Il giallo è un genere cinematografico particolare, richiede impegno e attenzione e quel pizzico di perspicacia innata per gustarlo fino in fondo dall’inizio alla fine.
Esiste tuttavia un film, che pur avendo, in apparenza, tutte le caratteristiche del giallo perfetto, si differenzia dagli altri per quella sottile e irresistibile ironia, che lo rende accessibile a tutti, e una volta visto, non si può fare altro che desiderare di rivederlo.
Invito a cena con delitto è un film del 1976 diretto da Robert Moore, basato si sul racconto Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, ma racchiude molto altro.
Un ricco e misterioso miliardario, Lionel Twain (Truman Capote), invita nel suo castello per un fine settimana cinque fra i più famosi detective, criminologi e scrittori di gialli del mondo: il petulante Sidney Wang (Peter Sellers) con il figlio Willie; Dick Charleston (David Niven) e la moglie Dora; il baffuto e aristocratico Milo Perrier e il suo autista Marcel; il rude Sam Diamante (Peter Falk) e la sua segretaria, infine Jessica Marbles e la sua infermiera Miss Withers.
Dieci i protagonisti della storia quindi, ai quali si aggiungono il bizzarro maggiordomo Jamesir Bensonmum (Alec Guinness) e la cuoca sordomuta Yetta, che fanno parte di quella tetra e inquietante atmosfera che gli invitati trovano nel castello, dove sono bersagliati uno ad uno da strani incidenti.
https://www.youtube.com/watch?v=CtqadBOlJQc
Finalmente riuniti a cena, arriva il padrone di casa che li sfida, annunciando che alla mezzanotte mostrerà loro un delitto insolubile, che vedrà vittima e come colpevole due delle persone che siedono in quel momento al tavolo. Promette un milione di dollari a chi riuscirà a risolvere l’enigma e sparisce sbarrando ai mal capitati ogni via d’uscita.
Inutile precisare ciò che più di tutto salta subito all’occhio, e cioè che i nomi dei cinque investigatori, sono parodie di famosi detective letterari e cinematografici con gli stessi nomi storpiati ma riconoscibili: Charlie Chan, Nick e Nora Charles, Hercule Poirot, Sam Spade e Miss Murple.
Inizia quindi uno dei più geniali film giallo- comici della storia del cinema, che grazie a battute esilaranti e trovate umoristiche, si presenta come una presa in giro di tutto e di tutti.
Invito a cena con delitto , il cui titolo originale è Murder by death è pertanto un’ esilarante parodia di un intero genere cinematografico, quello giallo appunto, su cui regna incontrastata sua maestà Agatha Christie che viene costantemente rievocata e ricordata.
La notte tempestosa, la casa isolata, cinque sconosciuti, un delitto.
La struttura narrativa “giallesca” è rigidamente rispettata ma tutti gli altri tratti caratteristici del genere vengono capovolti, portati all’estremo opposto: il cliché viene letteralmente disintegrato, innalzando questo gioiellino sul podio delle parodie più divertenti mai realizzate.
Personaggi caratterizzati in ogni minimo particolare rendono ogni scena unica nel suo genere.
Il film è tutto un susseguirsi di situazioni surreali e gag straordinarie, messe in scena con un ritmo indiavolato, ci sono battute micidiali una dietro l’altra e nella prima parte quasi tutte le situazioni comiche più belle vedono protagoniste il maggiordomo Guinness, ad esempio i suoi insensati dialoghi con la cameriera (lui cieco, lei sordomuta)
Jamesir Bensonmum e Poirot
“vado a prepararle un caffè monsieur Poirot
Poirot: sì, sì… ma è un po’ tetro qui n’est pas?
Jamesir Bensonmum: mi dispiace signore niente “n’est pas”, qui abbiamo solo nescafè”
Jamesir Bensonmum e L’ispettore Sidney Wang (Peter Sellers)
“Che cosa è?
Questo? Oh niente signore, è il nostro gatto.
Il gatto? Date a gatto mangime di cane?
Sì, ed ha un carattere molto scontroso signore. Mister Twain l’ha fatto castrare, e l’idea non gli è piaciuta…”
Sam Diamond (Peter Falk) e Lionel Twain (Truman Capote)
“Mi tiri un altro tiro così e stia più che sicuro che di tiri non ne tirerà più per sempre.”
I due sono anche oggetto di battute da parte degli altri personaggi:
“Oh ecco il maggiordomo! Oh, ma è cieco!
Non fargli parcheggiare la macchina Dick”
“Sarà la cuoca… avanti!
Cara, è sorda…
Ah è vero….AVANTI!!!”
I due sono anche oggetto di battute da parte degli altri personaggi:
“Oh ecco il maggiordomo! Oh, ma è cieco!
Non fargli parcheggiare la macchina Dick”
“Sarà la cuoca… avanti!
Cara, è sorda…
Ah è vero….AVANTI!!!”
Devastante anche la parodia del duro detective di Falk/ Sam Diamante, il detective cresciuto per strada, laureato all’università della vita e con un buco di pistola nella giacca («Vedesse la giacca di quell’altro!»)
“La mia scuola è stata la strada, e sono cresciuto guardando dentro le canne di pistole puntate contro di me“
È la versione a chilometro zero di Sam Spade, interpretato alla perfezione da Peter Falk appunto, che tutti ricorderete come il tenente Colombo del piccolo schermo.
La traduzione letterale di Sam Diamond sacrifica il gioco di parole tra “Diamond” e “Spade” che in inglese sono due dei quattro semi delle carte da gioco.
Il suo temperamento da falso duro è il vero successo di questo personaggio
Tess Skeffington (Eileen Brennan) e Sam Diamond (Peter Falk)
“Ma non ti fidi di me?
L’ultima volta che mi sono fidato di una pupa è stato a Parigi nel ’40. È uscita dicendo che andava a comprare un fiasco di vino: due ore dopo i tedeschi invadevano la Francia.”
Sidney Wang è invece un’urticante versione, volutamente ben oltre il cliché delle stereotipo razzista, di Charlie Chan, detective di origini cinesi nato dalla penna di Earl Derr Biggers.
Ad interpretarlo è un maestro del trasformismo come Peter Sellers (che oltre all’assegno pretese una percentuale corposa sugli incassi del film), che qui ci da dentro con tutte gli stereotipi possibili.
Il suo Wang si esprime solo per assurdi proverbi uno più micidiale dell’altro sempre e rigorosamente in un Inglese sgrammaticato e senza articoli, che manda fuori di testa il ricco Lionel Twain.
“Conversazione è come televisione durante l’una di miele. Non serve”
“Domande è come carta igienica vetrata: a lungo andare, molto irritante.”
La pellicola, datata 1976, può essere considerata un cult per il genere giallo, seppur con evidenti tratti parodici. Il cameo di Truman Capote, nei panni di Lionel Twain, rende il film unico nel suo genere. E’ perfetto in un personaggio che rappresenta la sua eccentricità e la sua particolarità.
Un cammèo che risulta eccezionale: Truman Capote ha avuto sporadiche apparizioni in video, se non per qualche breve apparizione. Qui è ben visibile in tutto il suo estro, incarnando perfettamente il ruolo di anfitrione un po’ matto.
Dick e Dora Charleston sono la versione locale di Nick e Nora Charles, la coppia di protagonisti del romanzo di Dashiell Hammett L’uomo ombra (1933), che ispirarono anche svariati adattamenti cinematografici.
A questo proposito, è curioso notare che, il nome Dick, in inglese si presti a svariate battute che il film sfrutta a dovere, come quando la signora chiede – scatenando l’imbarazzo generale – «Where is my Dickie?», salvo poi correggersi con « Oh sorry, where is my husband?», doppio senso che in Italiano è ben reso con l’altrettanto ambiguo
“Dove me l’ha messo? Volevo dire, dov’è mio marito?.”
Ad interpretare i due personaggi troviamo due leggende, David Niven che non credo necessiti di presentazioni, ma oltre ad essere stato uno 007 apocrifo (in Casino Royale del 1967) è stato anche l’unico a recitare accanto a Hercule Poirot (in Assassinio sul Nilo del 1978) e l’ispettore Clouseau in un paio di film della Pantera Rosa.
Dora Charleston invece è interpretata da colei che non è mai stata giovane nemmeno qui dove era una signora piacente sopra i quaranta, Maggie Smith, ben prima di Hook e decisamente prima di Downton Abbey.
“Pronto? Pronto? Pronto?
Meno male, digli che ci siamo persi.
E a chi lo dico? Non c’è la linea.
E allora perché hai detto “pronto”?È stato proprio come…
Cosa Dick?
Come se qualcuno avesse troncato il filo.E che suono ha fatto?
Tronc!”
Il belga, Milo Perrier, con la sua fissa per il cibo e il cognome da marca di acqua famosa, fa ovviamente il verso a Hercule Poirot. Ad interpretarlo è James Coco mentre il suo autista dal femore di alluminio è James Cromwell
“deve far male», «Solo quando piove…Aaaarrggh!”
Complice della straordinaria riuscita di questo film è quindi, il cast, davvero d’eccezione: David Niven, Peter Sellers, Sir Alec Guinnes, Maggie Smith, Peter Falk, James Cromwell e, nella sua unica vera apparizione cinematografica, lo scrittore Truman Capote. Pensate che nel 1976 si poteva chiedere di meglio?
Certo, Twain gli gioca un brutto scherzo, non c’e che dire, potremmo anzi dire che gli tira una pietra sulle impronte e Sellers, anzi suo figlio, per primo raccoglie la sfida
“Uno due tre salta”. “Bella contata papà”
Sembra tutto lì, e invece no!
Suonano il campanello e una donna urla, o cosi sembra, ma in realtà è il macabro suono dello stesso campanello, costituito dall’agghiacciante urlo di una donna, e che è la riproposizione delle urla di terrore di Fay Wray in King Kong (1933).
È la volta di Perrier ad entrare. Poi Diamante che finisce il carburante e manda a prenderlo con una tanica, la moglie.
Sembra ancora che sia finito tutto, ma in realtà è solo il principio.
Wang si accorge che
“cane mette lingua fuori di ritratto”.
La stanza brucia e altre mille macchiette.
E poi una statua cade dal tetto dell’ingresso rischiando di ucciderli. Ognuno di loro si salva miracolosamente (e spesso comicamente!) e viene accolto da Jamesignora Bensignore, il maggiordomo cieco di casa Twain, che assegna loro le rispettive camere e da l’ appuntamento per la cena.
Nel frattempo arriva la cuoca assunta per l’occasione, Yetta, che ha il volto della simpaticissima Nancy Walker ma è sordomuta ed analfabeta…condizione che le impedisce di comunicare con il maggiordomo e, ovviamente, di preparare la cena.
Dapprima muore il maggiordomo, il cui corpo, però, sparisce…poi muore la cuoca…o no?!?!? E poi spariscono in otto e ne rimangono due e ancora si ritrovano in sala da pranzo ma manca sempre qualcuno.
Insomma a poco a poco, fra battute esilaranti e scene tragicomiche, la notte passa e l’alba getta nuova luce sulle tante ombre. Ogni personaggio diventa diffidente nei confronti degli altri, niente e nessuno è come sembra e la soluzione ha mille sfaccettature!
Invito a cena con delitto è uno dei più fieri e riusciti rappresentanti di un filone ormai andato perduto, perché oggi le parodie (quando raramente vengono ancora prodotte) sono filmetti a basso costo basati interamente su doppi sensi sessuali e volgarità assortite che alla lunga, fanno più sbadigliare che ridere.
Se pur girato quasi tutto in interni in una manciata di set, e basato interamente su dialoghi (spesso geniali) che vedono il notevole cast molto impegnato, non è affatto un soggetto cinematografico trasferito sul grande schermo, molte delle trovate di questo film a teatro non potrebbero essere replicate con la stessa efficacia, anzi è proprio il cinema il veicolo migliore per prendere amorevolmente per i fondelli, tanti celebri detective letterari e il classico formato del “Whodunit”.
Questo soprattutto perché, come spesso accade in questo genere di pellicole, la moltitudine di gag, doppi sensi, allusioni e giochi di parole risulta pressoché intraducibile ed il nostro più grande encomio, in questo caso, va ai traduttori e ai doppiatori italiani che, hanno contribuito a rendere Invito a cena con delitto un vero cult della risata anche in Italia.
Invito a cena con delitto è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 09 Ottobre 1976 mentre negli USA uscì il 23 Giugno 1976.
Ancora oggi è considerato un classico, soprattutto durante il periodo natalizio, da vedere in famiglia per trascorrere una piacevolissima serata.