Regia: Michele Alhaique, Margherita Ferri, Giuseppe Bonito; sceneggiatura: Andrea Di Stefano, Valentina Gaddi, Sebastiano Melloni; fotografia: Vittorio Omodei Zorini, Daria D’Antonio, Timoty Aliprandi; montaggio: Marcello Saurino, Ilaria Fraioli, Federica Forcesi; costumi: Luca Canfora; scenografia: Tamara Marini; trucco: Raffaella Iorio; musiche: Santi Pulvirenti; interpreti: Alice (Arianna Becheroni), Nonna Lina (Dora Romano), Santo Maria Barone (Adriano Giannini), Gabriella Giammatteo (Lucia Mascino), Nereo Ferraù (Antonio Gerardi), Rocco Cosentino (Giuseppe De Domenico), Zia Memena (Katia Greco), Zio Bastiano (Simone Corbisiero), Zia Rita (Elena Gigliotti), Zio Vincenzo (Vincenzo Leto); produzione: Lorenzo Mieli; Compagnia di produzione: The Apartment e Wildside del gruppo Fremantle, Amazon Studios; Warner; paese di produzione: Italia-2022; durata: 50’ circa a episodio; episodi: 10
Al Comicon di quest’anno ho assistito ad un interessante evento: nell’auditorium della Mostra d’Oltremare di Napoli è stata presentata Bang Bang Baby attraverso l’intervento di alcuni membri del cast, quali Michele Alhaique, Dora Romano e Adriano Giannini, e la trasmissione del primo episodio. Direttamente dalle parole di Michele Alhaique, regista dei primi 6 episodi e supervisore di tutta la serie tv, scopriamo questo nuovo prodotto italiano su Amazon Prime:
“Nonna Lina è ispirata a un personaggio veramente esistito [e in generale] la storia è ispirata a una storia vera: è la storia di questa giovane adolescente degli anni ’80 della provincia operaia del nord-est che scopre all’improvviso che il padre, che credeva morto, in realtà è vivo ed è in carcere. Non solo, Santo Maria Barone è un affiliato di un clan ndranghetista a Milano, capitanato da Nonna Lina.
Ho deciso di veicolare il racconto attraverso il punto di vista di Alice. L’intento è stato quello di prendere per mano lo spettatore e accompagnarlo nel mondo in cui Alice si immerge, con la sua stessa temperatura emozionale. In questo gioca un ruolo fondamentale la messa in scena della sua immaginazione, influenzata in maniera vorticosa dalla cultura pop degli anni ‘80.
Su ogni episodio avremo una reference degli anni ’80, chiave dominante della serie, non semplici citazioni, ma attraversano l’esperienza personale della protagonista. Ed è proprio questo filtro caleidoscopico a caratterizzare il racconto di formazione di Alice e a dare un’identità unica a Bang Bang Baby”.
Dora Romano descrive il suo personaggio, figura femminile molto importante in Bang Bang Baby: “Nonna Lina è una donna del sud che si è trasferita dalla Calabria a Milano per gestire il traffico di eroina sulla piazza di Milano e per organizzare gli appalti truccati. Non a caso, si chiama Nonna Eroina, una figura femminile realmente esistita, poiché le donne di ‘Ndrangheta sono dei boss senza scrupoli. Sappiamo che nelle famiglie ndranghetiste non conta la famiglia di consanguinei, ma quella dell’appartenenza alla Santa, la famiglia ndranghetista. Si trova a gestire la famiglia con i figli e nipoti e il traffico malavitoso da sola perché il marito è scomparso da 14 anni”.
L’attrice di Nonna Lina anticipa che il suo obiettivo è diventare la prima donna a capo di una Santa, attraverso eroina, denaro corrotto e ogni genere di corruzione; non vuole parlare di femminismo ante litteram, anche se è un argomento forte in quegli anni, ma lei voleva solo arrivare a capo dell’organizzazione malavitosa in Bang Bang Baby.
La parola passa ad Adriano Giannini, che interpreta Santo, un padre che appena rivede la figlia la coinvolge subito nei suoi affari criminali; ma le sue azioni, comprese quest’ultima, sono in linea con la caratterizzazione del suo personaggio. In Bang Bang Baby il rapporto tra Alice e suo padre rappresenta il fulcro della narrazione, ogni azione della protagonista è volta all’amore verso un genitore creduto perso.
“Con la scenografa ci siamo inventati la Milano degli anni ’80 nella Roma del 2020”: abbiamo saputo che Bang Bang Baby per motivi legati al COVID è stata girata a Roma, anche se è ambientata a Milano; gli attori hanno rivelato che i protocolli sono molto rigidi negli ultimi due anni con tre tamponi a settimana. Ciò ha permesso al cinema di continuare a sopravvivere, ma il teatro stenta a tornare alla normalità.
Purtroppo Arianna Becheroni, l’attrice protagonista, non era in sala, poiché positiva al COVID. Chiamata dal regista, da lontano si è mostrata entusiasta e contenta del suo lavoro per la serie tv e ha lanciato il pilot. La morte non fa ridere è il titolo del primo episodio di Bang Bang Baby e ci preannuncia le emozioni contrastanti provate da Alice alla scoperta del padre e le conseguenze legate alla conoscenza della nuova vecchia famiglia. La puntata si apre con il primo riferimento agli anni ’80, la pubblicità delle Big Babol.
Stranger Things, Ritorno al crimine, Wonder Woman 1984 e altri prodotti recenti del piccolo e grande schermo hanno già pescato in quest’epoca, ma è piacevole notare come la cultura italiana in quegli anni sia fortemente influenzata da quella americana; inoltre, gli anni ’80 sono riprodotti minuziosamente grazie alle scenografie, ma anche alle musiche, che ricordano le migliori hit italiane e internazionali di quel decennio.
Bang Bang Baby continua su Amazon Prime Video
Bang Bang Baby è una serie Original italiana, disponibile in esclusiva su Prime Video (per iscriverti clicca su questo link) dal 28 aprile con i primi 5 episodi e si concluderà con gli ultimi 5 episodi il 19 maggio. Appena tornato a casa dal Comicon ho subito visto gli altri 4 episodi della prima parte, concessi in anteprima da Amazon. Sto apprezzando moltissimo questa nuova serie tv dalle tinte crime e dark comedy. La regia è attenta a catturare le emozioni di Alice e di chi le sta intorno, con primi piani e riprese in prima persona. I giochi di luci e ombre, con predominanza di colori scuri o violacei, rendono la narrazione più misteriosa.
I membri del cast risultano tutti eccellenti, a partire dalla giovanissima Arianna Becheroni, alla sua seconda apparizione come attrice dopo Mio fratello rincorre i dinosauri. Dai titoli di coda leggiamo che Bang Bang Baby si ispira liberamente al libro Mafia Princess (clicca qui per acquistarlo su Amazon), la storia di Marisa Merico, figlia di Emilio Di Giovine, ex-boss della ‘Ndrangheta. Casa Barone, il secondo episodio di Bang Bang Baby, si sofferma proprio su questa famiglia disfunzionale, attraverso la soap opera degli anni ’80: questo riferimento stilistico mi ha ricordato i primi episodi di WandaVision.
Il titolo del terzo episodio, Un cuore bionico, è un netto riferimento a La donna bionica, serie tv trasmessa negli anni ’80 in Italia in cui nasce il personaggio di Jaime Sommers, la donna bionica interpretata da Lindsay Wagner. Questa puntata è molto importante nel racconto di formazione della protagonista che continua ad evolversi fino a Game Over, titolo dell’ultimo episodio della prima parte di Bang Bang Baby. Quest’ultimo è un riferimento a Pac-Man che, insieme ad altri elementi, è sviluppato con ottimi effetti visivi.