Un viaggio, suddiviso per decenni, tra colonne sonore talvolta dimenticate e altre indimenticabili. Il nostro viaggio temporale prosegue attraverso gli anni ’90
Gli anni ’90 passano un po’ in sordina nell’immaginario collettivo (forse perché succedono ai grandi anni ’80), in realtà sono molto significativi e pieni zeppi di grandi film con indimenticabili colonne sonore. Molti dei giovani contestatori degli anni ’60 e ’70 erano diventati nei ’90 intellettuali, professori universitari, artisti, politici, mantenendo idee progressiste. Hollywood seppe cogliere più prontamente degli anni sessanta le esigenze di questo pubblico impegnato, da una parte distribuendo film di produzione indipendente e dall’altra, a beneficio degli spettatori più tradizionali, continuando con la politica dei blockbuster. Persino Steven Spielberg ricominciò a realizzare film impegnati, seppur con una impostazione commerciale (Schindler’s list, 1993; Amistad, 1997). Salirono alla ribalta, sia come tematiche che come registi e attori, quei settori sociali tradizionalmente esclusi dal cinema USA e non valorizzati appieno nemmeno nel periodo ’65-’75: le donne, i neri, i latinos, gli omosessuali. Film con investimenti minimi divennero successi con il semplice passaparola o con un’abile strategia basata sulla rete (The Blair Witch Project, 1999).
Gli attori che emersero nel periodo avevano in comune straordinarie capacità recitative e non sempre (o non solo) attrattive fisiche. Tra questi: Tom Hanks, Jodie Foster, Jim Carrey, Robin Williams, Michelle Pfeiffer, Billy Crystal, Leonardo Di Caprio, Nicolas Cage, Keanu Reeves, Will Smith, Denzel Washington, Johnny Depp, Matt Damon, Kevin Spacey, Daniel Day-Lewis, Edward Norton, Juliette Lewis. Molti di loro inoltre erano impegnati politicamente ed in questo periodo per gli attori USA divenne quasi un obbligo prendere posizione su temi sociali e politici.
Negli anni ’90 emersero autori, come nel decennio ’65-’75, con uno stile riconoscibile ed un certo controllo sull’intero processo di realizzazione. Tra questi, quelli che maggiormente hanno saputo mantenere una certa continuità nel tempo sono Tim Burton (personaggi bizzarri e fuori dalle regole che costruiscono la propria rivincita in un’atmosfera favolistica), i fratelli Coen (ironia graffiante, un po’ cinica, con al centro personaggi eccentrici e una costruzione drammaturgica originale e dagli incastri perfetti) e Quentin Tarantino (un uso grafico e pulp della violenza, dialoghi frizzanti e personaggi inverosimili).
In Italia, l’unica nota storicamente rilevante è la nascita del cinepanettone. Un filone nato dalla voglia di leggerezza che si respirava in Italia e che, nel periodo natalizio, si trasferiva nelle sale… e di leggerezza ce n’era fin troppa.
Gli anni ’90 sono stati forse il periodo di massimo splendore per i blockbuster, quei film dai costi enormi ma dai guadagni ancora maggiori grazie alla massiccia distribuzione cinematografica, l’incalzante strategia pubblicitaria e soprattutto all’home video. Naturalmente grandi investimenti e qualità si riversarono anche nelle colonne sonore…ed è per questo che, ancora una volta, molti film sono rimasti fuori dalla nostra top-list pur fregiandosi di soundtrack di alto livello. Una lista infinita di titoli come Jurassic Park, Il silenzio degli innocenti, Matrix, Ghost, Armageddon, La leggenda del pianista sull’oceano, Aladdin, La bella e la bestia, Le iene, Pulp fiction, Trainspotting, Romeo + Juliet, Pretty woman…
Guardia del corpo (1992)
Disco di diamante negli USA, la soundtrack di Guardia del corpo risulta la colonna sonora più venduta di sempre. Un’infilata di canzoni tra le più belle del decennio, tutte di Whitney Houston, protagonista del film nonché una delle più belle voci femminili di sempre. Il brano portante è I will always love you, che ha attestato la vendita di 16 milioni di copie in tutto il mondo.
Philadelphia (1993)
Il regista Jonathan Demme chiese personalmente a Bruce Springsteen di realizzare la canzone principale del film, Streets of Philadelphia, nel tentativo di sensibilizzare il maggior numero possibile di persone sul delicato tema dell’AIDS di cui tratta la pellicola. Il brano che chiude il film è invece Philadelphia, eseguito da Neil Young. Per i loro lavori sia Springsteen che Young furono candidati al premio Oscar come migliore canzone, tuttavia alla fine a trionfare fu Springsteen.
Schindler’s list (1993)
Uno dei fattori che ha sicuramente contribuito al successo di Schindler’s list è quello della colonna sonora composta da John Williams, considerata da molti la sua opera migliore. Rispecchia con accuratezza la notevole capacità di Spielberg di saper conferire una dimensione umana all’inumano con l’essenzialità a farla da padrone. Credo sia in assoluto il tema più struggente della storia del cinema, che associato alle immagini del film dovrebbe far commuovere anche il più duro cuore di pietra.
Forrest Gump (1994)
Elvis Presley, i Doors, Joan Baez, Bob Dylan in una delle colonne sonore più famose e vendute di sempre, per uno dei film più famosi e belli di sempre…c’è bisogno di aggiungere altro?
Il postino (1994)
Composta dal grande Luis Bacalov, la colonna sonora de Il postino (ultima interpretazione di Massimo Troisi) contiene 17 tracce la cui proprietà intellettuale è stata riconosciuta anche a Sergio Endrigo, Riccardo Del Turco e Paolo Margheri.
Con queste musiche Luis Bacalov vinse l’Oscar per la miglior colonna sonora, con il celebre tema principale che è un’immortale esempio di poesia e struggente leggerezza.
Il Re Leone (1994)
Un classico Disney, in rappresentanza del periodo d’oro della casa di Topolino, con un’intramontabile colonna sonora, scritta da Hans Zimmer, con il contributo di Elton John e Tim Rice. La soundtrack ha vinto l’Oscar, così come Can you feel the love tonight come miglior canzone.
Braveheart (1995)
Durante Braveheart il cuore trema e batte più forte ascoltando gli archi ed i fiati, i canti dei cori e delle cornamuse, e i colpi delle percussioni della London Symphony Orchestra sullo sfondo della sanguinosa ribellione dello scozzese William Wallace a Re Edoardo I d’Inghilterra. Una soundtrack intrisa di storia e tradizione grazie al genio di James Horner.
La vita è bella (1997)
Il film Premio Oscar di Roberto Benigni conta sulle musiche di Nicola Piovani, vincitore di un altro Oscar proprio per la colonna sonora, con il brano di punta La vita è bella successivamente interpretato (con l’aggiunta del testo) dalla cantante israeliana Noa con il titolo Beautiful that way.
Titanic (1997)
E pensare che inizialmente James Cameron voleva Enya come compositrice delle musiche del film Titanic. Se lei non avesse rifiutato, la scelta non sarebbe ricaduta su James Horner, che non avrebbe quindi scritto la hit delle hit di Celine Dion: My heart will go on, premio Oscar per la miglior canzone. Potente ed inconfondibile.