Dal 15 maggio su Disney + ritorna Feud, la serie antologica di Ryan Murphy che, anche in questo caso, andrà ad esplorare una storica rivalità. Se nella prima stagione le antagoniste erano due delle più grandi dive di Hollywood, Bette Davis e Joan Crawford, questa volta ad essere contrapposti sono Truman Capote e le Swans. Ad interpretare il grande scrittore americano l’attore britannico Tom Hollander, mentre le quattro componenti del gruppo elitario della mondanità newyorkese sono impersonate da Naomi Watts, Diane Lane, Chloe Sevigny e Calista Flockhart.
Feud 2: Segreti traditi nell’alta società newyorkese
FEUD: Capote Vs. The Swans tratterà di uno degli scandali che travolse la bella società newyorkese del tempo. Truman Capote, autore affermatissimo in quegli anni, deciderà di pubblicare in un progetto tra fiction e realtà, tutte le confidenze del salotto delle Swans, una ricca cerchia di donne dell’alta società della Grande Mela in cui lui era stato ben accolto all’apice del successo, al punto da venire considerato un affidabile e fidato confidente dei segreti e delle abitudini di quel club esclusivo.
L’opera si chiamerà Answered Players, e verrà pubblicata solo in parte sulla celebre rivista maschile Esquire tra il 1975 e il 1976, ma bastarono quelle tre parti edite alla stampa, per distruggere il rapporto di totale fiducia che vigeva allora tra le Swans che, legittimamente dal loro punto di vista, si sentirono tradite da colui che consideravano un fidato amico. Il poco avveduto Capote, infatti dopo tutto ciò, venne immediatamente bandito dal prestigioso salotto e allontanato per sempre dalla dolce vita newyorkese.
L’opera di Capote osò probabilmente troppo, ridicolizzando con quelle pungenti esternazioni quel circolo di grandonne che, dal paradiso di popolarità di cui godevano, si videro spiattelati in prima pagina tutti i loro segreti più torbidi, i loro sprechi, le loro cattive abitudini e i loro discutibili costumi sessuali. Un’umiliazione insomma troppo grande ed inaccettabile per chi come loro viveva soltanto di quelle false apparenze ed illusioni.
Un’opera proustiana mai finita
L’opera in origine, avrebbe dovuto essere scritta e poi suddivisa dall’autore in 8 parti, in una sorta di macropera memorialistica, che avrebbe dovuto ripercorrere le orme dello scrittore che per eccellenza aveva raccolto, nei primi decenni del Novecento, tutte le confidenze del gran mondo parigino del tempo: Marcel Proust.
Il grande scrittore francese, nei sette libri de La Recherche descrisse infatti vizi, stravizi, personalità contorte e segreti della società parigina della Belle Époque, mettendo stesi in forma letteraria i panni sporchi di quel grande mondo pieno di ipocrisia e falsità, simboleggiati dal salotto degli spocchiosi ed arricchiti Verdurin.
Capote, una volta pubblicate le prime parti della sua opera negli anni settanta, venne immediatamente cacciato da quel nobile clan al femminile, e questo ostracismo a vita al quale fu condannato, lo condusse in breve tempo ad una spirale fatta di depressione e autodistruzione tra fiumi d’alcool e sostanze stupefacenti di cui fece grande uso in quegli anni, e che lo portò, nel giro di poco tempo, ad una prematura morte nel 1984 a soli sessant’anni di età.
Come l’opera di Proust però, la sua opera per intero non conobbe mai la luce, visto che diverse parti finirono nel mistero e quello che rimase venne pubblicato postumo solo tra il 1986 e il 1987 in un libro chiamato Answered Prayers: The Unfinished Novel (Preghiere esaudite). Altre parti uscirono negli anni successivi alla sua morte, ma su alcuni pezzi il mistero rimase intatto e tutto così morì con lui.
Capote, uno scrittore costantemente diviso tra essere e apparire
Truman Capote non fu mai uno scrittore banale. Costantemente attratto da una parte dal bel mondo dell’alta società a cui voleva disperatamente arrivare, ma dall’altra era al contrario fortemente disgustato da quella boriosa e altezzosa collettività fatta di meschinità e false apparenze. Nella sua opera e nel suo destino c’è sempre stato questo ambivalente rapporto con quel mondo sì tanto dorato in superficie, ma del quale per qualche oscuro motivo non poteva più farne a meno.
A partire da Breakfast at Tiffany’s (Colazione da Tiffany), il suo primo celebre romanzo pubblicato nel 1958 e che lo portò finalmente sia alla ribalta del grande pubblico, sia ad essere apprezzato allo stesso tempo dall’alta società newyorkese del periodo, iniziò questo ambiguo rapporto con quel mondo e Answered Prayers probabilmente era un modo particolare per prenderne le distanze, come per dire al mondo: ne faccio si parte, ma non sono come loro.
Il film musical-sentimentale che derivò dal romanzo, per la regia di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard nel 1961, fu il primo segnale di questo controverso rapporto con le alte sfere e che andò anni dopo a concludersi drammaticamente per lui con Preghiere esaudite.
Il film infatti lo disgustò a tal punto da disconoscere totalmente quell’opera, soprattutto perchè mutilata nel finale di quel sad ending originario presente nel suo romanzo, ma che si era tramutato nella sua trasposizione cinematografica in un melenso lieto fine.
Non era una novità nella Hollywood del periodo desiderare, soprattutto nel genere della commedia, che non ci fossero finali tristi, ed il romanzo di Capote non rispettando questi crismi dell’epoca venne, involontariamente o no, a meno a quel patto, e quindi il finale fu aggiustato di conseguenza seguendo il severo diktat del periodo con buona pace dell’autore.
Altro caso controverso di cui fu protagonista Capote, fu quello del suo romanzo A sangue freddo, un reportage giornalistico contemporaneo sul terribile omicidio di una famiglia di agricoltori del Kansas da parte di due malviventi senza scrupoli, da cui ne derivò un romanzo verità, che verrà pubblicato nel 1966 e che tanto all’epoca fece scalpore.
I motivi di tanta ritrosia verso questo romanzo erano evidenti: da una parte appariva di cattivo gusto e fuori luogo raccontare un episodio di cronaca giornalistica di quegli anni in una maniera tanto cruenta nei dettagli, dall’altra perché, soprattutto in alcuni punti del romanzo, sembrava quasi addirittura simpatizzare con i due spietati assassini, da lui tra l’altro intervistati in carcere con minuzia di dettagli e con i quali intrattenne nel corso degli anni, ambigui rapporti di amicizia.
Il suo lavoro però alla lunga fu considerato eccellente, almeno dal bel mondo mondano a cui apparteneva, sia dal punto di vista stilistico, che da quello artistico. Si trattava in fondo di una tragedia decisamente lontana anni luce da quei salotti, non ne intaccava minimamente le solide e dorate fondamenta di cui erano fatti questi, quindi al massimo come tanti altri argomenti, poteva essere usato per fare un poco di conversazione mondana per poi passare oltre.
Il successo di questo cruento reportage infatti arrivò lo stesso, e non solo non intaccò la sua popolarità di cui godeva in quegli anni, ma anzi aumentò la sua presenza all’interno dei salotti dell’epoca, televisivi o non televisivi che fossero, in cui veniva abitualmente ospitato.
Queste due opere, insieme all’incompiuto Answered Players, descrivono molto bene quanto il nevrotico e geniale scrittore fosse costantemente in lotta tra finzione e realtà, tra verità e bugia, sintomo di un uomo diviso a metà tra due mondi a cui avrebbe sì voluto appartenere, ma allo stesso tempo inconciliabili con le esigenze di un salotto così esclusivo come quello delle Swans, in cui era richiesta una maschera per entrare e un’altra più discreta per uscire.
Feud 2: Un grande cast femminile intorno a Tom Hollander
La serie sarà composta da otto episodi, in esclusiva su Disney+ dal 15 maggio, e sarà basata sul libro bestseller “Capote’s Women: A True Story of Love, Betrayal, and a Swan Song for an Era” di Laurence Leamer.
Scritta per la televisione da Jon Robin Baitz, FEUD: Capote Vs. The Swans, è stata diretta da Gus Van Sant, Max Winkler e Jennifer Lynch. I produttori esecutivi sono Ryan Murphy, Alexis Martin Woodall, Baitz, Van Sant, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Naomi Watts, Eric Kovtun e Scott Robertson. La serie infine è stata prodotta da 20th Television.
Tom Hollander (Pirati dei caraibi, Taboo, Orgoglio e Pregiudizio), interpreterà lo scomodissimo ruolo di Truman Capote, interpretato in passato magistralmente dal compianto Philip Seymour Hoffman in A sangue freddo nel 2005. Le Swans invece saranno rispettivamente: Barbara “Babe” Paley (Naomi Watts), Slim Keith (Diane Lane), C.Z. Guest (Chloë Sevigny) e Lee Radziwill (Calista Flockhart), con la partecipazione, tra le altre, di Demi Moore (Ann “Bang-Bang” Woodward).
Il grande salotto di Ryan Murphy sta per riaprire eccezionalmente i battenti con una nuova stagione dello scandalo che porterà al baratro Truman Capote, e a suo modo l’ottima reputazione delle Swans, non resta che aspettare che questi segreti vengano svelati al mondo ed arrivino finalmente anche a te…