The Haunting Of Bly Manor è il secondo capitolo della serie antologica dell’orrore firmata da Mike Flanagan.
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Disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix dal 9 ottobre, si compone di 9 episodi carichi di intensità, spiriti e soprattutto emozioni.
Nessun “jump scare” per questa stagione che, pur appartenendo al filone horror, se ne discosta per alcuni aspetti che la rendono molto diversa da The Haunting Of Hill House. E’ apprezzabile, infatti, lo sforzo di elaborare una storia che coinvolgesse gli spettatori ben oltre la mera paura e le tipiche tematiche paranormali.
A Bly tutto sembra “sospeso”, è un luogo tranquillo e silenzioso e nel mezzo della quieta campagna inglese sorge il Manor della famiglia Wingrave, una costruzione in pietra austera ed imponente, con ampi spazi e tante stanze inutilizzate, anzi inaccessibili.
Danielle (Victoria Pedretti) è un’istitutrice americana alla disperata ricerca di un nuovo inizio, a costo di mettere tra se ed il passato un intero oceano, a costo di accettare un lavoro come istitutrice nello sperduto e noioso paesino di Bly. Miles (Benjamin Evan Ainsworth) e Flora (Amelie Bea Smith) sono i due orfani dei quali dovrà occuparsi, guidata e supportata dall’esperienza della governante Hannah Grose (T’Nia Miller), del cuoco Owen (Rahul Kohli) e della sfuggente giardiniera Jamie (Amelia Eve).
Le giornate di Danielle saranno scandite da mattine di vitale e allegra condivisione con Flora e Miles, bambini singolari e completamente diversi dai loro coetanei e notti agitate e misteriose trascorse a lottare con i demoni del proprio passato ed il timore che un intruso si aggiri nel Manor.
The Haunting Of Bly Manor fatica a decollare, si perde un po’ troppo nelle sotto-trame della vicenda principale che creano un’iniziale confusione. Dunque il ritmo degli episodi è alquanto lento, fermo restando che uno tira l’altro e che questo secondo capitolo non è affatto male, ma purtroppo non regge il confronto con il primo e ne fa le spese in termini di paragone.
La narrazione richiede allo spettatore un’elevata attenzione che in The Haunting Of Hill House era catturata dall’utilizzo frequente di scene horror e genera un coinvolgimento psico-emotivo dato da contenuti profondi.
Tecnicamente, The Haunting Of Bly Manor è ineccepibile. Sonoro e fotografia sono semplicemente perfetti e le interpretazioni del cast (sia quello già incontrato nel primo capitolo dell’orrore, sia le new entries) sono così intense da suscitare una reale inquietudine nello spettatore, anche se passeggera e non tale da rubare il sonno.
L’ultimo episodio è veramente bello, inatteso e coinvolgente, ma il finale di tutta la vicenda mi ha lasciata scontenta, anche se probabilmente è proprio questo l’effetto che voleva suscitare Flanagan.