Il 21 agosto del 1987, usciva negli USA un film destinato ad un successo indiscusso e duraturo, soprattutto fra il pubblico femminile che lo ha decretato come il più visto, davanti alla trilogia di Star Wars, Grease, Tutti insieme appassionatamente e Pretty Woman.
Tre decenni dopo è ancora un film giovane e dinamico, in grado di farci letteralmente sognare, attori giovani, belli e impegnati in balli ritmici e sensuali, una bella storia d’amore, una favola a lieto fine: Dirty Dancing – balli proibiti.
La trama
Estate 1963, la famiglia Houseman – composta da padre, madre e le due figlie – si reca in vacanza nelle Catskill Mountains, presso un villaggio turistico di proprietà dell’anziano Max Kellerman. La figlia minore e preferita dal padre, Francis Baby Houseman, ha diciassette anni ma solidi ideali e il sogno di studiare economia al Mount Holyoke College per poi tentare di entrare nei Corpi della Pace. Nel corso della sua vacanza Frances conosce Johnny Castle, l’affascinante maestro di ballo che per arrotondare lo stipendio di notte fa il gigolò per intrattenere le ricche signore ospiti del villaggio, e Penny Johnson, ballerina e amica di Johnny. Quest’ultima scopre di essere rimasta incinta da Robbie (il cameriere degli Houseman) e decide di abortire; non può quindi esibirsi con Johnny in un numero di ballo e questo farebbe loro perdere il compenso economico per la stagione. Baby si offre allora di sostituirla, Johnny diventa il suo insegnante e presto tra loro scoppia la passione.
L’idea
All’inizio erano in pochi a credere nel film, perfino chi lo aveva prodotto temeva di aver assemblato un fiasco totale. In poche settimane però la storia d’amore tra Baby Housemane Johnny Castle ha riempito i cinema, sia negli USA, che nel resto del mondo.
Dirty Dancing è stata una pellicola di successo mondiale del 1987 diretta da Emile Ardolino (che ha anche diretto un altro successo enorme come Sister Act) con Patrick Swayze e Jennifer Grey come protagonisti. Questa pellicola all’epoca fu messa in piedi con un budget ridotto e con quasi tutti attori sconosciuti, ma in pochissimo tempo divenne un’icona del cinema, riuscendo ad incassare più di 214 milioni di dollari, e il trampolino di lancio per la carriera cinematografica del compianto Swayze.
Gli anni Ottanta, erano anni difficili, pieni di pregiudizi e tabù, e nessuno pensava che una storia d’amore a ritmo di danza, potesse avere un futuro; le uniche a crederci, a quanto sembra, furono due amiche di vecchia data, la sceneggiatrice Eleanor Bergstein e la produttrice Linda Gottlieb. Fra loro, Eleanor era la più trasgressiva: figlia di un medico, cresciuta nella ricca borghesia newyorchese, la ragazza era soprannominata “Baby” e partecipava alle feste negli scantinati, dove si danzava al ritmo dei balli proibiti . Era lei che frequentava i resort sui monti Catskill e aveva le idee chiare sul suo futuro. Voleva scrivere storie che lasciassero il segno, divenne una sceneggiatrice ed esordì nel 1980 con la commedia Amarti a New York. Tuttavia quando Bergstein vide che una scena di danza era stata eliminata dal suo script, scattò la rivalsa: avrebbe scritto un intero film dedicato al ballo.
https://www.youtube.com/watch?v=kK95i6bWhps
Tutto sarebbe stato incentrato su due sorelle in vacanza sui Catskill negli anni ’60. Secondo la produttrice Linda, l’unica cosa buona era il titolo Dirty Dancing. Serviva quindi una storia migliore. Si aggiunse spessore con le differenze di classe, l’aborto e la ricerca della propria identità. Il passaggio successivo? Trovare un Studio interessato al film, ma ci vollero 42 lettere di rifiuto prima di arrivare alla Vestron, già specializzata nella distribuzione in Home Video e pronta a lanciarsi nella produzione. Con soli 4.5 milioni di dollari di budget, il film ottenne il semaforo verde. La regia fu affidata a Emile Ardolino, premiato con l’Oscar per il miglior documentario nel 1983 ma alla sua prima esperienza con un lungometraggio.
Trovare i protagonisti fu una sfida. Per il ruolo di Baby si candidarono Winona Ryder e Sarah Jessica Parker, ma Eleanor e Linda volevano solo Jennifer Grey.
Il personaggio di Johnny Castle invece, era inizialmente italiano nella sceneggiatura del film. All’epoca la produzione voleva ingaggiare l’attore Billy Zane, ma il regista non era contento del fatto che Zane non fosse un ballerino professionista. A quel punto il ruolo passò a Swayze, all’epoca trentaquattrenne, che nonostante un ginocchio mal ridotto a causa del football, era un ballerino professionista grazie anche alla mamma, un’affermata insegnante di danza.
Inizialmente non correva buon sangue tra Patrick Swayze e Jennifer Grey sul set di Dirty Dancing.
E la cosa era dovuta al pessimo rapporto che i due avevano avuto durante le riprese di Alba rossa (1984). A quanto pare però, sarebbe stato proprio Swayze a convincere la Grey e farle accettare il ruolo di Baby in Dirty Dancing. Sul set tuttavia, le cose non andarono per il meglio, e dopo un ottimo screen test (un primo provino filmato), i due attori iniziarono ad avere diverbi prima di ogni scena.
Toccò al regista Emile Ardolino risolvere la cosa e nel momento in cui mostrò agli attori il nastro di quel primo provino che avevano sostenuto insieme, e l’intesa immediata che si era creata tra i loro personaggi, la coppia di protagonisti ritrovarono l’ energia e l’ entusiasmo per lavorare insieme.
Si girò in autunno per cinque settimane fra Virginia e in North Carolina per contenere i costi. Le scene di ballo furono riprese senza musica. A sostituirla un metronomo perché mancavano il brano originale adatto al finale e i diritti (costosissimi) delle canzoni scelte da Eleanor. A tutto questo si aggiunsero: un infortunio per Patrick (si fece male ballando su un tronco), i capricci di Jennifer e i timori legati alla censura e agli sponsor, dato che la storia era incentrata su un aborto.
Alla fine però ogni ostacolo fu superato: Swayze ritornò sul set e propose la sua canzone She’s Like the Wind per la colonna sonora; le schermaglie fra i protagonisti diventarono parte integrante del film e fra centinaia di audiocassette fu trovata (I’ve Had) The Time of My Life.
La canzone, interpretata da Bill Medley e Jennifer Warnes, valse ai due cantanti un Grammy come miglior duetto e fece guadagnare alla pellicola due importantissimi premi: un Oscar e un Golden Globe.
Quando Patrick Swayze è morto nel 2009 a soli 57 anni, è stata la sua partner sullo schermo Jennifer Grey a ricordare il set di Dirty Dancing e affermare:
“si trattava di un piccolo film che credevamo nessuno avrebbe mai visto”
La previsione dei due protagonisti si è rivelata tutt’altro che azzeccata. Dirty Dancing è diventato un cult istantaneo e più di trent’anni dopo è ancora uno dei più potenti film sul ballo.
Le scene cult
Dirty Dancing e la sua storia ci hanno fatto sognare, non c’è dubbio, in paticolar modo alcune scene. Per chi come me ha visto il film tante di quelle volte da conoscerlo battuta per battuta, potremmo senz’altro dire che la parte migliore è proprio il finale.
Chi di noi, bambine, adolescenti, donne, non ha sognato di poter un giorno replicare quei passi, quei sinuosi movimenti, quelle prese; chi di noi non ha sperato di poter indossare quell’abito rosa, e di gettarsi, dall’alto di quel palco, tra le braccia del suo Jonny, bello e sensuale, come solo Swayze sapeva essere.
È una scena coinvolgente come poche, e durante le riprese, l’intera troupe cinematografica si lasciò coinvolgere dalla musica, tanto da prendere parte alla scena corale, lasciandosi trasportare dall’euforia.
Questo clima di familiarità, a dire il vero, si respirava spesso sul set del film, e questo ha favorito molto spesso il fatto che alcuni degli attori si sentissero liberi di improvvisare alcune delle scene poi diventate iconiche.
Una scena inizialmente non prevista ad esempio, era quella in cui Johnny e Baby gattonano l’uno in direzione dell’altro durante le prove di ballo sulle note di Love is strange, non doveva essere inclusa nel film perché si trattava di un momento di relax e di divertimento tra i due attori, poco prima di girare la vera scena. Tuttavia, al regista piacque molto e decise di tenerla.
Oltre a questa, anche la scena in cui Baby soffre il solletico quando Johnny la accarezza col braccio è vera e non prevista, ma compare nel film le risate di Jennifer Grey non erano assolutamente previste dal copione ma sono state lasciate perché funzionavano.
Anche la sua caduta durante il tentativo di presa di Patrick Swayze e il rotolamento a terra dei due attori non erano stati studiati prima ma il regista ha scelto di conservare tutti questi momenti nel montaggio finale.
Molto suggestive e romantiche anche le scene girate in esterna, soprattutto quella in acqua, quando i due ballerini provano la presa finale del ballo. Anche questa scena, a dire la verità, ha una storia tutta sua. Le scene esterne infatti, sono state girate a Mountain Lake, in Virginia, ma la scena del lago è stata girata al Lake Lure, in Nord Carolina, in un freddo mese di ottobre. Se ci fate caso, non ci sono primi in quella scena, e sapete perché? Il freddo era tale, che le labbra degli attori erano viola dal freddo, eppure quei momenti, quei vestiti bagnati, ci hanno fatto sognare.
Nessuna scena in realtà è così esplicita da fare realmente riferimento al sesso o al proibito, eppure inizialmente, Jennifer Grey, appariva nuda nella scena d’amore con Swayze, quella sulle note di Cry to Me di Solomon Burke. Le prime proiezioni di prova non avevano però ottenuto consenso del pubblico e i realizzatori hanno eliminato il nudo dell’attrice. Si tratta di inquadrature che non sono più state recuperate e non si trovano nemmeno tra le scene eliminate inserite nel DVD uscito nel 2007.
Dopo aver terminato la produzione della pellicola, il produttore si rese però conto che avrebbe comunque potuto avere problemi nell’esportazione del film, dal momento che la connotazione dirty avrebbe potuto far pensare a una pellicola pornografica. Si pensò pertanto ad un cambiamento del titolo ma alla fine tutto rimase com’era, e nonostante allora alcune scene del film potessero essere considerate hot in tv, di fatto non si verificò nessun problema.
Anche il tema dell’aborto non era per niente sdoganato all’epoca, e la pratica illegale senza alcun titolo, negli scantinati o altri luoghi certamente non consoni, anche se faceva orrore e ribrezzo, veniva comunque scelta da molte giovani donne illuse e deluse dall’amore.
Il tema dell’amore contrastato a causa delle differenze culturali e sociali invece, si sa, è sempre affascinante e trascinante, fin dai tempi di Romeo e Giulietta.
Nonostante la storia semplice e a tratti banale se vogliamo, tecnicamente il film ha richiesto impegno e lavoro fisico ai protagonisti; è stato però girato in soli 44 giorni e gli attori di hanno avuto solo un paio di settimane per poter provare tutte le coreografie, che per una produzione di questo tipo è veramente un lasso di tempo strettissimo.
Il sequel e il remake
Patrick Swayze ha rifiutato un’offerta da 6 milioni di dollari per tornare al ruolo di Castle in un sequel di Dirty Dancing. L’attore non era un fan dei seguiti. Ma nel 2004 ha comunque interpretato un piccolo ruolo nel prequel Dirty Dancing: Havana Nights, uscito in Italia come Dirty Dancing 2, film interpretato da Diego Luna e Romola Garai e ambientato nella Cuba del 1959, prima della rivoluzione. Swayze è stato pagato 5 milioni di dollari per il suo cameo nei panni di un insegnante di danza. Il salario iniziale dell’attore sul set del vero Dirty Dancing ammontava a soli 200.000 dollari.
Nel 2017 la ABC ha invece realizzato il remake di Dirty Dancing, un film per la TV interpretato da Abigail Breslin e Colt Prattes, un rifacimento che è stato massacrato da pubblico e critica.
Il film è diventato anche un musical di successo, sempre nel 2004, intitolato Dirty Dancing: The Classic Story on Stage e scritto da Eleanor Bergstein, la stessa autrice della pellicola. Lo spettacolo, che debuttò nel mese di novembre al Theatre Royal di Sydney (Australia) contiene le stesse canzoni del film e l’aggiunta di alcune scene inedite. Il successo si è ripetuto nel 2006 in Germania, nel 2011 e 2014 in Inghilterra e Irlanda, ma anche in Canada, USA, Sud Africa e anche nel nostro paese, dov’è stato in scena al Gran Teatro di Roma fino allo scorso dicembre.
Se per noi fans delle storie d’amore questo film è stata una benedizione, per molto tempo, è stato invece una maledizione per i due attori protagonisti: la Grey non riuscì mai più a togliersi l’etichetta di “Baby” mentre Swayze dovette aspettare un altro ruolo importante, come quello di Ghost, per superare Johnny Castle.
Dirty Dancing resta a tutt’oggi un film musicale tra i più noti del genere, un cult grazie alla storia della fanciulla ricca ma inquieta che trova una possibilità di riscatto personale nel ballo e nell’amore di un ballerino bello, povero e ribelle. Ma il film lo conosciamo tutti, e tutti conosciamo il lieto fine della storia:
“nessuno può mettere Baby in un angolo”