Donato Carrisi ci riprova e, dopo La ragazza nella nebbia, ripropone un suo giallo sul grande schermo dirigendo il suo secondo film, L’uomo del labirinto, previsto in uscita il 30 di ottobre
Donato Carrisi è considerato uno dei migliori giallisti italiani ed è noto soprattutto come scrittore ma, di tanto in tanto, gli piace sperimentare un altro medium come il cinema, che gli permette di esprimersi con mezzi diversi dalla scrittura. Nel 2017 diresse il bellissimo La ragazza nella nebbia, giustamente premiato col David di Donatello. Curiosamente venne realizzato prima il film ma fu, comunque, preceduto dal romanzo proprio per sfruttare la sua fama di scrittore. Questa volta il film nasce dall’omonimo romanzo del 2017.
Nel ruolo di protagonista, Carrisi conferma Toni Servillo, che era già stato l’ispettore del primo film. Così Carrsisi descrive il suo rapporto con l’attore: “Lavorare insieme in un primo film può essere un caso, dal secondo nasce un legame più forte, un sodalizio. Era pericoloso per entrambi cercare la voce del personaggio, a volte abbiamo desistito ma poi finalmente lo abbiamo trovato, è accaduto durante un pranzo in famiglia in una domenica di gennaio. Io stavo cucinando, lui ha iniziato a dire qualche battuta e lì è nato il personaggio“. Questa volta Servillo sarà un investigatore privato, Bruno Genko. Ogni allusione all’ispettore Ginko di Diabolik immagino sia casuale però, come diavolo si chiama di nome Ginko? Io non sono riuscita a trovarlo; qualcuno lo sa?
La storia è questa: dopo 15 anni dalla sua scomparsa riappare una ragazza, che era rimasta imprigionata in una sorta di labirinto da uno psicopatico (da cui il titolo). È traumatizzata, ferita, non sa come sia riuscita a fuggire e viene affidata alle cure del dott. Green, uno specialista che cerca di evocare il mostro frugando nella mente delle vittime. L’ispettore Green era l’arcinemico di Dorellik, un personaggio comico nato sulla scia del successo di Diabolik; fu anche girato un film, Arriva Dorellik, che uscì in contemporanea col primo Diabolik. A questo punto viene da chiedersi se le allusioni a Diabolik siano davvero del tutto gratuite. Comunque sia, il dottor Green è interpretato nientemeno che da Dustin Hoffman: “Ho pensato a lui perché volevo un profiler diverso da quelli che vediamo di solito, giovani forti e aitanti. Avevo bisogno di un uomo con vecchi metodi, con grande esperienza, affettuoso ma anche severo. Tante sfaccettature e secondo me solo lui era in grado di passare da un ruolo all’altro nello stesso personaggio” dice di lui il regista. La ragazza è Valentina Bellé (Vista in Una questione privata o nella serie tv I Medici), della quale il regista si limita a dire: “Sarà una bella sorpresa per il pubblico“.
Ovviamente, trattandosi di un giallo, è bene non addentrarsi nella trama anche perché: “Lo scrittore ha il compito di creare trame noir mentre il lettore e lo spettatore vogliono giungere alla soluzione prima della fine. Ovviamente l’intento è di fare in modo che non ci arrivino, e questo aspetto mi intriga moltissimo“.