Abbiamo già annunciato in precedenza Mank come il ritorno di David Fincher, regista pluripremiato di film quali The Social Network e Il curioso caso di Benjamin Button, dietro la macchina da presa. Dopo il successo delle due stagioni della serie Mindhunter realizzate per Netflix questa volta egli si appresta a raccontare una storia, quella di Herman Mankiewicz, strettamente intrecciata con la genesi di Quarto Potere, leggendario film del 1941 del quale egli scrisse la sceneggiatura, insieme con Orson Welles. Quanto di quel copione, scritto ufficialmente a quattro mani, fosse merito di Mankiewicz e delle sue frequentazioni (egli aveva incontrato personalmente il potente editore e imprenditore William Randolph Hearst sul quale si sarebbe basato il protagonista di Quarto Potere, Charles Foster Kane) e quanto frutto del genio creativo di Orson Welles è un argomento sul quale critici ed esperti dibattono ancora oggi.
La Hollywood degli anni ’30 e ’40 viene raccontata attraverso gli occhi di un uomo cinico, spigoloso e incline agli eccessi che con questo mondo patinato si è scontrato spesso, da critico sociale e poi da sceneggiatore, mentre prende forma sulla sua macchina da scrivere il copione di un film mitico come Citizen Kane. Sullo schermo rivediamo molti protagonisti che hanno fatto la storia di quegli anni: i tycoon dell’industria cinematografica Louis B.Mayer (Arliss Howard), Irving Thalberg (Ferdinand Kingsley), David O.Selznick (demiurgo di film come Via col Vento, interpretato da Toby Leonard Moore) oltre al fratello minore di Herman, il grande regista Joseph L. Mankiewicz (Tom Pelphrey).
Sappiamo che Fincher aveva il progetto in cantiere da qualche anno grazie a suo padre Jack, da sempre interessato alla questione e autore della sceneggiatura,che avrebbe voluto vedere trasposta in un film. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2003, il regista aveva preferito dedicarsi ad altri progetti, aspettando una casa di produzione che gli permettesse di girare Mank come avrebbe voluto e dopo aver lavorato per Netflix, ha ritenuto che i tempi fossero maturi. Nella parte del celebre scrittore Herman Mankiewicz egli avrebbe voluto il due volte premio Oscar Kevin Spacey, col quale ha collaborato per alcuni episodi di House of Cards – Gli intrighi del Potere. Le vicissitudini di quest’ultimo seguite alle accuse di molestie sessuali in cui è stato coinvolto hanno convinto Fincher a proporre il ruolo a un altro attore dotato di grande carisma, Gary Oldman.
Nel trailer, filmato come si faceva una volta, in un pastoso bianco e nero con tanto di annuncio “Presto sui vostri schermi”, si vede Oldman-Mankiewicz ricoverato in ospedale che viene avvicinato da Orson Welles (interpretato da Tom Burke) che lo apostrofa con un perentorio: “dobbiamo parlare”. Vediamo poi il protagonista ricordare il suo incontro con il potente Hearst (Charles Dance) e con la giovane Marion Davies (Amanda Seyfried), ex attrice delle Ziegfeld Follies – spettacoli teatrali brillanti realizzati a Broadway sino agli anni’30 – e amante ufficiale del magnate dell’editoria, con la quale lo scrittore sembra avere un rapporto decisamente più personale. Seguono scene drammatiche sull’abuso di alcool di Mankiewicz, assistito dalla fedele segretaria Rita Alexander (Lily Collins) il cui cognome finirà nel film (Susan Alexander è il nome dell’amante di Kane).
L’uscita di Mank nelle sale è prevista per il mese di novembre, mentre il film sarà poi visibile in esclusiva streaming su Netflix a partire dal prossimo 4 dicembre.