La Marvel ha deciso che il mondo è pronto per un supereroe gay. Lo ha dichiarato Victoria Alonso, capo redattore della sezione cinema della nota testata fumettistica, parlando dell’ultimo progetto: The Eternals
Victoria Alonso, la donna che decide tutto quello che la Marvel realizza al cinema, è sicura, e lo ha dichiarato in una intervista a Variety: “Il nostro successo si basa su persone che sono incredibilmente diverse, perché noi non dovremmo preoccuparci di dare la giusta rappresentanza della diversità? Perché dovremmo voler rappresentare una sola tipologia di persone? Il nostro pubblico è globale, diverso e inclusivo. Se non facciamo attenzione alla diversità per il nostro pubblico falliremo; il mondo è pronto a un supereroe gay”.
Se il mondo è pronto per un eroe apertamente gay, come mai i governi sono apertamente omofobi? In Italia viviamo una situazione imbarazzante, ma anche negli States Trump non è esattamente una persona dalle vedute larghissime. Quelli che li hanno mandati a governare la penseranno più o meno come loro, no? Ergo la maggioranza della gente dovrebbe essere omofoba. E invece Victoria Alonso dice che il mondo è pronto. Misteri della democrazia.
Misteri a parte, la Marvel ha aperto i casting per The Eternals. I requisiti per interpretare il supereroe arcobaleno sono: “una età compresa tra i 30 e i 49 anni e un aspetto fisico che ricordi quello di un supereroe”.
A dirigere The Eternals sarà la regista cinese Clohé Zao. Il film narra le gesta dell’antica stirpe dei Celestial, creati appositamente da una popolazione aliena per difendere il pianeta Terra dai Deviant. Uno dei protagonisti, Sersi, è immortale e manipola l’energia cosmica.
A dire il vero c’è un altro personaggio LGBTQ
in un film tratto dai fumetti Marvel, Deadpool, ossia Testata Mutante Negasonica, una new X-Men, eroina interpretata da Brianna Hildebrand che, fra l’altro, ha fatto outing nel 2016. Ma questo sarebbe il primo eroe gay: un grande passo, considerato che, secondo mentalità e pregiudizi comuni, è più normale che un’eroina sia una virago piuttosto che un eroe sia ”effeminato”.
Comunque sia, è una bella notizia, perché il cinema arriva a molti; più dei libri, più dei fumetti. Non bisogna dimenticare che la Marvel, nel suo grande, sta facendo un buon lavoro nel campo della inclusione. È appena uscito Captain Marvel, il primo film con un’eroina protagonista assoluta. Dello scorso anno è Black Panther, con un cast tutto afroamericano, oltre al riferimento – magari non colto da tutti – al Black Panther Party, la storica organizzazione rivoluzionaria nera, che divenne nota grazie all’attivismo di Malcolm X e Martin Luther King e, soprattutto, per il gesto di Tommie Smith e John Carlos che, sul podio dei 100 metri a Città del Messico, nel 1968, alzarono il pugno guantato di nero.
Può darsi che l’obiettivo della Marvel sia solo quello di conquistare un pubblico ancora più vasto ma, in questi casi, non bisogna guardare tanto per il sottile. Visto che chi dovrebbe arginare l’ondata razzista, omofoba e sessista nelle sedi istituzionali non lo sta facendo, è giusto che la Marvel ci guadagni anche sopra.