“Devi fare tutto il possibile, lavorare al massimo e, se rimani positivo, vedrai spuntare il sole tra le nuvole”
Il film racconta la storia di Pat Soletano (Bradley Cooper). Dopo aver scoperto la moglie con un altro uomo, perde la testa, gli viene diagnosticato un disturbo bipolare e passa i successivi otto mesi in un istituto psichiatrico. Alla fine di questo periodo la madre decide di andare a prenderlo e di riportarlo a casa. Torna così a vivere con i suoi genitori. I primi tempi non sono facili. Si rifiuta di prendere le medicine, ha un’accesa discussione con il padre (Robert De Niro) e non pensa ad altro se non alla sue ex moglie Nikky, che vuole riconquistare a tutti i costi. Una sera conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), la sorella di una cara amica di Nikky. Anche lei è sotto farmaci psichiatrici. Il motivo della sua cura è diverso da quello di Pat. Tiffany ha infatti perso il marito e subito dopo è caduta in depressione e ha deciso di far emergere la parte più sfrenata di se stessa. Tra i due si instaura subito uno strano rapporto. Piano piano però capiscono che possono aiutarsi a vicenda. Fanno un accordo: Tiffany aiuterà Pat con Nicky se lui aiuterà lei con una gara di ballo.
Il lato positivo è un film del 2012 scritto e diretto da David O. Russel. Il film è tratto dal romanzo Silver Lining Playbook di Matthew Quick. Ha avuto ben otto candidature ai premi Oscar del 2013. Il cast è composto da grandi nomi come Robert De Niro, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Proprio con questo film la Lawrence, dopo la prima candidatura nel 2011 con Un gelido inverno, porta a casa la sua prima statuetta. Si vede che ha messo tutta se stessa in questo progetto, riuscendo a tirar fuori una forza e una bravura potentissime. Lo stesso vale per Cooper. Spesso, durante la visione del film, grazie alle espressioni facciali che è stato in grado di fare, mi ha fatto provare tanta tenerezza nei confronti di questo uomo che, pur sapendo di avere un comportamento non del tutto corretto e di soffrire di un disturbo bipolare, cerca di fare di tutto per rimanere positivo e lavorare su se stesso, migliorandosi.
Il tema centrale sono sicuramente le malattie mentali. Ogni personaggio ha una caratteristica psicologica che lo contraddistingue. Abbiamo Pat, al quale è stato diagnosticato il bipolarismo e che, al suono della canzone del suo matrimonio, rivive il momento in cui scopre il tradimento della moglie, finendo per perdere completamente la testa. C’è poi Tiffany, una ragazza esuberante che dopo la morte del marito decide di eliminare tutti i suoi freni inibitori. Il padre di Pat sembra avere un disturbo ossessivo compulsivo. Ogni volta che giocano gli Eagles (squadra di Football americano), vuole che ogni cosa sia al suo posto, così come le persone. Anche Pat, più di una volta durante il film, glielo fa notare. Questo, a mio avviso, non è il classico film romantico, ma è qualcosa di molto più grande e importante. Analizza la parte interiore delle persone portando, non solo i personaggi, ma anche lo spettatore a farsi delle domande e a cercare di risolvere i suoi problemi nel modo più sereno possibile. Il protagonista, infatti, dice più volte che deve rimanere positivo, che tutto andrà bene. Ed è vero. Se proviamo a togliere la negatività dalle nostre vite, anche con semplici azioni, piano piano “vedremo spuntare il sole dalle nuvole”.
Tutto in questo film è fatto bene. Dalle inquadrature ai dialoghi, fino alle musiche. Il regista, soprattutto nei momenti di delirio dei protagonista, aumenta la velocità del cambio di inquadratura o meglio ancora fa in modo che “tutto giri in torno a noi“. Non solo, in queste scena la musica tende ad aumentare il suo volume e ad essere più caotica. Tutto questo fa provare allo spettatore in sala, o davanti allo schermo della propria televisione, le stesse sensazioni che stanno provando Pat e Tiffany. Si va così a creare un rapporto solido tra film e pubblico. Una cosa non semplice.
Una cosa davvero bella de Il lato positivo è che non “invecchia”. Anche se guardato a distanza di anni rimane comunque molto attuale e pieno di significato. Un film che consiglio caldamente a tutti. Fa riflettere, ridere e anche commuovere. Se non lo avete ancora visto correte a farlo, non ve ne pentirete… EXCELSIOR!
Articolo molto bello. Attenzione agli errori di battitura (Russell e non Russel, un istituto si scrive senza l’apostrofo). Ho trovato molto interessante anche il commento sulla tecnica registica, davvero calzante.