10 luglio 2021, Italia campione d’Europa.
Come potevamo, noi di I Crew Play non celebrare un evento così importante e memorabile, che resterà nella storia non solo calcistica e sportiva ma di un Paese intero, così provato dalla pandemia; un forte segnale di ripartenza e di speranza.
Esiste un film, nella storia del cinema nostrano, che viene spesso addirittura proiettato come antidepressivo durante i ritiri di squadre famose che ci trasmette senz’altro la stessa gioia che abbiamo provato nel vedere i nostri azzurri sollevare quella coppa al cielo.
Piccolo gioiello della commedia italiana, uscito nelle sale il 4 dicembre 1984 e diretto da Sergio Martino, L’Allenatore nel Pallone è una delle pellicole che ha reso celebre Lino Banfi, mattatore della scena italiana a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta grazie a titoli come Al bar dello sport, Vieni avanti cretino e Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.
La trama de L’Allenatore nel Pallone
Oronzo Canà è un mediocre allenatore di calcio. Nelle sua carriera vanta diverse esperienze in Serie B, nella Cavese, Foggia, Pescara ed altre. Tuttavia, il suo sogno sarebbe quello allenare nella massima serie prima di ritirarsi definitivamente.
L’occasione della vita gli presenta quanto viene ingaggiato dalla Longobarda, squadra neopromossa in Serie A. Le promesse del patron per il calciomercato non vengono mantenute e a ridosso del termine delle trattative tenta un ultima strampalata avventura volando in Brasile alla ricerca del talento che possa invertire le sorti di un progetto già fallimentare.
L’ingaggio di Socrates, si rivela essere un fiasco, in quanto il contatto avuto era di un omonimo e così Canà torna in Italia quasi a mani vuote a pochi giorni dall’inizio del campionato. L’unico innesto è il giovane ma impalpabile Aristoteles.
Le prime giornate si confermano un vero disastro per la Longobarda, che inanella una serie di sconfitte. Dopo un ritiro punitivo e la confermata fiducia in Canà, Aristoteles finalmente si sblocca portando alla prima vittoria contro la Sampdoria e battendo altre quattro squadre. Il capitano Sper però, geloso della fama guadagnata dal talento sudamericano decide di infortunarlo, procurandogli un trauma alla caviglia e costringendolo ad un lungo stop, che fa sprofondare la squadra di nuovo in fondo alla classifica.
Nell’ultima giornata, nonostante i ricatti del Presidente, intenzionato a far retrocedere la squadra, Canà compie il miracolo grazie alla doppietta del rientrante Aristosteles, che ribalta il risultato e regala la salvezza alla Longobarda. Oronzo Canà diventerà così disoccupato per essersi sottratto al volere del patron ma rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi.
Attori, comparse e colonna sonora de L’Allenatore nel Pallone
Il film è divenuto un vero e proprio cult per tutti gli amanti del calcio grazie alle innumerevoli comparse presenti nel film.
L’allenatore nel pallone è ricco infatti di comparse illustri, tra calciatori in attività all’epoca delle riprese, telecronisti, allenatori e giornalisti (come Nils Liedholm, Giancarlo De Sisti, Giampiero Galeazzi, Aldo Biscardi e Nando Martellini). Roberto Pruzzo, Carlo Ancelotti e Ciccio Graziani sono apparsi anche ne L’allenatore nel pallone 2, che ha visto coinvolti molti protagonisti del calcio italiano (tra cui Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Gianluigi Buffon e Luca Toni).
L’attrice Licinia Lentini interpreta invece Marilde Borlotti, la moglie del presidente Berlotti che tradisce il marito con il capitano della Longobarda, Speroni. Licinia Lentini era un attrice molto attiva nel cinema commedia italiano degli anni ’80; di lei si ricorda, in particolare, la presenza nel cast di un altro film cult, Vacanze di Natale ’83.
Licinia Lentini e Lino Banfi lavorarono insieme in un’altra pellicola tra le più conosciute di Banfi, Il Commissario Lo Gatto.
Per il ruolo di Aristoteles venne scelto un calciatore professionista Urs Althaus, svizzero di origine nigeriana che dopo aver militato nelle giovanili del Basilea e nella squadra riserve dello Zurigo, fu costretto ad abbandonare la carriera calcistica per dedicarsi a quella attoriale.
Althaus compare anche nel cast de Il Nome della Rosa, il film del 1986 con il compianto Sean Connery e di alcune serie tv italiane, tra cui il Medico in Famiglia del 2003, nella quale ritrova sul set proprio Lino Banfi.
I due si ritroveranno anche ne L’allenatore nel Pallone 2 del 2008, remake decisamente con meno seguito della pellicola originale.
A realizzare la colonna sonora del film con l’indimenticabile sigla sono stati i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, meglio conosciuti come Oliver Onions.
Molto divertente anche il personaggio della eterna riserva Crisantemo, bianco come un cadavere, che Banfi tiene a bada con un corno perché è convinto che porti iella, mentre Andrea Roncato e Gigi Sammarchi, si rivelano due ottime spalle per il comico pugliese.
L’allenatore del pallone deve molto del suo successo anche alla colonna sonora, opera dei fratelli De Angelis (ovvero gli Oliver Onions) che hanno realizzato il soundtrack di film di grande successo come Lo Chiamavano Trinità e Continuavano a Chiamarlo Trinità con Bud Spencer e Terence Hill.
Il merito degli Oliver Onions è sicuramente quello di essere riusciti a ricreare, a livello musicale, le esotiche atmosfere carioca del primo film. Nel sequel invece la colonna sonora è stata curata da Amedeo Minghi.
Le location del film e il viaggio in Brasile
Prima di iniziare le riprese, il regista Sergio Martino fece alcuni sopralluoghi a Rio de Janeiro che furono decisivi per la stesura definitiva della sceneggiatura.
Con l’aiuto di personale reperito in loco, l’8 aprile 1984 riprese una delle ultime partite del campionato brasiliano allo stadio Maracanã: América – Flamengo 0-3 e nonostante i 55.452 spettatori, lo stadio era ben lontano dall’essere pieno, come ricorda lo stesso regista nella sua intervista; proprio per questo, le riprese furono in seguito intervallate da alcune scene girate sugli spalti dello Stadio Flaminio di Roma.
Durante i soggiorni a Rio, Martino selezionò i luoghi delle riprese oltreoceano: ad esempio il muralescon i calciatori del Brasile ispirò l’incontro con Giginho.
Inoltre durante un sopralluogo al Maracanã il regista notò un campetto di calcio, visibile dagli spalti più alti, nelle vicinanze dello stadio ed ebbe l’idea per la sceneggiatura dell’incontro tra Canà e Aristoteles. Tra i set brasiliani ci fu anche un ospedale di Rio, dove furono girate le scene di Canà ricoverato per una finta appendicite, ma gli interni dell’ospedale brasiliano, centralino escluso, sono stati girati all’ospedale Aurelia hospital di Roma (in seguito set della serie televisiva Incantesimo).
Memorabile il viaggio in Brasile di Oronzo Canà accompagnato dai mediatori trafficoni Gigi e Andrea, così come resta nell’immaginario la battutaccia:
“Mira Canà!”
che i due comici pronunciano davanti a un esterrefatto Banfi sugli spalti del Maracanà. La parte girata in Brasile è molto ben fotografata per il lungomare di Rio De Janeiro, lo stadio della capitale e i campetti polverosi delle favelas. Vediamo passare un tram coloratissimo con i passeggeri che ondeggiano a tempo di samba e conosciamo un ragazzino brasiliano che chiede soldi per ogni favore. Alla fine Banfi lo apostrofa in pugliese:
“Tu non sei figlio di migrante, sei figlio di puttena!”
Da citare anche il divertente qui pro quo tra Banfi e una centralinista del Maracanà, quando vuole telefonare in Italia alla moglie Mara. Banfi:
“Mi chiami Mara Canà”
“Non comprendo. Qui siamo al Maracanà”.
Bene, fu un fatto realmente accaduto ad ispirare il viaggio in Brasile che si vede nel film, alla ricerca di un asso del calcio.
Sull’aereo che stava portando Martino a Rio de Janeiro per fare i sopralluoghi inoltre, incontrò i due dirigenti Luciano Nizzola e Luciano Moggi, incaricati di trattare il passaggio del calciatore brasiliano Júnior al Torino.
Per il sequel il regista avrebbe voluto far fare a Moggi un cameo, ma come raccontato in un’intervista a Il Tempo, per via dello scandalo Calciopoli i calciatori che dovevano apparire si opposero (soprattutto quelli della Juventus).
Conclusi i sopralluoghi e redatta la sceneggiatura definitiva, la troupe e gli attori Banfi, Roncato, Sammarchi si recarono a Rio a girare nel giugno del 1984 le riprese del film ambientate in Brasile.
Il resto della pellicola fu girata nel Lazio in sole sei settimane a cavallo tra giugno e luglio dello stesso anno, mentre la presentazione della squadra fu girata presso l’hotel Villa Pamphili di Roma.
La partita inaugurale con cui la Longobarda festeggia la promozione in Serie A è in realtà Sambenedettese-Pistoiese. La prima partita di campionato, Roma-Longobarda con il cameo di Ancelotti, Chierico, Grazieni e Pruzzo è stata girata allo Stadio di Marmi di Roma con successivo montaggio di scene reali.
L’ultima, quella della salvezza e dell’invasione di campo, con la Marchigiana/Atalanta allo stadio Flaminio.
La troupé si è spostata anche a Udine, allo stadio Moretti, centro di allenamento del club friulano, per il rito propiziatorio di Canà nei confronti di Zico, il fuoriclasse brasiliano stella dell’Udinese anni’80.
A Frascati, invece, è stata girata la scena del ritiro precampionato. L’Hotel Gallia di Milano, sede storica del calciomercato, è in realtà l’Hotel Villa Pamphili di Roma. Infine le scene ambientate all’interno e all’esterno di casa Canà sono ambientate a Marino, in provincia di Roma.
L’ingaggio di Aristoteles
Negli anni ’80 non pochi dirigenti italiani optavano per la trasferta in Sudamerica allo scopo di reclutare talenti per la Serie A. La Longobarda non si è sottratta alla tradizione con l’ingaggio di Aristoteles, scovato durante un match su un campo di terra vicino al Maracanà.
Un viaggio quello di Canà e dell’agente Bergonzoni che è stato ispirato – si dice – a quelli dei dirigenti di due squadre di Serie A degli anni ’80 ovvero alla sortita di Massimino e Gianni Marzio (presidente e allenatore del Catania) che acquistarono in Brasile, Luvanor e Pedrinho e alla trasferta dei dirigenti della Pistoiese che tornarono in Italia con il brasiliano Luis Silvio, una delle iconiche meteore nella storia del nostro campionato.
L’allenatore nel pallone fra vere partite e finzione
L’idea per il film balenò in testa a Lino Banfi dopo un incontro in aereo con Nils Liedholm, che gli suggerì di portare sullo schermo un personaggio ispirato all’istrionico allenatore Oronzo Pugliese, detto ‘Il Mago di Turi’.
Oronzo Canà fu ideato proprio con l’intento di omaggiare l’allenatore Oronzo Pugliese, originario di Turi in provincia di Bari, che alla guida del Foggia negli anni Sessanta riuscì a battere la Grande Inter di Helenio Herrera, ma vi siete mai chiesti perché la maglia della Longobarda è bianca?
L’idea fu del regista, Sergio Martino, che decise di inserire nel film immagini di repertorio del campionato di Serie A per completare le scene di campo: bianche infatti erano le divise da trasferta di numerose squadre, quindi le compagini ospiti potevano sembrare sempre la Longobarda!
I retroscena de L’allenatore nel pallone ci svelano come alcune scene degli spalti sono state direttamente riprese da partite di calcio svoltesi allo Stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Molte altre scene provengono da immagini di repertorio risalenti alla stagione sportiva 1983-1984.
Le immagini della partita in cui la Longobarda è promossa in Serie A, Sambenedettese-Longobarda, sono in buona parte tratte dal repertorio di una partita di Serie B del 1983/84 tra la Samb e la Pistoiese, giocatasi alla penultima giornata di quel campionato allo Stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. A provarlo c’è anche il cartellone pubblicitario della Banca Toscana che era sponsor istituzionale degli arancioni.
La prima scena di esultanza del pubblico, che si vede alla fine dell’incontro, è in verità quella dei tifosi della Sambenedettese, che pareggiando quell’incontro 1-1 si poterono salvare con un turno di anticipo (la Pistoiese invece retrocesse).
Altri stadi che sono stati utilizzati per le riprese sono stati quelli di San Benedetto del Tronto e Udine mentre il finale del film è stato girato allo stadio Flaminio.
L’opera è stata di forte influenza anche per il mondo del calcio giocato, visto che il famoso modulo a farfalla di Oronzo Canà è diventato di fatto un modo per denigrare le idee fantasiose di allenatori che in effetti hanno poi avuto problemi.
L’allenatore Canà viene contestato dai tifosi, la sua casa è sotto assedio e un paio di forzuti energumeni lo prendono sempre a pomodorate in faccia. Nessuno vorrebbe Canà alla guida della squadra ma il presidente lo conferma perché vuole retrocedere. Alla vigilia della partita decisiva lo chiama e gli ordina di perdere in cambio del rinnovo del contratto. Canà ha un sussulto d’orgoglio e, spinto dalla figlia innamorata di Aristoteles, mette in campo il brasiliano e vince la partita. Bellissima la battuta di Banfi portato in trionfo dai tifosi:
“Mi avete preso per un coglione!”. E i tifosi: “No, per un eroe!”. Banfi: “No, mi avete preso proprio per un coglione!”
E grida dal dolore perché i tifosi gli stanno stringendo i testicoli. Il presidente della Longobarda si avvicina:
“Lei è disoccupato. Lo sa?”
“E lei è un cornuto. Lo sa?”
Il sequel
Negli anni ’80, Lino Banfi, Andrea Roncato e Gigi Sammarchi sono stati nel cast sia de L’allenatore del Pallone che de I Pompieri.
I tre avrebbero dovuto interpretare anche il sequel dell’Allenatore del Pallone, ovvero Mezzo Destro e Mezzo Sinistro due giocatori senza pallone.
La partecipazione di Banfi svanì per motivi non noti mentre Gigi e Andrea furono gli interpreti del film che aveva non pochi richiami al precedente.
Tra questi il nome della squadra (Marchigiana al posto di Longobarda), le stesse maglie, lo stesso istrionico presidente (qui interpretato dall’attore marchigiano, Silvio Spaccesi), lo stesso regista e un allenatore alquanto istrionico ovvero Juan Carlos Fulgencio (Leo Gullotta). Tra gli attori del film anche Milena Vukotic (lo sponsor) e un giovane Pino Insegno.
Nel 2008 tuttavia, il sequel uscì, seguito però dalle scuse di Lino Banfi
“Chiedo scusa, fu fatto di corsa, cotto e mangiato. Non mi è piaciuto, non dico di essermi vergognato ma è stato fatto in maniera striminzita. I costi erano diversi rispetto all’epoca“
L’Allenatore nel Pallone 2, ebbe tuttavia un discreto incasso di 7 milioni al botteghino e Canà riuscì a portare la Longobarda alla salvezza grazie a Caninho, il nuovo Aristoteles.
Tante le comparse di calciatori e personaggi del mondo del calcio: Totti, Buffon, Del Piero, De Rossi, Lotito, Ilaria D’Amico, Massimo Mauro, Mario Sconcerti, Ciccio Graziani, Roberto Pruzzo, Giancarlo Antognoni, Carlo Ancelotti e tanti altri.
L’allenatore nel pallone esce in un periodo storico di decadenza della commedia sexy e rappresenta uno degli ultimi colpi di coda di un genere sulla via del tramonto. La pellicola però diverte, perché punta sul calcio e su una comicità per famiglie.
Il dvd ha venduto moltissimo (sessantamila copie) ed è forse stato più visto della versione uscita in sala; all’interno vi erano anche contenuti inediti.
L’Allenatore nel Pallone ci ha insegnato cos’è la Bi-zona ma soprattutto è un grande insegnamento di onestà, non solo nello sport, ma nella vita.