Per gli Oscar 2021 collegamento da mezzanotte e quindici, ma la premiazione comincerà solo alle 2:00. Pronti a fare nottata io e la collega Luana Fusco, collegati in chat, abbiamo seguito l’intera serata, fino alle 6 di mattina. Come l’anno scorso non ci sarà un presentatore unico, ma i premi verranno annunciati da alcuni ‘amici di Oscar ‘ (qui sotto trovi l’elenco completo dei presentatori della serata).
La serata degli Oscar 2021 inizia con lo stupore per le scenografie realizzate alla Union Station di Los Angeles: sì perchè l’Academy ha deciso di abbandonare per una volta il faraonico Dolby Theatre, che ha ospitato dal 2002 la cerimonia. In tempi di pandemìa globale, per la sicurezza di tutti gli invitati, si è scelta una location aperta con un red carpet abbastanza spazioso da poter accogliere nominati e protagonisti, tutti rigorosamente distanziati, vaccinati e sottoposti a tampone, dotati di mascherina cui rinunciano solo per le foto di rito o una volta seduti ai tavoli che circondano il centro nevralgico dell’evento: la hall della stazione dove è stato allestito un piccolo palco.
Pronti, via! Gli Oscar 2021 partono subito con una sorpresa: Le prime statuette ad essere assegnate sono quelle per la sceneggiatura originale e l’adattamento. La prima è assegnata all’esordiente Emerald Fennell per il copione di Una donna promettente. Sarà questo l’unico premio per il film, la cui sceneggiatura prevale su quella di Aaron Sorkin, favorito della vigilia con Il processo ai Chicago 7 , vincitore del Golden Globe nella categoria. E l’Italia? Il nostro paese esce ancora una volta con le ossa rotte dalla manifestazione. Notturno non entra nemmeno nella cinquina finale del miglior film internazionale (è il danese Un altro giro che un commosso Thomas Vinterberg dedica alla figlia scomparsa in un incidente d’auto). Le nostre speranze si aggrappavano Laura Pausini, elegantissima in nero e in gara con Io sì (Seen) tratta da La vità davanti a sè di Edoardo Ponti (sconfitta da Fight for you di H.E.R., puoi ascoltarla qui sotto) e a Pinocchio, nominato per gli splendidi costumi di Massimo Cantini Parrini, e il trucco, opera di Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti. I riconoscimenti per trucco e costumi vanno a Ma Rainey’s Black Bottom , suscitando l’indignazione di Gianni Canova, critico cinematografico italiano dagli studi di Sky, dove è intervenuto per commentare la serata. Raggiunto da noi sul suo profilo Instagram, alla sua delusione fa eco quella della nostra redazione.
La sensazione è che i premi Oscar 2021 siano stati distribuiti col bilancino, per non scontentare nessuno a parte Aaron Sorkin. Judas and The Black Messiah ottiene le statuette per l’attore non protagonista Daniel Kaluuya e per la canzone di cui già si è detto, Mank s’impone per scenografia e fotografia (e ci mancherebbe altro), Soul manda all’incasso per la Disney i soliti Oscar per il film d’animazione e la colonna sonora (insieme con Trent Reznor e Atticus Ross che competevano anche per la colonna sonora di Mank, viene premiato il compositore di colore Jon Baptiste), Tenet di Cristopher Nolan porta a casa il premio agli strabilianti effetti speciali, che al di là dei buchi di trama è uno dei pochi film ad essere uscito in sala l’anno scorso. Minari strappa invece il trofeo in una categoria aperta come quella dell’attrice non protagonista, privata dell’ingombrante presenza dell’esclusa eccellente Jodie Foster: Yuh-Jung Youn ringrazia stupita e deliziata Brad Pitt che ha presentato il premio (e ha prodotto il film con la sua Plan B Entertainment: a differenza di Parasite, Minari è un film molto più americano di quanto il marketing ci voglia far credere, dato che il regista è un naturalizzato statunitense).
Tra i documentari fa sensazione che si imponga Il mio amico in fondo al mare, prodotto da Netflix. L’opinione generale è che forse avrebbero meritato considerazione argomenti più seri come la disabilità (Crip Camp) o la redenzione personale (Time). Se esistesse un premio per il miglior siparietto lo vincerebbe a mani basse Glenn Close la quale, interrogata sulle canzoni da Oscar, ha improvvisato un twerking niente male, strappando gli applausi dei divertiti presenti. Il commovente momento In Memoriam (sottolineato da un’inappropriato motivetto allegro di Stevie Wonder, qui sotto il filmato originale) riporta la serietà, ricordando la scomparsa di Sean Connery, Michel Piccoli, Olivia De Havilland e anche del Maestro Ennio Morricone, del produttore Alberto Grimaldi e del genio della fotografia Giuseppe Rotunno.
https://youtu.be/oavHZ0L_vwg
Il trionfatore degli Oscar 2021, dopo il Leone d’Oro, il Golden Globe e la messe di premi mietuta in tutto il mondo è Nomadland di Chloé Zhao, miglior film dell’anno sulle comunità di nomadi attraverso gli Stati Uniti e un poetico studio dei personaggi sui dimenticati e gli emarginati. L’annuncio di Rita Moreno è stato dato curiosamente prima delle categorie riservate agli attori protagonisti. Il film vince anche per la regia (Zhao è la seconda donna della storia ad essere premiata dopo l’exploit di Katryn Bigelow con The Hurt Locker) e per l’attrice Frances McDormand, al suo terzo Oscar da protagonista dopo le vittorie ottenute per Fargo nel 1997 e per Tre manifesti a Ebbing, Missouri nel 2018. Anche questo è un riconoscimento a sorpresa: le favorite erano Andra Day per The United States vs. Billie Holiday e la straordinaria Vanessa Kirby di Pieces of a Woman. Dal palco, dopo i ringraziamenti, la vincitrice lancia un appello accorato per il cinema, esortando gli spettatori a tornare in sala al più presto per vedere il suo film e tutti gli altri in concorso: non potremmo essere più d’accordo (sotto il filmato).
https://youtu.be/f_hVjpC–no
Il miglior adattamento è quello di The Father, film potente sul morbo di Alzheimer che conta sulla recitazione ispirata di Olivia Colman e soprattutto di Anthony Hopkins che alla fine della serata vince il secondo Oscar da protagonista della carriera, ringraziando nel video il suo avversario più valido, quel Chadwick Boseman che con la sua prova estrema in Ma Rainey’s Black Bottom , pochi mesi prima di morire ha lasciato un vuoto che non sarà facile colmare. La vittoria di Hopkins, annunciata da Joaquin Phoenix, che ha ritirato la statuetta per l’attore britannico assente, ha spiazzato addetti ai lavori e critici e pare abbia scompigliato i piani dell’Academy. Si è saputo poi che Sir Anthony (in basso il suo discorso, diffuso anche via social) si era offerto di partecipare alla cerimonia collegandosi via Zoom, proposta che è stata rifiutata dagli organizzatori della cerimonia. Le possibili motivazioni dietro la mancata affermazione del protagonista di Black Panther sono due: l’esclusione di Ma Rainey’s Black Bottom dalle nomination per il miglior film e l’uscita di The Father a febbraio, mentre il film di George C. Wolfe era già disponibile da novembre su Netflix. Dopo tanti mesi la risposta emotiva dei votanti per la morte di Boseman potrebbe essersi un po’ affievolita.
L ‘elenco dei 23 premi Oscar 2021 assegnati nella notte, in grassetto i vincitori:
Miglior film
The Father
Judas and the Black Messiah
Mank
Minari
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Miglior regia
Thomas Vinterberg, Un altro giro
David Fincher, Mank
Lee Isac Chung, Minari
Chloe Zhao, Nomadland
Emerald Fennell, Una donna promettente
Miglior attrice protagonista
Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces of a Woman
Frances McDormand, Nomadland
Carey Mulligan, Una donna promettente
Miglior attore protagonista
Riz Ahmed, Sound of Metal
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari
Migliore attrice non protagonista
Maria Bakalova, Borat – Seguito di film cinema
Glenn Close, Elegia americana
Olivia Colman, The Father
Amanda Seyfried, Mank
Yuh-Jung Youn, Minari
Miglior attore non protagonista
Sacha Baron Cohen, Il processo ai Chicago 7
Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah
Leslie Odom, Jr., Quella notte a Miami…
Paul Raci, Sound of Metal
Lakeith Stanfield, Judas and the Black Messiah
Miglior sceneggiatura originale
Judas and the Black Messiah
Minari
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Miglior sceneggiatura non originale
Borat – Seguito di film cinema
The Father
Nomadland
Quella notte a Miami…
La tigre bianca
Miglior fotografia
Erik Messerschmidt – Mank
Sean Bobbitt – Judas and the Black Messiah
Phedon Papamichael – Il processo ai Chicago 7
Joshua James Richards – Nomadland
Dariusz Wolski – Notizie dal mondo
Miglior film internazionale
Better Days, Hong Kong
Un altro giro, Danimarca
Collective, Romania
The Man Who Sold His Skin, Tunisia
Quo Vadis, Aida?, Bosnia ed Erzegovina
Miglior film di animazione
Onward
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Shaun, vita da pecora: Farmageddon
Soul
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi
Miglior documentario
Collective
Crip Camp – Disabilità rivoluzionarie
The Mole Agent
Il mio amico in fondo al mare
Time
Migliori trucco e acconciature
Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson – Ma Rainey’s Black Bottom
Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti – Pinocchio
Eryn Krueger Mekash, Matthew Mungle e Patricia Dehaney – Elegia americana (Hillbilly Elegy
Marese Langan, Laura Allen e Claudia Stolze – Emma
Gigi Williams, Kimberley Spiteri e Colleen LaBaff – Mank
Migliori costumi
Ann Roth – Ma Rainey’s Black Bottom
Alexandra Byrne – Emma
Massimo Cantini Parrini – Pinocchio
Bina Daigeler – Mulan
Trish Summerville – Mank
Miglior sonoro
Greyhound – Il nemico invisibile
Mank
Notizie dal mondo
Soul
Sound of Metal
Miglior cortometraggio
Feeling Through
The Letter Room
The Present
Due estranei
White Eye
Miglior cortometraggio animato
Burrow
Genius Loci
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Opera
Yes-People
Miglior cortometraggio documentario
A Concerto Is A Conversation
Do Not Split
Hunger Ward
A Love Song for Latasha
Colette
Migliori effetti speciali
Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher – Tenet
Nick Davis, Greg Fisher, Ben Jones e Santiago Colomo Martinez – L’unico e insuperabile Ivan
Sean Faden, Anders Langlands, Seth Maury e Steve Ingram – Mulan
Matthew Kasmir, Christopher Lawrence, Max Solomon e David Watkins – The Midnight Sky
Matt Sloan, Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox – Love and Monsters
Migliore scenografia
Donald Graham Burt e Jan Pascale – Mank
David Crank ed Elizabeth Keenan – Notizie dal mondo (News of the World)
Nathan Crowley e Kathy Lucas – Tenet
Peter Francis e Cathy Featherstone – The Father
Mark Ricker, Karen O’Hara e Diana Stoughton – Ma Rainey’s Black Bottom
Miglior montaggio
Mikkel E. G. Nielsen – Sound of Metal
Alan Baumgarten – Il processo ai Chicago 7
Giōrgos Lamprinos – The Father
Frédéric Thoraval – Una donna promettente
Chloé Zhao – Nomadland
Migliore colonna sonora
Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste – Soul
Terence Blanchard – Da 5 Bloods – Come fratelli (Da 5 Bloods)
Emile Mosseri – Minari
James Newton Howard – Notizie dal mondo (News of the World)
Trent Reznor e Atticus Ross – Mank
Migliore canzone originale
Fight For You – musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas) – Judas and the Black Messiah
Hear My Voice – musiche di Daniel Pemberton, testo di Daniel Pemberton e Celeste Waite) – Il processo ai Chicago 7
Husavik – musiche e testo di Savan Kotecha, Fat Max Gsus e Rickard Göransson – Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga
Io sì (Seen) – musiche di Diane Warren, testo di Diane Warren, Laura Pausini e Niccolò Agliardi – La vita davanti a sé
Speak Now – musiche e testo di Leslie Odom Jr. e Sam Ashworth – Quella notte a Miami…