Visto l’attuale grande successo dei biopic, i film che raccontano la vita e le opere di grandi artisti della scena musicale (e non solo), il fatto che qualcuno si interessasse a produrre un film su Michael Jackson, era davvero solo questione di tempo. Di certo non molti si aspettavano che quel qualcuno sarebbe stato Graham King, già produttore di Bohemian Rhapsody, gigantesco successo del 2018 che racconta la nascita dei Queen e in particolar modo del suo frontman, Freddie Mercury, interpretato da uno straordinario Rami Malek (Mr. Robot) e diretto da Bryan Singer (X-Men). Il film in questione ha raggiunto un incasso globale di oltre 900 milioni di dollari e si è guadagnato ben quattro premi Oscar.
Graham King, noto per aver prodotto anche alcuni di film di Martin Scorsese, ha stretto un accordo con la Michael Jackson Estate, la società proprietaria dei diritti di immagini e dei brani della star, facente capo ai familiari di Michael Jackson. Oltre alla sua vita artistica, il film scenderà in particolar modo nei dettagli riguardanti il lunghissimo processo che ha portato l’attenzione mediatica di tutto il mondo sul Re del Pop e riguardante alcune accuse di molestie sessuali ai danni di ragazzini nel suo parco di divertimenti “Neverland” che allo stesso tempo era l’abitazione di Michael Jackson.
Molti di questi dettagli sono già trapelati in un controverso e criticato documentario prodotto e diretto da Dan Reed e distribuito negli Stati Uniti da HBO Television, in due parti, a marzo di quest’anno, mentre in Italia è stato trasmesso su Nove il 19 e 20 Marzo. Oltre ad essere stato visto da oltre due milioni di persone nelle due serata di programmazione americana, dopo essere stato proiettato in anteprima al Sundance Festival, lo scorso 25 Gennaio, il docu-film è stato candidato a 5 Emmy Awards, vincendo quello nella categoria “Outstanding Documentary of Nonfiction Special”. Allo stesso tempo, oltre alle critiche dei fan che hanno definito il documentario un prodotto atto ad infangare la memoria dell’artista, ci sono state alcune controversie legate al comportamento dei principali protagonisti, Wade Robson e James Safechuck. Le immagini, secondo alcuni esperti di micro espressioni e linguaggio del corpo, corrisponderebbero in diversi momenti a segni di menzogna, senza contare che alcuni fatti raccontati dai due, non corrisponderebbero a verità per alcuni anacronismi, ad esempio zone in cui si sarebbero verificati dei fatti, non erano ancora esistenti nell’epoca di cui si parla. Di certo, in questo caso, il famoso “Bene o male, basta che se ne parli…” ha avuto un riscontro decisamente positivo, in termini di media.
Staremo a vedere se il biopic dedicato al grande Re del Pop, le cui canzoni indimenticabili sono ancora tra le più ascoltate della storia della musica moderna, sarà fedele a quanto raccontato da amici e familiari, oltre alle altre persone collegate direttamente a Michael Jackson. Certamente non si tratterà di un film “edulcorato” e restituirà quasi sicuramente un’immagine controversa dell’artista.
Ci vorrà ancora un bel po’ di tempo per la produzione del film, durante il quale avremo modo di conoscere la vita di altri grandi artisti, come Judy Garland, il cui biopic Judy, interpretato da Renée Zellweger, arriverà in Italia il prossimo Gennaio, o anche David Bowie la cui storia verrà raccontata in Stardust diretto da Gabriel Range e in arrivo non prima del 2021. Non emergono dettagli sul cast anche se, tra i nomi plausibili per il ruolo di Jacko, potrebbe esserci quello di Ephraim Sykes, che al momento è impegnato nella produzione di “MJ the Musical”, spettacolo teatrale in arrivo a Broadway nel 2020, in cui l’attore interpreta proprio il ruolo del Re del Pop.