Ripercorrere la carriera di un grande attore è sempre difficile, soprattutto quando il divo in questione con i suoi lavori ha raccontato spaccati della società americana, distinguendosi sia in ruoli da buono come in quelli da cattivo, e ha dimostrato più volte le sue grandi capacità recitative a cui si possono muovere ben poche critiche. Ma bando alle ciance, andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere su Al Pacino.
Al Pacino…Le origini
Alfredo James Pacino nasce nella grande mela, New York, il 25 aprile 1940, precisamente ad East Harlem, una zona di Manhattan. I suoi genitori sono Salvatore Pacino e Rose Gerardi; entrambi sono figli di italiani emigrati dalla Sicilia, precisamente da San Fratello (Messina) e Corleone (Palermo). Salvatore è sia un agente assicurativo che ristoratore italo-americano, mentre Rose una casalinga. La notizia dolente è l’abbandono del tetto coniugale da parte del padre, che lascia il piccolo Al in fasce con la madre e con i nonni nel South Bronx, in condizioni non esaltanti.
Giovane ed impetuoso durante l’adolescenza, Pacino fu costretto più volte a farsi rispettare con qualche scazzottata, creando non pochi problemi e dando un grande dolore alla madre, la quale invece avrebbe preferito che Al terminasse gli studi. Al contrario, il giovane Al Pacino comincia a cimentarsi in ogni tipo di lavoretto, fino ad arrivare al suo primo traguardo: entrare in una scuola di recitazione, l’Herbert Berghof Studio. Qui la musica cambia, ma non troppo. Si applica a ciò che ritiene più consono alla sua anima, ma non si preoccupa di trovare una sistemazione e spesso si ritrova nomade nel Greenwich Village.
La caparbietà nel voler entrare negli Actors Studio lo premierà tanto da riuscirci e l’incontro determinante con Lee Strasberg cambierà il suo percorso formativo. Il legame con l’accademia è tutt’ora saldo in quanto Al Pacino è il co-presidente dal 1994, mentre ha seguito le orme del suo mentore Strasberg succedendogli come direttore artistico dal 1982 al 1994. Sul finire degli anni ’60 arriva la sua prima partecipazione in un film, che aprirà la strada all’ormai trentenne americano con origini siciliane.
Al Pacino incanta Coppola
E’ il 1971 ed il film Panico a Needle Park seguirà le vicende di uno spacciatore dipendente dalla droga. La storia in sé non fa scalpore, ma ha la peculiarità di rendere visibile il volto di Al Pacino a un dei maggiori personaggi che influiranno nel cinema moderno, Francis Ford Coppola, che vuole scritturare lo stesso attore per un film che diventerà una icona degli Settanta, Il Padrino (1972). Il film è ambientato in un’epoca fatta di cambiamenti, dove nella mafia c’è chi è rimasto conservatore, don Vito Corleone, Marlon Brando, che non vuole il nuovo “bisnìss” della droga e chi invece vuole fare piazza pulita del vecchio modo di pensare.
Qui subentra il buono della famiglia, Michael Corleone, che deve mantenere un’aurea di pulizia e freschezza per poter coronare un sogno del padre: vedere un membro della famiglia Governatore o addirittura presidente degli States. In virtù della guerra tra famiglie tutto ciò non accade e da essere il timido e impacciato piccolo di famiglia si trasforma nel nuovo Don della famiglia Corleone, a seguito della trappola messa in atto dai nemici nei confronti del fratello maggiore Santino o meglio Sonny, James Caan.
Se il primo film è un grande successo, arrivando a vincere tre statuette, la seconda pellicola, Il Padrino parte seconda (1974) è forse, anzi sicuramente, quella che ha un record ancora imbattuto, ovvero quello di aver vinto più di un premio Oscar come miglior film, il primo ad avere un seguito in quell’epoca, ed è l’unico film ad avere vinto un premio Oscar per l’interpretazione dello stesso personaggio, Vito Andolini ovvero Vito Corleone. Nel primo con Brando (il vecchio Don Vito), nel secondo con un grande Robert De Niro, qui la sua storia, che impersona il giovane Vito Andolini, mentre l’ormai don Michael Corleone, Al Pacino, si è trasferito in Nevada per aumentare l’influenza sugli affari dei casinò. L’epilogo della saga si ha con il terzo ed ultimo capitolo della storia, Il Padrino parte III (1990), in cui l’ormai anziano boss della malavita newyorkese persegue il sogno del padre, cercare di ripulire il nome della famiglia, e quindi degli affari, con operazioni pulite e trasparenti, una delle quali consiste nell’unirsi a una trattativa con la Banca Vaticana; vano tentativo perché, come si vedrà, non resterà molto della purezza del giovane Michael.
Da Serpico a Seduzione pericolosa
Oltre i capolavori citati, gli anni Settanta porteranno non poche soddisfazioni, a partire dal film Lo spaventapasseri 1973, al fianco di Gene Hackman. Arrivano poi Serpico, 1974, in cui avrà il volto di un poliziotto italo-americano che ligio al suo dovere denuncia i galloni dei superiori finendo sotto copertura (tra l’altro è tratto da una storia vera), Quel pomeriggio di un giorno da cani 1975, Un attimo, una vita 1977, …e giustizia per tutti 1980, altro capolavoro elogiato dalla critica per la grande capacità recitativa che nel 1980 porta all’attore una quinta nomination come miglior attore protagonista.
Da questa ascesa imponente però non ne esce indenne. Gli anni Ottanta sembrano decretare un declino dell’attore per alcune interpretazioni non propriamente all’altezza, non tanto per la sua bravura ma per il soggetto in sé. Quando tutto sembra perduto, viene scritturato per un altro film, a mio parere molto celebrativo della capacità di Al Pacino di ricoprire qualsiasi personaggio.
In questo caso parliamo dello spietato Tony Montana, ovvero Scarface, che, partito dal basso, riuscirà in maniera cruenta e sanguinosa a raggiungere la posizione indiscussa del più potente narcotrafficante in circolazione, affiancato dalla stupenda Michelle Pfeiffer succube della situazione. Si sa che come ogni cosa ha un inizio ha sempre anche una fine; qui una scena in cui si parla di capitalismo, si fa per dire.
Brian de Palma con la sua intuizione fa centro, tanto da far arrivare l’attore ad una candidatura per il Golden Globe. Oltre a questa pellicola, come accennato prima, Al Pacino ricopre ruoli poco importanti: Cruising (1980), Papà sei una frana (1982), Revolution (1985) furono fallimentari e ricevettero critiche pesanti tali da far allontanare l’attore dal set per dedicarsi ad opere quali Giulio Cesare, La resistibile ascesa di Arturo di Bertold Brecht. Harold Becker è il regista che fa tornare Al sul set con Seduzione pericolosa. Qui tornerà a rivestire il ruolo di poliziotto con problemi di alcool, Frank Keller, che indagherà su un caso di omicidio assai complicato che in qualche modo riuscirà a dare una scolta alla sua vita.
Al Pacino… i suoi successi
Gli anni Ottanta sembrano ormai un lontano ricordo per l’ormai cinquantenne Al Pacino, dato che il proliferare delle pellicole degli anni Novanta consacreranno l’attore nell’Olimpo e gli permetteranno di vincere la prestigiosa statuetta nel 1992 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 1994. Gli inizi anni ’90 sono segnai da film come Dick Tracy, Il Padrino III.
Nel 1991 torna invece con l’incantevole Michelle Pfeiffer in una storia d’amore tra un cuoco e una cameriera che lavorano nella stessa tavola calda, Paura d’amare. Il film che gli permetterà di vincere l’Oscar come miglior attore protagonista è Scent of a Woman – Profumo di donna, nel ruolo del colonnello Frank Slade; imperdibile è il discorso finale per difendere un giovane, Chris O’Donnell, invischiato in una brutta vicenda che potrebbe intaccare il suo futuro. Senti il discorso del colonnello e poi ti continuo a parlare di Al.
Che te ne pare? Ancora oggi un discorso del genere è più che attuale e fa rabbrividire per il nepotismo esistente. Ma non è la sede giusta. Nello stesso 1992 riesce ad essere nominato incredibilmente sia per questo film che per Americani, con due diverse nomination. Non riesce a riprendere fiato che subito l’ormai gigante Brian De Palma lo catapulta nelle vesti di un ex galeotto, Carlito Brigante, che cerca di cambiare il suo destino, ma con poco successo, in Carlito’s Way.
Oltre a questo Pacino avrà molti ruoli che segneranno un’epoca, a partire da Un giorno da ricordare a Riccardo III – Un uomo, un re da City Hall a Donnie Brasco per finire con Insider. Un film simbolo, che vede la partecipazione di Robert De Niro al fianco di Al Pacino, è Heat/La Sfida. Al è un poliziotto, Robert un ladro che cerca di fuggire dopo aver trovato l’amore per iniziare una nuova vita.
Dalla pellicola traspare l’alto livello dei due attori che trasudano professionalità e ci fanno sentire parte integrante della storia, capeggiando per l’uno o per l’altro. Altro film da ricordare è una riflessione sul sottile intrigo dell’animo umano e sulla facilità di tradire se stessi: parlo de L’avvocato del diavolo, in cui Pacino è affiancato dal futuro Neo di Matrix, Keanu Reeves.
Per completare in bellezza un decennio strepitoso c’è da menzionare una pellicola che narra le vicende di un allenatore di rugby della vecchia scuola legato alla tradizione che non permette nessun cambio alle regole. In questa interpretazione si determina ancora una volta la capacità verbale ed incisiva di questo strepitoso attore. Ogni maledetta domenica riesce a a farci appassionare allo sport in generale per arrivare all’obiettivo che ognuno di noi si prefissa. Ascoltiamolo.
Al Pacino ed il XXI° secolo
Agli inizi del XXI° ottiene delle critiche positive per la maggior parte delle pellicole, ma non tali da riecheggiare negli albi dei cinefili più incalliti. Chinese Coffe, Simone, People I know ed Insomnia. In quest’ultimo recita al fianco dell’indimenticabile Robin Williams. Una prova convincente si ha con La regola del sospetto, co-interpretato con Colin Farrell. Dopo un ennesimo flop con Amore estremo, ottiene un fortificante riscatto con Angels in America affiancando due regine del grande schermo, Emma Thompson e Meryl Streep, con cui fa incetta di premi.
Torna al cinema con Il Mercante di Venezia, in cui interpreta un vendicativo mercante voglioso di vendetta per le ingiustizie subite in passato, e con Rischio a due, accanto a Matthew McConaughey e Rene Russo, film adrenalinico che getta uno sguardo su una malattia che è sempre più dei nostri tempi. Partecipa nell’ultima saga di Ocean’s Thirteen al fianco di George Clooney e Brad Pitt che affronterà come avversari.
Nonostante alcuni flop, Al Pacino non sembra intenzionato a fermarsi e si riscatta con You Don’t Know Jack – Il dottor morte e con il film La canzone della vita – Danny Collins, film carini, ma non memorabili, che non otterranno il successo dei film passati. Anche Conspiracy – La cospirazione, con al fianco di un’altra icona del cinema, Anthony Hopkins, non ottiene una critica positiva.
A quasi ottanta anni riesce ad incantare il pubblico nel suo primo film con Quentin Tarantino, C’era una volta… a Hollywood in cui interpreta Marvin Schwarzs e nell’ennesimo trionfo di Martin Scorsese The Irishman. In questo capolavoro, il grande regista riunisce il trio Pacino, De Niro e Pesci, e il nostro Al guadagnerà la sua nona candidatura agli Oscar.
Al si fermerà mai?
Come ti dicevo all’inizio Al non è uno che si ferma. E’ sempre pronto a nuovi scenari soprattutto quando si tratta di denunciare nuove patologie dello status sociale americano. La pancia degli States è piena di un nuovo anti-semitismo e razzismo, cosa oramai nota ai più. Come già ti avevamo accennato viene scritturato per Hunters: This is Mitzvah (Prime Video); ultima prova in un’ambientazione distopica in cui dietro a un omicidio apparentemente insignificante si nasconde la volontà di ripristinare il quarto Reich. Pacino avrà il ruolo di sovvertire le regole.
Si sa che uno spirito indomito come Al Pacino non può restare fermo e The Irishman e Hunters ne è la prova. Essere chiamato infine ad indossare i panni di personaggio che dettò i costumi della fine del millennio dove tu sei diventato famoso, allora il ciclo è completo. L’artista statunitense dalle origini italiane infatti, nel 2021 diventa Aldo Gucci nel biopic House of Gucci di Ridley Scott con Lady Gaga e Adam Driver.
Al Pacino, vita privata
Uomo affascinante come non pochi (e per questo motivo richiamo alla tua memoria le frasi che pronuncia Al/Milton parlando di se stesso e i rapporti con le belle donne ne L’avvocato del diavolo), il bell’attore ha avuto diverse relazioni con donne bellissime, tra cui Diane Keaton, Jill Clayburgh, Madonna, Lucia Solà e Meital Dohan ma non è mai convolato a nozze.
Dopo una relazione con l’insegnante di recitazione Jan Tarrant, nel 1989 Al Pacino diventa papà della sua prima figlia Julie Marie, a cui seguono i gemelli Olivia Rose e Anton James avuti dal suo matrimonio con l’attrice Beverly D’Angelo, affidati al padre dopo la separazione. L’ultimo figlio, Roman, Al lo ha avuto il 15 giugno 2023 dalla compagna Noor Alfallah, con cui chiuderà la relazione a settembre del solito anno.
Onestamente personalmente nei film c’è Pacino mi sono piaciuti tutti Ma sopratutto nel Padrino e in particolare in Serpico.
In effetti hai ragione. Però l’Oscar che ha vinto è un qualcosa di eccezionale. Non sembra neanche vero che sia un non vedente. Ne Il Padrino è particolare la sua trasformazione dall’ospedale che sembra un timido universitario all’ultima scena in cui diventa il nuovo Don dei Corleone. Grazie per il tuo commento Tommaso.