Povere Creature!; Regia: Yorgos Lanthimos; sceneggiatura: Tony McNamara; musiche: Jerskin Fendrix; scenografia: James Price, Shona Hwat; costumi: Holly Waddington; trucco: Nadia Stacey; fotografia: Robbie Ryan; montaggio: Yorgos Mavropsaridis; cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla, Kathryn Hunter e Margaret Qualley; Compagnia di produzione: Element Pictures; paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Irlanda, 2023; durata: 141’
Povere Creature!, la trama
Al centro della trama del nuovo film di Yorgos Lanthimos c’è Bella Baxter (Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dal Dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), uno scienziato fuori dal comune e dal volto sfigurato che le innesta un cervello infantile. Bella inizia così un graduale percorso di crescita, protetta da Godwin e dall’assistente Max (Ramy Youssef), e sviluppa un’innocente quanto naturale propensione al piacere fisico.
Promessa in sposa a Max, Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), l’avvocato incaricato di redigere il contratto matrimoniale, imbarcandosi in una rocambolesca avventura in giro per il mondo. Scevra di ogni tipo di pregiudizio e inibizione, Bella attraverso nuovi incontri ed esperienze acquisisce sempre più consapevolezza di sé e della realtà intorno a lei.
Povere Creature!, la recensione
A cinque anni di distanza da La Favorita, Lanthimos torna dietro alla macchina da presa per un film che adatta l’omonimo romanzo di Alasdair Gray e che si presenta come un bizzarro racconto di formazione. Lo spunto per questa storia, che parte dalla Londra vittoriana, è chiaramente il mito di Frankenstein, come sembra suggerire anche l’utilizzo del bianco e nero nella parte iniziale del film.
A ricordare l’aspetto del celebre mostro è però la faccia del Dottor Godwin (vessato durante l’infanzia dagli esperimenti del padre, come ci viene raccontato lungo tutto il film con un’ironia caustica), non Bella: lei è una ragazza di bell’aspetto, interpretata ottimamente da Emma Stone, che ben presto si lascia totalmente andare alle pulsioni sessuali di cui è preda; tale caratteristica è accompagnata da una spiccata purezza e da un’assenza di sovrastrutture che la rendono una scheggia impazzita all’interno di quella che nel film viene definita a più riprese “la buona società”.
In Povere Creature! assistiamo a una vera e propria crescita della protagonista, che non si denota solo dall’evidente arricchimento del vocabolario usato dal personaggio col passare dei minuti. Bella è caratterizzata da una grande volontà di apprendere e di fare nuove esperienze, si avvicina alla realtà con l’innocenza degna di un Pinocchio. Ben presto questa purezza si scontra con la complessità del mondo. B
ella, inizialmente interessata unicamente alla soddisfazione primordiale del proprio piacere fisico, pian piano inizia a interrogarsi su nozioni esistenziali ed etiche; si dà alla lettura; assiste con i propri occhi alle iniquità socio-economiche della Terra e acquisisce una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Nonostante i momenti bui provocati dal maggiore grado di comprensione raggiunto, il personaggio non perde mai la sua primigenia bontà e continua ad essere propositivo, incarnando la perseveranza umana. Oltre a questo, Bella diventa soprattutto un simbolo dell’emancipazione femminile.
In un’annata cinematografica segnata dal successo planetario di Barbie e, in Italia, da quello di C’è Ancora Domani, è curioso constatare come anche Povere Creature! scelga di parlare di tematiche di genere adottando toni da commedia. Lanthimos in questo film utilizza infatti un registro grottesco molto marcato e un’ironia più diretta e divertente del solito, anche per ridicolizzare le ipocrite convenzioni sociali e l’atteggiamento di alcuni personaggi, attirati ma infine esasperati dall’atteggiamento libero e libertino di Bella, che non contempla in modo più totale la possessività o il controllo.
Noncurante dei giudizi altrui, la protagonista si serve naturalmente del sesso come strumento di piacere e poi di indipendenza; elemento che fa da contraltare agli atteggiamenti “tossici” o paternalistici di altri personaggi del film, soprattutto maschili.
In Povere Creature! il regista greco non rinuncia quindi al gusto per la provocazione, ma neanche a marchi di fabbrica del suo stile come l’ampio utilizzo di grandangoli e fish-eye, alla presenza di una colonna sonora dissonante e a un cast in stato di grazia scelto accuratamente. A queste caratteristiche si aggiunge l’inedita costruzione del mondo steampunk del film, fatto di scenografie volutamente artificiose e colori sgargianti e innaturali che rimandano a stati allucinatori.
Nonostante una parte finale eccessivamente ridondante, Povere Creature! diverte per la quasi totalità della sua durata e al contempo riesce a far scaturire riflessioni quanto mai attuali, con un approccio decisamente originale e coraggioso nel panorama odierno.