E’ da poco disponibile su alcune piattaforme on demand, il nuovo film di Robert Zemeckis, storico autore di film diventati iconici come Forrest Gump e Ritorno al Futuro. Warner Bros ha infatti rilasciato, lo scorso 28 Ottobre, Le Streghe, la nuova fatica del regista statunitense. Il film, disponibile, in America su HBO Max e in Italia nelle maggiori piattaforme digitali, sarebbe dovuto arrivare anche al cinema, ma la chiusura delle sale, causata dalla pandemia, ha visto slittare al 2021 la possibile data di uscita, che però potrebbe venire del tutto cancellata, esattamente come successo con altri film come Mulan.
Le Streghe è una fedele trasposizione dell’omonimo e forse più famoso racconto di Roald Dahl, autore inglese di racconti per ragazzi, di cui si ricordano anche “Matilda” e “La fabbrica di cioccolato”, portati anch’essi al cinema con Matilda 6 Mitica e La fabbrica di cioccolato, diretti rispettivamente da Danny DeVito e Tim Burton. Il racconto vede protagonista un bambino che, venuto a conoscenza delle streghe, grazie anche alle precise descrizioni della nonna, scoperto a origliare durante una riunione segreta, viene trasformato in un topolino.
Nella sua nuova forma, con l’aiuto di altri due amici, a loro volta trasformati in topi prima di lui, e con la coraggiosa nonna, dovrà tentare di ritornare nella sua forma umana e allo stesso tempo cercherà vendetta contro le malvage streghe che l’hanno ridotto così, sperando di riuscire a far assaggiare loro un po’ della loro stessa medicina.
La critica, seppur non considerandolo certamente uno dei maggiori successi di Zemeckis, sta lodando il film in particolar modo per la sua fedeltà al racconto di Roald Dahl, nonostante alcune scelte registiche originali. Sono proprio queste, però, che hanno scatenato una serie di polemiche per le quali la Warner Bros è stata costretta pubblicamente a chiedere scusa.
Se la trama e i personaggi rispecchiano in maniera più o meno fedele il romanzo, sul design scelto per riprodurre le streghe, le vere antagoniste del film, capeggiate da Anne Hathaway, sembra sia apportato qualche cambiamento. Il romanzo, infatti, descrive le streghe in maniera piuttosto minuziosa, soffermandosi sulle mani e sui piedi. Le prime sono sempre coperte da guanti, perchè le streghe al posto delle dita avrebbero dei lunghi artigli, mentre i piedi sarebbero a punta quadrata, senza dita. Il regista e gli autori del film, hanno pensato di riprodurre i piedi quadrati, aggiungendo però un dito al centro e hanno optato per un design ben diverso per le mani, che sarebbero divise e dotate di sole tre dita.
Questa scelta ha fatto infuriare diverse associazioni legate a persone con disabilità fisiche. Molti membri di spicco della comunità dei disabili e l’organizzazione dei Giochi Paralimpici hanno duramente criticato la rappresentazione delle antagoniste di Le Streghe. In particolar modo sono state molto dure le parole dell’attivista Shannon Crossland, convinta che l’immagine delle streghe nel film possa essere erroneamente attribuita alle persone con malformazioni alle mani. La Crossland continua dicendo che la disabilità non dovrebbe essere associata all’anormalità, alla paura o ai mostri e che c’è il rischio che le prossime generazioni ricevano un messaggio sbagliato.
Allo stesso modo, la nuotatrice paralimpica Amy Marren, rimproverando gli autori del film dicendo loro che avrebbero semplicemente dovuto seguire il modello di Roald Dahl, spiega che le mani di Anne Hathaway nel film ricordano esattamente le sue e che, nello specifico, si tratta di una condizione clinica chiamata simbrachidattilia. La nuotatrice si dice rattristata nel vedere che un aspetto che rende una persona diversa dalle altre, possa essere utilizzato per rappresentare un essere spaventoso.
I am not evil, a disability trope that has been perpetuated by @wbpictures in “The Witches” movie. I was born with upper limb difference. My hand looks similar to how Anne Hathaway’s is made up to look in the movie. My condition is called Symbrachydactyly. #DisabilityTwitter pic.twitter.com/4rCEoqYYnm
— Elizabeth Wright 🎤🦿🦾💜 (@esioul) November 3, 2020
Nonostante sia certo che le scelte di Robert Zemeckis, e in generale della produzione di Le Streghe, non fossero certamente mirate ad offendere qualcuno, Warner Bros ha rilasciato un comunicato in cui si scusa ufficialmente, dichiarandosi profondamente addolorata e dispiaciuta per le offese arrecate. La produzione ha inoltre precisato che il lavoro di designer e artisti era mirato a una vera e propria reinterpretazione degli artigli descritti nel romanzo originale e l’idea era quella di farli assomigliare a quelli di un gatto (naturalmente nemesi di un topo, esattamente la forma che prendono i malcapitati bambini che finiscono sotto le grinfie delle malvage streghe).
Il fatto accade solo poche settimane dopo l’autocritica lanciata da Disney che ha deciso di autocensurarsi rimuovendo alcuni contenuti dal catalogo di Disney+ perchè, a suo dire, i contenuti potrebbero risultare offensivi per alcune comunità o perchè recanti personaggi stereotipati. Non si tratta certamente dello stesso caso, ma, naturalmente con tutto il rispetto per le categorie menzionate, ci viene da chiederci come mai, mentre una volta, in nome della fantasia e dell’originalità fosse tutto concesso, ora in nome di un politically correct, che alle volte tende all’ipocrisia, si rischi sempre di fare il passo più lungo della gamba oltre il quale le case di produzione siano costrette a scusarsi, nonostante sia evidente che il loro unico intento era quello di portare un po’ di sano intrattenimento fra le famiglie.