Il complesso di Edipo, concetto originariamente elaborato da Sigmund Freud nell’ambito della teoria psicoanalitica, è quello che descrive come il bambino matura l’identificazione col genitore del proprio sesso e il desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto.
Detto in parole povere è quello che ogni bambina, durante la propria infanzia, attraversa e supera e consiste nell’idealizzare la figura del proprio padre a tal punto, da innamorarsene e volerlo sposare, divenendo persino gelosa della propria madre.
Con il tempo, il legame cambia e ogni ragazza, crescendo, prende la propria strada.
Esiste però un’atra tipologia di complesso, probabilmente non ancora studiato a fondo e che non passa mai, ed è quello del padre verso la figlia femmina.
Gelosia, possessività e controllo totale della sua vita: è questo che ogni padre auspica nei confronti della propria figlia, e sarebbe disposto a tutto pur di non perderla.
È per il tuo bene è la quarta pellicola di Rolando Ravello, in collaborazione con Medusa Film e Amazon Prime Video, generata da un prodotto spagnolo di cui è il remake, anche se dai tratti visibilmente ispirati dalla commedia all’italiana.
Un lungometraggio con un cast d’eccezione composto da Vincenzo Salemme, Claudia Pandolfi, Isabella Ferrari, Marco Giallini, Giuseppe Battiston e Valentina Lodovini e l’esordio del rapper Biondo e della sua musica trap connessa a doppio filo con le emozioni della storia e altalena pulsante di un vivo conflitto generazionale.
La trama
Arturo (Marco Giallini) è un avvocato di grido sposato con la sensuale Isabella (Isabella Ferrari), e la loro unica figlia, Valentina, è in procinto di convolare a nozze con il classico bravo ragazzo.
Sergio (Giuseppe Battiston), marito di Alice (Claudia Pandolfi), è dominato dalla rabbia ed è gelosissimo della figlia Sara.
Antonio (Vincenzo Salemme) infine è un poliziotto sposato con Paola (Valentina Lodovini) e padre della musicista in erba Marta.
Isabella, Alice e Paola sono sorelle, e i tre cognati hanno in comune l‘amore smisurato per la rispettiva figlia unica, nonché l’ostilità feroce verso il nuovo oggetto del desiderio di ognuna di loro. Valentina infatti diserta il matrimonio per amore di una ragazza di colore, vegana ed ecologista militante; Sara intreccia una relazione con un fotografo dongiovanni che ha quasi l’età di suo padre, e Marta si innamora di un rapper. I cognati dunque si coalizzano per “cacciare gli invasori” e restituire le figlie all’affetto paterno.
Tre padri, tre madri, tre figlie
La fortuna di questa commedia è senz’altro nella chimica creata fra le coppie di sposi e fra i tre cognati.
La coppia recitativa che funziona meglio è senz’altro quella Battiston-Pandolfi che lascia trapelare un po’ di doloroso realismo anche se alcune scene sono sicuramente esasperate come quella in cui Sergio, in preda alla rabbia, distrugge la propria auto a martellate
“ancora 22 rate da pagare”
Battiston d’altronde, che abbiamo apprezzato in pellicole come Finché c’è prosecco c’è speranza e Perfetti sconosciuti ci ha sempre abituati a ruoli molto di carattere e vuoi per la presenza fisica, vuoi per quell’espressione da orso buono, in questa storia interpreta perfettamente il ruolo del padre innamoratissimo della propria figlia, che perde letteralmente la testa quando di accorge che sta per perderla.
Come un toro, vede tutto rosso, e neanche i sapienti consigli della moglie riescono a placare la sua ira.
“Perché sono l’ultimo a scoprire le cose ? Perché non ti controlli.“
Di contralto c’è Alice, donna molto paziente o forse no, l’unica in grado di farlo ragionare ma non sempre; davvero divertente la scena in cui Sergio fa letteralmente volare fuori dal bar il neo-fidanzato della figlia, dopo aver scambiato con lui goliardiche battute sui suoi trascorsi da navigato donnaiolo.
La coppia Giallini/Ferrari è quella forse più sconvolta e colpita dagli improvvisi colpi di testa della figlia; troppi cambiamenti da accettare, tutti insieme e alla fine chi ci rimette di più è il povero Arturo, che fra infarti e galera è disposto a tutto pur di fare felice la sua bella Valentina.
Il suo accento romano, quella battuta sempre pronta, quel sarcasmo congenito, sono il suo marchio di fabbrica e anche in questo ruolo non si smentisce.
Davvero comica una delle ultime scene in cui viene portato in questura a bordo di una volante, con la flebo che fuoriesce dal finestrino.
Sua moglie Isabella è forse il personaggio più sottotono, quello meno coinvolto della vicenda e il suo unico ruolo è quello di consolare le pene della figlia che, in n sol colpo, si svela lesbica, ecologista e innamorata di una ragazza di colore.
La coppia più ponderata, è quella Salemme/Lodovini il cui unico problema è quello di sbarazzarsi del rapper Biondo.
Antonio è un uomo di legge, integerrimo e onesto, ma in 96 minuti riesce ad infrangere un numero di leggi sufficienti a fargli quasi perdere tutto.
Sua moglie Paola quasi subito passa dalla parte del nemico, così si trova a combattere la sua battaglia da solo, con i due fidi cognati e alla fine anche loro lo abbondano perchè si rendono conto che, forse, la cosa più importante è vedere le proprie figlie felici.
Questi tre padri disperati e tremendamente gelosi delle loro “bambine”, come i moschettieri al grido di “uno per tutti, tutti per uno”, mettono su una vera e propria banda per sconfiggere chi insidia il loro bene più prezioso.
“Guerra sia. È per il loro bene.“
Il braccio (Sergio), la mente (Antonio) e il finanziatore (Arturo) ne combinano davvero di tutti i colori e ci fanno ridere di gusto; la chimica fra i tre attori è davvero riuscita, in un perfetto bilanciamento fra recitazione e sketch comici, tra cui spicca la scena in cui i tre protagonisti si nascondono nel bagno della scuola.
Le polemiche
È per il tuo bene prima ancora che per il cast eccezionale e la storia tutta da ridere, ha però alimentato non poche polemiche, già della conferenza stampa di presentazione.
Nel poster del film infatti, erano presenti i soli nomi degli attori e completamente omessi quelli delle attrici.
A farlo notare per prima era stata Selvaggia Lucarelli tweettando:
“Esce un film su tre uomini che sentono messa in discussione “la loro potenza”. Sarà per ripristinarla che hanno tolto i nomi delle donne dalla locandina, immagini”.
Con puntuale ironia Selvaggia aveva messo il dito sulla piaga e scatenato i social.
Paola Concia, ex deputata, aveva poi aggiunto:
“Le maggiori responsabilità di questa cosa sono le attrici che l’hanno accettata, sia chiaro”.
E a chi aveva suggerito, nei commenti, che potesse essere tutta una strategia di marketing, l’ex onorevole aveva risposto:
“Peggio me sento”.
Medusa invece, distributrice del film, dopo essersi scusata per l’accaduto aveva parlato di un erore dovuto alla fretta.
“Un cartonato preparato in fretta e furia per la conferenza stampa (virtuale). Ci scusiamo, nessun intento discriminatorio: la locandina ufficiale vede tutti i nomi in cartellone”.
Il film È per il tuo bene è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, e se non sei abbonato, puoi farlo cliccando qui.
In conclusione
Il risultato è godibile, per tutta la famiglia, e anche la storia in sì potrebbe apparire banale, il colorito delle battute e di alcune scene, lo rende divertente e spassoso.
Di contro, temi molto profondi come l’omosessualità, il razzismo e i problemi familiari vengono affrontati con ironia e comicità:
“Abbiamo lavorato sui rapporti tra i tre amici”
ha detto Fabio Bonifacci, co-autore della sceneggiatura insieme a Ravello,
“Abbiamo raccontato la rabbia, l’odio per i ricchi e i vincenti e il sottile disprezzo verso i perdenti. Il personaggio di Biondo lo abbiamo trasformato in un rapper, perché sono figure capaci di parlare ai ragazzi con lingue che non sempre riusciamo a comprendere ma efficaci”.
La buona regia di Ravello, in grado di gestire i ritmi comici come raramente succede nel cinema contemporaneo italiano, si mescola ad una storia di amore paterno portato all’eccesso e per questo ancora più divertente.
Una recitazione armonica per un conflitto ironico e divertente, tra autorevolezza reale e presunta e scambi di “ruolo” godibili e vivaci. Un film leggero e forse senza ambizioni, se non regalare un po’ di semplice e seppur banale spensieratezza, che accompagna anche le note malinconiche del rapper Biondo.
“Sono ciò che sono, non sono ciò che ti aspetti. Mia madre mi ripete che lo fa per il mio bene, ma io ho le spalle forti per il tuo bene.“