Gli Academy Awards 2019 invitano a scegliere l’Amore invece dell’odio razziale e a premiare talento e accoglienza al di là dei muri
Inizio atipico per l’Oscar 2019;senza un presentatore, sul palco salgono i Queen con Adam Lambert alla voce e fanno vibrare il Dolby Theater di Hollywood. In memoria e onore del leader del gruppo Freddie Mercury tutti in piedi a ballare, incluso l’ex star del baseball Alex Rodriguez, al fianco di J.Lo, e Irina Shayk, ora compagna di Bradley Cooper. Le parole di Javier Bardem, Spike Lee e Alfonso Cuaròn risuonano potenti a Los Angeles. Soprattutto il regista afroamericano, premiato per la sceneggiatura del suo BlacKkKlansman, ricorda a tutti presenti che nel 2020 gli USA affronteranno le elezioni presidenziali e che è ora di compiere la scelta giusta, per cambiare le cose. Non poteva essere più chiaro. Le scelte dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences sono state meno scontate di quanto ci si potesse aspettare, pur non discostandosi tanto dai pronostici della Redazione. Il film più premiato, nell’edizione che verrà ricordata per l’attenzione riservata alle minoranze, è Bohemian Rhapsody con 4 statuette su 5 nomination, seguono Roma, Green Book e Black Panther con 3. Andiamo a commentare tutti i premi, in grassetto trovi i vincitori.
Miglior Film
- Pantera nera
- Bohemian Rhapsody
- La favorita
- Roma
- Green Book
- È nata una stella
- Vice – L’uomo nell’ombra
- BlacKkKlansman
Ultimo premio ad essere assegnato, presentato da un’incantevole Julia Roberts, Green Book è un film che narra dell’amicizia tra un geniale musicista nero e il suo autista, un italo-americano dai modi spicci e la parlantina incessante. Tutt’altro che banale, con una sceneggiatura tagliente che poco spazio lascia al patetico e un po’ troppo al “politically correct” questa può essere intesa come una vittoria del cinema “da sala”, su quello visto da casa on demand: Roma di Alfonso Cuaròn, prodotto e distribuito dal colosso dello streaming Netflix, fallisce l’obiettivo più prestigioso.
Miglior attore protagonista
- Bradley Cooper per A Star Is Born
- Viggo Mortensen per Green Book
- Willem Dafoe per Van Gogh – Sulla soglia dell’Eternità
- Rami Malek per Bohemian Rhapsody
- Christian Bale per Vice – L’uomo nell’ombra
Vince Rami Malek in scioltezza. Non c’è polemica sul playback che tenga (Jamie Foxx, premiato nel 2005 aveva cantato Ray Charles, così come l’anno dopo aveva fatto Joaquin Phoenix interpretando Johnny Cash). L’interpretazione dell’attore, figlio di immigrati egiziani e nato negli Stati Uniti si impone su tutte le altre, con buona pace di Christian Bale, eccezionale in Vice – L’uomo nell’ombra.
Miglior attrice protagonista
- Olivia Colman per La favorita
- Lady Gaga per A Star Is Born
- Glenn Close per The Wife
- Yalitza Aparicio per Roma
- Melissa McCarthy per Copia originale
Era il duello più appassionante: Olivia Colman, tramortita dalla sorpresa, alla prima segnalazione contro Glenn Close, che per la settima volta deve accontentarsi della nomination e incassa la sconfitta con classe. La Regina Anna impersonata dall’attrice inglese è magistrale e la platea scatta in piedi.
Miglior regia
- Spike Lee per BlacKkKlansman
- Adam McKay per Vice – L’uomo nell’ombra
- Pawel Pawlikovski per Guerra Fredda
- Yorgos Lanthimos per La favorita
- Alfonso Cuaròn per Roma
Secondo le previsioni anche l’Oscar 2019 alla miglior regia. Alfonso Cuaròn, presentato dall’amico Guillermo Del Toro, conquista il suo secondo Oscar, dopo quello conseguito per Gravity.
Miglior attore non protagonista
- Mahershala Ali per Green Book
- Adam Driver per BlacKkKlansman
- Sam Elliott per A Star Is Born
- Richard E. Grant per Copia originale
- Sam Rockwell per Vice – L’uomo nell’ombra
Al secondo Oscar come attore non protagonista, dopo quello vinto con Moonlight, Mahershala Alì è Doc Shirley, musicista geniale e solitario. Dal palco ringrazia il vero pianista da lui interpretato:è il secondo attore afroamericano a vincere due statuette, dopo Denzel Washington.
Miglior attrice non protagonista
- Amy Adams per Vice – L’uomo nell’ombra
- Marina de Tavira per Roma
- Regina King per Se la strada potesse parlare
- Emma Stone per La favorita
- Rachel Weisz per La favorita
Probabile la frammentazione del voto, ma Regina King conferma il Golden Globe vinto a gennaio e con una recitazione intensa e credibile è qualcosa di più di un’outsider. Pronostico rispettato.
Miglior sceneggiatura non originale
https://youtu.be/tTo3XYm33WU
- Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee per BlacKkKlansman
- Joel ed Ethan Coen per La ballata di Buster Scruggs
- Nicole Holofcener e Jeff Whitty per Copia originale
- Barry Jenkins per Se la strada potesse parlare
- Eric Roth, Bradley Cooper e Will Fetters per A Star Is Born
Il tarantolato Spike Lee vince l’Oscar alla sceneggiatura per l’adattamento del libro di Ron Stallworth e dal palco arringa la platea sulla necessità di scegliere l’Amore e non l’odio verso il prossimo. Con un monito per le elezioni presidenziali del 2020 (trovi il discorso nel video qui sopra).
Migliore sceneggiatura originale
- Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly per Green Book
- Deborah Davis e Tony McNamara per La favorita
- Paul Schrader per il Primo Riformato – Creazione a rischio
- Alfonso Cuarón per Roma
- Adam McKay per Vice – L’uomo nell’ombra
Il figlio dell’autista italo-americano Tony Lip , Nick Vallelonga, conquista l’alloro per la miglior sceneggiatura originale, insieme col regista Peter Farrelly e lo sceneggiatore Brian Currie. Anche qui, tutto secondo le previsioni.
Miglior film straniero
- Roma, regia di Alfonso Cuarón (Messico)
- Un affare di famiglia (Manbiki kazoku?) , regia di Hirokazu Kore’eda (Giappone)
- Cafarnao (کفرناحوم), regia di Nadine Labaki (Libano)
- Guerra fredda (Guerra fredda) , regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
- Opera senza autore (Werk ohne Autor), regia di Florian Henckel von Donnersmarck (Germania)
Dopo il Leone d’Oro e il Golden Globe, l’Oscar 2019 al miglior film straniero finisce a Roma (Messico). Alfonso Cuaròn conquista per Netflix un altro premio, ampiamente previsto.
Miglior film d’animazione
Spider-Man – Un nuovo universo, regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
Gli Incredibili 2, regia di Brad Bird
Ralph spacca Internet, regia di Phil Johnston e Rich Moore
Mirai (未来のミライ|), regia di Mamoru Hosoda
L’isola dei cani, regia di Wes Anderson
Il rivoluzionario film d’animazione sul mondo di Spider-Man, targato Sony e disegnato dall’ italiana Sara Pichelli, batte la Disney e il più caustico L’Isola dei cani di Wes Anderson.
Migliore fotografia
- Alfonso Cuarón per Roma
- Łukasz Żal per Guerra Fredda
- Robbie Ryan per La favorita
- Caleb Deschanel per Opera senza autore
- Matthew Libatique per A Star Is Born
Il regista si mette in proprio e realizza una fotografia in bianco e nero di altissima qualità e abbacinante bellezza. Che meriterebbe di essere vista sul grande schermo. Oscar 2019 indiscutibile, che rispetta la previsione della vigilia.
Migliore scenografia
- Hannah Beachler e Jay Hart per Black Panther
- Fiona Crombie e Alice Felton per La favorita
- John Myhre e Gordon Sim per Il ritorno di Mary Poppins
- Nathan Crowley e Kathy Lucas per First Man – Il primo uomo
- Eugenio Caballero e Barbara Enriquez per Roma
Il Cinecomic Marvel Black Panther, realizzato con particolare perizia tecnica, soffia a La Favorita l’ Oscar alla scenografia, dato per quasi certo alla vigilia.
Miglior montaggio
- John Ottman per Bohemian Rhapsody
- Barry Alexander Brown per BlacKkKlansman
- Yorgos Mavropsaridis per La favorita
- Patrick J. Don Vito per Green Book
- Hank Corwin per Vice – L’uomo nell’ombra
Un montaggio incredibile, immagini coinvolgenti che non hanno nulla da invidiare a quelle originali delle esibizioni dei Queen, che Ottman ringrazia dal palco del Dolby Theater.
Migliore colonna sonora
- Ludwig Göransson per Black Panther
- Terence Blanchard per BlacKkKlansman
- Alexandre Desplat per L’isola dei cani
- Marc Shaiman per Il ritorno di Mary Poppins
- Nicholas Britell per Se la strada potesse parlare
Altro premio per Black Panther. Con i Queen non eleggibili, questa era una delle categorie più incerte, su cui anche la nostra Redazione si era spaccata.
Migliore canzone
https://youtu.be/FC4z5kYh4Y0
- Shallow (musica e testi di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt) – A Star Is Born
- All the Stars (musica e testi di Kendrick Lamar, SZA, Sounwave e Al Shux) – Black Panther
- I’ll Fight (musica e testi di Diane Warren, cantata da ) – RBG
- The Place Where Lost Things Go (musica di Marc Shaiman, testi di Marc Shaiman e Scott Wittman) – Il ritorno di Mary Poppins
- When a Cowboy Trades His Spurs for Wings (musica e testi di David Rawlings e Gillian Welch) – La ballata di Buster Scruggs
Nella categoria trova posto anche la canzone tratta dal film RBG, sulla prima donna ad essere nominata giudice della Corte Suprema negli USA. La vittoria di Lady Gaga, che regala al pubblico un intimo e commovente duetto con Bradley Cooper, era così certa da non essere neanche quotata dai bookmakers. In alto il video dell’esibizione.
Migliori effetti speciali
- Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles e J. D. Schwalm per First Man – Il primo uomo
- Dan DeLeeuw, Kelly Port, Russell Earl e Dan Sudick – Avengers: Infinity War
- Christopher Lawrence, Michael Eames, Theo Jones e Chris Corbould – Ritorno al Bosco dei 100 Acri
- Roger Guyett, Grady Cofer, Matthew E. Butler e David Shirk – Ready Player One
- Rob Bredow, Patrick Tubach, Neal Scanlan e Dominic Tuohy – Solo: Una storia di Star Wars
Contentino a Damien Chazelle, il cui film è stato ingenerosamente ignorato. Questo è l’unico Oscar 2019 per First Man – Il primo Uomo e l’unica segnalazione per il godibile Ready Player One di Spielberg.
Miglior sonoro
- Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali – Bohemian Rhapsody
- Steve Boeddeker, Brandon Proctor e Peter Devlin – Black Panther
- Jon Taylor, Frank A. Montaño, Ai-Ling Lee e Mary H. Ellis – First Man – Il primo uomo
- Skip Lievsay, Craig Henighan e José Antonio García – Roma
- Tom Ozanich, Dean Zupancic, Jason Ruder e Steve Morrow – Una stella è nata
Le esibizioni dei Queen, anche registrate non si battono.
Miglior montaggio sonoro
- John Warhurst e Nina Hartstone – Bohemian Rhapsody
- Benjamin A. Burtt e Steve Boeddeker – Black Panther
- Ai-Ling Lee e Mildred Iatrou Morgan – First Man – Il primo uomo
- Ethan Van der Ryn e Erik Aadahl – A Quiet Place – Un posto tranquillo
- Sergio Díaz e Skip Lievsay – Roma
I silenzi dello spazio profondo e di A quiet Place cedono il passo al rock sinfonico dei Queen, mostrato con maestria da John Warhurst e Nina Hartstone.
Migliori costumi
- Ruth Carter – Black Panther
- Mary Zophres – La ballata di Buster Scruggs
- Sandy Powell – La favorita
- Sandy Powell – Il ritorno di Mary Poppins
- Alexandra Byrne – Maria regina di Scozia
Tutti pensavano a Sandy Powell o Alexandra Byrne, invece il premio va alla veterana Ruth Carter, alla terza nomination e prima afroamericana ad essere premiata in questa categoria, per gli splendidi e costosi costumi di Black Panther.
Miglior trucco e acconciatura
- Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia DeHaney per Vice – L’uomo nell’ombra
- Göran Lundström e Pamela Goldammer per Border – Creature di confine
- Jenny Shircore, Marc Pilcher e Jessica Brooks per Maria regina di Scozia
La trasfigurazione stupefacente di Christian Bale in Dick Cheney e di Sam Rockwell in George W. Bush vale un premio meritato.
Miglior documentario
- Free Solo, regia di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi
- Contea di Hale questa mattina, regia di RaMell Ross
- Minding the Gap , regia di Bing Liu
- Of Fathers and Sons, regia di Talal Derki
- RBG, regia di Betsy West e Julie Cohen
La storia dell’avvincente scalata di una parete di 1000 metri a mani nude conquista i giurati dell’Academy.
Miglior cortometraggio documentario
- Period. End of Sentence., regia di Rayka Zehtabchi
- Black Sheep, regia di Ed Perkins
- End Game, regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman
- Lifeboat, regia di Skye Fitzgerald
- Una notte al giardino, regia di Marshall Curry
A sorpresa Period. End of sentence, film coraggioso sulla’apertura di una fabbrica di assorbenti nell’Asia rurale, batte il favorito Black Sheep.
Miglior cortometraggio
- Skin, regia di Guy Nattiv
- Detainment, regia di Vincent Lambe
- Fauve, regia di Jeremy Comte
- Marguerite, regia di Marianne Farley
- Madre, regia di Rodrigo Sorogoyen
Miglior cortometraggio d’animazione
- Bao, regia di Domee Shi
- Animal Behaviour, regia di Alison Snowden, David Fine
- Late Afternoon, regia di Louise Bagnall
- Un piccolo passo , regia di Andrew Chesworth e Bobby Pontillas
- Weekends, regia di Trevor Jimenez
Premi speciali
Oscar onorario
- Marvin Levy
- Lalo Schifrin
- Cicely Tyson
Premio alla memoria Irving G. Thalberg
- Kathleen Kennedy
- Frank Marshall
Come chiosa all’articolo lascio il saluto dell’Academy ai maestri della Settima Arte scomparsi in quest’ultimo anno, come Stan Lee e gli italiani Bernardo Bertolucci, Bruno Ganz, Vittorio Taviani che meritano di essere ricordati. Innamorati, come te e come noi, del Cinema.
https://youtu.be/npp6Zbi8i6I