Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem torna sul grande schermo solo dal 12 al 15 dicembre in una versione rimasterizzata in 4K del capolavoro anime del 2003.
Nato dalla fruttuosa e geniale collaborazione tra il mitico duo francese, che nel corso degli anni Novanta ha rivoluzionato il mondo della musica elettronica e non solo, e il fumettista giapponese, padre tra gli altri di molti dei capolavori nell’ambito della fantascienza legata al mondo dei manga e degli anime dalla fine degli anni Sessanta, un esempio su tutti, Capitan Harlock, e recentemente scomparso l’anno scorso.
L’elenco delle sale, dove l’anime-musical sarà disponibile, potete già trovarlo su nexostudios.it.
Uscito originariamente nel 2003, Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem è stato creato dai Daft Punk e da Cédric Hervet in collaborazione con Leiji Matsumoto e Toei Animation e racconterà la storia del rapimento di un gruppo musicale alieno da parte di un malvagio personaggio dagli oscuri piani.
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. Dietro il mito
Interstella 5555 è un film d’animazione interamente basato sull’album dei Daft Punk del 2001, Discovery, che comprende pezzi iconici come “One More Time”, “Harder, Better, Faster, Stronger” e “Veridis Quo”.
Così Shinji Shimizu della Toei Animation, che ha prodotto il filmai tempi, ha voluto raccontare cosa abbiano significato i Daft Punk in quel periodo e nel particolare alcune delle hit di quel fantastico album:
“One More Time” suonava in tutta la città in quel periodo! Mi sentivo così orgoglioso che volevo gridare alla gente per strada: ‘Stiamo realizzando la sua animazione adesso!”.
Trattandosi infatti non di un semplice film animato, ma di un “album visivo”, il film è stato spesso tagliato in singoli video musicali e fino a oggi è stato molto raro poterlo vedere al cinema nella sua interezza.
In occasione dell’evento al cinema in contemporanea in più di 800 sale di 40 paesi, anche l’album Discovery: Interstella 5555 Edition sarà ripubblicato in edizione limitata con l’artwork originale dell’edizione giapponese, gli adesivi e la card del Daft Club, diventata un vero e proprio oggetto da collezione dopo la sua uscita originale. L’edizione limitata sarà composta da 5555 vinili dorati, 5555 CD numerati e 25.000 vinili neri.
A corredo della riedizione dell’album della proiezione del film, è stato ideato un merchandising speciale, in edizione limitata, dedicato ai Crescendolls, il gruppo animato al centro di Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. Gli articoli sono disponibili sul negozio ufficiale dei Daft Punk. “Veridis Quo ‘, brano di punta di Discovery, è stato ampiamente utilizzato durante l’estate e potrà essere ascoltato anche nella campagna pubblicitaria globale di Chanel N°5 intitolata A rendez-vous diretta da Luca Guadagnino, con Margot Robbie e Jacob Elordi come protagonisti di cinematografico spot televisivo.
Certificato Oro negli Stati Uniti, Platino in Giappone, 2 volte Platino nel Regno Unito e 3 volte Platino in Francia e nominato, quest’anno da Apple Music, 23° miglior album di tutti i tempi, Discovery è stato inserito nelle liste dei migliori album da alcune delle riviste più autorevoli del mondo musicale come Rolling Stone, Pitchfork, Rhapsody, Resident Advisory, BBC Radio 1 e British GQ.
Per dimostrare come questo album quando uscì nel 2001 fosse già alla’avanguardia, Il critico del Guardian Alexis Petridis così ha scritto nel 2020:
“I Daft Punk sono stati incredibilmente preveggenti: ascoltate Discovery e suonerà assolutamente contemporaneo”.
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem è stato distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Studios assieme ai media partner Radio Deejay, Radiom2o, Lucca Comics & Games, Cultura POP, MYmovies.
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. La sacra e sublime arte dell’invisibilità
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem, potremmo provare a introdurlo e spiegarlo con una citazione proveniente da The Young Pope di Paolo Sorrentino, la serie Sky del 2016 in cui Lenny Belardo, Pio XIII interpretato da un enigmatico e provocatorio Papa con le belle sembianze di Jude Law, svelava alla sua allibita e allo stesso tempo affascinata interlocutrice il fascino segreto ed eternatore dell’invisibilità:
“Lo Scrittore più importante degli ultimi 20 anni? Salinger;
Il più importante regista? Kubrick;
L’artista contemporaneo? Banksy;
Il gruppo di musica elettronica? i Daft Punk;
La più grande cantante italiana? Mina ” –
“Il filo invisibile che lega questi personaggi? Nessuno di loro si lascia fotografare”
Il fascino di quel dialogo tra l’intervistatrice e il suo interlocutore fu proprio il contrapporre nomi famosi conosciutissimi e sovraesposti mediaticamente con la loro immagine, a quelli citati sopra, che seppur in maniera meno evidente, impongono il loro nome sopra tutto e, se questa invisibilità da una parte, ad un occhio poco esperto e superficiale sembrerebbe un eccessivo azzardo, in realtà, analizzando ad un livello più profondo questa scelta, così all’apparenza poco avveduta dal punto di vista commerciale, troveremo svelata una risposta decisamente più interessante e nient’affatto banale, e non dovuta ad un semplice snobbare la società contemporanea e la cultura di massa dominante in essa.
La scelta nel profondo, sebbene possa in qualche modo differire tra un artista e l’altro, è sempre fondata su un “must” dell’artista: è la mia arte che deve parlare e deve esprimere tutto quello che ho da dire, arrivando al punto tale da scegliere il mantello dell’invisibilità e far sì che il proprio lavoro artistico risponda a tutte le domande.
Milan Kundera, grandissimo scrittore ceco , poi divenuto cittadino francese, recentemente venuto a mancare e famosissimo oggi soprattutto per “L’insostenibile leggerezza dell’essere” odiava farsi intervistare e infatti pochissime sono le sue testimonianze audio-visive, arrivando a sognare in qualche modo che solo la propria arte dovesse parlare in suo nome, e che un giorno lo scrittore dietro la penna scomparisse fisicamente e sotto uno pseudonimo rimanesse solo il frutto del proprio lavoro scrittorio.
Disprezzando, quindi, la sovraesposizione che la grandezza di quel personaggio imporrebbe, come il film del 1988 con Daniel Day-Lewis e Juliette Binoche diretto da Philip Kaufman, e tratto dal suo romanzo più famoso sopracitato, e le varie traduzioni dei suoi testi che toglievano gran parte del suo significato più profondo, arrivando al punto, almeno in francese, di tradurre tutte le sue opere dal ceco in cui erano state scritte in origine e crearne altre nella medesima lingua.
Un esempio estremo questo di come l’arte debba parlare per sé e che essa possa parlare tranquillamente al proprio interlocutore senza mediazioni che distraggono come l’immagine dell’autore padre di quell’opera, e che una volta fuoriuscito da sé abbia la propria e indipendente vita divenendo, come Troisi nel suo commovente addio al mondo ne Il Postino del 1994, predisse:
La poesia non è di chi scrive, è di chi se ne serve.”
Proviamo però, visto che ci siamo, rigorosamente nell’ombra come piacerebbe ai Daft Punk, ma anche a tutti i grandi artisti citati via via durante questo capitolo, ora anche a noi a dire qualcosa anche di interno del film Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem, il cui messaggio che da quasi venticinque anni viaggia imperterrito nelle più diverse galassie è tornato da noi dopo un lungo viaggio, perché anche oggi come ieri, forse ha ancora qualcosa di molto importante da dirci.
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. Un film tra sogno e realtà.
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem ci porta fin da principio in un’altra dimensione in cui troviamo una specie di alieni di colore azzurro celeste, che sembrano prefigurare visivamente, con lo stile grafico degli anime, Avatar e il mondo di Pandora che anni dopo verrà trasposto con grande successo da James Cameron in versione cinematografica.
In questo caso però è la discoteca il luogo da cui inizia il tutto e in cui ci sono adulti che ballano spensierati sulle note dei Veridis Quo e di “One more time” e anche di bambini, cosa assolutamente inedita in una discoteca terrestre, ma che vuole intendere implicitamente come la musica sia per tutti, nessuno escluso, anche per chi come dei bambini, ha giusto gli strumenti per apprezzarne superficialmente solo il ritmo .
Sembra quindi di essere in uno spensierato mondo alieno ad un normale concerto di 4 musicisti, 3 uomini e 1 donna, che potremmo paragonare, almeno a livello di formazione e con le dovute proporzioni a una sorta di Maneskin dell’altro mondo, o per chi ha gusti più raffinati e vintage, a una delle grandi formazioni rock dei decenni passati un po’ Beatles e un po’ Queen, giusto per citarne due tra i più famosi con medesimo numero di componenti.
Tutti sono allegri, i Daft Punk pure, e questo spiega, in una sorta di cameo non proprio autocelebrativo, ma anzi a un livello substrato quasi amaro, volendo spiegare come anche loro, seppur promuovano un certo tipo di musica alternativa e che vada quindi ben al di là della commercializzazione, ne siano “schiavi” anch’essi di quel mondo dorato in cui vive la discografia moderna e che dall’interno provano, attraverso il mezzo della musica a combattere, seppur almeno in apparenza senza grandi risultati.
I musicisti (chiamati Octave, Arpegius, Stella e Baryl) diventano sì delle celebrità mondiali, ma tristi e spossessati da quell’anima e quella felicità creatrice e di performer che li portava sul loro pianeta d’origine, a divertire e a divertirsi, e ora completamente assente della propria personalità, li porta come macchine mangiasoldi a far guadagnare il suo mai sazio produttore.
A cercare di salvare gli sventurati musicisti ci penserà Shep a cui, da un componente del gruppo è stato lanciato un messaggio disperato aiuto, il loro più grande fan, e in particolare legato a Stella da un profondo sentimento di affetto.
Il tutto creato senza l’ausilio della parola la quale viene sovrastata dalla bellezza della musica elettronica dei Daft Punk e dai bellissimi disegni stile anime di Matsumoto.
In questo viaggio interno alle sonorità della musica, riusciranno i nostri eroi a salvare la propria anima grazie all’aiuto di Shep, e a tornare in possesso del proprio Io, riuscendo con la loro musica a valicare qualsiasi varco spazio-temporale e a portare alla fine di tutto un messaggio positivo alla fine del film? Chissà…
Alla fine di Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem, saranno presenti anche alcuni corti tra realtà, fantascienza, animazione 3D, disegno e burattini che raccontano questa volta, anche con l’ausilio del linguaggio parlato, altre dimensioni della musica e del mondo circostante, denunciandone da una parte i limiti, ma dall’altra offrendo scenari meravigliosi dove essa possa forse esprimersi in maniera più libera e viva. Come lo scoprirete direttamente voi sia fisicamente al cinema, che al di fuori di esso nella nostra quotidianità, magari in un sogno…
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. Conclusioni?
Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem è indubbiamente un meraviglioso lavoro di animazione e musica elettronica, che tornerà dal 12 al 15 dicembre in versione 4k al cinema, ma con i medesimi forti messaggi di allora, rinnovati quasi venticinque anni dopo tra musica e realtà, tornando a regalarci, tra le bellissime note del duo francese dei Daft Punk e i meravigliosi e vivissimi disegni animati di Matsumoto, un’emozionante esperienza visiva e acustica di metacinema assolutamente da non perdere.
Un ritorno dopo più di vent’anni che promette di far tornare a sognare coloro che decenni prima credevano in un certo tipo di musica pulita e incontaminata da sporche e fredde logiche di mercato, inevitabili sotto un certo punto di vista, ma non per questo necessariamente dominanti rispetto al genio creativo che c’è dietro ad una qualsiasi opera d’arte, che sia poi musica, anime, film, letteratura o arte visiva cambia relativamente poco.
Essa dovrà essere, sempre e comunque al centro di tutto, sperando che il messaggio contenuto in Daft Punk & Leiji Matsumoto’s Interstella 5555 : The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem non resti solo un visionario sogno di un bambino, ma che al suo risveglio continui, una nota dopo l’altra, a marciare e non a marcire anche nella nostra complicata realtà di tutti i giorni…non ci resta che augurargli un buon viaggio!