Audrey Hepburn è forse una delle attrici hollywoodiane più celebri, un volto rimasto nella storia, una vera e propria icona di stile ed eleganza, che ha riscritto la storia della figura femminile nel cinema del XX secolo.
Audrey Hepburn: l’infanzia
Audrey nacque ad Ixelles, in Belgio, il 4 maggio 1929, con il nome di Audrey Kathleen Ruston, in una famiglia benestante e di discendenze nobiliari. La madre era infatti la baronessa Ella van Heemstra, aristocratica olandese, il padre era invece Joseph Anthony Ruston, un diplomatico probabile discendete di James Hepburn, IV conte di Bothwell, terzo marito della regina di Scozia, Maria Stuarda. Proprio in memoria dei suoi discendenti il padre decise di adottare il cognome Hepburn, con cui oggi è nota Audrey. Data la carriera di diplomatico, l’uomo e la sua famiglia si spostavano molto spesso tra la Francia, il Belgio ed il Regno Unito.
Audrey Hepburn sin da bambina coltivava il sogno della danza classica, prendendo lezioni. Unica figlia femmina, con altri due fratelli maschi, era particolarmente legata alla figura paterna. Entrambi i genitori erano inizialmente sostenitori del movimento fascista, tuttavia, con l’avvento del nazismo, la madre prese una posizione opposta rispetto al marito che, ormai incapace di mantenere un lavoro, convinto attivista fascista ed entrato nel partito fascista belga Rexist, abbandonò la famiglia nel 1935, quando la piccola Audrey aveva soltanto sei anni, trasferendosi a Londra.
L’attrice in più occasioni, durante le interviste, ha dichiarato che l’abbandono del padre ha profondamente segnato non solo la sua infanzia, ma la sua vita, costituendo uno dei traumi maggiori della donna, portata così a vivere una profonda insicurezza e paura dell’abbandono, riflesse nelle sue successive relazioni sentimentali.
La Guerra
A seguito del divorzio dei genitori e con lo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, la madre e i figli si trasferirono in Olanda presso i nonni. L’Olanda era un paese inizialmente neutrale, per cui sembrò la scelta più saggia. Tuttavia il paese fu ben presto vittima di una lunga occupazione militare delle SS, che portarono con sé tutti i drammi della guerra. Proprio durante questo periodo la madre cambiò nome a sua figlia: Edda van Heemstra, in quanto Audrey Hepburn era un nome dal suono troppo inglese e questo avrebbe costituito un pericolo per la bambina.
Durante l’occupazione Audrey ha dovuto assistere a una serie di tragedie, in particolare all’esecuzione pubblica dei suoi zii e alla cattura di uno dei suoi fratelli. La stessa bambina ha rischiato di essere catturata. La sua famiglia, di fatto, era parte della resistenza olandese e spesso proprio i bambini venivano utilizzati per comunicare dei messaggi, nascosti nelle loro scarpe. In tempi difficili Audrey, sin da giovanissima, ha sempre tentato di fare il possibile per aiutare ed allietare le persone, distraendole dagli orrori della guerra, intrattenendole con spettacoli di danza clandestini per raccogliere i fondi necessari per la resistenza.
L’Olanda è stato uno dei paesi maggiormente colpiti dalla guerra e ha subito il sequestro delle scorte alimentari. La situazione fu inoltre aggravata dalle temperature estremamente rigide dell’inverno, causando la morte di numerosi olandesi di fame e per il freddo. Audrey Hepburn ha raccontato, in occasione di numerose interviste, anche nelle ultime, di essere sopravvissuta mangiando prodotti derivati dai fiori di rapa, anche questi però sempre più difficili da trovare a causa del freddo. Al termine della guerra, furono la Croce Rossa e l’UNICEF a soccorrere gli olandesi superstiti.
Non tutti sanno che anni dopo venne proposto all’attrice di interpretare il ruolo di Anne Frank, ma Audrey rifiutò l’offerta. Il motivo risiede nel fatto che Audrey ed Anne erano coetanee, entrambe hanno vissuto il trauma della guerra e, a seguito della pubblicazione del diario di Anne Frank, la Hepburn fu molto colpita nello scoprire il vissuto di una ragazza così vicina a lei e rispetto alla quale Audrey è stata decisamente più fortunata. Per cui non è così difficile comprendere il motivo per cui Audrey Hepburn declinò l’offerta per quel ruolo.
Audrey e la danza
Ormai terminata la guerra, l’intera popolazione mondiale porta con sé una profonda cicatrice, un trauma collettivo che ha segnato così anche la giovane attrice, sopravvissuta alla fame ma ormai estremamente denutrita e affetta da numerose problematiche fisiche. Audrey era infatti anemica e molto cagionevole di salute. Proprio tali problemi non agevolarono affatto la sua carriera dei sogni: la Hepburn, infatti, sin da bambina coltivava il sogno di diventare una ballerina.
La danza ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita, divenendo una vera e propria via di fuga. Durante la guerra, nonostante gli spettacoli per la resistenza, aveva ormai smesso di prendere lezioni e, specie nell’ultimo periodo bellico, a causa della malnutrizione e delle patologie sempre più presenti, cessò di esercitarsi. Ormai debole e fuori allenamento, era dunque molto indietro rispetto alle sue coetanee.
Dopo il termine della guerra, nel 1948, conseguì una borsa di studio per la prestigiosa scuola di danza di Marie Rambert (nota insegnante che tra i suoi allievi annoverava celebri ballerini tra cui ricordiamo Vaclav Nižinskij), a Londra. Proprio in quest’occasione Audrey apprese una terribile verità: non avrebbe mai potuto realizzare il suo grande sogno di diventare una prima ballerina, perché troppo alta (1.70 m) e a causa delle sue difficoltà ad allenarsi per problemi di salute.
Dati i problemi finanziari seguenti alla guerra, Audrey Hepburn ha svolto numerosi lavori, tra cui la modella, e iniziò anche a recitare come comparsa. All’età di 18 anni, ad Amsterdam, prese parte al suo primo film, interpretando il ruolo di una hostess in L’olandese in 7 lezioni, un cortometraggio educazionale. Iniziò poi a recitare in teatro e nei musical. In particolare, fondamentale è stato il suo ruolo in Gigi, riadattamento del romanzo di Colette per Broadway: l’attrice venne notata proprio dalla scrittrice in occasione di un piccolo ruolo in un film girato poco prima, Vacanze a Montecarlo, ed appositamente scelta per il ruolo di protagonista del musical.
Vacanze Romane e i primi film
Audrey Hepburn non ha mai preso lezioni di recitazione, nonostante ciò è riuscita a emergere grazie alla sua personalità, interpretando i suoi ruoli attingendo dalle sue esperienze di vita.
Il primo ruolo importante, da protagonista, arrivò nel 1952 con Vacanze Romane, prendendo parte al provino del film di William Wyler. Nonostante per il ruolo della Principessa Anna fosse inizialmente prevista l’attrice Elizabeth Taylor, il provino di Audrey conquistò completamente il regista, colpito dalla semplicità della ragazza, perfetta per quel ruolo.
Le riprese iniziarono quell’estate, con Gregory Peck, attore che sin da subito s’innamorò dell’attrice, sentimento durato a lungo e che però non fu mai ricambiato dalla donna. L’attore fu molto colpito dalla performance di Audrey, tanto da richiedere che il nome della Hepburn fosse messo in risalto quanto il suo sulla locandina del film. Gregory Peck predisse che la ragazza, al suo primo ruolo da protagonista, avrebbe vinto l’Oscar: fu proprio così!
Audrey Hepburn, nel 1954, vinse l’Oscar come miglior attrice protagonista in Vacanze Romane. La donna, umilissima, ringraziò elegantemente per la vittoria ma riconoscendo che fosse troppo per lei: una ragazza così giovane vincitrice di un premio così importante al suo primo ruolo da protagonista. Da lì la strada fu tutta in discesa, o in salita, a seconda del punto di vista. Dopo la vittoria, la Paramount Pictures (già produttrice di Vacanze Romane) stipulò un contratto con la Hepburn prevedendo che l’attrice avrebbe preso parte ad altri sette film per la casa produttrice.
Il ruolo in Vacanze Romane fu fondamentale, non soltanto per la carriera dell’attrice, per cui fu un trampolino di lancio, ma anche perché la donna divenne un vero e proprio modello del cinema hollywoodiano, sostituendo quei canoni di bellezza rappresentati ad esempio da Marilyn Monroe, ovvero la donna bionda e formosa, ed ora proponendo una nuova bellezza acqua e sapone, umile e semplice, ed al contempo elegante.
Il film successivo fu Sabrina (1954) di Billy Wilder, con Humphrey Bogart e William Holden. In occasione del film, gli abiti di Audrey furono realizzati dallo stilista Givenchy.
Quando a quest’ultimo venne comunicato che avrebbe dovuto realizzare dei vestiti per la Hepburn, egli pensò che si trattasse di un’altra nota attrice del tempo, Katharine Hepburn. Al loro primo incontro Givenchy fu quindi sorpreso di vedere invece Audrey. Nonostante la sorpresa iniziale, lo stilista fu immediatamente colpito dalla ragazza e tra i due nacque una profonda amicizia durata fino agli ultimi anni di vita della Hepburn. I due collaborarono molte volte insieme, Audrey sapeva esattamente ciò che voleva e, grazie al sodalizio con Givenchy, divenne una vera e propria icona di stile.
“Si dice che l’abito non faccia il monaco. Ma a me la moda ha dato spesso la sicurezza di cui avevo bisogno. Personalmente dipendo da Givenchy come le donne americane dipendono dal loro psichiatra.”
Nello stesso anno tornò a recitare in teatro per lo spettacolo Ondine, nel ruolo della protagonista. Fu in quest’occasione che conobbe Mel Ferrer, il suo futuro marito. Nello spettacolo Audrey Hepburn interpretò uno spirito dell’acqua e vinse il Tony Award come miglior attrice teatrale.
Sposò poi Mel Ferrer in Svizzera e nel 1955 rimase incinta. La gravidanza però non andò a buon fine e l’attrice subì un aborto spontaneo.
Nel 1956 i due coniugi recitarono insieme in Guerra e Pace di King Vidor, film tratto dall’omonimo romanzo di Tolstoj e girato interamente in Italia. Ai tempi fu campione d’incassi e, anche se ad oggi non viene molto ricordato, il titolo detiene il record del film italiano più visto di sempre.
Nel 1957 venne realizzato Cenerentola a Parigi, un musical di Stanley Donen. Fu uno dei film preferiti della Hepburn, che finalmente ebbe la possibilità di ballare accanto al celebre Fred Astaire. In questa pellicola l’attrice ha certamente dato prova del suo talento artistico, interpretando delle coreografie di vario genere e spaziando dalla danza classica al bebop. Ancora una volta, il sodalizio con Givenchy rivestì un ruolo fondamentale, portando delle importanti novità nel mondo della moda.
Nel 1959 Audrey interpretò il ruolo di protagonista in La storia di una monaca di Fred Zinnemann, una delle sue interpretazioni più complesse e di maggior spessore. Proprio in quest’occasione la Hepburn ebbe modo di entrare a contatto con l’ambiente religioso, il convento delle suore, comprendendo appieno il suo spirito umanitario che poi emergerà particolarmente durante i suoi ultimi anni di vita. La performance eccezionale fu una vera prova d’attrice, che dimostrò di non essere una semplice icona di stile ed eleganza, ma anche dotata di un talento naturale per la recitazione. Il ruolo in questione le valse il riconoscimento della British Academy Award come miglior attrice britannica.
Nello stesso anno recitò anche in Verdi dimore (del marito Mel Ferrer) e in Gli inesorabili, entrambi però dei flop. Durante le riprese Audrey Hepburn era nuovamente incinta, tuttavia l’attrice ebbe un brutto incidente sul set de Gli inesorabili, cadendo da cavallo e rompendosi quattro vertebre. L’incidente fu fatale per il bambino, che nacque morto. Successivamente rimase di nuovo incinta e, finalmente, la gravidanza andò a buon fine: Audrey era finalmente riuscita a realizzare il suo sogno di maternità, dando alla luce Sean Ferrer, nato il 17 luglio 1960.
Colazione da Tiffany: il ruolo iconico di Audrey Hepburn
Un ruolo che ha segnato incisivamente la carriera di Audrey Hepburn fu senz’altro quello di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (diretto da Blake Edwards): la Hepburn diventò una vera icona e ancora oggi la ricordiamo nel suo meraviglioso tubino nero, ancora una volta del buon amico Givenchy, con un collier di perle, preferite ai diamanti dall’attrice stessa, e con un cornetto davanti la vetrina della celebre gioielleria.
Il ruolo di Holly sembra ben lontano dalla personalità dell’attrice, inizialmente scettica sulla scelta del personaggio. Holly è infatti una ragazza di mondo, sfacciata, quasi spensierata, una spensieratezza che però non era propria dell’attrice. Audrey era una donna profondamente insicura e non si è mai rivista in quel personaggio. Forse proprio il carattere della donna ha fatto sì che il personaggio di Holly fosse più tridimensionale, donandole una profondità ed un velo di malinconia, celati al di sotto di un’apparente frivolezza.
Audrey Hepburn ha più volte dichiarato che il ruolo in questione è stato uno dei più difficili da interpretare, perché Holly era totalmente l’opposto di lei, estroversa, al contrario di Audrey, molto introversa.
Truman Capote, autore del libro da cui è tratto il film, aveva originariamente espresso il desiderio che il ruolo di Holly fosse interpretato da Marilyn Monroe, forse più adatta per il personaggio descritto dallo scrittore. Tant’è che quando la Paramount scelse Audrey Hepburn, Capote si mostrò alquanto contrariato. Nonostante ciò, la scelta si rivelò efficace, infatti Audrey fu in grado di trasformare Holly in una vera e propria icona.
Di Colazione da Tiffany ricordiamo sicuramente la canzone Moon River, cucita su misura per la vocalità dell’attrice, non molto estesa. Inizialmente, durante il montaggio, la canzone venne rimossa, ma Audrey intervenne prontamente insistendo affinché la lasciassero, dato l’impegno e il lavoro svolto: l’attrice aveva un gusto spiccato e la scelta fu azzeccata, il brano ad oggi è iconico quanto l’attrice ed il film.
Nello stesso anno uscì Quelle due, tratto da una pièce teatrale e nuovamente diretto da William Wyler. Ricordiamo anche Insieme a Parigi, che si rivelò però un flop. Nel 1963 fu la volta di Sciarada di Stanley Donen: un film davvero interessante che realizza una strana miscela tra i generi del thriller, della commedia e del film romantico, affianco a Cary Grant.
L’attore era ben 25 anni più grande di Audrey Hepburn, tant’è che lui era inizialmente contrario ad interpretare la controparte romantica di Audrey, di fatto già negli anni precedenti aveva rifiutato il ruolo in Vacanze Romane e in Sabrina, per il medesimo motivo. Fu l’unico film in cui i due recitarono insieme nonostante, scherzosamente, l’attore abbia poi dichiarato di avere il desidero di recitare di nuovo con la Hepburn.
My Fair Lady: Audrey Hepburn vs Julie Andrews
Nel 1964 Audrey Hepburn fu la protagonista di My Fair Lady, uno dei suoi ruoli più controversi. Il film fu un vero colossal: prodotto dalla Warner Bros con un budget di 5 milioni di dollari, fu candidato a ben dodici Oscar, vincendone otto per miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista per Rex Harrison, miglior fotografia, miglior scenografia, migliori costumi, miglior sonoro e miglior colonna sonora.
Il film è abbastanza controverso, narrando la storia di una ragazza, Eliza, di ceto sociale basso e, per tale motivo, incapace di parlare un inglese corretto. Il professor Higgins scommetterà con un amico che riuscirà ad insegnare l’inglese ad Eliza tanto da farla sembrare una nobile.
Un film che affronta temi prettamente classisti e misogini ma che all’epoca fu particolarmente apprezzato dalla critica, specie dal punto di vista tecnico, trattandosi di un musical in costume ambientato agli inizi del Novecento a Londra. Il titolo richiese un lavoro immenso, specie considerando l’estrema cura per i dettagli, ad esempio per gli abiti ed i gioielli utilizzati.
Il film, diretto da George Cukor, avrebbe dovuto avere come protagonista Julie Andrews, all’epoca sconosciuta ma che aveva già interpretato quel personaggio a Broadway accanto alla controparte maschile, Rex Harrison. Audrey Hepburn di fatto rifiutò inizialmente quel ruolo, ma poi decise di accettarlo. Julie Andrews venne invece scelta per il ruolo che segnò definitivamente la sua carriera: Mary Poppins, che le valse il premio Oscar per la migliore attrice protagonista. La stessa Andrews, al momento del discorso, ringraziò George Cukor per non averle dato il ruolo in My Fair Lady.
Audrey Hepburn invece non fu nemmeno candidata per la statuetta, nonostante le copiose nominations ricevute dal film. Anche se i critici hanno ritenuto che la performance dell’attrice fosse molto valida, è probabile che non abbia ricevuto alcuna candidatura per una strana scelta che venne fatta per il film: trattandosi di un musical, Audrey Hepburn aveva lavorato molto sull’interpretazione canora dei brani, studiando il particolare accento utilizzato nel film e impiegandolo così anche nelle canzoni; tuttavia successivamente venne compiuta la scelta di far ridoppiare l’attrice dalla cantante Marni Nixon.
Una scelta oculata e certamente in linea con lo sfarzo della pellicola ma che ha inciso negativamente sul risultato finale, dove si coglie una forte discontinuità nel personaggio di Eliza che, cantando, presenta così una voce pulita e priva di difetti di dizione, uscendo totalmente dal ruolo.
Gli ultimi film e il ritiro dal mondo dello spettacolo
Nel frattempo il rapporto con Mel Ferrer era divenuto sempre più problematico, per cui la famiglia decise di trasferirsi presso una casa nella campagna svizzera chiamata La Pacifica: un luogo bucolico dove Audrey Hepburn ebbe modo di dedicarsi al giardinaggio e alla sua famiglia.
Nel 1966 Audrey recitò per l’ultima volta in un film di William Wyler: Come rubare un milione di dollari e vivere felici. Nello stesso anno dovette affrontare un altro aborto spontaneo.
Con l’avanzare dell’età, la Hepburn iniziò a discostarsi da ruoli in commedie che sino ad allora l’avevano contraddistinta, orientandosi verso interpretazioni più mature ed intense. Così, all’età di 37 anni, recitò nuovamente accanto al marito in Due per la strada di Stanley Donen. Poi nel 1967 fu la protagonista in Gli occhi della notte, interpretando una donna cieca: la performance le valse la quinta nomination agli Oscar.
Nel 1968 Audrey Hepburn divorziò da Mel Ferrer, nonostante i rapporti fossero ormai complicati da molti anni prima. Successivamente l’attrice decise di ritirarsi a vita privata. Una scelta sicuramente ardua ma che Audrey non ha mai rimpianto.
Nelle interviste ha sempre dichiarato che certamente il cinema le ha dato molto ed era lieta di svolgere quel lavoro, ma il suo più grande sogno era legato alla famiglia e al ruolo di madre. Per cui, quando il suo primo figlio dovette andare a scuola, Audrey non aveva più modo di portarlo con sé durante le riprese e non avrebbe potuto sopportare l’idea di stargli lontano. Così, ritiratasi dalle scene, Audrey incontrò il suo secondo marito: Andrea Dotti, psichiatra italiano ed aristocratico, da cui ebbe il secondogenito Luca, nato nel 1970.
Tuttavia anche il matrimonio con Andrea si rivelò fallimentare, data la tendenza dell’uomo alle frequentazioni extra coniugali. Come per il primo matrimonio, nonostante Audrey fosse a conoscenza dei tradimenti del marito e frequentasse anche lei altri uomini, non divorziò immediatamente. Ciò si spiega considerando i trascorsi della donna, dei suoi traumi infantili che derivarono dalla disgregazione della sua famiglia, dalla consapevolezza di ciò che vuol dire crescere senza una figura paterna. Per amor dei propri figli attese così che crescessero, per poi divorziare da Andrea soltanto nel 1978.
Dopo ben nove anni di assenza dalle scene cinematografiche, tornò a recitare nel 1976 in Robin e Marian di Richard Lester, accanto a Sean Connery. Nel 1981 ricordiamo il suo ultimo ruolo importante, in …e tutti risero. Il suo ultimo ruolo fu una parte minore nel film di Steven Spielberg Always, del 1988. Dopodiché lasciò definitivamente la propria carriera d’attrice.
Gli ultimi anni di Audrey Hepburn e l’UNICEF
Il 1981 fu un anno molto importante in quanto Audrey conobbe il suo terzo marito, Robert Wolders, attore olandese con cui svolse opere di beneficenza ed i viaggi per l’UNICEF, e con cui finalmente riuscì a realizzare la vita matrimoniale desiderata.
Gli ultimi anni di vita di Audrey Hepburn sono stati particolarmente significativi. Ricordiamo l’attrice come una donna dal senso fortemente umanitario e che provava un profondo amore per i bambini e per il prossimo. Tale filantropia trovò piena espressione quando, nel 1988, Audrey Hepburn divenne ambasciatrice dell’UNICEF, sfruttando la propria notorietà per promuovere le attività del fondo. Audrey ha sempre dichiarato di comprendere la situazione in cui versavano i bambini con cui veniva a contatto, rimandando al trauma della guerra e dalla fame patite in prima persona da lei stessa.
“Nella vita bisogna dare senza aspettare ricompense, solo così l’esistenza ha uno scopo.”
Durante un viaggio in Somalia per l’UNICEF, Audrey Hepburn iniziò ad avvertire dei forti dolori allo stomaco. Dopo alcune visite scoprì di aver contratto un tumore al colon. Si recò dunque a Los Angeles per un’operazione ma il cancro fu scoperto troppo tardi, per cui non vi era più alcun rimedio. Fu Givenchy stesso ad inviare un jet privato a Los Angeles affinché potesse riportare a casa l’attrice. Audrey trascorse i suoi ultimi giorni presso la sua tenuta in Svizzera, morendo all’età di 63 anni, il 20 gennaio 1993.
Una donna straordinaria, riservata e che, nonostante la fama, ha sempre preservato la sua umiltà, dimostrando grande nobiltà d’animo ed amore per il prossimo. La carriera d’attrice era divenuta ormai secondaria: Audrey Hepburn, una delle attrici più famose al mondo tutt’oggi, ha sempre avuto altri valori posti davanti al lavoro e a cui ha dedicato tutta se stessa: la famiglia, la maternità, l’amore verso tutti.
“Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio. Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani: una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.”
Sabrina
Ottima scelta, Sabrina è anche uno dei miei preferiti! E’ sempre un piacere vedere Audrey Hepburn nei suoi primi ruoli.