava uccidendo un membro della Yakuza, organizzazione criminale giapponese presente anche in Daredevil. I due Avengers sono legati da molto tempo, dalla famigerata avventura di Budapest, che speriamo sarà raccontata nello standalone su Black Widow; la capitale dell’Ungheria è citata durante il viaggio verso Vormir, menzionata già in The Avengers. Sul pianeta dove è custodita la gemma dell’anima, il Teschio Rosso nomina Ivan, il padre di Nat; nei fumetti, Ivan Petrovich è, invece, il tutore del personaggio, colui che la salvò durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la caduta, la vedova nera assume la stessa posizione di Gamora in Infinity War (e Clint si risveglia con la gemma dell’anima come accaduto a Thanos).
Tornati nel 2012, Tony guarda gli Avengers da un’altra prospettiva mentre catturano finalmente Loki (Tom Hiddleston) che assume le sembianze di Cap come in Thor: The Dark World; Iron Man compie la sua discesa in armatura proprio come in The Avengers, ampliato con scene inedite che vedono protagonisti i membri dello S.H.I.E.L.D./Hydra, in particolare Brock Rumlow/Crossbones (Frank Grillo), Jasper Sitwell (Maximiliano Hernandez) e Jack Rollins (Callan Mulvey). Quando Cap entra in ascensore tutti ci aspettiamo che accadi questo:
Tuttavia, Steve già conosce il futuro e agisce d’astuzia: “Hail Hydra”; è un rimando a Secret Empire, saga fumettistica in cui Captain America conquista gli Usa alla guida dell’Hydra. Per recuperare lo scettro di Loki deve, però, affrontare anche la propria versione del passato che ha “tutto il giorno libero”; il nostro Steve per concludere lo scontro gli rivela che “Bucky è vivo” e poi usa lo scettro come fece il fratellastro di Thor. Anche Alexander Pierce (Robert Redford) vorrebbe impossessarsi del Tesseract che alla fine arriva da Loki: forse scopriremo dov’è andato in una serie su Disney+.
Scopriamo che anche l’Antico (Tilda Swinton) stava contribuendo alla salvaguardia della Terra dai Chitauri e spiega a Bruce che le gemme dell’infinito rendono saldo il flusso della realtà. “Dottore, può la tua scienza spiegare tutto questo?”: lo Stregone Supremo divide la coscienza dello scienziato dal corpo di Hulk, così come aveva fatto con Stephen Strange.
La passeggiata nel viale dei ricordi in Endgame inizia tornando nel 1970 a Camp Lehigh, luogo iconico in cui Steve si era addestrato in First Avenger, poi andato distrutto in The Winter Soldier. “Ehi amico, fa l’amore, non la guerra!”: l’ultimo cameo di Stan Lee è anticipato da una sua iconica locuzione fumettistica, Nuff Said, scritta sul retro della sua auto nel film. Sulla maglia di Cap leggiamo il nome Roscoe, un rimando ai fumetti con Roscoe Simmons che vestì i panni di Captain America quando Steve divenne Nomad; Tony, invece, si presenta come Howard Potts (mix tra il nome del padre e il cognome di Pepper) a suo padre che stava cercando il Dr. Arnim Zola che in quel periodo “collaborava” con lo SHIELD (seguendo sempre i piani dell’Hydra). Edwin Jarvis (James D’Arcy), maggiordomo di Howard Stark già visto in Agent Carter, aspetta il padre di Tony vicino la sua auto; nei fumetti diventa il maggiordomo degli Avngers, ma nel MCU Jarvis è stato il sistema operativo di casa Stark.
In Endgame notiamo che il casco originale di Hank Pym (Michael Douglas) era molto simile a quello di Ant-Man nei fumetti. Steve si rende conto di essere entrato nell’ufficio della sua amata Peggy, dove scorge una propria fotografia; l’allora direttrice dello S.H.I.E.L.D. nomina Brian Braddock, un agente che non è rientrato alla base e che potrebbe rivelarsi Captain Britain.
Quando si doveva scegliere chi avrebbe indossato il guanto in Endgame, il dio del tuono si propone come l’Avenger più forte, ma viene “superato” da Hulk, come in Thor: Ragnarok. Bruce si rende conto di essere l’unico a poter sopravvivere alle gemme, essendo lui stesso frutto di un esperimento di radiazioni gamma. Nei fumetti, invece, Hulk diventa una minaccia indossando i due guanti e le otto gemme presenti nell’universo Ultimate. Troviamo un riferimento a Secret Wars 4 quando Hulk regge parte della struttura con entrambe le mani per permettere ai propri compagni di salvarsi durante il bombardamento di Thanos.
Quando Iron Man, Cap e Thor affrontano Thanos siamo veramente all’Endgame. Come in The Avengers, Iron Man catalizza i fulmini di Thor, questa volta contro il nemico insieme ad altri attacchi combinati dei tre. Il colpo di scena più emozionante avviene nel momento in cui Thanos sta per conficcare lo Stormbreaker nel petto di Thor, invertendo i ruoli di Infinity War: Steve è degno, impugna il Mjolnir e lo usa contro il Folle Titano. “Lo sapevo”: esclama Thor, riferendosi alla scena in Age of Ultron. Nei fumetti, Steve Rogers ha impugnato il maglio incantato in varie occasioni, la prima delle quali è stata nella storia del 1988 L’eroe e il martello, di Tom DeFalco e Ron Frenz, su Thor #390; ultimamente è accaduto in Fear Itself in cui pronuncia anche “Avengers Uniti” come nel film, grido di battaglia che aspettavamo dal finale della pellicola del 2015.
Prima di pronunciarlo, però, vede distrutto il suo scudo per mano di Thanos, come avviene nel fumetto The Infinity Guantlet; lo scudo di Cap si rompe anche nel sopracitato Fear Itself e nella visione di Tony all’inizio di Age of Ultron. “Alla tua sinistra”: Falcon (Antony Mackie) ritorna citando Steve all’inizio di The Winter Soldier. Con l’aiuto degli altri stregoni, Doctor Strange teletrasporta tutti sul campo di battaglia: i Wakandiani guidati da Black Panther (Chadewick Boseman) intonano lo stesso grido d’attacco come in Infinity War; Valchiria (Tessa Thompson) cavalca il suo Pegasus come nel flashback di Thor: Ragnarok; Pepper veste l’armatura di Rescue e lotta al fianco del marito; Drax (Dave Bautista) accoltella un nemico alle spalle come in Guardians of the Galaxy Vol.2 e notiamo anche i Ravagers e Howard the Duck.
Wasp (Evangeline Lilly) chiama Cap Steve Rogers, così come le aveva detto Scott in Ant-Man and The Wasp. Tony abbraccia per davvero Peter e non come accadde in Spider-Man: Homecoming; Spidey attiva la modalità uccisione istantanea durante la battaglia, come nel suo stand alone e Steve Rogers, lo chiama Queens, in rimando al quartiere da cui proviene e al loro scambio di battute in Civil War. Tutte le supereroine Marvel riunite in un momento forse verso un futuro film sull’A-Force.
“Io sono Iron Man”: il finale di Endgame riprende quello del primo film della saga, 11 anni dopo e, curiosamente, la frase non era nel copione, ma è stata inserita solo nelle riprese aggiuntive. Nella saga fumettistica Chi avrà il guanto? di Brian Michael Bendis e John Romita Jr (Avengers #7-12 nel 2011) Iron Man indossò il Guanto per sconfiggere il criminale Hood, che stava cercando le gemme, e rispedirlo in prigione. Tony raccontò poi agli altri Vendicatori di averlo distrutto per sempre, mentre in realtà lo aveva diviso fra i membri degli Illuminati.
Come sospettavo, qui è Peter a dover assistere alla morte di Tony, al contrario di Infinity War; Thanos, prima di svanire, si siede proprio come alla fine del prequel. Al funerale, Pepper lascia andare una corona di fiori con al centro il Reattore Arc che aveva fatto incorniciare per Tony in Iron Man con la scritta “Proof that Tony Stark as a Heart”; in quel momento triste sono riuniti tutti, persino Harley Keener (Ty Simpkins), il bambino che aiutò Tony in Iron Man 3. Infine, si vedono anche Nick Fury e Happy Hogan (Jon Favreau) che ricorda a Morgan che anche suo padre amama i cheeseburger (Iron Man).
Clint chiede a Wanda (Elizabeth Olsen) se ci sia un modo per far sapere a Nat che hanno vinto e lei gli risponde che lo sanno entrambi, riferendosi quindi anche a Visione (Paul Bettany). Thor si unirà probabilmente ai Guardiani della Galassia e cita gli Asgardiani della Galassia, un riferimento a una recente incarnazione del team chiamata proprio così e comprendente Angela, Thunderstrike, Throg, Skurge e il Distruttore.
Steve torna indietro nel tempo per riportare le gemme dell’infinito al loro posto e prima di partire inverte il dialogo con Bucky (Sebastian Stan) all’inizio di Captain America: The first Avenger. Steve ritorna ormai anziano e passa lo scudo a Sam Wilson dopo aver visto Bucky annuire, così come accaduto negli scorsi anni nei fumetti. In Endgame si riunisce finalmente con Peggy sulle note di it’s been a long time di Henry James; la canzone rappresentava anche il sottofondo musicale del dialogo tra i due in Captain America: The Winter Soldier.
Cerchiamo di far chiarezza sull’ultima scena di Avengers: Endgame. Come dicevano nel film i protagonisti, non si può tornare indietro nel tempo per cambiare il futuro, quando si torna indietro è come se si andasse in un’altra dimensione. Quindi, Steve, dopo aver riportato indietro le gemme per ripristinare la linea temporale di quella realtà (come ha spiegato l’Antico), riportando per ultima la Gemma dello spazio nel 1970, resta con Peggy e vive con lei: vive in quel passato, quindi non influenza il presente che conosciamo tutti. Poi ritorna indietro invecchiato nel momento in cui Bruce lo richiama perché ha vissuto lo stesso, ma nella “altra dimensione”. L’unico problema potrebbe risultare che in quel passato sarebbero vissuti due Steve Rogers, ma ricordiamo che lui era congelato nel frattempo e quando si è risvegliato nel 2011 Peggy era vecchia e magari lui già era tornato nella nostra dimensione.
Per confermare la mia teoria cito Anthony Russo: “Per me le azioni di Captain America alla fine del film non significano che voleva cambiare qualcosa, ma che ha preso una scelta. Ha deciso di tonare indietro e vivere con la donna che ha amato per il resto della sua vita. Il viaggio nel tempo di questo film ha creato una realtà alternativa. Steve ha vissuto una vita completamente differente in quel mondo. Non sappiamo esattamente cosa sia successo nella sua vita, ma mi piace credere che abbia aiutato le altre persone quando c’era il bisogno. Si, c’erano due Captain America in quella realtà, proprio come spiegato da Hulk. Quello che succede nel passato è già successo. Se vai indietro nel passato, semplicemente crei una nuova realtà. I personaggi di questi film hanno creato nuove timeline quando sono andati indietro nel tempo, ma non hanno effetto sull’universo principale. Quello che è successo nei precedenti 22 film rimane canonico. Non è un loop temporale. Sia l’Antico che Hulk avevano ragione. Non puoi cambiare il futuro semplicemente andando indietro nel tempo, ma è possibile creare un differente futuro alternativo. Non c’è l’effetto farfalla. Ogni decisione che hai preso nel passato potrebbe potenzialmente creare una nuova timeline. Ad esempio, l’anziano Cap di fine film ha vissuto una vita con Peggy in un universo diverso da quello principale. Ha dovuto fare un altro viaggio indietro nel tempo per tornare nell’universo principale e dare lo scudo a Sam.”
L’unica critica che potrei muovere verso Endgame riguarda l’assenza del Regno della gemma dell’anima, mostrato nel finale di Infinity War solamente e su cui aleggiavano varie speculazioni. Infine, non compare la scena post credit, ma sentiamo i rintocchi del martello sul ferro che rappresentano la nascita di Iron Man e dell’intero Marvel Cinematic Universe.
https://youtu.be/FHU49CD0TOs