Dal 17 settembre in sala, si torna a respirare l’Arte, grazie al film Gauguin, diretto dal regista francese Eduard Deluc e interpretato da Vincent Cassel.
L’artista, maestro ed espressione del post-impressionismo, tra i più conosciuti, apprezzati e amati per il suo estro e la sensibilità, viene colto e descritto durante il suo periodo tahitiano, che è stato quello più prolifico, in cui ha anche trovato l’amore della sua vita e la più grande fonte di ispirazione.
Distribuito da Draka Distribution il film è liberamente ispirato ad un opera scritta proprio dal pittore ovvero Noa Noa: The Tahiti Journal, un vero e proprio albo illustrato in cui è raccontata la sua esperienza nell’isola della Polinesia francese.
Risale al 1891, infatti, la decisione di lasciare l’Europa per recarsi in un luogo che potesse infondergli una nuova ispirazione e Gauguin decise di allontanarsi quanto più possibile dalla sua terra natia.
A Tahiti incontrò Tehura l’amore della sua vita, nonché musa dei suoi lavori. Ma non mancheranno riferimenti alla sua amicizia con Van Gogh.
Deluc ha spiegato che questo film è nato dalla scoperta di Noa Noa apunto, il racconto illustrato che Gauguin produsse nel suo primo soggiorno a Tahiti dal 1891 al 1893 .
“È un’opera letteraria di grande poesia, un racconto d’avventura con un tocco di romanticismo mozzafiato.
È una sorta di diario privato, scritto con grande umanità, sulle sue esperienze tahitiane, in cui combina racconti, impressioni, pensieri, questioni politiche, questioni artistiche, schizzi e acquerelli.
In definitiva, è una sorta di sontuosa dichiarazione d’amore per Tahiti, per i tahitiani e per la sua Eva tahitiana…nel 2012 sono tornato a Noa Noa, poi a tutti gli altri scritti di Gauguin e alla corrispondenza con sua moglie e gli amici. Da tutto quel materiale è emerso il profilo di un personaggio visionario e stimolante, che ha abbracciato la modernità mettendola continuamente in discussione”.
Il regista ci spiega anche chi era Gauguin
“Era una figura eccezionale, alla ricerca di un sogno edonistico: liberarsi da tutte le convenzioni, morali, artistiche o politiche. Voleva tornare alla vita da selvaggio che aveva già condotto in Bretagna, Panama e Martinica e che lo aveva fatto emergere sulla scena artistica”.
Cassel invece, attore di punta del cinema francese e di livello internazionale, che ha anche militato in Italia con Carmine Amoroso e Garrone, ha così commentato questo ruolo:
“Al cinema, devi fonderti nel ruolo. Ho lasciato crescere la barba, ho perso peso, poiché Gauguin stava morendo di fame.
Indossavo anche denti protesici. Il suo aspetto era una miscela della mia fantasia e della realtà. Ho imparato il tahitiano. Ho inventato un’andatura per lui. L’ho costruito con i tocchi.
Forse ho inventato un Gauguin un pò più rozzo di come lo vedeva Edouard e l’ho immaginato per cominciare ad entrare nel ruolo”
Un Vincent Cassel che indossa i panni di un uomo insoddisfatto quindi, che cerca di dare una nuova luce alla sua creatività lasciando la sua vita, cercandone un’altra per darsi una chance di rinascita.
Un’interpretazione, quella dell’attore francese, che si adatta perfettamente al personaggio, restituendo al pubblico quello sguardo malinconico con cui ci immaginiamo Paul Gauguin.
Vincent Cassel è un attore corporale. Il suo corpo è uno strumento di comunicazione, forse al più delle parole, che trapela la vera essenza del personaggio al fine di non lasciare spazi bui e incompresi agli occhi dello spettatore.
Una sincerità viscerale al servizio dell’interpretazione che si rivela selvaggia, brusca, feroce.
Eppure, per sua stessa ammissione, prima di iniziare quest’avventura, non conosceva affatto Gauguin
“Onestamente? Non lo conoscevo. Sapevo vagamente dei suoi ritratti a Tahiti ma lo consideravo un personaggio problematico. Su consiglio di Edouard, ho iniziato a leggere Noa Noa (in Italia edito da Passigli, nda), che costituisce la spina dorsale del film. Poi sono andato a vedere alcune mostre e ho incontrato i curatori del Musée d’Orsay, che mi hanno spiegato perché fosse una figura tanto rivoluzionaria. Ho anche lavorato con un insegnante di pittura. Non volevo finire come un idiota sul set con i colori davanti senza sapere cosa fare”
Nel cast, accanto a Cassel, Tuheï Adams, Malik Zidi, Pua-Taï Hikutini e Pernille Bergendorff.
La vita di Gauguin si presta ad essere il fulcro di una narrazione cinematografica, non solo perché è stato uno dei fautori di un movimento artistico tra i più importanti dell’Ottocento, ma anche perché umanamente ha dimostrato di essere un personaggio incredibile, le cui scelte di vita sono state il più delle volte radicali.
Gauguin, già uscito in Francia nel 2017, è arrivato solo adesso in Italia nelle sale cinematografiche a partire, appunto, dal 17 settembre.
Uno sprazzo di vita della grande arte che ha segnato le generazioni future.