Michael Radford, ospite dell’Ischia Film Festival, annuncia la sua intenzione di fare un kolossal sull’eroe russo Alexandr Nevskij, con una coproduzione internazionale, in occasione dell’ottocentenario dalla sua nascita.
Michael Radford ha una faccia simpatica; ha nel suo DNA le latitudini di mezzo mondo essendo nato in India, da padre scozzese e madre austriaca di origine ebraica. È un appassionato di musica; il suo primo film è un documentario su Van Morrison, poi ha fatto un film su Michel Petrucciani e, beh, anche su Bocelli. Ha fatto due capolavori esemplari come Il postino e Orwell 1984. Ha tutte le carte in regola, quindi, per ottenere la nostra simpatia a prescindere.
A Ischia ha annunciato anche un altro progetto, quello di un film su un galeone fantasma, affondato al largo della Florida nel XVII secolo, carico di tesori, ma a noi interessa Aleksandr Nevskij.
Per qualsiasi cinefilo l’Aleksandr Nevskij è il musical per eccellenza: il mitico film del 1938 di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn per la colonna sonora, nientemeno che, di Sergej Prokof’ev.
Per una volta, avere a che fare con un simile gigante non dovrebbe preoccupare più di tanto; il film ha 80 anni ed è troppo sui generis per fare da metro di confronto.
Radford vorrebbe raccontare la giovinezza di Aleksandr. Quale giovinezza? Viene da chiedersi, considerando che Aleksandr sconfisse gli eserciti svedesi e tedeschi nella Battaglia della Neva (da cui il soprannome di Nevskij) ad appena vent’anni? Sarebbe stata dura anche fare un ritratto dell’eroe da vecchio, visto che è morto a soli 43 anni. Ma 43 anni sono stati sufficienti per una quantità di imprese tali da poterci girare più di un film, considerando che Aleksandr è anche stato canonizzato santo ed è il patrono di San Pietroburgo, già Leningrado.
Non ci sono grandi anticipazioni sul film se non sul possibile protagonista,
ovvero Timothée Chalamet, l’Elio Perlman di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.
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“Di Nevsky racconterò la vita avvolta nella leggenda, all’epoca a sedici anni si era già adulti, anche perché si moriva prestissimo. Chalamet con la luce del suo sguardo sarebbe perfetto“, ha dichiarato il regista.
Ora ci aspettano due anni di attesa, visto che l’ottocentenario sarà nel 2020, prima di allora speriamo di avere notizie ulteriori.