Sean Penn, attore, regista e produttore statunitense, si è affermato sin da giovanissimo come uno degli attori più talentuosi della sua generazione. Interprete camaleontico, versatile e costantemente alla ricerca di ruoli intensi ed anticonvenzionali, Penn ci ha donato delle interpretazioni da Oscar. Impegnato anche sul fronte politico e sociale, ha avuto però una vita privata piuttosto turbolenta. Ripercorriamo insieme la vita e la carriera dell’attore!
Sean Penn, figlio d’arte
Sean Justin Penn nasce a Santa Monica, in California, il 17 agosto del 1960, figlio d’arte dell’attore e regista Leo Penn (scomparso nel 1998) e dell’attrice Eileen Ryan. I nonni paterni erano ebrei, immigrati dalla Russia e dalla Lituania, ed il vero cognome del nonno era Piñón, di origini spagnole. La madre invece aveva origini italo-irlandesi. Sean ha inoltre due fratelli, uno maggiore, il musicista Michael Penn, ed uno più piccolo, Chris Penn.
Quest’ultimo, come Sean, intraprese la carriera d’attore, inizialmente con scarso successo, interpretando soltanto alcuni ruoli minori come ne Il cavaliere pallido (Pale Rider, 1985, diretto da Clint Eastwood) e A distanza ravvicinata (At Close Range, 1986, di James Foley), questa volta accanto a Sean Penn e la madre. Diventato poi celebre grazie al suo ruolo ne Le iene (Reservoir Dogs, 1992) di Quentin Tarantino, Chris è scomparso prematuramente a soli quarant’anni nel 2006. Sean Penn ed il fratello erano molto vicini e, in occasione di un’intervista presso Larry King, ha dichiarato:
“È un pezzo di te. Io sono uno di tre, quindi posso essere il mio braccio destro, il sinistro o il centro in diversi momenti, e ognuno era l’altro, quindi ho perso il mio braccio destro, o il sinistro, o il centro”.
“Penso che avesse un’anima più grande di chiunque altro, e non lo dico perché sono suo fratello. Tutto quello che devi fare è guardare Fratelli in cui c’era Chris, è un capolavoro che mi ha sempre ispirato. Quello che voglio dire è che aveva un grande talento ed era una grande persona e non penso che qualcun altro possa essere come lui”.
Più di recente, la famiglia Penn è stata colpita da lutto della madre Eileen, venuta a mancare nel 2020 all’età di novantaquattro anni. L’attrice rinunciò alla propria carriera negli anni Sessanta per dedicarsi completamente ai propri figli, per poi tornare a recitare proprio accanto a questi ultimi nel 1986, in A distanza ravvicinata.
L’esordio
Sean Penn frequenta la Santa Monica High School ed in quegli anni comincia a coltivare la passione per il cinema, iniziando a girare i suoi primi cortometraggi in super 8 con i suoi amici d’infanzia Emilio Estevez e Charlie Sheen, vicini di casa.
Il suo esordio sul piccolo schermo arrivò nel 1974, quando Sean aveva solo quattordici anni, nell’acclamata serie televisiva La casa nella prateria (Little House on the Prairie). L’attore fu chiamato sul set per interpretare una piccola comparsa in alcuni episodi diretti da suo padre.
L’approdo sul grande schermo invece fu qualche anno dopo, nel 1981, nel film Taps – Squilli di rivolta, diretto da Harold Becker, che vede tra i suoi interpreti anche Timothy Hutton, Ronny Cox ed un esordiente Tom Cruise. Lo stesso anno Sean Penn debutta anche a Broadway, in Heartland, diretto da Kevin Heelan.
Nel 1982 fu poi la volta di Fuori di testa (Fast Time at Ridgemont High), commedia romantica diretta dall’esordiente Amy Heckerling. Sul set in questione Penn incontra Pamela Springsteen, attrice e sorella di Bruce Springsteen, con cui l’attore intrattenne una breve relazione sentimentale.
L’anno successivo, nel 1983, Sean Penn è impegnato sul set di Bad Boys, film drammatico diretto da Rick Rosenthal che vede l’attore nel ruolo di protagonista. L’interpretazione del giovane Penn non passò inosservata e, grazie a numerose critiche positive, il film si rivelò un vero e proprio trampolino di lancio per la carriera dell’attore. Nello stesso anno Sean Penn torna a calcare i palchi di Broadway, questa volta in Slab Boy di John Byrne.
Nel 1984 Sean Penn lavora a In gara con la luna (Running with the Moon, diretto da Richard Benjamin). Il cast del film era completato da Nicolas Cage e Elizabeth McGovern. Quest’ultima, oggi nota per Downton Abbey, fu immediatamente attratta da Sean Penn per il suo spiccato dinamismo sul set e tra i due nacque una breve relazione, durata poco più di un anno.
Come dichiarato dall’attrice stessa, i due non erano sulla stessa lunghezza d’onda: entrambi giovanissimi, nel fiore dei loro venti anni, lui le propose di sposarlo, ma lei rifiutò perché le sembrò troppo prematuro. Così i due si lasciarono e lei si trasferì a New York per studiare recitazione, mentre Penn rimase a Los Angeles. Ad oggi, l’attrice si ritiene fortunata a non averlo sposato e, in una recente intervista, ha così dichiarato:
“All’inizio era divertente. Avevamo più o meno la stessa età ed eravamo allo stesso punto professionalmente, quindi stavamo vivendo ogni cosa insieme. È stato estenuante, non potevo più sopportarlo. Volevamo fare cose diverse. A lui piace fingere di non essere una persona di Hollywood, ma lo è”.
Per superare la rottura, Sean Penn ripiegò su un breve flirt con Demi Moore e, sempre nel 1984, con Susan Sarandon.
Nel 1985 l’attore recita ne Il gioco del falco (The Falcon and the Snowman, diretto da John Schlesinger). Il film, tratto dal libro del 1979 A True Story of Friendship and Espionage di Robert Lindsey, con la colonna sonora composta da David Bowie e il Pat Matheny Group, si basava sul reale caso di cronaca che vedeva protagonista Andrew Daulton Lee, nel film interpretato dallo stesso Penn.
Lee era uno spacciatore, accusato di essere una spia dell’Unione Sovietica e, inizialmente condannato al carcere a vita, l’uomo è stato rilasciato nel 1998. In seguito alla sua scarcerazione, lo stesso Sean lo assunse come suo assistente personale, come forma di ringraziamento per avergli permesso di interpretarlo nel film, oltre al fatto che l’attore desiderava aiutarlo a reintegrarsi nella società.
Sean Penn e Madonna, la relazione più paparazzata degli anni ‘80
Nello stesso periodo, Sean Penn ebbe una delle relazioni più paparazzate e discusse degli anni Ottanta, con la star Madonna. I due si incontrarono sul set del videoclip di Material Girl e per Sean fu un vero e proprio colpo di fulmine: iniziò a corteggiarla senza sosta, riuscendo a convincerla ad uscire con lui per un appuntamento presso il Private Eyes di Los Angeles.
Tra i due fu subito amore e, dopo poco tempo, si sposarono con una cerimonia privata il 16 agosto del 1985, contando tra gli invitati Diane Keaton, Andy Warhol e Tom Cruise. La loro storia durò quattro anni, durante i quali il loro rapporto fu piuttosto travagliato, pieno di alti e bassi. Nonostante l’intensità dei loro sentimenti (tanto che Madonna dedicò a lui l’album True Blue), il loro matrimonio ebbe vita breve.
Secondo alcune indiscrezioni, sembra che tra le principali cause della loro rottura vi fosse il pessimo temperamento di Sean Penn che, portato all’esasperazione dai soffocanti paparazzi, è stato più volte coinvolto in alcune risse con questi ultimi. Madonna ha dichiarato che non era semplice avere a che fare con i suoi improvvisi scoppi d’ira e che l’uomo fosse diventato completamente fuori controllo per la sua gelosia, tanto da arrivare alle mani con chiunque si avvicinasse e parlasse con lei. Proprio per questo motivo, infatti, l’attore andò in prigione per trentadue giorni, al termine dei quali però non sembrava aver modificato il proprio atteggiamento.
Quegli anni furono abbastanza turbolenti anche per le loro carriere: in particolare i due recitarono insieme in Shanghai Surprise (1986, diretto da Jim Goddard e prodotto da George Harrison), unico vero flop nella filmografia di Sean Penn. La pellicola si rivelò un disastro, colpita da critiche fortemente negative, anche rivolte alla coppia protagonista che non funzionava sul grande schermo, oltre che nella realtà.
Sean Penn era poi stato in prigione per guida spericolata, oltre che per atti violenti. Dopo un primo tentativo nel 1987, i due divorziarono ufficialmente nel 1989. Alcuni pensarono si trattasse di una scelta prettamente lavorativa da parte di Madonna, data la brutta reputazione di Sean Penn e il fallimento di Shanghai Surprise; altri ancora, invece, accusarono Sean di violenza domestica. È stata poi Madonna stessa a smentire queste voci, dichiarando piuttosto che la responsabilità ricadeva su entrambi e che il loro rapporto non aveva funzionato a causa dei loro caratteri troppo simili.
Se sul fronte della vita privata le cose per Sean Penn andavano abbastanza male, non si poteva dire lo stesso della sua carriera, che era invece in costante ascesa. Nel 1986 recita nell’acclamato A distanza ravvicinata; seguono poi Colors – Colori di guerra (1988, di Dennis Hopper) e, nel 1989, Non siamo angeli (We’re Not Angels). Quest’ultimo titolo, diretto da Neil Jordan, vede protagonisti Penn acanto a Robert De Niro, ma non riscosse grande successo nonostante le interpretazioni dei due siano state ampiamente apprezzate dalla critica.
Il disastroso matrimonio con Robin Wright e l’esordio alla regia
Alla soglia degli anni Novanta, Sean Penn inizia a sentirsi insoddisfatto dell’industria cinematografica di quel periodo e si interessa sempre di più alla carriera da regista. Nel 1990 recita in Stato di grazia (State of Grace, diretto da Phil Joanou), accanto a Gary Oldman e Robin Wright.
Il film non riscosse grande successo al botteghino, probabilmente a causa dell’uscita al cinema, nello stesso periodo, di Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorse, ma si rivelò abbastanza significativo per la vita di Sean Penn: fu proprio su quel set che l’attore incontrò Robin Wright, con la quale ebbe la sua relazione più longeva, durata ben venti anni, nonostante i diversi tira e molla. Dalla loro unione nacquero Dylan Frances (1991) e Hopper Jack (1993).
Penn e Wright si separarono nel 1995 ed intrattennero brevemente altre relazioni. In particolare, Sean frequentò la cantante Jewel, alla quale chiese di realizzare la colonna sonora del suo film 3 giorni per la verità (The Crossing Guard). Poco dopo si riavvicinò a Robin Wright ed i due si sposarono nel 1996.
Tuttavia, ancora una volta, il matrimonio non era destinato a durare e, dopo un primo tentativo di divorzio nel 2007 e la separazione nel 2009, i due divorziarono ufficialmente nel 2010. Secondo quanto dichiarato da Wright, avevano tentato di rimandare quel momento il più possibile principalmente per i bambini. Sean Penn ha affermato:
“Non siamo in buoni rapporti. Abbiamo delle relazioni davvero separate con i nostri figli al momento, e sembra funzionare meglio così perché loro stanno facendo le loro scelte. Come poi si è scoperto, non condividevamo la stessa visione etica sull’essere genitori”.
Nel 1991 Sean Penn esordisce come regista con Lupo solitario (The Indian Runner), giallo la cui trama è completamente ispirata alla canzone Highway Patrolman di Bruce Springsteen. Nello stesso periodo, sempre dietro la macchina da presa, Penn si dedica alla regia anche di alcuni videoclip musicali.
Nel 1993 è poi la volta di Carlito’s Way, acclamato thriller diretto da Brian De Palma con protagonista Al Pacino. Ancora una volta, la performance di Sean Penn venne particolarmente apprezzata, tanto da fargli aggiudicare una nomination al Golden Globe per il miglior attore non protagonista.
Dopo la regia di 3 giorni per la verità con Jack Nicholson, nello stesso 1995 l’attore è in Dead Man Walking – Condannato a morte (di Tim Robbins), dove Penn condividerà il set con la vecchia fiamma Susan Sarandon. Nel film, l’attore interpreta un condannato nel braccio della morte per duplice omicidio, che viene aiutato da una suora con l’ultimo processo a suo carico per l’assassinio di una giovane coppia. L’intensa interpretazione dell’attore è stata ampiamente acclamata, il critico Roger Ebert infatti disse:
“Sean Penn ha di nuovo dimostrato di essere l’attore più potente della sua generazione”.
Non solo vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, ma ricevette anche la sua prima nomination agli Oscar, anche se poi la statuetta d’oro è stata data alla collega Sarandon per il suo ruolo nello stesso film.
Nel 1997 Sean Penn recita in She’s So Lovely – Così carina, thriller diretto da Nick Cassavetes con John Travolta, Harry Dean Stanton e l’allora moglie Robin Wright. La pellicola vede come protagonista Eddie (Penn), un uomo dal temperamento aggressivo che, nel tentativo di difendere la sua compagna da una violenza, viene mandato in un ospedale psichiatrico per dieci anni. Una volta dimesso, scoprirà che la sua compagna ha ormai una relazione con l’uomo che aveva inizialmente tentato di violentarla.
Anche questa volta Sean Penn ci fa dono di una straordinaria interpretazione che gli valse il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes. La giornalista dell’Entertainment Weekly, Lisa Schwarzbaum, ha descritto la sua performance come “piena di cuore e talento”.
Del 1997 ricordiamo U Turn – Inversione di marcia (di Oliver Stone), The Game (di David Fincher) e il film indipendente Bugie, baci, bambole & bastardi (Hurlyburly), diretto da Anthony Drazan, con Kevin Spacey, Meg Ryan e Robin Wright. Nonostante la pellicola abbia avuto una distribuzione limitata, ricevette una buona accoglienza dalla critica, soprattutto per la splendida interpretazione di Sean Penn. Secondo Peter Bardshaw del Guardian:
“Sean Penn finisce per dominare il film, trasudando ansia e rabbia da ogni poro. Il suo carisma e la sua presenza scenica sono innegabili”.
Per questa performance, l’attore si aggiudicò la coppa Volpi al Festival di Venezia.
L’anno seguente è ne La sottile linea rossa (The Thin Red Line, 1998) dramma storico ambientato nella seconda guerra mondiale diretto da Terrence Malick. Con un cast d’eccezione, che conta nomi quali quelli George Clooney, Adrien Brody, John Cusak e Nick Nolte, il film riscontrò non pochi problemi in fase di produzione.
Il regista aveva iniziato a lavorare al progetto ben dieci anni prima rispetto all’uscita cinematografica della pellicola. La Fox, casa che si occupò della distribuzione del film, pattuì con Malick la possibile produzione del progetto soltanto se il regista avesse coinvolto almeno cinque attori di rilievo. Fu così che ebbe inizio il casting e numerosi furono gli attori presi in considerazione che però declinarono l’offerta, tra cui Tom Cruise, Robert De Niro e Robert Duvall. È stato poi Sean Penn a salvare la situazione: l’attore, ormai piuttosto affermato nel panorama cinematografico, era un grande fan del regista ed era disposto a lavorare per lui anche gratuitamente.
La partecipazione di Sean Penn diede il via ad una reazione a catena, attirando altri grandi nomi interessati a prendere parte a La sottile linea rossa, tra questi: Johnny Depp, Nicolas Cage, Leonardo DiCaprio, Tom Sizemore, Brad Pitt e Kevin Costner.
Oltre al casting, vi furono alcuni problemi legati al montaggio: al termine delle riprese, infatti, Malick si ritrovò ad avere ben sei ore di girato che però non avrebbero consentito un’agevole distribuzione in sala. Così il regista fu costretto a ridurne la durata, eliminando le parti di numerosi attori come quelle di Gary Oldman, Viggo Mortensen, Mickey Rourke, Martin Sheen e molti altri, mentre le parti di altri furono drasticamente ridotte a pochi minuti di pellicola, come nel caso di George Clooney e Adrien Brody.
Nonostante le diverse vicissitudini, La sottile linea rossa si rivelò un capolavoro, un vero e proprio cult sulla guerra che ha ricevuto un’accoglienza ampiamente positiva, tanto da essere nominato per ben sette Oscar, senza però aggiudicarsi alcuna statuetta.
Nel 1999 Sean Penn prende parte al cast di Accordi e disaccordi (Sweet and Lowdown), commedia diretta da Woody Allen. Ancora una volta l’attore domina la pellicola e, come affermato dal critico Roger Ebert, è ormai un maestro nell’arte dello sviluppo del personaggio. Grazie a quest’interpretazione, Penn riceve la sua seconda nomination agli Oscar.
Anni 2000, l’apice della sua carriera e gli Oscar
Del 2000 ricordiamo Prima che sia notte (Before the Night Falls, diretto da Julian Schnabel), con Javier Bardem e Johnny Depp e Il mistero dell’acqua (The Weight of Water, di Kathryn Bigelow).
L’anno seguente, nel 2001, l’attore prende parte ad alcuni episodi dell’ottava stagione di Friends, nei panni del compagno di Ursula, gemella di Phoebe. Lo stesso anno torna dietro la macchina da presa per girare La promessa (The Pledge), thriller con protagonista Jack Nicholson. E ancora nel 2001 è in Mi chiamo Sam (I Am Sam), toccante film diretto da Jessie Nelson che tra i suoi protagonisti annovera una giovanissima Dakota Fanning, Michelle Pfeiffer e Laura Dern. La straordinaria performance di Sean Penn, nei panni di un padre con un ritardo mentale, gli valse la terza nomination agli Oscar.
È soltanto nel 2003 però che l’attore riesce finalmente ad aggiudicarsi l’agognata statuetta d’oro, grazie al film Mystic River. Il titolo, diretto da Clint Eastwood, è tratto dal romanzo La morte non dimentica di Dennis Lehane, ed è interpretato da Penn, Kevin Bacon e Tim Robbins. Intenso dramma che, alla sua uscita, scosse pubblico e critica, tratta il delicatissimo tema della pedofilia e di come essa segni profondamente la vita della vittima.
Mystic River riscosse un enorme successo, grazie anche alle splendide interpretazioni dei suoi protagonisti. Sean Penn fece incetta di premi nei principali festival cinematografici, partendo da i Golden Globe, i BAFTA e lo Screen Actor Guild Award, fino ad arrivare al suo primo premio Oscar. La statuetta venne data anche al collega Tim Robbins, vincitore nella categoria del miglior attore non protagonista.
Ancora nel 2003, l’attore è stato protagonista di 21 grammi (21 Grams), diretto da Alejandro González Iñárritu, con Naomi Watts, Benicio del Toro e Charlotte Gainsbourg. Anche per questo titolo l’attore ha ricevuto una candidatura ai BAFTA.
Di quegli anni ricordiamo anche The Assassination (The Assassination of Richard Nixon, 2004, di Niels Mueller); The Interpreter (2005, di Sydney Pollack); Tutti gli uomini del re (All the King’s Men, 2006, Steven Zaillian), che però non riscosse grande successo.
Nel 2005 l’America è stata colpita dall’uragano Katrina e l’attore tentò di dare il proprio contributo, scendendo in prima persona sul campo per aiutare nelle operazioni di soccorso, seppur in modo inizialmente maldestro: a bordo di una canoa poco impermeabilizzata che rischiò di affondare, attraversò un tratto delle paludi della Louisiana dopo il disastro lasciato dall’uragano. Il suo intervento ebbe grande eco e contribuì a tenere alta l’attenzione sul dramma ambientale e umanitario.
Into the Wild, il successo da regista
Nel 2007 Sean Penn scrive e dirige forse uno dei suoi titoli più importanti, o comunque certamente di maggior successo: Into the Wild – Nelle terre selvagge. Il film, basato sul libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer, racconta la vera storia di Christopher McCandless, un ragazzo che subito dopo la laurea abbandona la propria famiglia per intraprendere un viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino ad arrivare in Alaska. Con protagonista Emile Hirsch, Into the Wild vanta una splendida colonna sonora composta dal frontman dei Peal Jam, Eddie Vedder.
Dopo aver letto il libro di Krakauer, Sean Penn si innamorò della storia del suo giovane protagonista e fece di tutto pur di ottenerne i diritti cinematografici, seppur la famiglia McCandless si mostrò inizialmente dubbiosa riguardo alla trasposizione sul grande schermo della storia di Chris. Nonostante ci vollero ben dieci anni prima di riuscire ad ottenere effettivamente i diritti, Sean Penn iniziò a scrivere la sceneggiatura, immaginando nei panni del protagonista Leonardo DiCaprio e pensando a Marlon Brando per il ruolo di Ron Franz.
Nel 2008 Sean Penn veste i panni di Harvey Milk in Milk, film biografico diretto da Gus Van Sant. Il film segue la storia di Harvey, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti, celebre per le sue lotte per i diritti degli omosessuali. Il film ha ricevuto un’accoglienza decisamente favorevole da pubblico e critica, tanto da ottenere ben otto candidature ai premi Oscar e vincendone due per la miglior sceneggiatura originale e per miglior attore protagonista.
Sean Penn, al suo secondo Oscar, ha fatto propri gli insegnamenti del ruolo da lui interpretato ed in occasione del discorso di ringraziamento ha sottolineato l’importanza della tutela dei diritti della minoranza rappresentata nella pellicola:
“Per coloro che hanno visto i segni dell’odio mentre le nostre auto arrivavano stasera, penso che sia un buon momento per quelli che hanno votato per vietare il matrimonio gay di sedersi e riflettere. E prevedere la loro grande vergogna e la vergogna negli occhi dei loro nipoti se continueranno a sostenere questa legge. Dobbiamo avere uguali diritti per tutti”.
Kirk Honeycutt dell’Hollywood Reporter ha così commentato la straordinaria performance dell’attore:
“Penn è uno di quegli attori in completo controllo di tutti i suoi strumenti. Usa la voce, i movimenti del corpo, la lettura delle battute e qualcosa di indefinibile della propria psiche per immedesimarsi nel corpo e nella mente di un’altra persona”.
Nel 2010 interpreta Fair Game – Caccia alla spia, diretto da Doug Liman e nuovamente al fianco di Naomi Watts; nel 2011 è poi la volta di The Tree of Life, tornando a lavorare con Terrence Malick; lo stesso anno lavora per Paolo Sorrentino in This Must Be the Place. Nello stesso periodo, subito dopo il divorzio da Robin Wright, Penn frequenta la top model russa Petra Nemcova e, nel 2011, alcuni rumor sostenevano che l’attore avesse una relazione con Scarlett Johansson, anche se queste voci non hanno mai avuto conferma.
L’impegno socio-politico ed ambientale di Sean Penn torna a manifestarsi nel 2012, in occasione del disastroso terremoto di Haiti. L’attore formò un gruppo di volontari e si diresse sul campo umanitario a sostegno della J/P HRO, organizzazione di aiuto da lui co-fondata. La missione, inizialmente di due settimane, durò quasi tre anni.
Tra i suoi ultimi lavori menzioniamo The Gunman (2015, di Pierre Morel); la regia di Il tuo ultimo sguardo (The Last Face, 2016). Sul set in questione Penn fa l’incontro di Charlize Theron, con la quale ebbe una breve relazione che però, come dichiarato dall’attrice, semplicemente non funzionò. Non passa molto tempo prima che l’attore si lasci coinvolgere in una nuova relazione, questa volta con Leila George: fidanzati nel 2016, i due si sposano nel 2020 ma divorziano nel 2022:
“Lei è la miglior amica al mondo e decisamente la persona più influente e d’ispirazione, all’infuori della mia famiglia, che chiunque potrebbe mai desiderare nella propria vita”.
Tornando alla sua carriera, nel 2018 interpreta il suo primo ruolo da protagonista in una serie TV, The First, cancellata però dopo una sola stagione. Sempre nel 2018 l’attore si dedica alla scrittura dle suo primo libro, Bob Honey Who Just Do Stuff:
“Non ho più interesse in generale nel fare film ed essere uno scrittore dominerà le mie energie creative per il prossimo futuro”.
Recentemente abbiamo visto Sean Penn in Licorice Pizza (di Paul Thomas Anderson, 2021); nella serie TV Gaslit (2022); e da ultimo in Una notte a New York (Daddio, 2023, di Christy Hall). Come regista ha inoltre lavorato a Una vita in fuga (Flag Day, 2021) con protagonista sua figlia Dylan.
Più di recente, nel 2023, Sean Penn ha girato con Aaron Kaufman il documentario Superpower, incentrato sulla figura del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e per girare il quale Sean si è recato personalmente in Ucraina per raccontare il conflitto bellico e dimostrare il suo sostegno alla nazione.
Se dal punto di vista della carriera Sean Penn ha sempre dimostrato un innegabile talento e versalità estrema, interpretando i ruoli più disparati tra loro e ottenendo un grande successo, la sua vita privata è stata sempre piuttosto turbolenta, tra relazioni fallimentari, violenza, problemi legali ed alcol. Dalla personalità dura ed il viso vissuto, Sean Penn ci ha fatto però dono di interpretazioni straordinarie e di pellicole scolpite nella storia del cinema contemporaneo, e non vediamo l’ora di scoprire quanto altro ha ancora da offrirci!