Sto pensando di finirla qui (titolo originale: I’m thinking of ending things) è un film che segna il ritorno alla regia di Charlie Kaufman che dopo aver diretto Synecdoche, New York e Anomalisa, si era chiuso in una sorta di “mutismo artistico”.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di successo di Iain Reid, impropriamente definito un thriller, perché inquieta, angoscia e spaventa senza l’esistenza di una reale minaccia, ma attraverso percorsi psicologici e riflessivi che prendono forma attraverso ambientazioni e atmosfere oniriche.
Racconta il viaggio di una ragazza diretta ad incontrare i genitori del suo fidanzato per la prima volta. La giovane, però, gli nasconde di stare seriamente pensando di lasciarlo e questo pensiero la attanaglia e le causa un forte stress emotivo dovuto al senso di colpa. Una tempesta di neve, la confinerà nella casa dei suoceri più a lungo del previsto e questo la costringerà a mettere in discussione la sua storia d’amore, il suo compagno e se stessa.
Tra intrecci, equivoci, flussi di coscienza, scenari suggestivi e talvolta assurdi, ritroviamo la maestria ed il criptico stile narrativo di Charlie Kaufman che ha tagliato ben l’85% dei dialoghi del libro per personalizzare la storia e darle il suo inconfondibile tocco.
Il premio Oscar per la sceneggiatura di Eternal Sunshine Of The Spotless Mind, dunque, si divide tra la regia del suo terzo film e la rielaborazione della sceneggiatura da cui è tratto, dirigendo un cast di volti noti: Jesse Plemmons (El Camino), Jessie Buckley (Chernobyl), Toni Colette (Cena con delitto) e David Thewlis (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban).
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