Baby Reindeer è una miniserie televisiva di Netflix del 2024 scritta, diretta e interpretata da Richard Gadd e basata sul suo omonimo one man show, ispirato a fatti realmente vissuti dallo stesso Gadd nel 2015. La serie è stata fin dal principio molto discussa e molto seguita dal pubblico divenendo, in pochissimo tempo, uno dei prodotti di punta nella sezione si può dire più “oscura” e scomoda del colosso americano.
La serie traccia, seguendo le disavventure personali e giudiziarie dell’aspirante comico Donny Dunn, tantissimi argomenti che molto spesso non sono trattati con la forza emotiva con la quale l’attore ed ideatore della serie invece esprime senza paura e senza filtri. Essendo basati su fatti realmente accaduti nella vita di Gadd e avendoli vissuti in prima persona, non c’è di fatto la distanza umana che un attore ha di solito verso tragiche vicende che non ha vissuto personalmente; qui si tratta di fatti sono realmente accaduti e la forza emotiva di questo prodotto è innegabilmente uno dei punti di forza di questa serie rivelazione del 2024.
Baby Reindeer: La trama
L’aspirante comico, Donny Dunn (Richard Gadd), si è trasferito a Londra da Edimburgo per compiere il grande passo. Per mantenersi il giovane lavora come barista in uno dei tantissimi pub di Londra, ma nutre la speranza che, da uno di questi spettacoli di stand-up comedy ai quali partecipa, possa arrivare finalmente la consacrazione e il successo a cui tanto aspira.
Ma il successo tarda ad arrivare, anche a causa di un repertorio non particolarmente attraente per l’esigente pubblico della commedia “in piedi” che ha di fatto consacrato attori comici oggi molto famosi come l’inglese Ricky Gervais o l’americano Jerry Seinfeld, giusto per citare alcuni dei grandi maestri del genere e che hanno sfondato partendo proprio da un genere comico suburbano come quello della stand-up comedy.
Se sei un appassionato di serie Tv e documentari sulla comicità da palcoscenico e molto altro, li potete trovare in abbondanza su Netflix nell’apposita sezione chiamata Stand-up, con anche personaggi italiani a sottolineare quanto il modello anglofono abbia spopolato anche da noi.
Il pericolo dell’esser troppo gentili
Tornando alla trama di Baby Reindeer, un giorno Donny, in una delle tante apparenti e monotone giornate al bancone del bar in cui lavora, incontra una donna piuttosto robusta sulla quarantina, la quale per qualche motivo piange sconsolata e appare parecchio triste. Il ragazzo, essendo una persona estremamente sensibile e volendo compiere una carineria verso quella sfortunata cliente, cerca di tirarla su di morale offrendole un thé allo scopo quanto meno di rendere la giornata della donna un po’ meno amara.
Il problema è che questa donna, Martha Scott (Jessica Gunning), è una donna nient’affatto comune e di fatto si attacca subito a Donny in maniera estremamente morbosa ed incomincia ad inseguirlo dappertutto: al bar dove lavora e in cui puntualmente ogni giorno si presenta, o agli spettacoli di stand-up comedy a cui partecipa e in cui Martha lo sostiene con eccessivo entusiasmo.
Da un certo punto, Donny inizialmente apprezza queste esagerate attenzioni, anche perché di fatto a quegli spettacoli solitamente non viene molto considerato, ma proprio grazie al tifo e alla partecipazione attiva di Martha, anche il pubblico intorno incomincia ad apprezzare e ad interessarsi al giovane aspirante comico, e il giovane acquisisce sempre più fiducia in se stesso.
Perché il problema fondamentale di Donny è questo: il non sentirsi apprezzato e capito praticamente da nessuno; ha una vita pressoché vuota di amicizie e anche la sua ultima relazione sentimentale con la propria ragazza, Keeley (Shalom Brune-Franklin) è naufragata presto per l’insicurezza di questo ragazzo emotivamente troppo fragile e forse all’oscuro di parti di se e che l’arrivo di Martha lo costringe, suo malgrado, a dover affrontare.
Martha inizia costantemente a tempestarlo di domande, di allusioni parecchio spinte e soprattutto di messaggi ed email che ogni giorno esageratamente ed in maniera sessuale, alludono ad un rapporto che vada ben oltre la semplice e convenzionale amicizia.
Perché è anche questo un problema: Donny non è interessato ad avere una relazione con Martha, una donna con un passato oscuro, che dice di essere un avvocato e che già in passato difatti ha già avuto diversi problemi con la legge, a causa della maniera ossessiva e compulsiva con cui si attacca agli altri spingendosi, nei casi più estremi, allo stalking più aggressivo, alle minacce più spinte e a veri propri atti di violenza fisica e psicologica sulle persone che sfortunatamente finivano sotto il suo maniacale e malato controllo.
Un atteggiamento sbagliato, tante non reazioni corrette
L’atteggiamento di Donny verso questi comportamenti, decisamente non convenzionali di Martha, è un ulteriore punto da non sottovalutare nella trama. Anche perché il ragazzo all’inizio pensa opportunatamente a denunciarli e va fisicamente a farlo, ma di fatto incontra da una parte l’ostacolo culturale che rimanderebbe lo stalking ad una cosa maschile e non femminile, insomma sottostimandola, dalle stesse forze dell’ordine, come una cosa non particolarmente pericolosa.
Dall’altra però è anche sinceramente dispiaciuto della condizione psicologica di Martha, tanto che non vorrebbe infierire ulteriormente nella vita di una donna già evidentemente segnata pesantemente, intuendo che dietro ad un comportamento del genere tanto instabile, ci sia semplicemente una persona estremamente sola e fragile.
Un’ulteriore motivazione più segreta però si nasconde in Donny: l’oscura sensazione di piacere che queste attenzioni in una qualche maniera sorprendentemente gli provocano, tanto che anche lui nel corso della serie, quando di fatto potrebbe limitare questi comportamenti, difatti sceglie sadicamente di non farlo. Emblematico è quando deve scegliere cosa fare con la richiesta di amicizia di Martha a Donny su Facebook.
Lui di primo impatto vorrebbe rifiutare e bloccare questa assurda richiesta di amicizia anche social di Martha, e che di fatto lo esporrebbe ancora di più al controllo della sua stalker, ma spinto da sentimenti contrastanti di pietà e comunque attrazione verso quelle attenzioni, esagerate si, ma forse controllabili, prende la discutibile decisione non solo di non bloccare o di rifiutare l’amicizia, ma addirittura di accontentare quella sua richiesta di amicizia virtuale.
Una scelta che nei fatti non migliorerà, ma peggiorerà il livello di stalkeraggio di Martha verso Donny, la quale poi non se la prenderà solo con lui, commentando in maniera discutibile ogni foto, ma se la prenderà anche con l’ex-fidanzata, amici e le nuove frequentazioni che il ragazzo cerca di instaurare malgrado tutto.
La ricerca di sé negli abissi più profondi del suo io
Altro tema fondamentale è infatti la difficile accettazione della propria sessualità e del suo problema di abuso di droghe, in una qualche maniera drammaticamente collegati l’uno con l’altro, perché di fatto Donny incomincia dopo la rottura con Keeley e con Martha ossessivamente presente, ad esplorare anche altri aspetti della sua vita uscendo con diverse persone grazie ad un’app di incontri, nella quale conosce una terapeuta transessuale, Teri (Navi Mau), sotto però falsa identità proprio per questo suo non voler esporre la sua persona principale in questa avventura ai suoi occhi tanto proibita e discutibile.
Con questa ragazza però, a differenza di molte altre frequentazioni, Donny sembra trovarsi completamente a suo agio, ma non al punto tale da liberarsi di quella sua falsa identità che lo protegge dalla vergogna di questo rapporto non convenzionale e pubblico con una transessuale che difatti, nel momento di entrare in intimità o anche nel semplicemente esternare i propri sentimenti in maniera pubblica, rivela, costantemente allontanandola e respingendola, ferendo di fatto ripetutamente i sentimenti della ragazza, la quale purtroppo non nuova alla discriminazione per il suo status di transessuale.
Infatti questo rappresenta un altro grande ostacolo difficile da saltare per il protagonista della miniserie: un po’ Donny è certamente spaventato per paura del giudizio della società, ma è anche terrorizzato da ciò che i genitori possano pensare di lui e che possano di fatto non accettarlo per quello che veramente è, ma soprattutto è se stesso il più severo dei critici nel non voler accettare la sua vera identità.
Un’esperienza traumatica non solo con la propria identità sessuale. ma con il suo stesso corpo derivante da un episodio capitatogli ad Edimburgo nel 2010, quindi cinque anni prima dei fatti accaduti con Martha, quando da giovane comico, ebbe un incontro casuale con Darrien (Tom Goodman-Hill), uno scrittore di uno show televisivo di successo e che Donny ammira molto, e che ha lavorato con alcuni suoi idoli comici.
Darrien lo guida e lo incoraggia a trasferirsi a Londra e gli offre consigli sulla carriera, gli promette opportunità e gli fornisce anche farmaci non propriamente legali. Darrien, con la scusa di una eventuale possibilità di collaborazione insieme e quindi di far carriera, aggredisce e violenta ripetutamente Donny durante i blackout indotti dalla droga che l’aspirante comico assume, e che lui costantemente gli offre.
Questo episodio sarà l’inizio della fine per Donny, il quale perderà di fatto il contatto con la propria identità sessuale e il proprio corpo, e di fatto interromperà i rapporti con Darrien e si lascerà con Keeley, ed inizierà una serie di rapporti occasionali con uomini e donne, proprio perché di fatto in quel momento, spossessato dal suo corpo e della sua mente, nulla importa più, ciò che conta da quel momento in poi è soffocare questo suo lato di se che non accetta.
Perchè Baby Reindeer? Tra chi ha i mezzi di uscire dal suo guscio e chi purtroppo no
Importante e fondamentale è anche il significato del soprannome che dà il nome alla miniserie televisiva, Baby Reindeer, in italiano Piccola Renna, la quale apparentemente non sembra avere molto senso per una serie drammatica in cui l’aspetto infantile, di bambini e clima natalizio che giustificherebbero il titolo, non sembrano di fatto esserci.
In realtà dietro a quell’apparente e tenero appellativo si nasconde il grande trauma di Martha: una giovane ragazzina che, praticamente abbandonata da tutti, volge a quel piccolo pupazzetto di stoffa a forma di renna regalatole da piccola tutto il suo affetto e Donny ne diventa in una qualche maniera il sostituto umano, essendo stato il giovane ragazzo uno dei pochissimi a non girarsi dall’altra parte vedendola soffrire in solitudine.
Un semplice gesto gentile che provoca in lei una catena di emozioni sconfinata, la quale reclusa in una sorta di solitaria prigione mentale, carpendo malamente la gentilezza di uno sconosciuto, credendo di poter abusare di quell’inaspettato dono concessogli dal caso, sfoga senza controllo tutto l’amore malato che fin da piccola la giovanissima ragazza non ha evidentemente avuto o comunque recepito in maniera sana, portandola ad essere un’adulta fortemente disturbata.
Qui di fatto rientra l’aspetto educativo dei due protagonisti: Donny è una persona equilibrata e con alle spalle una famiglia amorevole, ha i mezzi di fatto per emergere dall’abisso in cui è allo stesso tempo, vittima e complice di quel feroce abuso fisico e psicologico perpetrato ai suoi danni.
Martha non possiede nessuno di questi strumenti per poter combattere questa suo alterato stato mentale; non ha una grande cultura di base e ha dovuto affrontare tutto questo da sola, e quindi questo ha comportato una degenerazione progressiva del suo stato mentale, mentre Donny, seppur in una simile condizione di estremo disagio psico-fisico, riuscirà a far diventare tutto questo dolorosissimo percorso, un’importante lezione da cui trarre forse qualcosa di buono.
Ad aiutarlo a ritrovare se stesso sarà proprio il palcoscenico. In una delle puntate più emozionanti della serie in cui Donny svuota tutto se stesso e confessa tutto, verrà ripreso durante il suo sfogo liberatorio da parte di un videoamatore, ed involontariamente questa sconvolgente confessione attrarrà le attenzioni dei media su di sè, e questo lo condurrà inaspettatamente e finalmente non solo al successo, ma anche al duello finale con Martha e con i genitori, con una consapevolezza ed una fragilità che di fatto lo spingeranno in una nuova fase della vita, verso la completa accettazione del proprio io.
L’incontro con Darrien ha quindi dato inizio a questa spirale infernale senza senso, mentre l’incontro da una parte con Martha e dall’altra con Teri, lo ha di fatto spinto da una parte a toccare il punto peggiore in cui addirittura ad un certo punto si ritrova a desiderare sessualmente Martha, mentre dall’altra con Teri conoscerà la possibilità in futuro di poter amare di nuovo, stavolta in una maniera decisamente più sana.
Baby Reindeer: La regia
La regia di Baby Reindeer, punta su un’alternanza tra presente e passato, molto usato per questo l’uso del flashback; soprattutto quando il poliziotto chiede a Donny il perché non abbia denunciato prima gli abusi da parte di Martha, e questo non sa effettivamente cosa rispondergli: il perché di questo lunghissimo flashback è da ricondurre infatti alla complessità della risposta che Donny dovrebbe dare all’agente di polizia, non essendo per niente univoca e semplice la risposta da dare.
Dall’altra c’è anche il dover metabolizzare tutto il dolore del passato, e per rievocare tutto questo non sarebbero certo bastati pochi minuti di serie. L’intensità di quei ricordi e di quella risposta, sta anche nella nostra attesa nel sapere che cosa effettivamente si nasconda dietro quella scomoda e terribile confessione.
Molto efficaci a livello registico, sono anche i primi piani dei due protagonisti, in cui sia Richard Gadd che Jessica Gunning, che con i loro visi intrisi di sofferenza e follia dovuti ai diversi traumi che i due hanno dovuto affrontare, ci fanno capire ancor di più quanto quella lotta/convivenza tra i due sia stata estenuante per entrambe le parti.
Baby Reindeer: Conclusioni
Baby Reindeer è stato certamente uno dei grandi ed inaspettati successi di Netflix nel 2024, essendo una serie indubbiante molto forte nei contenuti e molto contemporanea nei temi, e che ci racconta in maniera drammaticamente cruda, sia a livello di linguaggio, che a livello fisico, temi come le violenze sessuali, problematiche altrettanto gravi come la solitudine, la dipendenza dalle droghe, lo stalking, l’impatto mediatico dei social nelle vite private, la spossesazione del proprio corpo, ma soprattutto l’accettazione di se stesso attraverso la scoperta della propria identità sessuale attraverso un viaggio infernale tra presente e passato, in cui trovare un nuovo punto d’inizio da cui ricominciare.
La serie è molto ben interpretata dai due protagonisti, è ben diretta e drammaticamente efficace nell’esplorare tante tematiche in soli 7 episodi, il fatto che poi Richard Gadd abbia di fatto scritto e vissuto lui stesso quei medesimi eventi, è un ulteriore punto di forza che fa si di dare ulteriore motivo di interesse ad una serie non per tutti, ma che per certi versi tutti dovrebbero guardare, per poter capire meglio gli altri e soprattutto se stessi.