Chi di noi da bambino, proprio come in Mamma ho perso l’aereo, almeno una volta non ha desiderato avere casa a disposizione tutta per sé, senza regole né restrizioni; chi di noi almeno una volta da bambino non ha avuto il desiderio che fratelli, sorelle, genitori e parenti tutti sparissero di botto per non sentirsi sempre dire:
“non fare, non dire, non puoi, non devi ecc ecc”?
E se tutto questo poi, come ciliegina sulla torta, fosse accaduto nel periodo più magico dell’anno? Ecco a voi Mamma ho perso l’aereo il film che ha segnato due generazioni di ex bambini, un film che ci viene spesso proposto dalle reti, durante il periodo natalizio, ma che vogliamo comunque ricordare in questi giorni, che precedono la festa della mamma.
Mamma ho perso l’aereo trailer
Kevin e la sua mamma Kate
La smemorata Kate (Catherine O’Har) è una mamma sempre di corsa e non potrebbe essere altrimenti con cinque figli (Buzz, Jeff, Megan, Linnie e Kevin) e una casa da portare avanti, ma è sempre una mamma.
Imperdonabile, direte voi, dimenticare uno dei figli a casa, nella foga di godersi finalmente qualche giorno di vacanza, ma avete mai provato a pensare al senso di colpa e al dispiacere che una situazione simile potrebbe generare?
Quell’urlo che parte dallo stomaco di Kate la dice lunga sulla disperazione che solo una madre può provare e che in questa storia viene sapientemente celata dietro una trama divertente e spensierata.
Abbiamo sempre creduto che il protagonista di questo film fosse Kevin, con le sue marachelle e le trovate geniali per mettere fuori uso i due malintenzionati, ma la verità è che il filo conduttore di tutto, è il suo legame con mamma Kate.
Kevin la cerca, la invoca più di una volta, desidera i suoi abbracci e le sue attenzioni e si rende conto che un’intera settimana di “libertà” non è paragonabile ad un solo attimo vissuto con la propria mamma.
Quell’abbraccio finale poi, vale più di mille parole.
L’idea del film venne allo sceneggiatore proprio durante uno dei viaggi con la famiglia. John Hughes, infatti, esclamò durante un viaggio in Europa nel 1989:
“E se uno dei bambini fosse rimasto a casa accidentalmente?”. Due settimane dopo scrisse la sceneggiatura.
La regia è invece di Chris Columbus uscito nelle sale cinematografiche nel 1990, il film ha ottenuto un enorme successo, raggiungendo un incasso al box-office mondiale di più di 500.000.000 di dollari dimostrando che tutti (ma proprio tutti) trovano divertente colpire dei cattivoni con un ferro da stiro e barattoli di vernice.
La storia, lo ricordiamo, vede protagonista Kevin Mccallister (Macaulay Culkin), un geniale bambino che riuscirà ad avere la sua rivincita familiare. E’ infatti considerato un po’ da tutti la pecora nera della sua famiglia, viene messo da parte da fratelli e cugini, viene trattato male, preso in giro, ignorato e mandato in soffitta per qualunque cosa; nel periodo natalizio esprime così il desiderio di far sparire la sua famiglia e il tutto sembra proprio avverarsi.
Una mattina infatti, i suoi genitori Peter e Kate McCallister (John Heard e Catherine O’Hara) sono in partenza per una vacanza natalizia a Parigi con la numerosa prole, gli zii e i cugini, ma la sveglia non suona a causa di un blackout avvenuto durante la notte, e così nella fretta di partire si dimenticano a casa Kevin, che tanto per cambiare era in castigo in soffitta. Rimasto solo a casa, il bambino non si perde d’animo e se la spassa. A Kevin tutto ciò non sembra vero, e ne approfitta per saltare sui letti, mangiare schifezze e guardare film violenti in tv; si comporta come un vero adulto, va da solo a fare la spesa, impara a fare il bucato, si rade persino. Ad un certo punto però dovrà vedersela con una coppia di ladri, Harry e Mar (Joe Pesci e Daniel Stern), che cercheranno di entrare in casa McCallister per svaligiarla.
Inizia a questo punto la parte più divertente del film, perché Kevin escogita ogni sorta di stratagemma per mettere fuori uso i due malintenzionati, e ci riesce, a colpi di ferri da stiro e scivoloni. Per contrastare i due, Kevin sparge per la casa una lunga serie di trappole, scalini con acqua gelata, maniglie roventi alle porte, lanciafiamme che si azionano all’apertura delle porte, un chiodo nella scala del seminterrato, macchinine e palline dell’albero di Natale sparse in casa, barattoli di vernice gettati giù dalle scale e la tarantola di uno dei suoi fratelli facendo così finire i banditi del rubinetto (chiamati così perché soliti lasciare aperti i rubinetti delle case svaligiate come segno di riconoscimento), in arresto, subito prima del ritorno della famiglia a casa.
Il film presenta scene anche molto intense e tipicamente natalizie, come quella in Chiesa con Marley (Roberts Blossom), un anziano vicino, che tutti temono e di cui lui stesso all’inizio ha paura, ma che alla fine diventa suo amico; il vecchio si sente solo, e Kevin lo incita a riconciliarsi con il figlio. Emozionante anche il momento in cui il bambino riabbraccia finalmente la propria mamma, perché nonostante tutto, alla fine, Kevin si pente del desiderio espresso, e l’unica cosa che in realtà vorrebbe per natale, è riavere la sua chiassosa famiglia. Alla fine i buoni sentimenti vincono sempre, i cattivi pagano, e l’amore trionfa.
Certo, il senso di colpa di una madre che si trova in questa situazione, deve essere davvero smisurato, ma credete davvero che potrebbe accadere sul serio?
Mamma ho perso l’aereo presenta l’impostazione classica della commedia, con elementi derivanti da cartoni animati famosi del calibro di Tom & Jerry o Willy Coyote e Beep Beep e ad evidenziare ulteriormente la comicità del film, vi è la copertina, profondamente ispirata al famoso Urlo di Munch.
Il successo ottenuto da Mamma, ho perso l’aereo ha dato il via inoltre ad un franchise che, nel 1992, diede vita ad un sequel intitolato Mamma, ho riperso l’aereo – mi sono smarrito a New York e non solo; uscirono anche dei videogames, giochi da tavolo e alcuni libri, sempre ispirati alla pellicola. Recentemente invece, lo scorso novembre su Netflix è andata in onda la serie I Film della nostra Infanzia incentrata sui film degli anni ’80, con un intero episodio dedicato proprio a Mamma ho perso l’Aereo.
Parte della fortuna di Mamma ho perso l’aereo è sicuramente da ricercare nella scelta degli attori; John Hughes aveva lavorato con Culkin nel film Uncle Buck ed era certo di volere il giovane attore per la parte di Kevin. Tuttavia, per senso di praticità, Columbus fece comunque le audizioni anche con altri attori. Dopo 200 provini, quando Macaulay provò per la parte, Columbus non aveva dubbi sul fatto che fosse quello giusto. Joe Pesci e Daniel Stern, invece, i due “cattivi”, erano amici molto prima di recitare insieme nel film. Come infatti Stern stesso ha confermato, i due avevano lavorato già insieme nel 1982 in un film con Jill Clayburgh.
I due divennero amici proprio sul set di I’m dancing as fast as I can e la loro chimica, in parte, deriva proprio da quell’esperienza condivisa.
Da segnalare anche una particolarità del ruolo interpretato dal geniale Joe Pesci: pare infatti abbia evitato Macaulay Culkin per tutta la durata delle riprese, per convincerlo di essere davvero un brutto ceffo e ottenere così una performance più autentica possibile da parte del piccolo attore, che in effetti pare fosse effettivamente intimorito alla vista di Pesci.
Inoltre, durante le prove, quasi a conferma della sua “cattiveria”, Joe Pesci morse per sbaglio il piccolo Culkin, nella scena in cui Harry promette a Kevin di staccargli le dita a morsi e la cicatrice da allora gli è rimasta.
Mamma ho perso l’aereo uscì negli Stati Uniti il 16 novembre 1990, mentre in Italia arrivò il 18 gennaio 1991 e solamente nel primo week-end di programmazione incassò ai botteghini americani 17 milioni di dollari.
Il successo fu così grande, che rimase nelle sale ben oltre la fine del periodo natalizio, stazionando al numero uno della classifica per dodici settimane consecutive.
In un solo mese e mezzo Mamma ho perso l’aereo ottenne il maggiore incasso di tutto il 1990, davanti a blockbuster come Ghost, Balla coi lupi e Pretty Woman, e rimase tra i primi dieci film più visti fino al 26 aprile 1991, quando fu ritirato dalle sale, aveva guadagnato 286 milioni di dollari, il terzo incasso di tutti i tempi negli Stati Uniti fino a quel momento.
Nel mondo, invece, raccolse oltre 477 milioni di dollari, a fronte dei soli 18 milioni spesi in fase di produzione. Anche in Italia l’accoglienza del pubblico fu eccezionale, con un incasso totale che superò i 14 miliardi di lire.
Sebbene sia ambientato a Chicago, in Illinois, Mamma ho perso l’aereo in buona parte fu girato nel vicino villaggio di Winnetka, dove si trova anche quella che nella finzione è la casa della famiglia McCallister, una villa unifamiliare a tre piani costruita nel 1920.
Nel complesso, Mamma ho perso l’aereo è un film perfetto, sotto tutti i punti di vista, è divertente, spiritoso, in perfetta sintonia con il periodo più magico dell’anno e ha qualcosa da insegnarci.
Ci ricorda che gli affetti familiari sono la cosa più importante, e che nessuno dovrebbe essere solo, soprattutto a Natale, ci insegna che dentro un piccolo cuore, possono celarsi nobili sentimenti, e soprattutto ci rammenta di non dimenticare nulla quando usciamo di casa… nemmeno i bambini!
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