Sulle note di Blue Monday dei New Order ci tuffiamo nel passato per le nuove avventure di Diana Prince (Gal Gadot) in Wonder Woman 1984, presentate nel trailer diffuso l’8 Dicembre durante il CCXP in Brasile. Patty Jenkins ritorna alla regia per il seguito del film campione d’incassi sulla supereroina DC con 822 milioni di dollari a livello mondiale nel 2017. La regista ha anche scritto la sceneggiatura con Geoff Johns e David Callaham, da una storia di Jenkins & Johns, basata sui personaggi DC. Al suo fianco hanno lavorato dietro le quinte diversi membri del suo team di Wonder Woman, tra cui il direttore della fotografia Matthew Jensen, la scenografa candidata all’Oscar® Aline Bonetto (Il favoloso mondo di Amélie) e la costumista premio Oscar® Lindy Hemming (Topsy-Turvy- Sottosopra). Il montatore candidato all’Oscar® Richard Pearson (United 93) ha curato il montaggio del film e il premio Oscar® Hans Zimmer (Dunkirk, Il re leone) la colonna sonora. Scopriamo nel dettaglio cosa ci mostra il trailer.
Un trailer elettrizzante, ma non per tutti: alcuni fan hanno storto il naso per la forte somiglianza con Thor: Ragnarok, soprattutto per questioni musicali e cromatiche. A me, invece, l’ambientazione del sequel di Wonder Woman negli anni ’80, mi ha ricordato molto l’ultima stagione di Stranger Things, soprattutto nella scena del centro commerciale. La scelta dell’anno, il 1984, è significativa per la storia della DC Comics: risulta l’anno prima della pubblicazione del crossover che semplificò la continuity, Crisis on Infinite Earths, da cui derivò una riscrittura delle origini di Diana Prince, per esempio; in quell’anno arrivava nelle sale il primo cinecomic con una protagonista femminile, Supergirl – La ragazza d’acciaio, con Helen Slater che vestiva il mantello della cugina di Superman (guarda caso oggi l’attrice interpreta Eliza Danvers, la madre adottiva di Kara Zor-El / Supergirl nell’omonima serie tv). Inoltre, 1984 rappresenta il titolo del romanzo distopico di George Orwell: iniziato a scrivere nel 1948 e ambientato nel 1984, ci mostra un mondo governato da una terribile dittatura, che agisce attraverso il Grande Fratello, una feroce rete di sorveglianza e video sorveglianza. Ciò si collega alla trama del film perché le azioni del villain Maxwell Lord (Pedro Pascal) si ispirano a questo capolavoro del Novecento.
“Big Brother is watching you!”. Due indizi nel trailer collegano Wonder Woman 1984 al romanzo di Orwell: Diana usa il suo diadema per distruggere una telecamera di sorveglianza in una scena e in un’altra si trova di fronte a una serie di schermi, da cui probabilmente il villain osserva e controlla tutti. Interessante notare come proprio in quegli anni la videosorveglianza si sia diffusa negli Stati Uniti e in particolare si concentrava in luoghi pubblici, come questo centro commerciale. La scena in cui rompe la telecamera risponderebbe anche a un quesito sorto a tutti al momento dell’annuncio del sequel: avevamo ipotizzato che non avrebbe mantenuto l’anonimato per cento anni, riscrivendo il passato del DCEU, ma quest’azione potrebbe anche avere lo scopo di nascondersi. Con la visione del film capiremo se sarà mantenuta una certa coerenza con il resto dell’universo cinematografico oppure dovremmo far affidamento solo alla pellicola del 2017.
Verso la fine del trailer di Wonder Woman 1984, notiamo proprio il Brother Eye, un enorme satellite chiaramente ispirato al Grande Fratello di Orwell: nell’evento fumettistico Crisi Infinita a Maxwell Lord fu affidato questo strumento (con cui un Batman paranoico dopo Crisi d’identità conduceva una sorveglianza clandestina su tutto il pianeta) e il villain se ne servì per creare un esercito di OMAC (OneMan Army Corps), umani infettati con un virus e trasformati in cyborg, programmato per cacciare ed uccidere tutti i super umani. Creato da Keith Giffen, J.M. DeMatteis e Kevin Maguire sulle pagine di Justice League of America n. 1 del Maggio 1987, Max Lord è apparso anche nelle serie tv Smallville e Supergirl, con i volti rispettivamente di Gil Bellows e Peter Facinelli. L’astuto e potente uomo d’affari si è evoluto da controllato a controllore: il malvagio computer creato da Metron gli ordinò di mettere insieme un’organizzazione, la Justice League International, per mantenere la pace sulla Terra, come parte del suo piano per la dominazione del mondo; dopo essersi liberato del controllo del computer, durante il crossover Invasione! acquisì il potere di controllare le menti delle persone che perfezionò col tempo.
“Pensate finalmente di avere tutto ciò che avete sempre voluto”. Ecco riassunto in poche parole il piano di Lord in Wonder Woman 1984, che agirebbe sulla protagonista facendole incontrare di nuovo Steve Trevor (Chris Pine). Forse questo è l’aspetto che più aumenta l’attesa per il film, in cui Patty Jenkins ha voluto invertire le dinamiche del prequel, mostrando stavolta Steve catapultato in un’epoca che non conosce e aiutato da Diana. La riunione tra i due innamorati avviene in un luogo pubblico, una sorta di incontro formale, da capire poi le dinamiche. Il film potrebbe introdurre il jet invisibile di Diana, poiché la vediamo volare con Steve su di esso attraverso durante uno spettacolo di fuochi d’artificio. La versione a fumetti dell’aereo è stata costruita su Themyscira e vola a 40 miglia al secondo e originariamente fungeva da allegoria per indicare come tradizionalmente le donne fossero invisibili nel mondo degli uomini.
Il piano di Lord poi prevedrebbe anche un’ avversaria impegnativa per Wonder Woman: Cheetah. L’archeologa britannica Barbara Ann Minerva è la terza Cheetah, creata da Len Wein e George Pérez su Wonder Woman vol.2 n. 7 nell’Agosto 1987, dopo gli eventi di Crisis on Infinite Earths. Barbara All’inizio del trailer di Wonder Woman 1984 parla con la sua amica Diana, momento liberamente ispirato alla recente serie di fumetti di Greg Rucka, in cui si rivela la loro profonda amicizia. Il materiale promozionale rivela il suo look una volta che avrà acquisito nel corso del film i poteri del ghepardo di Urzkartaga.
Tornano anche Robin Wright nei panni di Antiope e Connie Nielsen nei panni di Hippolyta, insieme alle altre Amazzoni. Nelle prime immagini di Wonder Woman 1984 vediamo, però, delle ambientazioni diverse dalla Themyscira dal primo film, forse perché queste sono le Amazzoni della remota nazione egiziana di Bana-Mighdall: nei fumetti, questa realtà fu fondata da un gruppo di Amazzoni che lasciarono Themyscira circa tremila anni prima; rinunciarono agli dei dell’Olimpo per cercare vendetta sugli uomini che avevano così danneggiato la loro razza. Spunti che potranno essere approfonditi anche nello spin off dedicato alle Amazzoni, come annunciato dalla regista Patty Jenkins: “Sto sviluppando un film basato sulle Amazzoni. Naturalmente non potrò dirigerlo e la protagonista non sarà Gal, ma il nostro desiderio è dare vita alla storia di queste donne”. Vedremo se questo progetto sbarcherà al cinema o sul nascente servizio in streaming HBO Max.
Il trailer di Wonder Woman 1984 termina con uno splendido shot di Diana nella sua nuova armatura “Golden Eagle”. Questa armatura fu introdotta nella storia di Elseworlds del 1996, Kingdom Come, con Diana che la indossava per scendere in guerra in prima linea. Da allora è stata incorporato nella continuity della DC Comics e viene indossata ogni volta che Wonder Woman entra in guerra. L’armatura dell’Aquila reale è resistente ed efficace e nei fumetti è stata forgiata dalla madre di Diana, Ippolita; vedremo se sarà così anche nel DCEU oppure Diana potrebbe aver ottenuto l’armatura dopo la sua visita a Bana-Mighdall. La storia di Alex Ross e Mark Waid risulta molto di tendenza perché in Crisis on Infinite Earths sono stati introdotti Superman e Batman di quest’universo, interpretati rispettivamente da Brandon Routh e Kevin Conroy.
La regista conferma la fase finale del montaggio e l’ambientazione del film, con una risposta allusiva alle critiche di Scorsese riguardo i cinecomic: “La prima versione durava 2 ore e 45. Diciamo che non era tre ore e mezzo, non sono quel tipo di regista! […] Al momento abbiamo finito, il film è finito. Ora, sappiamo che non uscirà prima di qualche mese… quindi per la prima volta nella mia carriera ho avuto la possibilità di chiedere “Ehi ragazzi, posso giocare un po’ con questo? Posso fare quest’altro?” Al momento sto sistemando questo e quello, ma tecnicamente il film è pronto. […] Anche gli effetti visivi sono pronti. È stato un processo molto lungo, non avete idea delle scene d’azione che abbiamo preparato. Non vedo l’ora di mostrarvelo. […]Non è stato complicato collegarlo col film precedente, perché in realtà sono due storie separate l’una dall’altra, e questo film racconta l’evoluzione di Diana anche se è ambientato in un periodo diverso dal primo.[…] Perché il 1984? Volevamo portare Diana nella modernità, e gli anni ottanta sono un periodo storico al quale Wonder Woman è legatissima (la serie tv con Lynda Carter n.d.r.). Quindi ci piaceva molto l’idea di inserirla in quel contesto. Ma soprattutto, gli anni ottanta hanno visto la civiltà Occidentale toccare la loro vetta massima. Era interessante far scontrare Wonder Woman con il periodo di picco del nostro moderno sistema di valori, volevo riflettere su quali villain poteva generare tutto questo e cosa sarebbe successo. È stato tutto molto naturale”.
Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Gal Gadot e Stephen Jones sono i produttori del film. Rebecca Steel Roven Oakley, Richard Suckle, Marianne Jenkins, Geoff Johns, Walter Hamada, Chantal Nong Vo e Wesley Coller sono i produttori esecutivi. Warner Bros. Pictures presenta una produzione Atlas Entertainment / Stone Quarry, un film di Patty Jenkins, Wonder Woman 1984. In uscita nelle sale italiane a partire dal 4 giugno 2020, sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.