Aggiungendo una buona dose di Stranger Things a The End of The End of the F***ing World, Netflix ha ottenuto I am not okay with this. Lo show sta piacendo al pubblico, soprattutto in Italia, restando per molto tempo in vetta della classifica delle serie tv più viste del nostro paese. Arrivano giudizi positivi anche dalla critica con un punteggio di 85% su Rotten Tomatoes. Dopo The End of The End of the F***ing World, Jonathan Entwistle dirige e adatta per la tv un’altra graphic novel creata da Charles Forsman.
Nato nel 1982 negli USA, Charles Forsman si laurea nel 2008 presso il Center for Cartoon Studies, diventando l’ex allievo più famoso di quella scuola. La sua opera segue la scia dei fumetti alternativi (o fumetti indipendenti), corrente che si è diffusa negli Stati Uniti a partire dagli anni ottanta. Il suo stile di disegno semplice è accompagnato da temi scuri e realistici. Forsman autoproduce con la sua etichetta Oily Comics il primo numero della sua testata Snake Oil, grazie a cui vince due premi Ignatz nel 2008. Nel 2013 riceve un premio Ignatz anche per il minicomic The End of The End of the F***ing World, da cui Netflix ha tratto una serie omonima.
Nel 2017 pubblica I am not okay with this e due anni dopo il colosso dello streaming annuncia la serie tv ad essa ispirata:
https://www.youtube.com/watch?v=8qdDUnsGcPE
In un primo momento potresti pensare che I am not okay with this sia un’altra teen drama come tante, in un catalogo Netflix ormai saturo. Si dimostra, invece, una felice sorpresa perché racconta una storia di un’adolescente che, tra i vari problemi di quell’età, scopre di avere dei superpoteri: questi speciali poteri rappresentano una metafora delle situazioni più grandi di lei che sembrano irrisolvibili. Infatti, Sydney Novak deve farne i conti con i poteri soprattutto nei momenti in cui l’intensità sale sempre di più, fino a farle scoppiare i pensieri nella testa.
Sophia Lills è perfetta nel ruolo di Sydney Novak, donando grande espressività ad un personaggio molto riuscito. La protagonista di I am not okay with this è “una noiosa diciassettenne bianca” che ha da poco perso il padre e si confronta con i problemi dell’adolescenza. Con i suoi pensieri e la scrittura del suo diario, riusciamo ancora di più ad immedesimarci in Syd, facendo i conti con situazioni che ogni ragazzo può vivere nella fase di crescita. Centrale risulta il tema della diversità, ma si parla anche di bullismo, droga, solitudine e omosessualità, insieme ai problemi adolescenziali.
Sophia Lills ritrova Wyatt Oleff in I am not okay with this, dopo le esperienze condivise in It e It – Capitolo due. Da Stanley “Stan” Uris nelle due pellicole horror a Stanley Barber nella serie tv Netflix, un ragazzo definito strambo dagli altri, ma a cui piace perseguire il suo particolare stile di vita. Vicino di casa di Syd, diventa poi mentore e amico per lei, anche se prova sentimenti maggiori. Adora i fumetti e la musica d’altri tempi, creando proprie playlist su audiocassette. Questo particolare mi ha ricordato il suo altro ruolo interpretato sul grande schermo: il piccolo Peter Quill in Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol.2. Per rinfrescarti la memoria ti proponiamo la commovente scena d’apertura del primo film Marvel di James Gunn:
https://www.youtube.com/watch?v=BMcnXlgc_eE
La colonna sonora di I am not okay with this non poteva non rifarsi a questo fantastico personaggio e si potrebbe definire una sua invenzione. Infatti, Stanley attribuisce tutti i brani che ascoltiamo durante la serie tv ai Bloodwitch, la sua band preferita, ma la raccolta di classici rock e di brani originali è firmata da Graham Coxon. Il chitarrista dei Blur ha già lavorato con Netflix per The End of The F***ing World e su Spotify la soundtrack originale della serie è stata caricata comunque come album dei Bloodwitch: si apre con I’m Not Like Everybody Else dei The Kinks per poi continuare con I Remember Lucy dei Thunderboots e The King Of Rock ‘N’ Roll di Prefab Sprout.
Oltre a Syd e Stan, gli altri personaggi di I am not okay with this sono poco delineati e ruotano soprattutto intorno alla figura della protagonista. Dina (Sofia Bryant) è la miglior amica di Sydney e si fidanza con l’arrogante Bradley Lewis (Richard Ellis). Maggie (Kathleen Rose Perkins), madre della protagonista, e Liam (Aidan Wojtak-Hissong), suo fratello, aiutano Syd nel suo percorso di crescita, seppur con alcune difficoltà. Liam risulta il mio personaggio secondario preferito, capace di far sorridere Syd e anche lo spettatore.
Quest’ultimo risulta l’unico difetto della struttura breve, ma intensa di I am not okay with this. La serie tv presenta 7 episodi della durata massima di 27 minuti, adatta per il binge watching. In questo modo la visione risulta leggera, senza troppe pretese, seguendo l’esempio di The End of The F***ing World. Il finale, anticipato spesso negli episodi, ci sconvolge e ci mette in attesa di una seconda stagione.
A tal proposito, il produttore Shawn Levy ad Entertainment Weekly ha espresso la sua volontà sul prosieguo delle avventure di I am not okay with this:
“Cosa significa per una ragazza così giovane dover avere a che fare con tutto ciò e dover assumere il controllo dei propri superpoteri? Come li utilizza e cosa vuol dire per lei accogliere il bello e il brutto, la luce e l’oscurità quando ha la responsabilità di queste speciali abilità? Questa è la direzione in cui vorrei far andare Sydney. Sono anche interessato ad ampliare il tema superpoteri e a come possa influenzare Sydney. Siamo stati consapevolmente circoscritti con la prima stagione e speriamo di poter espandere il quadro. Mi piacerebbe esplorare dinamiche diverse tra vari personaggi, in modo da sorprenderci combinando e affiancando altre storie e personalità”.