Wonder Woman 1984 è finalmente disponibile, purtroppo solo in digitale. Il cinecomic era già arrivato nelle sale americane lo scorso Natale, con la nuova formula distributiva di Warner Bros., aspramente criticata da Christopher Nolan. Almeno alcuni fortunati negli USA hanno potuto godere dell’esperienza in sala, mentre in Italia i cinema sono ancora chiusi dall’anno scorso. Il nuovo film con protagonista Gal Gadot non riuscirà a raggiungere il successo del prequel: oltre ai continui rinvii e alla difficile distribuzione legata al Covid-19, la pellicola non è priva di difetti. Nonostante ciò, il film vuole dare un messaggio di speranza, molto significativo in questo periodo.
Wonder Woman 1984: Verità vs menzogna
Dopo aver combattuto al fianco degli uomini durante la Grande Guerra e aver perso tanto, Diana Prince vive tranquillamente tra i mortali, occupandosi di antichi manufatti e agendo come supereroina solo in incognito. Alla regia di Wonder Woman 1984 ritorna Patty Jenkins, che ha anche scritto il film insieme a Geoff Johns & Dave Callaham, ispirandosi ai personaggi della DC Comics. Proprio la sceneggiatura presenta i difetti maggiori: alcuni passaggi sembrano un po’ forzati e potevano essere spiegati meglio considerando la lunga durata; i toni sono molto leggeri, soprattutto rispetto al film del 2017, con le poche scene d’azione non esaltanti; ho apprezzato, invece, i dialoghi improntati alla Verità.
Sulle note di Blue Monday, il trailer di Wonder Woman 1984 preannunciava l’ambientazione anni ’80 del film. Questo decennio non rappresenta più una novità poiché tanti show, tra cui Stranger Things, ce lo ripropongono, ma si sposa perfettamente con le tematiche del cinecomic e con l’essenza del villain: gli anni ’80 costituiscono gli eccessi dell’umanità sia nel bene sia nel male; Max Lord è il portavoce di quest’epoca, ricco industriale che si mostra in televisione con slogan pubblicitari affinché le persone alimentino il consumismo. Il desiderio smisurato di acquistare e accumulare beni si trasforma in desiderio di soddisfare qualsiasi bisogno grazie alla magia, ma ciò comporterà anche un prezzo da pagare.
La splendida Diana Prince, interpretata da Gal Gadot, si rende conto man mano di questa “verità”. Dopo gli eventi di Wonder Woman, il suo desiderio è chiaro: ritornare tra le braccia di Steve Trevor. Si presentano di nuovo le dinamiche tra Diana e il personaggio di Chris Pine in Wonder Woman 1984, in questo caso invertendo le parti. L’Amazzone mostra il suo lato più umano e si indebolisce; ma la relazione con Steve alla fine la renderà più forte, ricordandole che bisogna evitare le scorciatoie e rinunciare al passato e all’egoismo per poter aiutare gli altri.
A Diana si ispira Barbara Ann Minerva (Kristen Wiig) che desidera essere come l’amica, sacrificando le sue qualità. Per sopraffare gli altri, Barbara diventa letteralmente disumana, ma la sua Cheetah poteva essere caratterizzata meglio, anche visivamente. L’antagonista femminile di Wonder Woman 1984 è stata creata da William Moulton Marston nel 1943 come alter ego del personaggio di Priscilla Rich; successivamente Deborah Domaine e Barbara Ann Minerva sono diventate Cheetah; infine, nel 2001 il personaggio ha assunto le sembianze maschili di Sebastian Ballesteros.
L’altro antagonista, Max Lord, rappresenta uno dei punti di forza di Wonder Woman 1984: interpretato da un ottimo Pedro Pascal (The Mandalorian), incarna pienamente lo spirito del film e dell’epoca in cui è ambientato, esprimendo un desiderio tanto diabolico quanto geniale. La sua somiglianza con Donald Trump ha fatto pensare a un film politico, ma la regista precisa che il villain prende solo il lato economico dallo scorso presidente statunitense:
“Quindi sì, Trump è uno dei personaggi da cui abbiamo attinto, ma nell’ottica di uno di quegli anticonformisti uomini di successo che divennero grandi negli anni ’80 e che, ora, continuano ad essere protagonisti nel nostro seguendo altre vie, potenzialmente discutibili. Non ho un manifesto o un messaggio politico da mandare al mondo, ma credo che oggi tutto il mondo necessiti dello stesso messaggio. Oggi abbiamo bisogno di guardare a noi stessi, al nostro sistema politico, al nostro credo guidato dagli eccessi”.
L’anno in cui è ambientato il film, il 1984, non è solo un riferimento temporale, ma ci ricorda anche l’omonimo romanzo distopico di George Orwell: nonostante Wonder Woman 1984 non mostri un regime autoritario, sentiamo il sapore di fallimento ogni volta che una persona raggiunge i propri desideri. Come ci ha mostrato la storia associata alla Pietra dei Sogni, ogni vittoria grazie a questo manufatto si trasforma poi in una sconfitta maggiore. Ogni desiderio richiede un prezzo ed è interessante notare come lo scontro finale non si combatta con armi convenzionali, ma diventi uno scontro ideologico per cambiare il modo di pensare dell’umanità.
Il messaggio per il pubblico inizia nei primi minuti di Wonder Woman 1984, quando una piccola Diana partecipa ad una sfida olimpionica contro alcune sue compagne adulte. Parte alla grande, ma un imprevisto la porta a prendere una scorciatoia per arrivare in tempo al traguardo, dov’è fermata da Antiope (Robin Wright): la ammonisce di non imbrogliare, ricordandole che ogni risultato derivi dall’impegno e dalla pazienza; nessun vero eroe nasce dall’inganno, bisogna essere se stessi e non avere vergogna a non essere pronti. Agli occhi di una bambina sembrava un atto ingiusto, ma crescendo e dopo aver rinunciato al proprio desiderio, Diana riuscirà a capire il vero valore della Verità e a portarlo gli altri.
In questo clima di pandemia abbiamo bisogno di un messaggio di speranza, di essere contagiati da pensieri positivi, dalla Verità e dall’Amore che scaturiscono dal personaggio di Gal Gadot. Il film ci insegna a non rimpiangere il passato e a godere delle piccole gioie, rinunciando a desideri che potrebbero solo ferirci. Infine, ricordiamo che Wonder Woman 1984 è disponibile per l’acquisto e il noleggio premium dal 12 febbraio su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.