David Bowie è un volto ed una voce indimenticabile nel panorama artistico. Un personaggio poliedrico che negli anni ha saputo dimostrare la sua versatilità, non soltanto nelle sonorità diverse che contraddistinguono la sua carriera musicale nelle sue varie fasi, ma anche nella forma d’arte scelta per esprimere il proprio talento e la propria personalità. Se in molti conosciamo David Bowie per i suoi capolavori della musica intramontabili come Heroes, Life on Mars? o Space Oddity, forse non tutti conoscono il suo notevole contributo anche nel mondo del cinema.
Non soltanto attraverso le sue canzoni che più volte hanno fatto parte delle colonne sonore di numerosi film, e che peraltro proprio qualche giorno fa sono state vendute per una cifra record di 250 milioni di dollari alla Warner Music, ma anche grazie ad alcune interpretazioni sul grande schermo. David Bowie ha più volte recitato in piccoli e grandi ruoli, in titoli più o meno conosciuti. Per chi ha seguito la sua carriera non sarà stata una sorpresa vedere il cantautore al cinema, David Bowie ha infatti sempre interpretato personaggi diversi durante la sua carriera musicale, creando vari alter ego tra cui Ziggy Stardust e il Duca Bianco.
La sua filmografia è davvero variegata, contando ruoli molto diversi tra loro in film altrettanto differenti. Purtroppo non si tratta di una lista molto lunga, costituita solo da una manciata di ruoli in cui David Bowie è stato protagonista, ed una serie di altri titoli in cui il cantante ha dovuto recitare soltanto per poche sequenze o, addirittura, è comparso come semplice cameo nei panni di se stesso, eppure, anche nei ruoli minori, la sua presenza sullo schermo è sempre stata magnetica.
Oggi, 8 gennaio, David Bowie avrebbe compiuto 75 anni e vogliamo ricordarlo come un’artista a tuttotondo, menzionando alcuni dei titoli più importanti in cui abbiamo avuto modo di vederlo alle prese con la recitazione.
The Image (1969): l’esordio di David Bowie
The Image rappresenta l’esordio di David Bowie come attore. Si tratta di un breve cortometraggio interamente muto per il quale il cantautore venne contattato prima ancora che si affermasse nel panorama musicale. Il regista Michael Armstrong aveva già preso contatti con Bowie per la composizione delle musiche per la commedia A Floral Tale, ispirata al mito greco di Orfeo, il quale sarebbe stato interpretato dallo stesso cantante.
Il progetto però non andò in porto e così, nel 1967, il regista iniziò a dedicarsi a The Image, un cortometraggio che segue la storia di un pittore ossessionato dal ragazzo da lui dipinto, tanto che il suo dipinto prende vita ed il soggetto inizia a perseguitarlo nella sua casa, quasi claustrofobica, come se fosse un fantasma di cui il pittore non riesce a sbarazzarsi. L’artista è interpretato da Michael Byrne, mentre il ragazzo del dipinto è interpretato da David Bowie, che sin dal suo esordio dimostra un certo magnetismo davanti alla macchina da presa.
L’uomo che cadde sulla Terra (1976)
Dopo piccoli ruoli televisivi o da comparsa, arriva il primo importante ruolo da protagonista in un lungometraggio: L’uomo che cadde sulla Terra. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Walter Tevis e segue la storia di un alieno venuto sulla Terra con sembianze umane per trovare una soluzione alla siccità che affligge il suo pianeta d’origine. Non poteva esser fatta scelta più azzeccata di David Bowie per il ruolo dell’alieno protagonista, a cui il cantautore è riuscito a donare spessore e profondità, dipingendo un personaggio incredibilmente solo, alienato, carismatico, suadente e misterioso.
L’uomo che cadde sulla Terra è diretto da Nicolas Roeg, in precedenza affermatosi come direttore della fotografia e tra i cui precedenti lavori ricordiamo Fahrenheit 451 di François Truffaut. Già avvezzo al genere sci-fi, per il suo film Roeg decise di allontanarsi dai canoni estetici del genere ed illustra piuttosto il punto di vista dall’alieno, ritratto nella sua profonda solitudine in quanto essere diverso ed incompreso dall’uomo, realizzando una metafora della condizione esistenziale dell’umanità ed il fallimento della civiltà moderna. Un film allegorico e a tratti erotico, che di sci-fi ha ben poco e che fa di David Bowie il protagonista assoluto, ripreso in una condizione di estrema fragilità.
Nonostante la presenza di David Bowie, il suo contributo musicale al film è stato quasi nullo, se non per dei brevissimi frammenti. L’artista aveva in realtà realizzato una colonna sonora originale per L’uomo che cadde sulla Terra ma questa è stata rifiutata da Roeg perché ritenuta troppo sperimentale. Un vero peccato, considerando che l’anno successivo all’uscita del film venne pubblicato l’album Low, frutto della collaborazione tra David Bowie e Brian Eno e ricco di sonorità che ben si prestavano ad essere la colonna sonora di un film sci-fi.
Il film venne accolto con opinioni abbastanza contrastanti: da un lato furono numerose le critiche, soprattutto legate ad evidenti buchi di trama e la scarsa linearità con cui i fatti vengono narrati, con situazioni soltanto accennate e non sviluppate; dall’altro lato il titolo ha però riscosso ampi consensi da parte di coloro che hanno deciso di darvi una lettura di stampo filosofico o addirittura teologico, come se nel film venisse narrata una seconda discesa sulla Terra di un uomo che assiste invece al degrado della civiltà, per poi essere martire. Certamente scegliere David Bowie come protagonista si rivelò una scelta vincente, tanto che l’esordiente attore si aggiudicò un premio per la sua interpretazione ai Saturn Awards.
Gigolò (1978)
Gigolò è il secondo lungometraggio che vede David Bowie nei panni del protagonista, questa volta però la pellicola fu decisamente più sfortunata de L’uomo che cadde sulla Terra e addirittura venne definita come un vero e proprio flop. Gigolò è un melodramma storico diretto da David Hemmings, ambientato nella Berlino del primo dopoguerra, dove Bowie veste i panni di un soldato che trova lavoro come gigolò di lusso in un bordello tedesco.
Se in L’uomo che cadde sulla Terra Roeg sfruttò l’immagine di David Bowie per l’aspetto androgino dell’alieno protagonista, in Gigolò si rimanda al legame che il cantautore aveva con la città di Berlino e che viene esplorata in alcuni album, tra cui Heroes. Tuttavia la presenza di Bowie non fu sufficiente a salvare il film, che si rivelò un vero e proprio fiasco e che peraltro non riuscì a sfruttare il carisma del protagonista, che accettò di partecipare al film solo per incontrare Marlene Dietrich (che nemmeno ha incontrato effettivamente sul set, tant’è che le scene i cui i due sono insieme sono in realtà frutto di un attento montaggio).
Al contrario di quanto avvenne nella pellicola precedente, per Gigolò venne effettivamente sfruttato il talento musicale di Bowie, che realizzò una canzone originale per il film: Revolutionary Song. Il cantautore, come il resto del cast, alla luce delle feroci critiche, si è dimostrato abbastanza deluso dal film. David Bowie ha così dichiarato:
“Tutti quelli che furono coinvolti in quel film – quando si incontrano adesso, si girano dall’altra parte…Ascolta, sei rimasto deluso, e non c’eri nemmeno dentro. Immagina come ci sentivamo…Erano i miei 32 film di Elvis Presley condensati in uno solo.”
Miriam si sveglia a mezzanotte (1983)
Miriam si sveglia a mezzanotte è il film d’esordio del regista Tony Scott, che ricordiamo per titoli come Top Gun, Beverly Hills Cop II – Un piedipiatti a Beverly Hills II, Una vita al massimo e Nemico pubblico. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Whitley Strieber e segue la storia di Miriam, una vampira di cui i compagni a cui si lega, trasformando anch’essi in vampiri, perdono la loro eterna giovinezza dopo qualche secolo, deperendo sino a raggiungere uno stato letargico.
Tra i compagni che si avvicendano nei secoli, David Bowie sembra essere uno dei più importanti e, vittima di un improvviso invecchiamento che presto lo porterà alla morte, si rivolge a dei medici impegnati a svolgere alcuni particolari studi su dei primati, alla ricerca di una soluzione per la sua inevitabile situazione.
David Bowie non ha un ruolo centrale nella pellicola, di cui le vere protagoniste sono le splendide Catherine Deneuve e Susan Sarandon. Ancora una volta il cantautore si cimenta in un ruolo solitario, vittima di un’angoscia esistenziale quasi a rimarcare il ruolo di alieno che segnò il suo esordio cinematografico.
Miriam si sveglia a mezzanotte è un film davvero cupo, caratterizzato da un’estetica gotica molto ricercata e di cui è iconica la scena in cui David Bowie si aggira in un night club sulle note di Bela Lugosi’s Dead dei Bauhaus.
Furyo (1983)
Nello stesso anno, David Bowie fu impegnato sul set di uno dei film più importanti da lui interpretati e in cui forse, più di ogni altra pellicola precedente, ha dato prova della sua capacità d’attore. Erano gli anni di Let’s Dance, uno dei dischi più pop firmati dal cantautore e uno dei suo maggiori successi commerciali, quando venne chiamato ad interpretare il ruolo di un coraggioso e tormentato prigioniero di guerra nel dramma bellico del regista giapponese Nagisa Oshima.
Furyo è un titolo di particolare importanza, soprattutto per la trattazione del tema dell’omosessualità, che ancora rappresenta un tabù nella cultura nipponica. Il personaggio di Bowie diventa così oggetto del desiderio di uno dei suoi rapitori, sullo sfondo di una storia che affronta lo squilibrio di potere tra prigionieri e carcerieri, tale da distorcere relazioni che in altre circostanze avrebbero potuto essere tenere. Vengono inoltre evidenziate le differenze culturali, muovendo critiche avverso il Giappone militarista e su come l’uomo tenda ad agire in modo irrazionale, laddove in realtà nessuno è nel giusto, arrivando a odiare uomini semplicemente perché non se ne comprendono azioni e principi.
Il film di Nagisa Oshima riscosse ampi consensi da parte della critica e del pubblico, tanto da aggiudicarsi diverse nomination e premi, in particolare per la colonna sonora composta da un esordiente Ryūichi Sakamoto, senza però dimenticare anche le splendide performance degli attori protagonisti e di cui quella di David Bowie resta certamente degna di nota.
Absolute Beginners (1986)
Absolute Beginners è un musical coloratissimo ed eccentrico, diretto da Julien Temple. Siamo nella Londa del 1958, caratterizzata dall’avvento della generazione dei teenagers, del rock che va a sostituirsi al jazz, sullo sfondo delle rivolte razziali del quartiere di Notting Hill. Questo è lo scenario in cui si svolge la storia d’amore travagliata di due giovani, separati dalle ambizioni lavorative.
Un musical forte della sua colonna sonora, un piacere per gli occhi grazie alle splendide scenografie e coreografie, nel racconto di una Londra notturna ricca di personaggi sopra le righe. Il film, al momento della usa uscita, fu un flop al botteghino, ma con il passare degli anni si è affermato come un piccolo cult, grazie in particolare al ruolo di David Bowie.
Il cantante nel film ha in realtà un ruolo abbastanza marginale: interpreta un pubblicitario di successo che però è estremamente corrotto, essendo il suo interesse esclusivamente quello di trarre profitto da ogni cosa. In un unico personaggio David Bowie è riuscito ad incanalare ogni burattinaio dello showbusiness che abbia mai incontrato nella sua carriera, ritraendo un uomo satirico e beffardo.
In Absolute Beginners David Bowie non è protagonista ed anzi, interpreta davvero poche sequenze. Nonostante ciò è proprio una sua celebre canzone a dare il titolo alla pellicola, così come altri sono i brani dell’autore presenti nel film, da sfondo a coreografie in scenari visionari. Memorabile è la canzone That’s Motivation, dove David Bowie balla letteralmente su una macchina da scrivere gigante.
Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986)
Labyrinth è un film fantasy per ragazzi nato dalla collaborazione tra il creatore dei Muppets, Jim Henson, il creatore di Star Wars, George Lucas e Terry Jones, autore dei Monty Python. Il regista Jim Henson era reduce dall’esperienza di The Dark Crystal, di cui la stessa estetica torna anche in Labyrinth.
Labyrinth segue la storia di Sarah (una giovane Jennifer Connelly) che, appassionata lettrice di libri fantasy e profondamente disturbata dal piccolo fratello Toby, esprime il desiderio che quest’ultimo venga rapito dai Goblin. Il suo desiderio diventa però inaspettatamente realtà ed è lo stesso Jareth, il Re dei Goblin, a palesarsi davanti la ragazza. Sarah avrà soltanto poche ore per superare l’intricato labirinto che porta al castello per salvare il fratellino e sul sentiero farà la conoscenza di varie creature, più o meno amichevoli, che la ostacoleranno o aiuteranno nella sua missione.
Il personaggio di Jareth è interpretato da un fantastico David Bowie, che peraltro ha dato un notevole contributo alla colonna sonora della pellicola, realizzando brani iconici come Magic Dance, As The World Falls Down e Within You, sullo sfondo di scenografie spettacolari che si rifanno a celebri illustrazioni, come ad esempio le scale di Escher, in un’atmosfera magica e surreale.
Al momento della sua uscita Labyrinth fu un flop al botteghino, ma non appena venne distribuito in home video è riuscito ad affermarsi come un vero e proprio cult, complice proprio la presenza del grande cantautore.
L’ultima tentazione di Cristo (1988)
L’ultima tentazione di Cristo è tratto dal romanzo L’ultima tentazione (The Last Temptation) dello scrittore greco Nikos Kazantzakis, del 1980, ed è un film diretto da Martin Scorsese. Si è trattato forse del film che ha suscitato più scalpore del regista a causa delle tematiche affrontate. Il film aveva l’obiettivo di raccontare il lato più terreno della crocifissione di Gesù, illustrandolo come un uomo che inizialmente tenta di fuggire dal suo percorso messianico.
Il film ebbe una difficile gestazione: a quattro giorni dall’inizio delle riprese, nel 1983, la lavorazione venne interrotta a causa di forti proteste, che già in precedenza erano state mosse verso il libro. I lavori ripresero soltanto dopo cinque anni.
Gesù è interpretato da Willem Dafoe, nonostante inizialmente la scelta di Scorsese fosse ricaduta sul suo attore feticcio, Robert De Niro, che però rifiutò la parte. David Bowie invece fu chiamato a vestire i panni di Ponzio Pilato, donandogli un aspetto distaccato e vezzoso: il cantante lavorò un solo giorno sul set, sufficiente a completare tutte le riprese che richiedevano la sua presenza, di soli pochi minuti sullo schermo.
Inutile dire che a causa di pesanti critiche il film ebbe molta difficoltà a trovare un’adeguata diffusione. In particolare in Italia venne invocata un’azione censoria dalle autorità, e in alcuni altri paesi come il Cile, Singapore e le Filippine, il film non è mai stato distribuito.
Fuoco cammina con me (1992)
Fuoco cammina con me è il film prequel della serie cult Twin Peaks, diretto dal grande David Lynch. Quale connubio migliore poteva esserci se non quello tra Bowie e Lynch? Lo stesso regista ha dichiarato in diverse sedi quanto il lavoro di Bowie abbia ispirato le sue opere, per cui la loro collaborazione per la realizzazione di questo titolo non sorprende.
Fuoco cammina con me racconta gli ultimi sette giorni prima della scomparsa di Laura Palmer, durante cui si svolgono delle indagini su un altro caso di omicidio. Il film fu aspramente criticato al momento della sua uscita, perché caotico ed incomprensibile senza la visione della serie, che peraltro era stata cancellata generando un forte disappunto da parte del pubblico, nonché da parte dello stesso cast originale, tant’è che molti di loro furono riluttanti a prender parte anche al film.
In particolare Lara Flynn Boyle, che in Twin Peaks interpretava la migliore amica di Laura Palmer, si rifiutò di partecipare al film e così venne sostituita da un’altra attrice. Manca inoltre Sherilyn Fenn nei panni di Audrey Horne, che invece non ha potuto presenziare a causa di altri impegni lavorativi. Persino Kyle MacLachlan si era inizialmente mostrato restio a tornare nei panni dell’agente Dale Cooper, infatti la sua presenza sullo schermo è abbastanza ridotta.
David Bowie ancora una volta compare nel film soltanto per pochi minuti, nel ruolo di uno strano agente dell’FBI che porta presagi di sventura per il futuro.
Basquiat (1996)
Basquiat è un film biografico sull’artista che dà il titolo alla pellicola, diretta da Julian Schnabel. Il film conta un cast eccezionale, tra i cui protagonisti vediamo Dennis Hopper, David Bowie, Benicio del Toro, Gary Oldman, Christopher Walken, Willem Dafoe e Courtney Love.
David Bowie per l’occasione ha prestato il suo volto all’artista Andy Warhol, con il quale aveva realmente un rapporto d’amicizia. Diverse sono state le versioni cinematografiche dell’artista, ritratto spesso come una persona meschina, mentre l’interpretazione di Bowie è riuscita a restituirgli un maggiore fascino.
The Prestige (2006)
Il film è diretto da Christopher Nolan, con protagonisti Hugh Jackman e Christian Bale nei panni di due prestigiatori rivali. Nolan ci ha ormai abituato alle sue trame intricate ricche di colpi di scena tali da stravolgere quanto appena visto, e anche The Prestige non è da meno.
Un ruolo cruciale nel film è rivestito dal personaggio, realmente esistito, dello scienziato Nikola Tesla, l’inventore tedesco per il quale Nolan pensò espressamente a David Bowie come l’unica persona al mondo che avrebbe potuto dar vita a quel personaggio, ritratto come un uomo fuori dagli schemi e carismatico, così come il suo interprete.
Sono molti altri i titoli in cui David Bowie compare, come semplice cameo di se stesso, per pochi istanti sul grande schermo, sufficienti a catalizzare tutta l’attenzione su di lui grazie alla sua presenza così magnetica. Ricordiamo in particolare Christiane F.- Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981), film drammatico tratto dall’omonimo libro e che racconta la reale problematica della prostituzione e tossicodipendenza giovanile.
David Bowie nel film riveste un ruolo fondamentale, le sue canzoni del periodo berlinese sono i brani portanti dei drammi dei giovani protagonisti, il musicista è un vero e proprio mito ed è realmente emozionante la scena del suo concerto, a cui assistiamo insieme alla giovane Christiane. Ancora, facciamo un’onorevole menzione a Zoolander (2001), esilarante commedia cult di Ben Stiller in cui David Bowie compare in veste di se stesso come giudice di una sfida tra i due modelli protagonisti.
Insomma, David Bowie è stato un artista completo che ha saputo certamente dare un immenso contributo al panorama musicale ma non solo, donandoci la sua straordinaria presenza anche in alcune pellicole cinematografiche, imprimendo nel nostro immaginario alcuni personaggi memorabili grazie alla sua eccentricità, entusiasmo ed incredibile versatilità.