ficarra e picone

Il Primo Natale…il presepe come non lo avete mai visto

Ficarra e Picone ancora una volta campioni d'incassi, anche a Natale.

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La storia più antica del mondo, la più conosciuta, la più amata e raccontata, torna a far parlare di sé, e benché sia una storia di 2020 anni fa, continua ad affascinare grandi e piccoli, perché semplice e piena d’amore.

Racconta della nascita di un bimbo, dentro una stalla, in una fredda notte di dicembre, racconta della nascita di un bimbo di nome Gesù.

Il duo comico Ficarra e Picone, dopo il grande successo di L’ora Legale, tornano al cinema per raccontarci, a modo loro, la storia della nascita di Nostro Signore nel film Il primo Natale, uscito il 12 dicembre nelle sale e già campione di incassi.

 

Salvo e Valentino, che oltre che essere protagonisti hanno firmato anche la regia della pellicola, vestono i panni completamente contrapposti di un sacerdote, Padre Valentino e di un ladro, Salvo.

Il primo, Valentino, devoto, rispettoso delle regole etiche e morali, ha una grande ossessione per il presepe vivente, che ogni anno organizza nella propria parrocchia, a Roccadimezzo Sicula, con una precisione maniacale, con tanto di audizioni per selezionare gli attori, bue ed asinello compresi, coadiuvato dalla fedele perpetua; il secondo, Salvo, scapestrato che non crede in nulla, a meno che non possa essere rubato, è sempre sopra le righe, irriverente, impertinente e con la fissazione per i furti di oggetti sacri.

Prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited, e distribuito da Medusa è il settimo film di Ficarra e Picone.

Non solo diretto e interpretato, ma anche scritto dai due, è un viaggio nel tempo. Al pari di Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere i due vengono proiettati, per ragioni misteriose, nella Palestina dell’anno zero, pochi giorni prima dalla nascita di Gesù, dopo il furto del Bambinello da parte di Salvo.

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La strana coppia così costituita si ritrova quindi durante l’epoca del re Erode e della dominazione romana sui territori del popolo ebraico: equivoci, incomprensioni e soprattutto guai sono dietro l’angolo, ma in cambio i Salvo e Valentino conquisteranno la stima e l’amicizia di un’intera comunità.

Troveranno l’amore ed il calore di una famiglia, che unita combatte per la propria libertà, ma dovranno fare i conti anche con chi basa la propria vita sul ricatto e la menzogna, anche se alla fine si ravvede.

Il film è una vera e propria incursione nel presepe, e anche se il filo conduttore del racconto è la ricerca di Maria e Giuseppe da parte dei due compagni di sventura, il film ci offre molti spunti di riflessione.

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Innanzitutto ci riporta al vero significato del Natale, il compleanno di Gesù (come recita una canzone degli Elio e le storie tese), si sofferma poi, in più di un’occasione, a considerare gli ultimi, gli emarginati, gli invisibili. Dai profughi sui barconi che vediamo in una delle prime scene e di cui abbiamo una leggera eco in quelle finali, a metà fra i biblici racconti del diluvio universale e quelli più “moderni” dei naufragi, ai mendicanti, ai barboni per strada.

Su tutti spicca il significato dell’amicizia, sentimento alle volte sottovalutato e che può nascere anche fra un prete ed un ladro, se animati dagli stessi sentimenti e dal medesimo intento: salvare colui che ci ha salvati.

Scene come quelle della natività, hanno dichiarato Ficarra e Picone,

“sono state anche sul set particolarmente emozionanti per noi. Siamo da sempre appassionati dei film di Natale, e realizzarne uno è un impegno importante nei confronti del pubblico. Volevamo che fosse diverso e originale”.

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Questa è stata l’occasione, per il duo siculo, di rivedere con ironia i testi sacri e di smascherare col sorriso quelle certezze storiche che tutti vogliamo riportare nei presepi domestici, come il fatto che Giuseppe avesse la barba o che nella mangiatoia ci fossero un bue e un asinello. Spesso sono i nostri desideri e le nostre aspettative, infatti, a sostituirsi alla realtà dei fatti.

Come in tutti i film della coppia i dialoghi sono garbati e mai volgari, la loro ironia è ben studiata e mai offensiva nei confronti di niente e nessuno.

I due attori recitano con tutto il corpo, dando vita a personaggi ben costruiti e che si trovano, come sempre, filosoficamente agli antipodi. Il racconto diverte, Salvo e Valentino sono sempre riusciti a far ridere con intelligenza, anche quando hanno puntato il dito sui difetti, e ne Il primo Natale il clima è ancora più giocoso.

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L’antico detto ‘scherza coi fanti e lascia stare i santi’ in questo caso ha una deroga, perché la coppia riesce a fare satira su un tema sentito e molto delicato come quello del presepe e del Natale con carineria, con quell’arguzia che riesce a tenere il racconto sempre in equilibrio tra riso ed emozione.

“ Il bambino è tranquillo? – Sì, sì, ma dopo i 30 anni per lui le cose si complicano. Moltiplica i pani, cammina sulle acque”

Confida Salvo a Giuseppe

“Lei è incinta…E fra l’altro però il figlio non è di lui”

Cercano di spiegare ad un incredulo e confuso impiegato al censimento.

È alquanto strano per Salvo e Valentino, trovarsi al cospetto di persone che non conoscono le basi del catechismo, perché quel pezzo di storia, ancora, deve essere scritto, e molti momenti comici sono basate proprio su queste “incomprensioni”.

Alcune scene scorrono più lente rispetto ad altre, ed il lieto fine della storia è scontato, ma fino ad un certo punto, perché il presepe di Roccadimezzo, quest’anno, avrà degli attori d’eccezione.

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Fra tutte spicca l’interpretazione di Massimo Popolizio: il suo è un Erode cattivo per davvero, che non manca comunque d’ironia. È molto espressivo ed estremamente credibile, perfettamente calato nel ruolo del finto amico, il piacione pronto a pugnalare. La scena in cui, assieme ai due “stranieri venuti da molto lontano”, a centurioni e servi gioca a tombola, rigorosamente creata con i numeri romani, spicca fra tutte per originalità e non può non far ridere di gusto.

Esilaranti sono anche i dialoghi in cui Salvo si vanta di imprese da lui mai compiute, con accenni ad improbabili amicizie e alleanze con Garibaldi e Marco Polo.

Questo è il settimo film di Ficarra e Picone

“Ormai è un matrimonio a tutti gli effetti”

dice sorridendo Valentino Picone, parlando dei 25 anni di amicizia e sodalizio che lo legano a Salvo con il quale forma un duo comico che continua a conquistare il pubblico dal teatro (dove da maggio festeggeranno il quarto di secolo insieme con un tour in 20 città), al cinema, alla tv. E’ fissato per il 7 gennaio il loro ritorno come conduttori su Canale 5 a Striscia la notizia, dove hanno debuttato nel 2005.

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Il Primo Natale è il primo incasso di Natale con 1.164.118 nella sola giornata del 25 dicembre, sbaragliando il box office con un totale che sfiora gli 8 milioni di euro (7.915.828), diventando così il primo film italiano del 2019 per incasso e numero di spettatori.

“Siamo felici, che nel giorno di Natale, migliaia di persone abbiano scelto il nostro film per trascorrere insieme a noi, un giorno così bello”

dicono Ficarra e Picone

“Siamo davvero felici che in tantissimi abbiano fatto insieme a noi questo viaggio straordinario alla ricerca del vero Natale e, forse, del vero senso dell’essere uomini”

Il primo Natale è un godibile film per famiglie, perché tiene intatte le tradizioni, i valori del vivere civile e dell’amore verso il prossimo, e in un mondo disumanizzato come il nostro, sono messaggi natalizi di spessore.

In fondo, come dice Maria,

“i veri miracoli li fanno gli uomini”

L’ironia alla quale Ficarra e Picone ci hanno abituati, non delude nemmeno in questa pellicola, dove se pur vengono affrontati temi delicati come la nascita di Gesù e il presepe, i dialoghi sono molto equilibrati e il sarcasmo non è mai sgradevole.

Trama piacevole, finale non proprio scontato, attori all’altezza dei ruoli interpretati.

Ci piace.

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