Gangs of New York (Id.)
Regia: Martin Scorsese; soggetto: Jay Cocks; sceneggiatura: Jay Cocks, Steven Zaillian, Kenneth Lonergan; fotografia (colore): Michael Ballhaus; scenografia: Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Stefano Maria Ortolani; costumi: Sandy Powell; trucco: Giorgio Gregorini, Manlio Rocchetti, Aldo Signoretti, Maurizio Silvi; colonna sonora: Howard Shore con le canzoni di Bono e Peter Gabriel ; effetti speciali: R. Bruce Steinheimer, Michael Owens, Edward Hirsh, Jon Alexander; montaggio: Thelma Schoonmaker; interpreti: Leonardo DiCaprio (Amsterdam Vallon), Daniel Day-Lewis (William “Bill il Macellaio” Cutting), Cameron Diaz (Jenny Everdeane), Liam Neeson: (“Prete” Vallon), Jim Broadbent (William M. Tweed), John C. Reilly (Happy Jack Mulraney), Henry Thomas (Johnny Sirocco), Brendan Gleeson (Walter “Monk” McGinn), Stephen Graham (Shang), Lawrence Gilliard Jr. (Jimmy Spoils), Gary Lewis (McGloin), Roger Ashton-Griffiths (P.T. Barnum), Cara Seymour (Maggie l’Arpia), Eddie Marsan (Killoran), Alec McCowen (Reverendo Raleigh), David Hemmings (Sig. Schermerhorn), Barbara Bouchet (Sig.ra Schermerhorn); produzione: Alberto Grimaldi, Harvey Weinstein per Miramax, Alberto Grimaldi Productions; origine: USA/Italia – 2002; durata: 168′.
Trama
New York, quartiere di Five Points, 1846. Si consuma per le strade lo scontro fra i ‘Nativi’, nazionalisti e protestanti di origine, guidati da William Cutting, detto ‘Bill il Macellaio’ (Day Lewis) e i Conigli Morti, di origine irlandese e cattolici, guidati da ‘Prete’ Vallon (Neeson). Il primo uccide il secondo ma ne risparmia il figlio bambino, spedendolo in riformatorio. Nel 1862, al compimento della maggiore età, il giovane Vallon (DiCaprio) fa ritorno a Five Points, allo scopo di vendicarsi. Per non farsi riconoscere usa lo pseudonimo di ‘Amsterdam’. Grazie alla banda di Johnny, un criminale del luogo, il ragazzo riesce a incontrare il Macellaio, ma il carisma dell’uomo e il rispetto che ispira lo convincono a desistere, anche perchè si innamora di una sua protetta, la borseggiatrice Jenny (Diaz).
Ignorando la sua identità, il Macellaio prende in simpatia il giovane fino a nominarlo suo braccio destro. Il suo prestigio tra i ‘Nativi’ si accresce quando salva la vita di Bill durante un attentato a teatro. Walter ‘Monk’ McGinn, ex malvivente irlandese che 16 anni prima si era battuto con Vallon, lo affronta e ricorda ad Amsterdam l’amore che il padre provava verso il suo popolo. Egli allora decide di uccidere Bill, durante le celebrazioni per la vittoria di 16 anni prima sugli irlandesi. Johnny però, geloso della relazione fra Amsterdam e Jenny, svela al Macellaio la vera identità del suo braccio destro. Durante la festa Bill lo provoca ferendo Jenny, il giovane lo attacca ma l’uomo se lo aspetta e riesce a parare il colpo. Disarmato, il ragazzo viene posto su un tavolo, dove Bill lo massacra di botte. Contro il parere dei suoi però lo risparmia una seconda volta, marchiandogli a fuoco il volto.
Jenny lo accudisce durante la convalescenza finchè McGinn non gli consegna il rasoio di suo padre, che risveglia il suo orgoglio. Insieme con Johnny e altri criminali rifonda i Conigli Morti, cui si uniscono gli immigrati irlandesi e stringe un patto con un politico locale di fede democratica per far candidare Monk come sceriffo e mettere fine alle violenze subite dagli irlandesi. Bill fa pestare Johnny, anche se ormai quest’ultimo è stato allontanato da Amsterdam che ha scoperto il suo tradimento, per mandare un avvertimento. Monk viene eletto ma è sfidato da Bill che lo uccide in pubblico.
A questo punto un nuovo scontro è inevitabile, ma in città scoppiano disordini a causa della leva obbligatoria imposta dal governo per far fronte alla Guerra di Secessione. La folla inferocita massacra uomini di colore e cittadini illustri. Il governo interviene, ordinando alle cannoniere della Marina di bombardare la città. Bill viene ferito gravemente e muore per mano di Amsterdam, col quale si riconcilia in punto di morte. In seguito l’esercito, per sedare la sommossa spara sulla folla. Dopo quattro giorni e quattro notti di sanguinosi scontri a terra giacciono numerosi membri delle due bande.
Amsterdam seppellisce il Macellaio accanto al Prete e decide di partire con Jenny per il West. Le due tombe vengono dimenticate e coperte dalla vegetazione, mentre intorno l’aspetto della città cambia, fino a mostrare lo skyline di Manhattan, dominato dalle Torri Gemelle.
Una grande saga violenta tra finzione e realtà
L’idea di un film come Gangs of New York affascina Martin Scorsese fin dagli anni ’70. Documentandosi, si imbatte nel saggio del giornalista Herbert Asbury, pubblicato nel 1928 e intitolato The Gangs of New York: An Informal History of the Underworld, che lo entusiasma: una ricostruzione della guerra tra bande avrebbe il potenziale di mostrare le origini violente della democrazia negli Stati Uniti. Il progetto iniziale, a lungo rimandato a causa delle ingenti spese che avrebbe richiesto la ricostruzione della New York dell’epoca, avrebbe previsto come interpreti Meryl Streep e Robert De Niro.
Nel 1979 riesce ad aggiudicarsi i diritti cinematografici del libro di Asbury ma i tempi non sono ancora maturi. Solo vent’anni più tardi, grazie all’accordo siglato da Scorsese col potente co-presidente della Miramax Films Harvey Weinstein, può partire la lavorazione del film, non prima che Dante Ferretti abbia realizzato negli studi di Cinecittà a Roma una scenografia imponente, ricostruzione fedele basata sui dipinti dell’epoca, di oltre un miglio della New York del 1800, comprendente i quartieri di Five Points e Lower Manhattan.
Il budget è faraonico, stimato in 97 milioni di dollari, per un vero kolossal con attori di grido come il premio Oscar Daniel Day Lewis. Perfezionista maniacale, per impersonare Bill ‘il Macellaio’ (basato su un personaggio realmente esistito, William Poole) si rifiuta di uscire dal personaggio per tutta la durata delle riprese, impara a tagliare la carne e a lanciare coltelli, rifiutando all’inizio persino di curarsi una polmonite con farmaci moderni. Nel cast ci sono anche Leonardo DiCaprio e Cameron Diaz, che fanno del loro meglio per essere credibili.
Tutti loro sono però oscurati dall’imponente affresco costruito da Scorsese allo scopo di mostrare allo spettatore, attraverso l’America ottocentesca, le contraddizioni e gli scontri razziali che la democrazia non ha placato nell’America di oggi. Ai Golden Globe Gangs of New York conquista due premi alla regia e alla canzone degli U2 The Hands that built America, presentandosi alla Notte delle Stelle con dieci candidature.
Il racconto del redattore
Il miglior film dell’anno per l’Academy è Chicago di Rob Marshall. Un musical di livello, senza dubbio, molto meno scomodo di Gangs of New York o del drammatico Babel, secondo film americano di un futuro beniamino degli Oscar come Alejandro González Iñárritu. Per certi versi affine al lavoro di Scorsese, Babel al kolossal della Miramax ha strappato il Golden Globe per il miglior film drammatico. Alla fine Gangs of New York è il grande deluso della serata con dieci nomination che non approdano a nulla.