Quentin Tarantino compie oggi 61 anni. Il celebre cineasta, nato a Knoxville il 27 marzo del 1963, da tempo dichiara di essere in procinto di abbandonare il mondo del cinema, a cui tuttavia sembra legato come non mai. Cosa dovremmo aspettarci dai prossimi progetti del regista?
C’ERA UNA (ULTIMA) VOLTA A HOLLYWOOD…
Tarantino ha più volte espresso la volontà di ritirarsi prima che inizi una fisiologica parabola discendente, dopo aver completato la sua decima opera: attualmente è a quota nove, visto che guarda ai due volumi di Kill Bill come a un unico grande film, avendoli girati contemporaneamente. Il regista, nelle interviste, è solitamente un fiume in piena e non si è mai risparmiato nell’annunciare film in seguito mai realizzati, possibili progetti in cantiere e suggestioni che magari ha considerato solo per un breve momento. Per questo, le discussioni sull’opera che avrebbe rappresentato il suo probabile commiato al cinema sono state alimentate dalle parole del regista stesso.
Negli anni passati, a quanto pare, ha accarezzato l’idea di tornare nel mondo di Kill Bill per un terzo capitolo, anche grazie alla carriera in ascesa della figlia di Uma Thurman, Maya Hawke; poi ha rivelato di aver pensato di chiudere la carriera con un remake del suo primo film, Le Iene, ma con un cast interamente formato da attori afroamericani. Un’altra idea valutata negli ultimi anni, ma finita con un nulla di fatto riguarda la sua visione per un film di Star Trek, un progetto definito come “Pulp Fiction nello spazio” che lo avrebbe comunque portato a misurarsi con il genere fantascientifico, fuori dalla sua comfort zone.
In seguito, Tarantino ha espresso la sua soddisfazione per l’ultimo film da lui girato (C’era una volta a… Hollywood), che considera il suo lavoro migliore, dichiarando che già quello potrebbe essere considerato un addio al mondo del cinema, mentre il vero e proprio ultimo film sarà probabilmente da considerarsi come un epilogo, un progetto dalle dimensioni minori.
Cosa farà dopo il ritiro? Tarantino non ha certamente intenzione di sparire, ed ha rivelato che potrebbe dedicarsi al teatro, al girare serie televisive o alla saggistica sul cinema. La serialità può evidentemente aspettare: anni fa disse di aver scritto le sceneggiature di alcuni episodi di Bounty Law, la fittizia serie in bianco e nero che ha per protagonista Rick Dalton, il personaggio di DiCaprio in C’era una volta a… Hollywood.
Alla fine del 2022 dichiarò inoltre, nel corso dell’ospitata in un podcast, di essere in procinto di preparare una serie di otto episodi, per il momento evidentemente accantonata. Il Tarantino scrittore, invece, ha già fatto il suo esordio, prima con il romanzo tratto da C’era una volta a… Hollywood e poi con il saggio Cinema Speculation, in Italia entrambi editi da La Nave di Teseo.
QUENTIN TARANTINO, DA MOVIE CRITIC…
Quentin Tarantino sin dagli esordi si è distinto come regista-cinefilo per eccellenza, e oltre alle innumerevoli dichiarazioni fatte nel corso degli anni, ha sempre trattato la materia cinematografica anche all’interno dei suoi film: citazioni, omaggi, rimescolamenti di generi sono all’ordine nel giorno nella filmografia di Tarantino. Questo gioco postmoderno attraverso cui il regista ha unito il cosiddetto “Cinema di Serie A” ai “B-movies” ha sin dal primo momento costituito la base della poetica tarantiniana.
Questo è cambiato con C’era una volta a… Hollywood, in cui il discorso sul cinema viene finalmente esplicitato: Tarantino con quel film non parla di cinema solo attraverso il ricorso ai generi che ama da sempre, ma lo fa mettendo finalmente in primo piano i set, gli attori e quella Hollywood sognante (il film, già a partire dal titolo, ha un impianto favolistico) che ha segnato la sua infanzia.
In tutti i film di Tarantino vari personaggi, a prescindere dal proprio mestiere, per preservare la propria sopravvivenza, fingono di essere qualcun altro: dal Mr. Orange de Le Iene fino ai protagonisti di Django Unchained e The Hateful Eight. Tutti i personaggi di Tarantino sono inconsapevolmente degli attori. In C’era una volta a… Hollywood tutto ciò diventa letterale e Tarantino sceglie di mettere in mostra quei mestieri e il mondo del cinema in modo più diretto. Passare dal rendere omaggio ai propri riferimenti cinematografici a parlarne, mostrarli e celebrarli è il passaggio finale della carriera di Tarantino, sempre più autoindulgente, ma anche più maturo.
Già nella novellizzazione del suo ultimo film, il regista dedica un intero capitolo alle opinioni di Cliff Booth (il personaggio di Brad Pitt nella pellicola) sul cinema di quel tempo e sulle filmografie di famosi registi stranieri. L’intero romanzo contiene numerosi riferimenti a film, attori e registi realmente esistiti.
In Cinema Speculation, il suo saggio sul cinema americano degli anni ’70, Tarantino racconta la nascita della sua passione per il grande schermo, le visioni che lo hanno segnato e le esperienze più indimenticabili avute da spettatore di quell’epoca, ma assume anche un ruolo da critico cinematografico. Dalle pagine del libro emerge benissimo tutto l’amore provato da Tarantino (oltre che per gli attori) proprio per la figura del critico, dai più famosi (come Pauline Kael) ai meno.
Contemporaneamente inaugura il suo podcast The Video Archives (dal nome del videonoleggio in cui ha lavorato prima di fare il regista) insieme all’amico e co-sceneggiatore di Pulp Fiction Roger Avery. Anche qui Tarantino assume in un certo senso i panni di critico, nonostante i toni informali e giocosi. Non stupisce allora apprendere l’argomento di quello che dovrebbe essere, davvero, il suo ultimo film.
…A THE MOVIE CRITIC
Come confermato più volte dal regista in persona, il suo ultimo film sarà The Movie Critic, di cui non si conoscono molti dettagli, se non che Brad Pitt dovrebbe far parte del cast. Smentendo il rumor secondo cui il film sarebbe stato dedicato alla figura di Pauline Kael, Tarantino ha dichiarato che il protagonista sarà ispirato in effetti a un critico davvero esistito, ma meno famoso, e l’identikit fatto dal regista sembra essere quello di William Margold, scrittore di recensioni accattivanti su un giornale di bassa lega e personalità del mondo pronografico.
Il film non racconterà una storia di vendetta e il protagonista, descritto come un critico cinematografico sboccato e irriverente che può ricordare in parte il Travis Bickle di Taxi Driver, si muoverà nella California di fine anni ’70. Tarantino continuerà quindi ad omaggiare il suo decennio cinematografico preferito, continuando il percorso intrapreso di cui si è parlato poc’anzi. Alcuni dei film al centro di Cinema Speculation potrebbero apparire in The Movie Critic, stando a quanto rivelato da Paul Schrader: il regista e sceneggiatore ha dato il “permesso” a Tarantino di rigirare il finale di Rolling Thunder, uno dei film preferiti dal regista nato a Knoxville.
Il decimo film di Tarantino si preannuncia dunque come un’ulteriore esplicitazione del suo amore per il cinema e per quel decennio che ha segnato profondamente la sua poetica, ma anche come un film forse più intimo dei precedenti. In attesa di saperne di più, auguri Quentin, e cento di questi ripensamenti!