Apriti cielo! Ripercorriamo la vicenda. Il regista Martin Scorsese (impegnato giorni fa nella presentazione al New York Film Festival del suo nuovo film girato per Netflix, The Irishman, di cui qui sotto puoi apprezzare il trailer ufficiale) in un’intervista si è scagliato, di punto in bianco contro i Cinecomic rilasciandone una recensione poco lusinghiera: “Non li guardo. Ci ho provato, per carità, ma non sono cinema. In tutta onestà, al netto del quanto bene siano fatti e di quanto impegno possano mettere gli attori in circostanze come quelle, posso pensare a loro come a dei Parchi Divertimento. Non si tratta di cinema in cui esseri umani cercano di veicolare emozioni o esperienze psicologiche ad altre persone.”. Queste parole non potevano passare sotto silenzio, tanto più in un periodo che ha visto l’esaltazione del film Joker, che molti critici hanno giudicato fosse ispirato, almeno nelle intenzioni di Todd Phillips, proprio a Taxi Driver, uno dei capolavori assoluti di Scorsese, Tale dichiarazione ha spiazzato il mondo del cinema, tanto più che sapeva molto di gratuito, in quanto il grande regista ha ammesso di non guardare i Cinecomic.
I primi a reagire sono stati due colleghi che al Marvel Cinematic Universe hanno legato gran parte della propria recente carriera. Joss Whedon , regista e sceneggiatore dei primi due Avengers ha difeso i Cinecomic, citando anche il collega James Gunn e sottolineando quanto film come la saga dei Guardiani della Galassia abbiano rivelato molto di come quest’ultimo intenda il cinema, mostrando una cura e un impegno certo non inferiori a quelli prodigati per film di tutt’altro genere. Nel corso di uno show televisivo, interpellato sull’argomento dal conduttore Howard Stern, Robert Downey Jr. (un protagonista assoluto dei film Marvel degli ultimi anni, il quale proprio recentemente ha rinunciato alla possibilità di essere candidato all’Oscar per il ruolo di Iron Man in Avengers:Endgame) ha commentato: “Questa è la sua opinione. Apprezzo la sua opinione perché credo che tutti abbiamo bisogno di avere prospettive diverse. Non mi sono sentito offeso dalle sue parole, perché non hanno senso. E’ come dire che Howard Stern non è radio”. Downey poi ha negato che le parole di Scorsese fossero dettate da gelosia, ironizzando: “Ma certo che no, lui è Martin Scorsese. Ci sono molte cose da dire su questi film di genere, e sono felice di essere parte del problema, se ce n’è uno. Quando entri a gamba tesa ed elimini la competizione in questo modo, è fenomenale.”. Samuel L. Jackson, il Nick Fury a capo dello Shield, presente in tutti e 4 i film sugli Avengers non si è poi fatto pregare e ha replicato con decisione a Scorsese, in un’intervista concessa a Variety: “È un po’ come dire che Bugs Bunny non è divertente. I film sono film. Sai, neanche a tutti piacciono le sue cose. Voglio dire, capita, non a tutti piace. Ci sono molti italo-americani che non pensano che dovrebbe fare film su di loro in questo modo. Tutti hanno un’opinione, quindi va bene. Non impedirà a nessuno di fare film”.
Due giorni fa il regista italo-americano era a Londra, per presentare il suo ultimo film, in compagnia di Robert De Niro e i due (curiosamente De Niro ha recitato proprio in Joker, prima di girare col suo vecchio mentore The Irishman) ne hanno approfittato per rincarare la dose. Le parole di Scorsese: “ Il valore di un film che è come un parco giochi, come ad esempio i film Marvel dove il cinema stesso diventa un parco divertimenti, è qualcosa di differente. Non è cinema. È altro. Che ti piacciano o meno, sono un’altra faccenda. E non dovremmo essere invasi [da questo genere di film, ndr.]. Ed è un problema. I gestori dei cinema dovrebbero ribellarsi, prendere una posizione sulla possibilità di proiettare dei film narrativi. Un film narrativo può anche essere un’unica lunga ripresa di 3 ore, sapete? Non deve essere necessariamente qualcosa di convenzionale con un inizio, una metà e una fine.”. Poco dopo gli ha fatto eco l’amico Bob, mostrando di avere un’opinione molto simile, parlando del ringiovanimento digitale cui è stato sottoposto per il suo ruolo in The Irishman : “La roba tecnologica può spingersi solo fino ad un certo punto e non potrà cambiare le cose. Se dovesse andare oltre questo punto, diventerebbe qualcosa di disumanizzato, che non è una persona. Può essere un altro tipo di intrattenimento, come quella roba dei fumetti, la Marvel. Tipo quei personaggi dei fumetti, quella roba cartoonesca.”.
Dopo quest’ultime presa di posizione, si è schierato anche Damon Lindelof, autore e sceneggiatore della serie tv Watchmen, in uscita per HBO: “C’è uno spazio nei film Marvel che stanno iniziando a esplorare, cominciando a essere provocatori e interessanti. Logan – The Wolverine o Black Panther sono davvero vicini, secondo me, alla sua idea di cinema: mettere tutti i film Marvel sullo stesso piano non mi sembra giusto“. Lindelof ha quindi aggiunto, piccato: “Sono semplicemente curioso di scoprire quanti film Marvel ha visto Martin Scorsese. Non li considero in modo negativo. Penso che debba esserci spazio per l’intrattenimento popolare, il mondo indipendente e il cinema“. Ha invece optato per l’ironia via Twitter Taika Waititi, regista nel 2017 di Thor: Ragnarok: “Certo che è cinema! Sono film, li danno nei cinema, vicino a voi. Si chiama Marvel Cinematic Universe ed è un po’ tardi per cambiare il nome in Marvel -tic Universe”.