La giuria del Festival, guidata dal premio Oscar Alejandro González Iñárritu, ha premiato film, autori e interpreti al Grand Théatre Lumière:il coup de théâtre non è mancato
Solo martedì 21 maggio il Festival di Cannes accoglieva in pompa magna Quentin Tarantino, accompagnato da Leonardo di Caprio, Brad Pitt e Margot Robbie, protagonisti del suo nono lavoro: C’era una volta a Hollywood. Fan in delirio per i tre attori che, insieme col regista, oscuravano per una giornata tutti gli altri concorrenti, stelle o aspiranti tali, che fino al momento del loro arrivo avevano occupato il red carpet. Nello stesso giorno veniva presentato un film ambientato in Corea del Sud, Parasite (Gisaengchung) del maestro Bong John-ho, coreano anche lui.
La critica specializzata (“sontuoso” e “abbagliante” gli aggettivi più usati), che già prospettava un duello all’ultimo sangue per la Palma d’oro con Dolor Y Gloria di Pedro Almodóvar, favorito della vigilia e il film di Tarantino (qui sopra trovi l’ultimo trailer, in italiano) è rimasta delusa. Vediamo com’è andata.
Palma d’Oro: Parasite
https://youtu.be/JLIIxDQmjyg
Grazie alla falsificazione di alcuni documenti, il primogenito di una famiglia povera che vive di sussidio di disoccupazione riesce a trovare lavoro presso una ricca coppia, evento che darà vita a una serie di conseguenze drammatiche. Questa la trama in sintesi del vincitore di quest’anno: è stato definito una faida interclassista dal finale tarantiniano, prodotta da CJ Entertainment.
Grand Prix speciale della Giuria: Atlantique
https://youtu.be/7mI49KQ7Y-8
Il film della regista di origine senegalese Mati Diop racconta non solo del destino dei migranti che dal Senegal si imbarcano verso la Spagna, ma anche della straziante incertezza di chi resta e aspetta senza sapere cosa sarà dei propri cari, come appunto la protagonista del film Mame Bineta Sane.
Premio giuria: Les Misérables e Bacurau
I film Les Misérables di Ladj Ly e Bacurau di Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles hanno vinto ex aequo il Premio della giuria a Cannes 2019. Il film francese era uno dei grandi favoriti per un premio: la pellicola mette in scena la rivolta delle banlieu parigine e tutto si svolge nel quartiere di Montfermeil proprio dove era ambientato il romanzo di Victor Hugo. Bacurau narra di una rivolta contro un politico locale che prende il controllo delle risorse idriche in un piccolo villaggio brasiliano. Sullo sfondo strani eventi si verificano dopo la morte della matriarca Carmelita: il paese scompare da tutte le mappe satellitari e vengono ritrovati corpi crivellati di colpi. Al film It Must Be Heaven di Elia Suleiman (qui sotto il trailer) è andata una menzione speciale del Festival di Cannes 2019.
Prix de la mise en scène (miglior regia): Jeanne Pierre e Luc Dardenne per Le Jeune Ahmed
I fratelli Jeanne Pierre e Luc Dardenne, già vincitori due volte della Palma d’Oro, raccontano la storia di un tredicenne di religione islamica che, in Belgio, vive il conflitto tra la purezza predicata dall’imam della sua moschea e le tentazioni dell’adolescenza nella moderna Bruxelles.
Prix d’interprétation féminine (miglior attrice): Emily Beecham per Little Joe
https://youtu.be/ncq3YT-IjO0
La regista austriaca Jessica Hausner ambienta la sua trama all’interno di un laboratorio di genetica vegetale in un presente distopico. La protagonista Alice (interpretata dalla Beecham), donna separata con un figlio adolescente a carico, è una delle scienziate a cui si deve una nuova pianta molto promettente per un imminente lancio sul mercato.
Prix d’interprétation masculine (miglior attore): Antonio Banderas per Dolor Y Gloria
Film intimo e crepuscolare, Dolor Y Gloria regala il premio come miglior attore al Festival di Cannes ad Antonio Banderas. L’attore-feticcio di Almodovar, che sembrava avviato al declino dopo una brillante carriera, riceve il riconoscimento per l’interpretazione intensa di un cineasta in crisi creativa (riferimento autobiografico del regista?), in preda all’acufene e pieno di malanni, veri o immaginari di cui allevia i sintomi consumando eroina e altre droghe.
Prix du scénario (miglior sceneggiatura): Cèline Sciamma per Portrait of a Lady on fire
Il premio per la miglior sceneggiatura va a Portrait de la jeune fille en feu, questo il titolo in francese della storia tutta al femminile dell’amicizia (o forse qualcosa di più?) nata tra un’artista e la sua musa, scritta dalla regista e in cui recita anche la nostra Valeria Golino.
Camera d’Or (miglior opera prima): Nuestras Madres
La pellicola guatemalteca, già vincitrice del premio della critica, è consacrata come miglior opera prima. Non sorprende la scelta, probabilmente dettata da Inarritu. In un paese immerso nel processo ai soldati che hanno scatenato la guerra civile, le dichiarazioni delle vittime vengono una dopo l’altra. Ernesto è un giovane antropologo che lavora per la Forensic Foundation; il suo compito è identificare i dispersi. Un giorno, mentre ascolta il racconto di una donna anziana, crede di individuare una pista che gli consente di rintracciare suo padre, un guerrigliero scomparso durante la guerra. Contro il consiglio di sua madre, si butta a capofitto nel caso, cercando la verità e di recuperare il genitore.
Miglior Cortometraggio: The Distance between us and the sky
https://youtu.be/bJlv5_ANQ38
La Palma d’Oro a Cannes per il miglior cortometraggio è andata all’autore greco Vasilis Kekatos. Menzione speciale della Giuria per un altro corto: Monstruo Dios di Agustina de San Martìn.
Palma d’ Oro alla Carriera: Alain Delon
Nella prima giornata del Festival è stato anche assegnato il premio alla carriera ad Alain Delon. L’attore si scioglie in lacrime, ricordando Romy Schneider: “Difficile non è restare all’apice, ma andarsene quando è il momento”.