Su Amazon Prime Video ho recuperato Blackkklansman, exploit di Spike Lee del 2018. Presentato il 14 maggio al Festival di Cannes 2018, il film è uscito al cinema dal 10 agosto 2018 negli USA e dal 27 settembre dello stesso anno in Italia. Riceve un’accoglienza calorosa dalla critica con un punteggio del 96% su Rotten Tomatoes e numerosi premi vinti, tra cui un Oscar su sei candidature; l’edizione di quell’anno è stata particolarmente dominata dal Black Power: oltre al capolavoro di Spike Lee, un altro premio è andato a Se la strada potesse parlare, mentre Green Book e Black Panther hanno ricevuto tre statuette.
Blackkklansman: la dualità del potere
Spike Lee cerca di confezionare un’opera simmetrica, in cui il potere bianco contrasta quello nero, ma l’integrazione non bilancia l’odio in BlacKkKlansman. Portando al cinema Black Klansman, il libro scritto dall’ex poliziotto Ron Stallworth, il cineasta conquista meritatamente il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, vittoria condivisa con David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott. Insieme ai produttori, tra cui Jordan Peele (Get Out), Lee ricorda l’anniversario della strage di Charlottesville con un film storico, ma sempre attuale. Per condannare i “propri nemici” il regista cosparge d’ironia la storia che racconta, aprendo e chiudendo la pellicola con filmati scottanti per accentuare la sua critica.
Quest’anno nella stessa categoria agli Oscar ha trionfato Jojo Rabbit, capolavoro di Taika Waititi che prende in giro Hitler e il suo movimento. Se pensiamo che gli americani hanno “salvato l’Europa” per aver liberato i campi di concentramento dai nazisti insieme ai propri alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, potremmo invece definirli ipocriti dopo la visione di BlacKkKlansman. Infatti, il film esplora le attività antisemite e razziste del Ku Klux Klan nella sua terza versione, nata nel secondo dopoguerra. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma ancora oggi i suprematisti bianchi spopolano negli USA e il loro presidente sembra remare nella stessa direzione.
BlackkKlansman si apre proprio con un video di propaganda, in cui Alec Baldwin veste i panni di un suprematista bianco un po’ goffo; l’attore è stato scelto per il ruolo dopo aver imitato Donald Trump al Saturday Night Live. Uno dei maggiori esponenti del Ku Klux Klan, David Duke (Topher Grace), cita slogan come “Make America Great Again”, pezzi forti della campagna elettorale dell’attuale presidente americano. In questo modo Spike Lee collega la storia all’attualità, aggiungendo anche gli scontri di Charlottesville nel finale del film: mentre scorrono le immagini sentiamo Trump che difende i partecipanti alla manifestazione neonazista e li definisce “brava gente”.
Attualmente negli USA la questione del razzismo è particolarmente accesa e con il caso Floyd il movimento Black Lives Matter ha ripreso importanza mediatica. Anche in BlacKkKlansman il potere nero cercava di contrastare quello bianco con il movimento studentesco nero. La sequenza che rappresenta maggiormente questa dualità è quella in cui Harry Belafonte tiene il discorso al suo popolo, mentre i membri del KKK reagiscono entusiasti alla visione di La nascita di una nazione, manifesto razzista per eccellenza.
Il protagonista di BlacKkKlansman cerca di unire questi due poteri, infiltrandosi nelle due fazioni per evitare scontri. Inizialmente Ron Stallworth si presenta sotto copertura a una riunione dell’unione studentesca nera, dove incontra Patrice (Laura Harrier), attivista del Black Power, di cui si innamora; i due citano il chiacchierato Via col vento, Shaft, Coffy, Cleopatra Jones e altri titoli della blackxploitation in un dialogo cinefilo accompagnato dalle copertine dei film. Il secondo passo del piano del primo investigatore afroamericano sarà colpire il KKK dall’interno, con una telefonata in cui si finge un suprematista bianco.
Il vero Ron Stallworth sognava Denzel Washington per interpretare il suo ruolo, ma è stato molto contento quando ha scoperto che il figlio John David avrebbe vestito i suoi panni. D’altronde la carriera cinematografica del protagonista di BlacKkKlansman inizia all’età di nove anni con Malcolm X, film del 1992 in cui Spike Lee dirige anche suo padre nel ruolo di protagonista. John David Washington si muove benissimo nei panni di Ron, rubando la scena ai colleghi più esperti, con battute al tempo giusto e un’ottima padronanza della lingua (per le esilaranti differenze del modo di parlare di bianchi e neri). Dopo la visione del film, Christopher Nolan non ha avuto dubbi e l’ha scelto come protagonista di Tenet.
Adam Driver completa la coppia da buddy movie in BlacKkKlansman, interpretando Flip Zimmerman, controparte bianca di Ron Stallworth. Collega bianco, ebreo non praticamente, deve sviare i sospetti del KKK sulla sua vera identità, senza evitare suspense e divertenti confronti. Conosciuto soprattutto come Kylo Ren nella saga di Star Wars, Driver ha ricevuto la candidatura al miglior attore non protagonista per questo ruolo, seguita poi nel 2020 con la candidatura al miglior attore protagonista per Storia di un matrimonio.
Infine, tra le altre candidature di BlacKkKlansman ricordiamo anche quella per il miglior regista a Spike Lee e la nomination per la miglior colonna sonora a Terence Blanchard, noto jazzista che ha collaborato con il regista anche in altre occasioni, tra cui proprio Malcom X.
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