Il luogo è l’Ex Mattatoio di Roma, oggi museo d’arte contemporanea, situato nel cuore di Roma e più precisamente all’interno del quartiere Testaccio. Protagonista e ispiratrice, insieme al curatore dell’evento, lo storico della moda Olivier Saillard è l’attrice inglese Tilda Swinton, vincitrice di un premio Oscar nel 2008 (il film è Michael Clayton nel quale affianca George Clooney). I tratti eterei e delicati di una bellezza tipicamente britannica e quindi algida secondo alcuni, le hanno consentito negli anni di interpretare personaggi dal fascino e dal carisma indiscussi come La Strega bianca nella saga cinematografica de Le cronache di Narnja 0 l’arcangelo Gabriele in Constantine. Ha collaborato con Luca Guadagnino per Suspiria e lo scorso anno ha vinto il Leone d’Oro alla carriera a Venezia. Presto la rivedremo a Cannes in The French Dispatch di Wes Anderson.
Sin dagli anni ’90 Tilda Swinton non ha mai nascosto il suo interesse per l’arte moderna ed in particolare per le performance individuali. Nel 2012 ha affrontato per la prima volta il tema della commistione tra moda e arte, realizzando al Palais di Tokyo l’iniziativa The Impossible Wardrobe, nella quale interagiva con una serie di abiti ‘storici’ tra i quali una giacca appartenuta a Napoleone. “Non l’abbiamo vista come una performance, ma piuttosto come una mostra di 45 minuti che aveva luogo tra le braccia di Tilda Swinton invece che all’interno di una teca”: cosi descriveva l’iniziativa Olivier Saillard, che ha ideato e collaborato ad entrambi i progetti insieme con l’attrice britannica. Si può dire che Embodying Pasolini rappresenti la prosecuzione di quel percorso artistico, descritto da Saillard, che però questa volta ha un legame indissolubile con il cinema. Gli abiti che risorgono sul corpo della protagonista sono infatti quelli disegnati da Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini realizzati all’epoca dalla Sartoria Farani.
Il tutto si è svolto il 25 giugno, dalle 18 alle 22. L’evento è stato concepito come una mostra, per quanto non statica, ma in movimento e in evoluzione: “Quello che vedranno gli spettatori saranno due persone che stanno cercando di capire come incarnare Pasolini, ma onestamente anche Olivier e io non sappiamo davvero cosa stiamo facendo e penso che sia un ottimo punto di partenza”, ha dichiarato Tilda Swinton.
Più che riportare in vita Pasolini, lo show ha lo scopo di rendergli omaggio, attraverso il corpo slanciato e flessuoso dell’attrice britannica, che compensa con la sua espressività l’assenza di altri interpreti sul palco, eccettuato Oliver Saillard che si occupa di drappeggiare con delicatezza su di lei i preziosi tessuti di costumi dall’altissimo valore storico, apparsi nei film più noti e controversi del geniale intellettuale. Da Il Vangelo secondo Matteo (1964) all‘Edipo Re (1967), da Uccellacci e Uccellini (1966) a I racconti di Canterbury (1972) dove fu lo stesso Pasolini ad interpetare Geoffrey Chaucer e i suoi racconti (più o meno come accadeva nel Decameron), a Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), presentato postumo a Parigi il 22 novembre 1975, tre settimane dopo la misteriosa morte del suo autore e osteggiato a lungo in Italia dalla censura.
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