Resta con me, una storia vera di naufragio e amore

Irene Pepe Commenta! 2

La storia della skipper Tami Oldham e del fidanzato Richard, naufragati nel 1983 e rimasti in balia delle onde per 41 giorni è diventata un film, appena uscito in Italia

Dopo L’albero del vicino è sempre più verde: arriva il cinema islandese, un altro film islandese arriva in Italia. Si tratta di Resta con me, di Baltasar Kormáku, con Shailene Woodley e Sam Claflin.

Nell’ottobre 1983, Tami Oldham (Shailene Woodley) e Richard Sharp (Sam Claflin) furono investiti dall’uragano Raymond. Richard fu inghiottito dalle onde e Tami, che era sottocoperta, si svegliò, ore dopo, con una ferita alla testa, fuori dalle rotte di navigazione e senza modo di inviare alcun messaggio e, come se non bastasse, annichilita dalla perdita del fidanzato. La sola cosa che riuscì a darle il coraggio di resistere fu sentire la voce di Richard che la incitava a non mollare. Dopo 41 giorni riuscì ad arrivare alle Hawaii.

 

L’esperienza la lasciò traumatizzata. Forse per esorcizzare quello che le era successo, due anni dopo riuscì a scrivere il libro Red Sky in Mourning, che, in qualche modo, la liberò dall’incubo.

A filmare una storia del genere non poteva essere che un vichingo appassionato di avventura:

tre anni fa girò Everest, tratto da Ghiaccio sottile di Jon Krakauer, che descrive la catastrofica spedizione sull’Everest del 1996, nella quale morirono 8 alpinisti. Come già nell’altro film, Kormáku ha cercato le location naturalmente più idonee e, come Everest fu girato a 7300 metri, per girare Resta con me ha navigato a lungo al largo delle isole Fiji nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, dove si svolse il dramma.

Ma non c’è solo avventura, c’è anche amore, almeno questo è quanto dice la protagonista: “Per me è soprattutto una storia d’amore. È certo una storia di sopravvivenza ma indubbiamente l’amore ha un ruolo fondamentale“.

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