Avatar (Id.)
Regia: James Cameron; soggetto e sceneggiatura: James Cameron; fotografia (3D): Mauro Fiore; scenografia: Rick Carter, Robert Stromberg, Kim Sinclair; costumi: Deborah Lynn Scott, Mayes C. Rubeo; trucco: Rick Findlater; effetti speciali: Joe Letteri, Stephen Rosenbaum, Richard Baneham, Andrew R. Jones; colonna sonora: James Horner; suono: Christopher Boyes, Gary Summers, Andy Nelson e Tony Johnson; montaggio: Stephen E. Rivkin, John Refoua e James Cameron; interpreti: Sam Worthington (Jake Sully), Zoë Saldana (Neytiri), Stephen Lang (col. Miles Quaritch), Michelle Rodriguez (Trudy Chacón), Sigourney Weaver (Dr.ssa Grace Augustine), Giovanni Ribisi (Parker Selfridge), Joel David Moore (Norm Spellman), CCHR Pounder (Mo’at); produzione: James Cameron e Jon Landau per 20th Century Fox, Lightstorm Entertainment, RatPac-Dune Entertainment, Ingenius Film Partners; origine: USA – 2009; durata: 162′ (171′ versione estesa).
Trama
Terra, anno 2154. La RDA, una compagnia mineraria interplanetaria è attiva sul pianeta Pandora, lontano anni luce dal sistema solare, per estrarre l’unobtainium, un cristallo ferroso in grado di produrre energia. Il pianeta è abitato da varie specie, tra le quali gli indigeni Na’vi; per collaborare con loro sono stati creati gli avatar, ibridi creati in laboratorio combinando DNA umano e DNA Na’vi, in modo che ciascun avatar possa essere controllato solo dall’essere umano il cui DNA è stato impiegato per comporlo. Per questo motivo, una volta che suo fratello gemello resta ucciso, l’ex marine paraplegico Jake Sully accetta di sostituirlo, con la prospettiva di potersi pagare, col compenso, un intervento che gli restituisca l’uso delle gambe.
Jake viene così aggregato ad una delegazione composta dalla dottoressa Grace Augustine, dallo scienziato Norm Spellman e dall’elicotterista Trudy Chacón, incaricata di trovare un accordo coi Na’vi, coi quali i rapporti si sono interrotti a causa di alcuni incidenti. Il gruppo s’imbatte in un Thanathor, un predatore che attacca l’avatar di Jake, il quale si salva gettandosi in acqua ma perde contatto coi compagni. Col calare della notte soccomberebbe, ma una guerriera Na’vi lo salva: si tratta di Neytiri, principessa del clan Omaticaya (L’Albero casa), la quale si rivela capace di usare la lingua umana e conduce Jake all’Albero casa.
Egli dichiara di voler apprendere usi e costumi dei Na’vi, ma in realtà è stato incaricato di studiare il loro insediamento in modo da trovarne i punti vulnerabili ad un attacco militare. Sotto la guida di Neytiri, comincia ad apprendere nozioni sul popolo dei Na’vi e sul suo rapporto empatico con la natura. Grazie a Neytiri e ai suoi insegnamenti però la sua determinazione nel portare a termine la missione vacilla, al punto da sabotare un bulldozer della RDA impegnato nell’abbattere alcuni alberi sacri.
Riportato alla base, Jake convince il dirigente della compagnia Selfridge a tentare una trattativa coi nativi, mentre il brutale colonnello Quaritch prepara un attacco per distruggere l’Omaticaya. Jake si reca con Grace al villaggio e rivela ai Na’vi le proprie intenzioni, cercando di convincerli ad abbandonare la loro casa. Jake e Grace vengono però ripudiati dalla tribù, travolta dalla nave comando Dragon e dagli elicotteri di Quaritch, il quale distrugge l’Albero casa e provoca la morte del capoclan e padre di Neytiri Eytucan. Furiosa ella scaccia Jake, che viene catturato con Grace e imprigionato dagli uomini del colonnello.
Riescono a fuggire, ma Grace rimane ferita. Jake si riconnette al suo avatar nelle vicinanze dell’Albero delle anime, il luogo più sacro agli Omaticaya. ma per riconquistare la loro fiducia tenta un’impresa folle: diventare un Cavaliere dell’Ultima Ombra domando una mastodontica creatura volente. Incredibilmente l’impresa ha successo e Jake viene riaccettato da Neytiri e dagli altri membri del clan e chiede il loro aiuto per salvare Grace che però non sopravvive. Jake raduna allora quindici clan e organizza una disperata resistenza.
Nella battaglia i Na’vi stanno per soccombere ma le creature di Pandora, influenzate dalla divinità Eywa, assaltano gli umani e li sconfiggono; intanto, Jake riesce a far saltare in aria il bombardiere sul punto di colpire l’Albero, per poi abbattere la Dragon. Quaritch, sopravvissuto, combatte contro Jake con un esoscheletro. Quest’ultimo sembra spacciato, ma Neytiri colpisce l’avversario con due frecce, uccidendolo.
I Na’vi raggiungono, infine, la base terrestre e impongono a tutti gli umani ancora presenti, compreso Selfridge, di lasciare Pandora; ad alcuni scienziati è concesso di rimanere in quanto pacifici e intenzionati a collaborare con i Na’vi. Nella scena finale, Jake, nel corso di una cerimonia sacra sotto l’Albero delle Anime, lascia il suo corpo umano ed entra per sempre nel suo avatar.
Un’impresa titanica
Dopo il successo planetario di Titanic, il suo demiurgo James Cameron ha bisogno di cimentarsi con un’opera ancora più ambiziosa e trova nell’uso del 3D il mezzo per stupire ancora il pubblico: immagina il mondo di Pandora e lo realizza con un dispiego di mezzi tecnologici senza precedenti, impiegando ben tredici anni e un budget di 237 milioni di dollari.
Avatar è la sua creatura e, come tale, mostra i pregi e i difetti di questo grande cineasta. La storia che racconta infatti è prevedibile, per non dire già vista (molti critici hanno trovato similitudini con Balla coi lupi e non a torto), la parabola ecologista scontata. Il punto debole del film è la sceneggiatura, che non convince fino in fondo. Ciò non toglie che l’opera di Cameron sia visivamente straordinaria e innovativa. La profondità di campo del 3D consente allo spettatore di esplorare con lo sguardo paesaggi fantastici nei quali sono quasi indistinguibili le meraviglie della Nuova Zelanda e quelle costruite grazie agli effetti digitali.
Avatar incassa 760 milioni di dollari solo in Nord America e termina la sua corsa con 2.847.379.794, risultando così il primo film della storia a superare i 2 miliardi di dollari al botteghino. In un’ideale classifica dedicata agli incassi, James Cameron occupa sia la prima – Avengers: Endgame lo aveva superato ma con l’uscita straordinaria del film sul mercato cinese del 2021 è stato sorpassato a sua volta – che la terza posizione, con Titanic. Agli Oscar il film si presenta con nove candidature e buone possibilità di vittoria, ma Cameron non ha fatto i conti con la sua ex-moglie.
Il racconto del redattore
Il 7 marzo 2010 al Kodak Theatre di Los Angeles per la prima volta dal 1944 i candidati al miglior film tornano ad essere dieci, scardinando la tradizionale formula della cinquina. L’iniziativa dell’Academy ha la duplice funzione di concedere ad un maggior numero di lavori il prestigio di figurare nella lista finale e di conferire alla competizione per il premio più ambito maggiore incertezza. Il confronto più atteso è quello tra realtà e finzione, ovvero fra il film di guerra ambientato in Iraq The Hurt Locker di Katryn Bigelow e Avatar che si presentano entrambi con nove segnalazioni.
A vincere è la guerra per sei Oscar a tre, tra cui quelli di peso per il film, la regia e la sceneggiatura di Mark Boal. Cameron deve accontentarsi delle statuette tecniche alla fotografia, scenografia e agli effetti speciali, che riconoscono l’impeccabilità della confezione più che il film in sè.