Zemeckis dirige la nuova serie evento trasmessa dalla Nbc
“Cos’è che potrebbe costringere i membri di una famiglia a separarsi per poi trovarsi di nuovo a rimettere insieme i pezzi delle proprie vite?”
E’ questo l’interrogativo che ha portato Jess Rake a ideare e scrivere Manifest, la serie evento dello scorso autunno andata in onda dal 1 ottobre su Premium Stories ed in contemporanea negli U.S.A. sulla Nbc, diretta dal premio Oscar Robert Zemeckis. Nonostante la trama richiami inevitabilmente Lost, storica serie prodotta da JJ Abrams per 6 stagioni, sembra che inizialmente nessuno fosse interessato a questo prodotto, fino al tragico evento della sparizione di un volo Malasya Airlines nel 2014, che portò inevitabilmente la gente a scontrarsi e rapportarsi con un mistero che poteva avere un riscontro nella vita reale.
Ecco allora che tutto prende forma. 7 Aprile 2013. Il volo 828 diretto al JKF di New York scompare dai radar dopo una violenta turbolenza. Dell’ aereo e dei 191 passeggeri a bordo non si hanno più notizie per cinque anni e mezzo, fino al 4 Novembre 2018 quando il comandante chiede autorizzazione per l’atterraggio alla torre di controllo.
191 vite interrotte, congelate, sospese…si perché mentre per i passeggeri il tempo sembra non essere mai trascorso, non si può dire lo stesso per familiari ed amici che, dopo aver fatto i conti con la dura realtà ed essersi rassegnati alle loro perdite, hanno continuato a vivere le proprie vite.
In questo salto temporale, la situazione più assurda è sicuramente quella di Call Stone, un bambino di sette anni malato di leucemia, che si ritroverà con una sorella gemella di quasi tredici.
Protagonista indiscussa della serie è il detective Michaela Stone (interpretata da Melissa Roxburgh già vista in Arrow e Superntural) il personaggio che forse più di tutti faticherà a riconquistare una “normalità”, quello più ferito ma anche il più forte e determinato nel voler capire e scoprire la verità.
Michaela infatti, sul volo insieme al nipote Call e al fratello Ben, (Josh Dallas, già visto in Thor e Once upon a time) non solo dovrà scontrarsi con il fatto che il suo fidanzato e collega Jared (interpretato da Jared Vasquez, già visto in Arrow) abbia sposato la sua migliore amica, ma anche con la prova più lampante che del tempo in realtà sia trascorso, la morte della madre.
Il giallo ed il mistero racchiusi nella trama si palesano pian piano e si scopre così che tutti i passeggeri presenti su quel volo, sono in realtà legati da una forza soprannaturale che li mantiene in contatto.
Hanno visioni, sentono delle voci, le “chiamate” che li porta a fare del bene, a salvare qualcuno, forse anche loro stessi.
L’essere sbarcati da quell’aereo è per loro una seconda opportunità, possono finalmente rimediare ai torti subiti, al male che hanno fatto o impegnarsi maggiormente nei loro obiettivi, e per un bimbo malato come Cal può voler significare anche una possibilità per guarire.
Hanno cuori infranti, speranze da colmare, paure da vincere e quando nel corso delle puntate si confronteranno gli uni con gli altri, ritroveranno nei loro compagni di sventura, un po’ di se stessi, cercando di dare un senso a un fenomeno misterioso e a tratti soprannaturale che li spinge ad agire in modi che spesso non comprendono.
Tuttavia alcune scene presentano dialoghi un po’ troppo lunghi, soprattutto quelli fra Michaela e Jared, comprensibilmente destinati a stare insieme, o quelli fra Ben e la moglie Grace incentrati sul contrasto padre-figlia, rallentano il ritmo della trama; non si comprende se si tratti di un escamotage per mettere in risalto i tanti colpi di scena che arricchiscono via via la storia di nuovi personaggi e nuove storie, che si intrecciano con quelle dei protagonisti svelandone lati nuovi, oscuri, taciuti.
Il montaggio delle scene non è sempre scorrevole e in alcuni punti sembra composto da più spezzoni e anche la colonna sonora lascia un po’ a desiderare.
A livello recitativo, riteniamo che non tutti gli attori si dimostrino propriamente all’altezza del ruolo o siano poco empatici con il personaggio rappresentato, uno fra tutti la bella Michaela, poco espressiva.
Buona invece l’interpretazione di Jared Vasquez, in piena crisi sentimentale, di Josh Dallas che bene rende l’idea di tutto ciò che un padre farebbe per salvare il proprio figlio e di uno dei personaggi secondari, Saanvi, interpretata da ParveenKaur, la ricercatrice che scopre che la sua ricerca sul cancro, inviata poco prima della scomparsa dell’aereo, in quegli anni ha aiutato a salvare centinaia di pazienti; potrebbe diventare un personaggio chiave.
In compenso però la trama originale ed imprevedibile, ci tiene letteralmente incollati alla poltrona, in attesa che qualcosa accada, e qualcosa di inaspettato, accade sempre.
Negli ultimi episodi dei 16 che compongono la prima stagione ad esempio (la seconda stagione dovrebbe andare in onda negli U.S.A. tra gennaio e marzo 2020), dopo mille vicissitudini e complotti svelati, i sopravvissuti scoprono l’esistenza di altre persone che, come loro, hanno vissuto l’esperienza di un vuoto temporale, e “curiosamente”, a queste persone, viene concesso di vivere per un tempo pari a quello della loro scomparsa, poi muoiono.
Ben potrebbe nascondere la chiave del mistero del volo 828, e da alcuni è stato considerato addirittura la ragione per cui l’aereo è scomparso.
Forse un colpo di scena potrebbe riportare indietro per la seconda volta il pilota dell’aereo, gettatosi volontariamente in una turbolenza simile a quella originaria e dato nuovamente per disperso.
Un colpo di pistola, un colpo fuori campo chiude l’ultima puntata, poi più nulla. Sono mille le domande a questo punto, le chiavi di lettura, le ipotesi su quale potrebbe essere il destino dei protagonisti. Tante le questioni risolte, ma ancora di più quelle ancora aperte.
Al momento l’unica domanda alla quale forse possiamo dare una risposta è solo una: e se fosse successo a me?