La nostra rubrica Donne dietro la telecamera è nata dall’esigenza e della volontà di dare voce ad artiste del mondo cinematografico che secondo noi meritano una vetrina più grande nel panorama internazionale. Abbiamo quindi iniziato a creare una serie di articoli di approfondimento su queste donne, focalizzandoci per il momento solo su registe, tra cui Greta Gerwig, Agnès Varda, Lucrecia Martel e Lulu Wang. La volontà, però, era quella di dare spazio alle più varie forme professionali; con questo articolo vogliamo ampliare lo sguardo sul mondo cinematografico e iniziamo con una delle costumiste più famose della storia del cinema. Edith Head è la donna di cui vogliamo parlarti oggi.
Edith Head, nome d’arte di Claire Posener, nasce il 28 ottobre 1897 in California, a San Bernardino, da Max Posener e Anna E. Levy. Il padre è emigrato negli Stati Uniti dalla Germania nel 1876, la madre invece è nata a St. Louis, Missouri nel 1875. I due si sposarono nel 1895 e poco prima della nascita di Edith, Max Posener aprì una piccola merceria a San Bernardino, che fallì dopo pochissimo tempo. Anche il matrimonio non ebbe molta fortuna. La madre si risposò nel 1905 con l’ingegnere minerario Frank Spare. Visto il lavoro del patrigno la famiglia si è trasferita frequentemente per seguirlo nei suoi spostamenti.
Nel 1919, Edith Head consegue la laurea in letteratura francese con lode alla Berkeley e nel 1920 ottiene un master in lingue romanze all’Università di Stanford.
In seguito Edith lavora come insegnante di lingue, ottenendo il primo incarico alla Bishop’s School di La Jolla, come sostituta dell’insegnante di francese. Dopo un anno, inizia a insegnare francese alla Hollywood School for Girls. Con la volontà di ottenere uno stipendio un po’ più sostanzioso si offre di insegnare anche arte, nonostante l’avesse studiata come disciplina solo al liceo. Per migliorare le sue abilità di disegno, ancora molto rudimentale, prende lezioni serali presso l’Otis Art Institute e il Chouinard Art College.
Il 25 luglio 1923, Edith sposa Charles Head, fratello di una amica alla Chouinard, Betty Head. Nonostante il divorzio, richiesto nel 1938, e nonostante i diversi anni vissuti come separati, Edith continuA ad essere conosciuta professionalmente con il cognome del suo ex, cioè Head, fino alla sua morte. Nel 1940 si risposA con l’art director Wiard Ihnen, un marito che l’accompagnò fino alla sua morte avvenuta nel 1979.
Il periodo alla Paramount
La carriera nel mondo cinematografico inizia nel 1924, quando Edith viene assunta come disegnatrice di schizzi per i costumi presso la Paramount Pictures, nonostante non avesse esperienza né come artista né tanto meno come designer. Ha rivelato diversi anni dopo di aver preso “in prestito” alcuni lavori di altri studenti per fare il colloquio di lavoro. Il primo film per cui ha realizzato dei costumi è stato The Wanderer del 1925, un film muto, e in brevissimo tempo è diventata una delle principali costumiste di Hollywood. Edith è rimasta dentro la Paramount per ben 43 anni fino a quando non è passata alla Universal Pictures il 27 marzo 1967, probabilmente per poter seguire il regista con cui ha collaborato più frequentemente (e che anche lui era passato all’altra casa di produzione nel 1960), Alfred Hitchcock.
Il lavoro della Head non fu immediatamente riconosciuto; in un primo momento infatti dovette accettare di essere messa in ombra dai principali designer che già collaboravano con la Paramount: da Howard Greer a Travis Banton. Dopo le dimissioni di Banton, avvenute nel 1938, Edith diventa una designer di alto profilo a pieno titolo. Il grande pubblico inizia a conoscerla con l’abito disegnato per Dorothy Lamour in Uragano (1937), nonostante gli abiti della Head fossero decisamente meno sfarzosi di quelli dei suoi predecessori. Uno stile sobrio che indossava lei stessa in prima persona: Edith si vestiva sempre in modo molto semplice, preferendo gli occhiali a montatura spessa (diventati iconici) e gli abiti a due pezzi. Un altro suo abito celebre è sicuramente quello realizzato per Ginger Rogers in Le schiave della città (1944).
Edith Head era nota per il modo in cui si approcciava al suo lavoro, assolutamente unico ed estremamente lontano ai suoi contemporanei di sesso maschile. Per ideare i suoi abiti di solito si consultava ampiamente con le star femminili per cui li avrebbe realizzati. Proprio per questo motivo è diventata una delle designer preferiti di moltissime attrici dell’epoca (anni ’40 e ’50) tra cui possiamo citare Grace Kelly, Ginger Rogers, Barbara Stanwyck, Bette Davis, Shirley MacLaine, Elizabeth Taylor e Audrey Hepburn.
Edith Head si è cimentata anche nella scrittura, realizzando due libri: The Dress Doctor (1959) e How To Dress For Success (1967), nei quali descrive la sua carriera e il modo in cui realizza i progetti.
Gli anni alla Universal
All’età di 70 anni, Edith passa dalla Paramount Pictures alla Universal Pictures, dove rimane fino alla sua morte, avvenuta nel 1981. Hollywood aveva cambiato completamente volto da quello che indossava nel momento di massimo splendore di Head negli anni Trenta e Quaranta. Dalle produzioni realizzate dentro gli studio si iniziò sempre più a preferire le riprese all’aperto e in scena, e molte delle attrici con cui aveva una collaborazione molto affiatata si erano ritirate o lavoravano molto meno. Per tutti questi motivi il suo lavoro fu molto più concentrato nel piccolo schermo. Edith ha disegnato l’abbigliamento di Endora in Vita da Strega e ha un cameo nel 1973 nella serie del detective Colombo al fianco di Anne Baxter, interpretando se stessa e mostrando gli Oscar vinti fino a quel momento. Nel 1974, la Head ottenne la vittoria finale all’Oscar per il suo lavoro in The Sting.
Alla fine degli anni ’70 Edith Head ottiene un lavoro al di fuori del mondo dello spettacolo: le viene chiesto di progettare un’uniforme da donna per la Guardia costiera degli Stati Uniti, visto il numero sempre più crescente di donne nella Guardia costiera. Head ha poi ricevuto il Meritorious Public Service Award per questo lavoro.
Edith Head è morta il 24 ottobre 1981, quattro giorni prima che potesse compiere 84 anni, a causa della mielofibrosi, un’incurabile malattia del midollo osseo. I suoi resti sono ora al Forest Lawn Memorial Park di Glendale, in California. È ancora oggi un’icona intramontabile tanto da essere citata in un film della Pixar Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi; infatti, il personaggio di Edna Mode è ispirato proprio alla sua figura.