Il Vangelo secondo Maria è un film di Paolo Zucca prodotto da La Luna, Indigo Film, Vision Distribution, Sky, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission. Con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, uscirà nei nostri cinema giovedì 23 maggio e sarà distribuito da Vision Distribution.
Il film, riprendendo il romanzo omonimo del 1979 di Barbara Alberti, verterà sulla storia di Maria madre di Gesù, ma nella sua visione più umana e ribelle, dando una bella sferzata alla santa versione a cui le sacre scritture ci hanno tramandato, riportandoci al contrario una figura libera ed indipendente.
Il Vangelo secondo Maria: Una donna non solo madre
Maria, interpretata dalla giovane attrice Benedetta Porcaroli (Baby, L’ombra del giorno, Enea), è una giovane ragazza con delle ambizioni e dei sogni: vorrebbe trasferirsi altrove, in questo caso sogna l’Egitto e la grande biblioteca di Alessandria, vorrebbe studiare il greco e arricchirsi culturalmente per fuggire non soltanto dal soffocante clima di quelle zone, ma anche per sfuggire ad un destino che la vede ostinatamente solo nelle vesti di moglie e madre.
E’ una visione totalmente nuova quella di Paolo Zucca.
Maria infatti solitamente viene rappresentata in virtù di quello che sarà il suo ruolo principale: la madre di Gesù, anche se visto sotto differenti prospettive: a volte prima della nascita di esso, partendo dal misterioso e divino concepimento, spesso invece nelle vesti di giovane madre di un ragazzo ribelle destinato, nella sua breve vita, a sfidare i preconcetti esistenti, ascendere al cielo per poi riunirsi con il proprio divino padre, e lasciare agli umani sulla terra il proprio insegnamento.
Maria di solito, per quanto possa accennare in alcuni casi ad una sorta di ribellione nei tanti film biblici realizzati su questo sempre spinoso tema, viene rappresentata sempre come una figura mite e morigerata, saggia pur essendo giovane, amorevole madre e praticamente mai ribelle verso Dio o di coloro che ne fanno le veci, anche perché perlopiù viene vista più come mezzo per far venire al mondo il Salvatore, e quasi mai invece come una giovane donna indipendente dal figlio.
Qui Maria invece, si dimostrerà tutt’altro che accondiscendente; sia verso le istituzioni familiari che vorrebbero condurla all’altare ad un ricco pretendente, e sia verso soprattutto Dio, verso il quale affronta una specie di duello pre-femminista sulla libertà della donna, e sul fatto che si può essere certamente madri, ma non per questo tutta la sua vita debba essere rinchiusa in un unico e solo ruolo.
Ad aiutarla in questa sorta di guerra tra umano e divino, ci sarà Giuseppe, interpretato da Alessandro Gassmann (Bastardi di Pizzofalcone, Un professore, Non ci resta che il crimine), qui visto come “un vecchio gigante”, decisamente più grande di lei, ma non per questo ostile nei suoi confronti, anzi decisamente aperto all’idea di aiutarla in questo suo percorso di arricchimento e di crescita.
Con Maria infatti, non solo intercorrerà un rapporto mascherato tra marito e moglie, ma la prenderà sotto le sue esperti ali come sua allieva per guidarla, sotto molti punti di vista, in questa sua difficile sfida contro il divino e alla scoperta di una nuova prospettiva di se.
Non si tratterà quindi solamente di una lotta di genere tra uomini contro donne. Si parlerà soprattutto di una volontà, attraverso questa versione di Maria, giovane donna, ribelle e curiosa su tutto ciò che la circonda, di liberarsi da quei rigidi crismi che la vorrebbero rigidamente, in un sistema patriacale, ricondurla a vestire gli unici panni di un angelo del focolare.
Con questa versione decisamente ribelle di Giuseppe, uomo nient’affatto recluso in una mentalità arcaica, attraverserà questa sfida che la porterà ad arricchirsi non solo umanamente, ma anche culturalmente, nonostante il destino l’abbia poi ricondotta, senza la sua esplicita volontà, a diventare una giovanissima madre.
Dio infatti è visto da Maria non come creatura divina da rispettare a prescindere, ma come un uomo votato al patriarcato e che vorrebbe, attraverso la maternità, condurla ad essere semplicemente moglie e madre, negandole altri status sociali a cui la ragazza vorrebbe legittimamente aspirare. Infatti Dio avrà anche deciso di sceglierla come madre del suo futuro figlio, ma questo non nega il fatto che la giovane ragazza possa diventare anche altro al di là del figlio che porta in grembo.
Benedetta Porcaroli ed Alessandro Gassmann, novità e certezze in film religiosi
Benedetta Porcaroli, è certamente già una delle giovani promesse del cinema italiano, ma nonostante l’età, ha già nella sua breve vita artistica, già interpretato alcuni ruoli in una qualche maniera collegati, direttamente o indirettamente, al mondo religioso, in particolare due sono i ruoli che l’hanno vista protagonista o comunque partecipante a film riconducibili al complicato tema religioso o derivante da esso.
La giovane attrice romana, ha infatti recentemente interpretato la protagonista nel discusso film La scuola cattolica, film del 2021, in cui si smascherava, dietro i drammatici eventi capitati negli anni settanta e che portarono al massacro del Circeo, l’ipocrisia e le parti più oscure di quella che sarebbe all’apparenza, la perfetta educazione morale cattolica.
Altro ruolo decisamente scomodo per l’attrice di Baby, sarà la sua partecipazione nel film di Micheal Mohan, ambientato in Italia, in uscita ad agosto di quest’anno da noi, The Immaculate, in una sorta di convento degli orrori e di pericolosi e torbidi segreti da non svelare, con protagonista Sidney Sweeney, lì l’attrice di 18 regali interpreterà vestira i panni invece di una suora, in questo scandaloso e misterioso convento a tinte horror.
Alessandro Gassmann, nella sua lunga carriera cinematografica e televisiva, ha spesso partecipato anche lui a film più o meno riconducibili alla sfera religiosa o quanto meno ad una interpretazione moderna di essa.
Giusto per citarne alcuni, anche nella miniserie televisiva del 2006 chiamata La sacra famiglia, discussa versione legata ai Vangeli apocrifi, Gassmann interpretava Giuseppe ma, in questo caso, il padre di Gesù è un uomo con un passato, vedovo con sei figli, e la trama ripercorreva la sua vita fino alla morte.
Anche in Un bambino di nome Gesù , film nel 1987 di Franco Rossi, l’attore romano interpretò un giovane e coraggioso Giuseppe che, separato da Maria e Gesù, partirà alla loro ricerca per poi ricondursi con loro e aiutare il futuro Messia, dopo varie peripezie, ad abbandonare Nazareth per seguire il suo tragico e celeberrimo destino che lo condurrà poi a Gerusalemme.
Altro ruolo “giuseppiano” per finire, ma stavolta in chiave moderna, è in un film del 2008, Il seme della discordia con Caterina Murino. In questa pellicola, Gassmann interpreta la figura di un marito che scopre, nello stesso giorno in cui sa con certezza di essere sterile, che la moglie Veronica è incinta nonostante questa non abbia avuto rapporti sessuali con altri uomini, con inevitabili dubbi da parte sua su chi sia realmente il padre di quella creatura che porta la moglie in grembo.
Insomma tra riproposizioni religiose più o meno attendibili di tempi antichi e rivisitazioni in chiave moderna sul tema agiografico per eccellenza, riguardante lo scottante tema della famiglia cristiana, entrambi i due attori romani con questo controverso tema si sono già scontrati e confrontati, verrebbe da dire inevitabilmente nel paese dove la Chiesa moderna ha trovato da lungo tempo la sua nuova e definitiva dimora.
Vangelo secondo Maria: I luoghi e il resto del cast
Tra i luoghi delle riprese certamente domina il territorio del nuorese: in particolare, per le scene fluviali è stata scelta un’area del fiume Flumendosa nel territorio di Gadoni; coinvolto anche il complesso nuragico di Tamùli, un’importante area archeologica risalente all’età del Bronzo medio situata a Macomer.
Completano il cast del film di Paolo Zucca, gli attori Lidia Vitale, Leonardo Capuano, Andrea Pittorino, Giulio Pranno, Maurizio Lombardi (1994, Ripley) nei panni di Erode e Fortunato Cerlino (Gomorra) nelle vesti di un sacerdote.
Un film che insomma certamente farà discutere e che ridiscuterà, in chiave estremamente moderna, la figura della donna della cristianità per eccellenza, Maria madre di Gesù, ma soprattutto in questo caso donna libera di fare le sue scelte e decidere da sola, senza alcuna imposizione e limite, il suo futuro.
L’ennesimo film (e romanzo) che mistifica figure religiose per catturare l’attenzione di una fascia di pubblico (molti sopravvissuti del ’68 o figli del suo estremismo) che, già di suo, disprezza il Cristianesimo e gode di queste “riletture” moderne.
Un film che non insegna nulla. Rafforza invece l’idea (pregiudizio ideologico) ultrafemminista che la maternità sia una palla al piede anziché un vero e proprio dono, libero, responsabile e gratuito.
Comunque tutte argomentazioni che non avrebbero bisogno di scomodare la Maria dei Vangeli: ma “il prurito” provocato dal gusto di snaturare il sacro genera interesse e soldi, “vende”.
Ti ringrazio innanzitutto Adriano per aver letto il mio articolo e per aver lasciato un tuo commento. Ovviamente si tratta di un film che inevitabilmente fa discutere, ognuno ha la propria visione della cosa ed è legittimo pensarla come meglio si crede, ma personalissima opinione, penso che bisognerebbe essere sempre comunque flessibili, tolleranti e aperti anche verso ciò che non si approva, é il bello di vivere in una società libera da preconcetti, in cui ognuno sia libero di battersi per la propria opinione, come hai fatto tu Adriano dicendo la tua e come ha fatto la signora Alberti nel libro e poi nel film Paolo Zucca, come io posso avere la mia, e così via… ognuno é giusto che creda in ciò che vuole, non credo che esista una verità assoluta su certi argomenti. Comunque grazie ancora per aver commentato Adriano, buona giornata.