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Lettura: Il Padrino (1972), addio al suo produttore Albert Ruddy
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Il Padrino (1972), addio al suo produttore Albert Ruddy

Grande lutto a Hollywood per la scomparsa del produttore di The GodFather e MIllion Dollar Baby

Chiara Buttà 12 mesi fa Commenta! 7
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Albert Stotland Ruddy, il produttore di film che hanno vinto l’Oscar come Il Padrino e Million Dollar Baby, è morto. Secondo quanto si apprende, il decesso dell’uomo è avvenuto lo scorso 25 maggio dopo una breve malattia e il ricovero presso il Ronald Reagan Ucla Medical Center di Los Angeles.

L’annuncio della scomparsa, avvenuta sabato, è stato dato dalla famiglia tramite un addetto stampa, come ha riferito The Hollywood Reporter.

Albert ruddy il padrino

Alcuni social hanno riportato in particolare le parole della figlia Alexandra: “Mentre molti onoreranno i suoi successi, è un onore per me essere l’unica persona al mondo che può dire di essere stata sua figlia. Era il papà più unico del mondo. Era speciale perché nonostante tutto il suo successo personale, era altrettanto emozionato quando i suoi cari realizzavano un obbiettivo”.

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Nato a Montreal e cresciuto a New York City, Al Ruddy frequentò la Brooklyn Technical High School per poi iscriversi al City College di New York. Da lì, si trasferì alla USC School of Architecture. Prima di affermarsi come scrittore e produttore, lavorò come programmatore presso la Rand Corporation a Santa Monica.

Negli anni Sessanta, il produttore Ruddy e l’attore Bernard Fein idearono una sitcom su dei prigionieri in grado di lasciare la prigione a loro piacimento, superando in astuzia il direttore del carcere. Purtroppo però non trovarono acquirenti. Tuttavia, per una serie di fortunati incastri e coincidenze, cambiarono l’ambientazione del loro telefilm in un campo di prigionia tedesco e la Cbs e la Bing Crosby Productions si misero d’accordo. La serie Gli eroi di Hogan, interpretata da Bob Crane, debuttò nel settembre 1965 e andò in onda per sei stagioni.

Nel 1970 Robert Evans della Paramount fece assumere Albert Ruddy come produttore. A lui fu affidato il ruolo di produttore principale per Il Padrino (1972), un progetto di grande valore basato sul romanzo di Mario Puzo del 1969. Fu una decisione del produttore e del regista Francis Ford Coppola quella di rivolgersi a Marlon Brando per il ruolo di Don Vito Corleone. Inoltre, Ruddy dovette negoziare con la Lega italo-americana per i diritti civili che portò allo specifico accordo che le parole “mafia” e “cosa nostra” non sarebbero state pronunciate nel film.

Albert ruddy il padrino

Nella sua carriera, il produttore ha partecipato come sceneggiatore al telefilm Walker, Texas Ranger, tutt’ora trasmesso dai media italiani. Inoltre ha prodotto un altro successo al botteghino con Quella ultima sporca meta (1974) di Robert Aldrich con Burt Reynolds, il film di football ambientato in una prigione. Poi, i film d’azione La corsa più pazza d’America (1981) e il suo sequel, di pochi anni dopo, diretti da Hal Needham.

Al Ruddy ha prodotto anche film come Matilda (1978), una commedia con Elliott Gould e un canguro che praticava la boxe, sceneggiata anche dallo stesso produttore; Bad Girls (1994), il primo western con protagoniste femminili, interpretate da Madeleine Stowe, Mary Stuart Masterson, Andie MacDowell e Drew Barrymore; e la commedia sul baseball Un colpo da campione (1994), con Albert Brooks e Brendan Fraser.

Il produttore è ricordato soprattutto per aver vinto l’Oscar per il miglior film con Il Padrino (1972) di Francis Ford Coppola con Al Pacino e Marlon Brando e Million Dollar Baby (2004) di Clint Eastwood. Albert Ruddy ed è stato uno dei nove produttori che, nel corso della propria carriera, hanno conquistato due o più Premi Oscar.

Detiene inoltre un primato del tutto particolare, in quanto ha vinto con il più ampio intervallo di tempo tra una statuetta e l’altra, ovvero 32 anni. Fu Eastwood infatti a consegnargli l’Oscar per Il Padrino e, più di trent’anni dopo, Albert Ruddy e Clint Eastwood vinsero insieme per l’eccezionale pellicola con protagonista Hilary Swank.

Albert ruddy (il padrino) million dollar baby

Tra gli altri riconoscimenti ottenuti dal produttore ci sono due César, due David di Donatello e l’USC Scripter Award. Lo Shanghai Film Festival gli ha inoltre conferito il premio alla carriera.

Nel mondo dello spettacolo sono in molti coloro che hanno omaggiato con un ricordo, anche personale e intimo, il grande produttore scomparso.

Importanti le parole riprese dalla Rai da parte di Al Pacino, che ha interpretato Michael Corleone nel film Il Padrino per la prima delle sue nove nomination agli Oscar in carriera. L’attore ha dichiarato in un comunicato che Ruddy è stato “assolutamente meraviglioso con me per tutto il tempo del Il Padrino; anche quando non mi volevano, lui mi voleva. Mi ha dato il dono dell’incoraggiamento quando ne avevo più bisogno, e non lo dimenticherò mai”.

In una dichiarazione rilasciata martedì, il regista e interprete stesso di Gran Torino, Clint Eatwood, ha sottolineato, “era un mio grandioso amico e mi mancherà moltissimo“.

Anche il commosso omaggio di Arnold Schwarzenegger ha fatto il giro dei social. L’attore, dopo aver appreso la tragica notizia, ha reso omaggio al produttore con uno scatto condiviso su Instagram, che lo ritrae accanto a Ruddy, e un pensiero speciale.

“L’ho incontrato più di 40 anni fa quando era già un’icona e io avevo appena iniziato la mia carriera cinematografica. È diventato un caro amico e un mentore. Era sempre lì per darmi consigli e guidarmi nella giusta direzione. Le persone come Al sono il motivo per cui mi rifiuto di essere definito un self-made man. Dove sarei senza di lui? La mia vita non sarebbe quella che è senza persone fantastiche come lui, che sono state lì ad ogni passo del mio cammino.”

Albert ruddy (il padrino) arnold schwarzenegger

Albert Ruddy, il produttore cinematografico di pellicole uniche come Il Padrino si è spento a 94 anni. Lascia la moglie Wanda McDaniel, giornalista e fashion executive di Giorgio Armani, e i figli John e Alexandra. Sul comunicato diffuso dalla famiglia, si legge: “Tra le sue ultime parole ci sono: ‘Il gioco è finito, ma abbiamo vinto la partita.’ “

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