Anche David Dastmalchian è presente nel cast del film dell’anno: in Dune interpreta il malvagio Piter De Vries. Non è la prima volta che collabora con il regista Denis Villeneuve, poiché ha recitato anche in Prisoners e Blade Runner 2049. La carriera dell’attore statunitense è, però, fortemente legata ai cinecomics e ai fumetti. Scopriamo insieme perché.
David Dastmalchian: da Il Cavaliere Oscuro al suo fumetto
La carriera dell’attore era iniziata con molte difficoltà: si appassiona alla recitazione quando frequentava le superiori, ma dopo aver terminato gli studi nel 1999, diventa dipendente dall’eroina per circa cinque anni; in questo periodo vive da disoccupato nella propria auto tra Chicago e Kansas City e dopo la disintossicazione si sostiene con diversi lavori. La svolta arriva durante l’interpretazione di Otello sul palco di Chicago, quando ottiene il ruolo che lo farà debuttare sul grande schermo: David Dastmalchian veste i panni di Thomas Schiff, uno degli scagnozzi del Joker (Heath Ledger) ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Nonostante sia comparso per poco tempo, l’attore si è fatto notare e ha ottenuto altri ruoli in film importanti, come il già citato Prisoners. Nel 2015 compare in un altro cinecomic, questa volta per i Marvel Studios: David Dastmalchian interpreta Kurt in Ant-Man, simpatico amico di Scott Lang (Paul Rudd) ed esperto informatico. Ha ripreso il ruolo anche nel 2018 in Ant-Man and The Wasp e ha doppiato il personaggio in un episodio di What if…?.
Nel 2017 compare anche in alcuni episodi di due serie tv DC Comics. David Dastmalchian nella terza stagione di Gotham riveste il ruolo di Dwight Pollard, personaggio da lui descritto come il dr. Frankenstein che si impegna nel dar nuova vita al deforme Jerome. In The Flash è protagonista dell’episodio 3×18, che porta il nome del suo personaggio, Abra Kadabra; questo nemico del velocista scarlatto ritornerà anche nella settima stagione.
La sua passione per i fumetti si rende vivida con la scrittura di Count Crowley: Reluctant Midnight Monster Hunter. Accompagnato dai disegni di Lukas Ketner, David Dastmalchian omaggia i classici Universal la serie di film de L’ululato nella sua storia a fumetti pubblicata nel 2019 da Dark Horse Comics. Di seguito la trama (clicca qui per acquistare il fumetto su Amazon): “Licenziata per aver intervistato un fenomeno da baraccone, la giornalista con problemi di alocolismo Jerri Bartman torna nella sua cittadina del Missouri dove si converte nella professione di cacciatricie di mostri con il nome di Count Crowley… Ne scoprirà delle belle ed anche un complotto in stile Essi vivono…”
Nel 2021 ha doppiato Julian Day / Uomo Calendario e Oswald Cobblepot / Pinguino in Batman: Il lungo Halloween, film d’animazione ispirato all’omonimo fumetto DC Comics. Questo è l’anno di David Dastmalchian soprattutto per il suo ruolo in The Suicide Squad: è Abner Krill/Polka-Dot Man, uno dei personaggi più strambi ed eroici del film. David Dastmalchian ha recentemente parlato del suo personaggio con Screen Rant:
“Abbiamo girato la battaglia con Starro soltanto alla fine della produzione. È stata come una ripresa lunga sei mesi. Ho avuto modo di costruire quel momento lungo tutto quell’arco di tempo e devo riconoscere che è stato un dono, perché ho avuto modo di familiarizzare davvero con me stesso e incarnare completamente Abner in tutte le sue altre scene e in tutte le altre scoperte che stavo facendo su di lui durante questo viaggio. Per me, ha reso tutto molto più d’impatto da un punto di vista emotivo quando siamo poi arrivati alla battaglia con Starro.”
David Dastmalchian ha poi lodato la sceneggiatura di James Gunn, precisando il messaggio che voleva trasmettere attraverso Polka-Dot Man:
“James non ha mai voluto fare della depressione di Abner o della sua sofferenza un gioco. Ci mette sempre tanto cuore nei suoi personaggi, anche quelli che sono a tutti gli effetti più divertenti e che si presterebbero benissimo ad una certa ironia. Penso che tutti noi, nella nostra vita, siamo stati vittime di bullismo, specialmente quelli di noi che appartengono alla sfera dei geek. Tutti sanno cosa si prova a non appartenere ad un gruppo; a sentirsi fuori posto; essere circondati da persone che ti giudicano e ti deridono, tormentati e addolorati da qualcosa che in qualche modo ti perseguita.
Certo, nel caso di Abner si tratta di un virus interdimensionale. Ma per alcuni di noi, è l’insicurezza o un attributo fisico il motivo per cui lottiamo con la nostra insicurezza, o la depressione o l’ansia sociale o la sensazione di un fallimento professionale o personale. Tutta questa roba perseguita tutti noi. Penso che James abbia toccato delle corde davvero profonde con la scrittura di questo personaggio. Mi sento molto fortunato ad aver avuto la possibilità di interpretarlo.”