Anno d’oro per Josh O’Connor, attore inglese di soli trent’anni che tra 2020 e 2021 è diventato una delle star più famose, chiacchierate e amate non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Il successo è arrivato soprattutto grazie alla terza e quarta stagione di The Crown, in cui interpretava, in modo magistrale, il Principe Carlo. Per questo ruolo ha vinto anche un Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica.
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In questi giorni, invece, l’attore è a Cannes con Mothering Sunday, dramma diretto da Eva Husson in cui reciterà al fianco di Olivia Colman e Colin Firth. Il film si basa sull’omonimo romanzo di Graham Swift del 2016 su tre famiglie che affrontano la perdita dei loro figli durante la prima guerra mondiale. Come detto dalla regista la domanda da cui è nato il film è: “come sopravvivi alla vita e alle difficoltà? E’ un film che parla di dolore e di come rimanere vivi“.
Josh O’Connor ha parlato a lungo del film in una bella intervista con Variety; uno dei temi trattati sono state anche le scene di nudo e di sesso e l’attore ha rivelato cosa significhi per un attore girare scene simili e ha anche risposto a una domanda che noi spettatori spesso ci poniamo: “è imbarazzante filmare scene intime davanti a una troupe che osserva ogni tuo singolo movimento?”.
La sua co-star Odessa Young è molto chiara a proposito: “Penso che a noi attori venga spesso chiesto di fare cose davvero strane. L’essere nudi penso che sia una di quelle meno strane“. O’Connor è dello stesso parere e ha raccontato di non aver mai avuto particolari problemi a mostrarsi completamente nudo davanti a una telecamera, come, ad esempio, gli era successo in God’s Own Country. L’attore ha sottolineato come certe scene d’amore, di sesso, siano fondamentali per la storia, per lo sviluppo dei personaggi: “Sono scene che raccontano così tanto della storia. Raccontano cose per le quali nessuno scrittore potrebbe scrivere dialoghi“.
Anche la regista Eva Husson si è espressa a riguardo e ha anche spiegato perché abbia deciso di non servirsi di consulenti di intimità sul set per girare le scene di sesso: “Capisco la necessità di queste figure perché è capitato spesso che si verificassero abusi, ma penso che per alcuni di noi non abbia senso mettere qualcun altro tra noi e gli attori. Per me, il corpo è uno strumento, e tu coreografi, lavori sulla memoria muscolare, e poi vai avanti e lavori sul lato più emotivo delle cose. E non voglio doverlo spiegare a un’altra persona.
E’ già abbastanza stancante dover far uscire le cose dal tuo cervello, poi spiegarli a una persona, quindi più intermediari ho più è difficile. Penso solo che dipenda dal livello di fiducia nel regista e dal livello di fiducia che lui o lei crea con gli attori“.
Ha poi continuato: “Per me la nudità è un qualcosa di familiare, nel senso che la nudità è sempre stata qualcosa di molto naturale e niente di cui vergognarsi. E faccio sì che sia così anche nei miei film, quando posso, quando è rilevante. Solo perché penso che siamo molto toccanti e belli come esseri umani. Penso che la nudità riguardi anche l’intimità e quanto ti senti a tuo agio con la tua identità“.