Un ambiguo poliziotto, un’ammaliante femme fatale, e una lingua misteriosa parlata dagli abitanti di un’isola selvaggia: sono questi gli elementi che Corneliu Porumboiu ha combinato nel suo ultimo film La Gomera – L’isola dei fischi, presentato con successo al Festival di Cannes (è stato in corsa per vincere la Palma d’oro), Toronto, Torino e il 21 gennaio anche a Trieste, e che sarà finalmente in sala dal 6 febbraio, distribuito da Valmyn. Cristi è un ispettore della polizia di Bucarest che ama giocare da entrambe le parti della legge. Gilda, donna scaltra e irresistibile, lo coinvolge in un colpo multimilionario, ma presto i due si troveranno a dover risolvere un puzzle di imprevedibili inganni e tradimenti. L’unica speranza per portare a termine il colpo è immergersi nella bellezza mozzafiato dell’isola de La Gomera, al largo delle coste spagnole, dove impareranno a comunicare con una lingua segreta basata sui fischi. Perchè scelgono una isola così sperduta e poco conosciuta ai più ti chiederei. Presto detto: c’è in giro un tesoro che il commissario corrotto vuole arraffare. Per impossessarsi del bottino deve far fuggire un pezzo grosso della malavita dal carcere. Si ok ma dove? La risposta la sai già: lo dovrà condurre sulla piccola isola spagnola. C’è sempre un però che destabilizza l’operazione e questa volta sono due: la presenza delle forze dell’ordine che sospettano di lui ma ancora di più una femme fatale di nome Gilda, amante del boss.
Esiste realmente un’isola con questo nome?
La risposta è si ed è anche storicamente importante. Quest’isola è si trova in Oceano Atlantico ed è compresa nell’arcipelago delle isole Canarie, Spagna. La storicità di questa terra circondata dal mare è stato l’ultimo “scalo” , si fa per dire, del navigatore e scopritore delle Americhe, Cristoforo Colombo. Infatti è stata ribattezzata Colombina in suo onore. L’idea del regista è stata premiata per l’esistenza anche di un particolare dialetto, il Silbo Gomero, che fa da cornice alla pellicola diretta da Porumboiu che ha avuto un riconoscimento da parte dell’Unesco. Il linguaggio è fatto in maniera tale che per le distanze presenti nell’isola si può comunicare anche a notevoli distanze. Porumboiu (Caméra d’or a Cannes per il film A Est di Bucarest; questo premio viene assegnato al Festival dal 1978, in realtà esso veniva già assegnato dal 1969 ed in quell’anno venne premiato a Easy Rider di Dennis Hopper) gioca qui con i generi cinematografici e li sovverte, mischiando poliziesco, noir, western e commedia, per raccontare una storia di personaggi che mentono, in un gioco di potere continuo. Il regista ha dichiarato recentemente che “Pur rimanendo fedele ad alcuni miei temi e senza abbandonare il lato popolare presente nei miei precedenti film, ho provato a conciliarli con la riflessione teorica sul linguaggio”. Nel cast, Vlad Ivanov (nel ruolo del poliziotto Cristi) Catrinel Marlon (Gilda, la femme fatale), Rodica Lazar (Magda, il capo di Cristi), Agusti Villaronga (il boss), Antonio Buil (Kiko) e Sabin Tambrea (Zsolt).