The Suicide Squad – Missione suicida
Regia: James Gunn; sceneggiatura: James Gunn; fotografia: Henry Braham; musiche: John Murphy; interpreti: Harley Quinn (Margot Robbie), Bloodsport (Idris Elba), Peacemaker (John Cena), Rick Flagg (Joel Kinnaman), Amanda Waller (Viola Davis), Ratcatcher II (Daniela Melchior), Polka-Dot Man (David Dastmalchian), Thinker (Peter Capaldi); produzione: Charles Roven, Peter Safran, Zack Snyder, Deborah Snyder, Walter Hamada, Chantal Nong Vo, Nicolas Korda, Richard Suckle; Compagnia di produzione: Atlas Entertainment, The Safran Company, Warner Bros; paese di produzione: Stati Uniti d’America-2021; durata: 132’.
The Suicide Squad: morire dalle risate e dalla follia
La visione dell’ultimo cinecomic DC mi ha lasciato stravolto: è stato tutto straordinario, dalle battute banali ai colpi di scena, dai momenti di tensione alle sequenze più sfrenate. The Suicide Squad poteva essere partorito solo dalla mente geniale di James Gunn, regista famoso per Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol.2. Con i due film Marvel è entrato nel cuore dei fan ed ero sicuro che sarebbe riuscito a compiere un ottimo lavoro anche con il supergruppo di criminali DC Comics. Ricordiamo che questa grande opportunità è nata dopo un evento poco felice per lui, il licenziamento da parte della Disney e dai Marvel Studios.
Warner Bros. ne approfitta e sceglie il miglior regista per riportare sul grande schermo la Task Force X. Da vero appassionato dei fumetti, Gunn si diverte a scegliere la propria squadra di antieroi e li butta nella mischia con l’unica regola adatta al sottotitolo del film: si tratta di una “missione suicida” ed effettivamente nessuno è al sicuro; risulta emblematico come i dipendenti della Waller scommettano sulla sopravvivenza dei membri della squadra, ma ciò ci aiuta ad entrare nel mood di The Suicide Squad. James Gunn e Disney hanno poi recuperato il loro rapporto e fortunatamente realizzeranno insieme anche Guardiani della Galassia 3, ma il cineasta ha voluto terminare prima il lavoro per la DC Comics.
In una recente intervista ad Indiewire James Gunn ha dichiarato le sue condizioni prima di accettare la regia del film:
“Quando ho finito di scrivere The Suicide Squad: Missione Suicida e mi hanno chiesto di dirigerlo, ho detto che l’avrei fatto a due condizioni che a loro non andavano di certo a genio. Una era che fosse vietato ai minori, l’altra che avevo bisogno di girarlo ad Atlanta, in Georgia, perché mio padre stava morendo e viveva a St.Louis, ma loro volevano girare in Inghilterra. Non potevo stare così lontano da mio padre. Quella dell’Inghilterra in realtà era la condizione più pesante, perché negli Stati Uniti è molto più costoso girare, per via di tutte le questioni fiscali. Quelle erano le mie condizioni. Ma hanno detto di sì, sono stati fantastici. Mi hanno proprio lasciato fare”.
Purtroppo il padre del regista lo ha lasciato una settimana prima dell’inizio delle riprese. La prima condizione si evince molto nella scrittura di The Suicide Squad e incarna ancora una volta lo stile di vita del gruppo; si è ispirato a film di guerra come Quella sporca dozzina ed I guerrieri, ma anche ovviamente alle storie a fumetti di John Ostrander sulla Squadra Suicida. Un film così straordinariamente folle e al tempo stesso geniale è frutto anche di una solida sceneggiatura, con flashback e risvolti narrativi che avvalorano la stravaganza del cinecomic. Anche nel dirigerlo Gunn si è divertito risultando perfetto nelle scene d’azione e donando colori alle scene più assurde.
Per il successo di The Suicide Squad non possiamo dare tutti i meriti solo al regista e sceneggiatore. Anche i membri del cast sono stati dei folli ad accettare la sua storia: nessun personaggio era sicuro di restare in vita per tutta la durata del film. Dall’inferno di Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità degli Stati Uniti, i peggiori supercriminali si uniranno alla super segreta Task Force X per essere liberi e si lasciano letteralmente cadere sulla remota isola di Corto Maltese.
Mi fermo qui perché già se iniziassi a parlare dell’inizio del film, rivelerei impensabili colpi di scena. L’idea di supervillain che si riuniscono contro un male peggiore è molto accattivante: spesso questo male peggiore si nasconde addirittura in chi comanda la squadra e alla fine si scopre che chi cerca di controllare un mostro presenta meno umanità di quest’ultimo.
Abbiamo conosciuto molti villain DC Comics poco presenti sul grande schermo, ognuno con un particolare potere o addirittura con nessun potere utile. Il migliore nell’ottica del film è stato Peacemaker, interpretato da un convincente John Cena, a tratti ridicolo, in altre situazioni troppo crudele: in poche parole perfetto per The Suicide Squad. Il mio preferito, però, è Bloodsport (Idris Elba), il più eroico, dotato di riflessi fulminei e di una super attrezzatura da combattimento. Nel superbo cast ricordo Viola Davis e Margot Robbie, con i ruoli di Amanda Waller e Harley Quinn cuciti sulla loro pelle; in particolare quest’ultima risulta letteralmente divina in alcune scene, ancora più incisiva rispetto a Birds of Prey.
Prima della visione del film era difficile stabilire se ci saremmo trovati di fronte ad un sequel o ad un reboot del film del 2016, ma ora ne siamo certi: si tratta di un nuovo film, più grintoso, più accattivante e straordinariamente folle e geniale. Non mostra rilevanti collegamenti con il passato: ciò ricorda che l’universo DC è meno coeso del MCU, ma lo rende apprezzabile anche dai meno esperti. The Suicide Squad è il miglior cinecomic di quest’anno e uno dei migliori in casa DC Comics. Dal 2 Agosto in anteprima nei cinema, ha già ricevuto il consenso del pubblico e della critica.