Sono tanti i giovani talenti italiani nel campo della regia che si stanno facendo le ossa per diventare i grandi nomi di domani. C’è Roan Johnson che si era già distinto per Piuma, in concorso a Venezia nel 2016, e che ora continua a divertirci con la sua regia de I delitti del barlume e La concessione del telefono, Roberto D’Antona con i suoi The wicked gift, Fino all’inferno e il recente The last heroes- Gli ultimi eroi, il quale si diverte a spaventarci, e Roberto De Feo il quale debutta al cinema con il suo horror The nest- Il nido il 14 agosto del 2019 dopo aver fatto esperienza con i corti lavorando sia a H5N1, in collaborazione con i medici dell’OMS, e Ice Cream, quest’ultimo realizzato insieme allo sceneggiatore Dario Sardelli.
Lui vuole essere felice ed è questo quello che conta!
Samuel (Justin Korovkin) è un giovane ragazzo costretto su una sedia a rotelle che vive con sua madre Elena (Francesca Cavallin) a “Villa dei Laghi”, un’elegante residenza isolata circondata da boschi, in cui conduce una vita agiata seppur ritirata e in solitudine, seguito da domestici e da un dottore personale, interpretato da Maurizio Lombardi (già visto in The New Pope). Bloccato in una rigida routine quotidiana imposto dalla madre e dal divieto assoluto di uscire dai confini della tenuta, Samuel cresce ben protetto ma insoddisfatto e irrequieto, anche se la villa è turbata da alcuni avvenimenti strani e inquietanti.
Un giorno nella sua vita entra Denise (Ginevra Francesconi), un’adolescente che scardinerà gli equilibri della famiglia, dando coraggio al giovane Samuel di opporsi alle restrizioni di sua madre, cercando allo stesso tempo di capire cosa c’è al di là della tenuta. Ma Elena non lascerà andare suo figlio così facilmente e cercherà in tutti i modi di impedire al figlio di allontanarsi da lei. Ma perchè Elena costringe Samuel a vivere prigioniero nella sua stessa casa? Quale mistero nasconde? Perchè lo obbliga a seguire un rigoroso quanto mai misterioso “progetto”?
Solo con un ultimo atto di coraggio Samuel e la giovane e intraprendente Denise riusciranno a scappare dalle grinfie di Elena, anche se il ragazzo scoprirà ben presto di aver fatto una scelta un pò troppo affrettata, capendo allo stesso tempo il motivo dell’importanza del “progetto”…
Credi che la felicità non costi niente? Qual è il tuo compito?
Seguire il programma!
Qual è lo scopo del programma?
Governare la tenuta!
Che cosa stiamo creando nella tenuta?
Una nuova società!
Gli ambienti claustrofobici, i colori scuri e opprimenti che appesantiscono la scenografia e la continua sensazione di non sapere cosa è nascosto dietro questo “progetto”, danno al film il giusto ritmo e la giusta atmosfera, rendendo The nest- Il nido un film scorrevole. Una grande nota di merito và al cast, a iniziare da Francesca Cavallin, la quale interpreta una madre soffocante, rigida e severa, custode di un segreto che non ci viene rivelato fino alla fine del film con incredibile realismo, anche nei momenti in cui la vediamo poco compassionevole nei confronti del figlio paraplegico, giovane attore che fin da subito ci fa provare un’enorme sentimento di empatia.
La giovane Denise rappresenta in pieno la giovane adolescente irrequieta ma colma di dubbi interiori e tanta paura per il destino che l’attende all’interno di quella tetra villa, una giovane donna che inizia a mostrare i primi timidi segni di una sensualità che non può non colpire il giovane Samuel, da sempre ridotto a pochi e abitudinari incontri con chi vive con lui nella villa. L’inquietante dottor Christian amante di Beethoven, musica che adora ascoltare quando è impegnato nel suo lavoro, il quale ubbidisce agli ordini di Elena con cieca fedeltà in nome di una salvezza che quella donna ha portato a lui e agli altri che vivono nella tenuta, tutti legati a lei da un misterioso senso di riconoscenza.
Ottima a mio parere la regia che ci regala inquadrature inquietanti, tetre, soffocanti, la quale ci porta ad esplorare quella villa piena di quadri, crocifissi, statue e candelabri ma, anche quando la scena si sposta all’esterno, scopriamo di essere comunque imprigionati all’interno di un bosco poco curato, oscuro e spaventoso, quasi impregnato di segreti mostruosi.
Presentato come un film horror, seppur con tanta palpabile tensione, The nest- Il nido non riesce a fare veramente paura. La trama si svela nella sua poca originalità proprio sul finale, anche se risulta appassionante e i personaggi sono ben scritti e ben interpretati, per tutta la durata del film ci si domanda se il vero incubo sia dentro o fuori i confini della tenuta ma, seguendo gli indizi, non è difficile rispondere a questa domanda ben prima della fine della pellicola…