Partiamo con la migliore curiosità su Michael Keaton: il suo vero nome è Michael John Douglas, ma lo cambia nel 1975 quando debutta nelle sitcom per non essere confuso con il noto attore Michael Douglas. Alcuni dicono che ha cambiato il suo cognome in onore dell’attrice Diane Keaton, ma in realtà l’ha scelto per ricordare la commedia di Buster Keaton. La star nasce il 5 settembre 1951 a Coraopolis, un comune della Pennsylvania, figlio di George A. Douglas, un ingegnere civile con origini inglesi, scozzesi e irlandesi, e di Leona Elizabeth Loftus, una casalinga con ascendenze solo irlandesi; è l’ultimo di sette fratelli e ha ricevuto un’educazione cattolica.
Dopo il liceo si iscrive alla Kent State University, dove per due anni si specializza in dizione e inizia a recitare in alcune commedie scolastiche. In seguito lavora come taxista e interprete di piccoli ruoli a teatro. Nel 1972 viene assunto come operatore di ripresa per un’emittente televisiva e appare in diverse trasmissioni televisive. Il mondo artistico lo appassiona e si trasferisce a Los Angeles per audizioni e trovare contatti a Hollywood; tre anni dopo debutta nelle sitcom.
Il 1979 rappresenta l’anno del successo per Michael Keaton, partecipando alla sitcom Working Stiffs insieme a James Belushi. Arriva finalmente il passaggio sul grande schermo nel 1982, con il ruolo da coprotagonista in Night Shift – Turno di notte, diretto da Ron Howard. L’anno seguente è il protagonista della commedia Mister mamma di Stan Dragoti, partecipa anche a Pericolosamente Johnny insieme a Danny DeVito per poi ritornare alla corte di Ron Howard nel suo divertente Gung Ho.
Dopo i non esaltanti Un tocco di velluto e La scatola misteriosa nel 1987, l’attore mostra di nuovo la sua bravura negli anni successivi in Fuori dal tunnel e 4 pazzi in libertà; in quest’ultimo Michael Keaton ritrova Peter Boyle, dopo aver lavorato insieme in Pericolosamente Johnny. La consacrazione dell’attore arriva grazie alla collaborazione con Tim Burton per Beetlejuice e Batman. Dopo il cinecomic seguono il thriller Uno sconosciuto alla porta e il documentario Il giorno della terra nel 1990 e il poliziesco La giustizia di un uomo nel 1991.
Nel 1993 Michael Keaton è protagonista insieme a Nicole Kidman del commovente My Life – Questa mia vita, in cui interpreta un malato terminale che lascia un dono speciale al figlio nascituro. L’attore partecipa anche a Jackie Brown (1997) di Quentin Tarantino, nel ruolo di Ray Nicolette: il “poliziotto buono” cerca di districarsi nel caso che coinvolge i personaggi di Pam Grier, Robert De Niro e di Samuel L. Jackson; precedentemente per il suo ruolo era stato scelto John Travolta. Keaton interpreta di nuovo Ray Nicolette in un cameo in Out of sight (2002).
Tra le fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo lo ritroviamo in film di generi diversi, come Soluzione estrema (1998), Jack Frost (1998), Sfida per la vittoria (2000) ed Herbie – Il super maggiolino (2005).
Michael Keaton e Tim Burton
Il 1988 rappresenta l’anno della svolta nella carriera di Michael Keaton, con l’incontro del regista a cui sarà sempre legato: lavora in quell’anno a Beetlejuice – Spiritello porcello di Tim Burton, nel ruolo dello spirito sadico che gli regala fama planetaria; l’anno successivo interpreta Batman nell’omonimo film. Nel 2019 ritrova Tim Burton nel remake live action di Dumbo, in cui veste i panni del perfido imprenditore V. A. Vandevere.
Michael Keaton è Batman
Per molti è lui Batman, costituendo il primo grande interprete del Cavaliere Oscuro al cinema, dopo un vecchio serial e il film della serie con Adam West. Anche Frank Miller, autore di Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro (qui il link per acquistare il fumetto su Amazon), in una recente intervista con Metro ha svelato che Michael Keaton è il suo Batman preferito:
“È davvero difficile, ma la lista si riduce a due. Da bambino adoravo la versione di Adam West in TV. E poi, anche se questo mi creerà dei problemi, sono rimasto molto impressionato dalla versione di Michael Keaton. Mi è davvero piaciuto molto, in particolare la sua versione di Bruce Wayne. Ha portato più intensità emotiva in quel ruolo di chiunque altro.”
Nonostante i pregiudizi del pubblico all’annuncio del suo casting, l’interpretazione di Michael Keaton è risultata convincente; durante le riprese ha letto proprio il capolavoro di Frank Miller e ha eseguito senza controfigura quasi tutte le scene di combattimento. Personalmente a me ha convinto in particolar modo nel ruolo di eroe rispetto a quello di miliardario, mostrando la cupa e seriosa espressione del Crociato di Gotham City. L’attore ha regalato una delle battute più iconiche del film: nella scena in cui affronta i malviventi nelle ombre della città, alla domanda ‘Chi sei?’ avrebbe dovuto rispondere ‘Io sono la notte’, ma Keaton improvvisò annunciando ‘Io sono Batman’.
Nel 1992 torna ad interpretare il supereroe DC Comics nel sequel di Tim Burton, Batman – Il ritorno. Onorato da alcune nomination agli Oscar, ai BAFTA, agli MTV Movie Awards e ai Saturn Award, il film si mostra più oscuro del precedente; nel cast si aggiungono l’amico Danny DeVito nelle sembianze di un mostruoso Pinguino, la spietata Catwoman di Michelle Pfeiffer e Christopher Walken nei panni del perfido miliardario Max Shreck. In trattative per tornare in Batman Forever, a soli due mesi dalle riprese Michael Keaton rifiuta l’offerta, non gradendo il tono leggero voluto da Joel Schumacher e insoddisfatto dalla sceneggiatura.
Da lì il rapporto tra Michael Keaton e Batman si è dimostrato un odi et amo, come dimostrato da Birdman e da alcune sue interviste. Ad esempio, ad Independent ha risposto in modo molto infastidito alla domanda riguardo la sua mancata partecipazione a Batman Forever:
“Non ricordo. Fa parte del mio passato. Siamo nel 2021. A chi vuoi che importi una cosa del genere?! Parliamo di cose che contano veramente! Ho già risposto in questo modo in passato quando qualcuno mi ha chiesto qualcosa su Batman. Ti rendi conto che c’è un mucchio di corpi che galleggia lungo un fiume in Rwanda? Chi se ne frega di Batman!”.
Recentemente Michael Keaton è diventato il simbolo del multiverso DC: nell’agosto 2020 è stato annunciato che avrebbe ripreso il ruolo del Cavaliere Oscuro insieme a Ben Affleck in The Flash (qui la nostra recensione); in seguito si è aggiunto anche al cast di Batgirl, film poi cancellato. Convincerlo a riprendere questo ruolo dopo 25 anni fa è costata molta fatica ai produttori, ma quando gli è stato chiesto di fornire eventuali dettagli sulla sua partecipazione a The Flash l’attore ha mostrato un rinnovato entusiasmo:
“Sarò franco. Non voglio rispondere a domande del genere su Batman perché mi tolgono il divertimento!”.
Michael Keaton dal mantello alle ali
Nel 2017 interpreta il supercriminale Avvoltoio nel film Spider-Man: Homecoming del Marvel Cinematic Universe e anche in quest’esperienza Michael Keaton ha continuato ad essere Batman, come condiviso da Tom Holland che ha lavorato sul set con lui:
“È un duro. Combattiamo nel film e io lo prendo a pugni. Si gira e dice [con voce profonda]: “Sono Batman”. Continuava a fare citazioni di Batman sul set”.
Anche nel salutare gli studenti laureandi della Kent State University, la sua università prima di iniziare la carriera di attore, Michael Keaton pronuncia la celebre frase, ricevendo ovviamente scroscianti applausi.
Keaton è comparso anche nel trailer di Morbius, rappresentando l’anello di congiunzione tra MCU e Universo Marvel Sony.
Michael Keaton e le storie vere
Nel 2015 Michael Keaton ottiene il Golden Globe e una nomination agli Oscar come miglior attore protagonista di un film commedia per la sua interpretazione in Birdman. Non si tratta di una pellicola ispirata a una storia vera, ma si può considerare come un ruolo autobiografico per l’attore rapportandolo ai suoi successi passati nel mondo dei supereroi e alla sua relazione complicata con il personaggio di Batman. Nello stesso anno recita nel film Il caso Spotlight di Tom McCarthy, vincitore di due premi Oscar nel 2016 per le categorie miglior film e miglior sceneggiatura originale.
Nel 2016 interpreta Ray Kroc in The Founder, film che narra la storia vera dell’imprenditore e la sua acquisizione della catena di fast food McDonald’s. Michael Keaton è presente anche nel cast de Il processo ai Chicago 7: il film del 2020 scritto e diretto da Aaron Sorkin parla del processo ai cosiddetti Chicago Seven, un gruppo di attivisti contro la guerra del Vietnam accusati di aver cospirato per causare lo scontro tra manifestanti e Guardia Nazionale avvenuto il 28 agosto 1968 a Chicago in occasione delle proteste alla convention del Partito Democratico.
Dopesick – Dichiarazione di dipendenza è una miniserie drammatica statunitense sviluppata da Danny Strong, ispirata al libro bestseller scritto da Beth Macy Dopesick: Dealers, Doctors and the Drug Company that Addicted America e in parte basata su una storia vera. Con il ruolo in questa serie tv nel 2022 Michael Keaton ottiene il suo secondo Golden Globe, un Critics Choice Television Award e uno Screen Actors Guild Award.
Michael Keaton, the lost role
Non tutti sanno che Michael Keaton rifiutò il ruolo di Jack Shephard nella serie ABC Lost: l’attore avrebbe interpretato il personaggio solo alla condizione che quest’ultimo morisse nel pilot. Secondo voci leggendarie, la star di Batman sarebbe stata avvicinata da J.J. Abrams in persona che gli avrebbe offerto il ruolo di un uomo che muore a pochi minuti dall’inizio dello show, ma poi i produttori capirono che il pubblico si sarebbe affezionato a quel personaggio; decisero di lasciarlo in vita e Keaton lasciò spazio al collega Matthew Fox.
Michael Keaton doppiatore
Nel 2006 presta la voce a Chick Hicks inCars – Motori ruggenti e nel 2010 a Ken in Toy Story 3 – La grande fuga. È anche nelle sale di doppiaggio della versione inglese di Porco Rosso, di Minions e di un episodio de I Simpsons.
Michael Keaton: regista prima e ultima volta
Nel 2008 Michael Keaton ha diretto il suo primo e ultimo film, The Merry Gentleman, dramma indie incentrato su una donna in fuga dal marito violento che intreccia una relazione con un killer a pagamento con manie suicide. Inizialmente doveva essere diretto da Ron Lazzeretti, ma pochi giorni prima dell’inizio della produzione è colpito da un’appendicite e Keaton si offre per sostituirlo. Girato in 26 giorni, il film debutta al Sundance Film Festival dove riceve un’accoglienza molto positiva; la critica lo apprezza, ma il pubblico lo ignora totalmente e si rivela un flop.
Qui inizia la tragedia per l’attore che è citano in giudizio dai produttori che lo accusano di aver boicottato il film concludendolo in ritardo, rinunciando a promuoverlo adeguatamente e minacciando di boicottare il Sundance se non gli fosse stato concesso il final cut. La lunga battaglia legale scaturita si è conclusa solo nell’estate 2015, quando la Corte Federale ha deciso che Michael Keaton non può essere imputabile per i mancati incassi, richiesti in giudizio dai produttori.
Vita privata
Nel 1982 Michael Keaton ha sposato l’attrice Caroline McWilliams, da cui ha avuto un figlio nel 1983, Sean. I due hanno divorziato nel 1990. Nel 1989 l’attore aveva conosciuto Courteney Cox (Monica di Friends), con cui ha avuto una relazione fino al 1995. Michael Keaton è riservato e geloso della propria vita privata e possiamo ottenere alcune informazioni a riguardo solo da Courteney Cox. Agli amici comuni che l’hanno presentata all’attore lei aveva confessato quanto avesse ammirato la performance di Keaton nel dramma Fuori dal tunnel. Il primo appuntamento è avvenuto a casa di lei:
“Abbiamo parlato per cinque ore. Abbiamo parlato delle nostre case dei sogni, di quelle che ci erano piaciute e di quelle che avremmo voluto costruire noi. Presto abbiamo scoperto di avere simili sensibilità. Ci capivamo al volo. Se succedeva qualcosa di strano, ci giravamo l’una verso l’altro e dicevamo solo ‘Lo so””.
Alla fine della loro relazione Courteney Cox dichiarò a People:
“È la relazione più importante che abbia mai avuto, e credo che sia la persona più meravigliosa che abbia mai incontrato. Ci amiamo ancora. Amavamo fare le stesse cose, guardare le vetrine, andare al cinema, cucinare insieme a casa mia usando il forno professionale che Michael mi aveva regalato, provare insieme i copioni. Michael aveva la capacità di trovare il modo più intelligente per rendere una battuta divertente. Non importa quanto fossi nervosa o contrariata. A Michael bastava fare una faccia buffa delle sue per farmi ridere. Purtroppo niente nella nostra relazione è stato mai semplice”.